Beato Tommaso Maria Fusco

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Beato Tommaso Maria Fusco
Presbitero
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battezzato
Beato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 59 anni
Nascita Pagani
1º dicembre 1831
Morte Nocera Inferiore
24 febbraio 1891
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 22 dicembre 1855
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 24 aprile 2001, da Giovanni Paolo II
Beatificazione 7 ottobre 2001, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 24 febbraio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Erede
Successore
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Onorificenze
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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 24 febbraio, n. 7:
« A Nocera Inferiore in Campania, beato Tommaso Maria Fusco, sacerdote, che con speciale amore si prese cura dei poveri e degli ammalati e istituì le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, che destinò alla promozione di varie opere di impegno sociale, soprattutto tra i giovani e i malati. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Tommaso Maria Fusco (Pagani, 1º dicembre 1831; † Nocera Inferiore, 24 febbraio 1891) è stato un presbitero italiano. È stato proclamato Beato da papa Giovanni Paolo II nel 2001.

Biografia

Nacque a Pagani nella diocesi di Nocera-Sarno, cittadina dove aveva predicato Sant'Alfonso Maria de' Liguori, il 1º dicembre 1831, settimo di otto figli del farmacista Antonio Fusco e dalla nobildonna Stella nata Giordano, genitori di integra condotta morale e religiosa che educarono i loro figli alla pietà cristiana e alla carità verso i poveri.

A sei anni rimase orfano della madre, vittima dell'epidemia colerica nel 1837, per cui fu affidato alle cure dello zio paterno sacerdote. Pochi anni dopo, nel 1841 perse anche il padre. Da allora lo zio, maestro elementare, si prese cura in tutto di lui, anche della sua formazione.

Fin dal 1839, anno della canonizzazione di Sant'Alfonso Maria de'Liguori, il piccolo Tommaso aveva sognato la chiesa e l'altare. Da giovane tentò di farsi gesuita col proposito di andare in missione, ma non fu accolto e dovette tornare in famiglia. Finalmente nel 1847 poté entrare nel seminario diocesano di Nocera Inferiore, dove già vi era seminarista il fratello Raffaele. Il 1º aprile 1851, Tommaso ricevette il Sacramento della Cresima. Compiuti gli studi di filosofia e teologia e confermato nella sua vocazione dal venerabile redentorista padre Emanuele Ribera (†1874), il 22 dicembre 1855 fu ordinato presbitero.

In quegli anni di preparazione e di esperienze gioiose, ma anche dolorose, per la perdita di persone care tra cui lo zio nel 1847 e il giovane fratello Raffaele nel 1852, si sviluppava in Tommaso Maria una devozione già cara a tutta la famiglia Fusco: quella al Cristo paziente e alla sua Santissima Madre Addolorata, come viene ricordato dai biografi:

« Era devotissimo del Crocifisso e tale rimase sempre »

Fin dall'inizio del suo ministero sacerdotale curò la formazione dei fanciulli, per i quali, in casa sua, aprì una Scuola al mattino e ripristinò la Cappella serale per giovani e adulti presso la chiesa parrocchiale di San Felice e Corpo di Cristo con lo scopo di promuovere la loro formazione umana e cristiana. Essa fu un autentico luogo di conversioni e di preghiera, come lo era stata nell'esperienza di Sant'Alfonso, venerato e onorato a Pagani per il suo apostolato.

Nel 1857 don Fusco fu ammesso nella Congregazione dei Missionari Nocerini, sotto il titolo di San Vincenzo de' Paoli, con la missione della predicazione missionaria estesa specialmente alle regioni dell'Italia meridionale. Nel 1860 fu nominato cappellano del Santuario della Madonna del Carmine, detta delle Galline, in Pagani, dove incrementò le associazioni cattoliche maschili e femminili e vi eresse l'altare del Crocifisso e la Pia Unione per il culto al Preziosissimo Sangue di Gesù, ispirandosi agli esempi dei santi Vincenzo Pallotti e Gaspare del Bufalo. Per l'abilitazione al ministero del confessionale, nel 1862 apri nella sua casa una scuola di Teologia morale per i sacerdoti, infiammandoli all'amore del Sangue di Cristo. Nello stesso anno istituì anche un'associazione di sacerdoti missionari, la Compagnia dell'apostolato cattolico del Preziosissimo Sangue per le missioni popolari; che ottenne l'approvazione dal Santo Padre Pio IX nel 1874. Nel contempo era sempre in movimento per predicare missioni popolari.

Portò ai poveri nascosti nei palazzi, la carità che non umilia, ai sofferenti la serenità, agli abbandonati il conforto dell'amicizia, ai peccatori il conforto della confessione.

« Per salvare un'anima - diceva - sarei disposto a versare tutto il mio sangue »

Per le giovani, che, chiamate alla vita di famiglia, non avevano possibilità economiche, s'incaricava di procurare il corredo e la casa: la carità in lui non aveva limiti.

Profondamente colpito dalla disgrazia di un'orfana, vittima della strada, il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, del 1873, dopo attenta preparazione nella preghiera di discernimento, don Tommaso Maria fondò la Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. L'Opera ebbe inizio nella Chiesa della Madonna del Carmine, alla presenza del vescovo Raffaele Ammirante, il quale, con la consegna dell'abito alle prime tre suore, benedisse il primo orfanotrofio per sette orfanelle povere del paese. Alla nuova Congregazione, approvata ufficialmente nel 1921, assegnò come compito specifico l'educazione della gioventù e la cura dei malati e dei vecchi. Nel Regolamento per le suore riassunse lo scopo della fondazione con queste parole:

« L'unico scopo che mi ha ispirato a mettere fuori questo libricino e di vedervi sante e perfette: Questo e il mio desiderio, questo fu il mio impegno, questo sarà sempre il mio voto ardente, che innalzerò incessantemente a Dio  »

Accanto alle preoccupazioni per l'Istituto don Tommaso Maria continuò a dedicarsi al ministero sacerdotale con predicazioni di esercizi spirituali e di missioni popolari. Da questa esperienza apostolica nacquero le numerose fondazioni di case e orfanotrofi che segnarono la sua carità, ancora più intensa specialmente nell'ultimo ventennio della sua vita. Agli impegni di fondatore e missionario apostolico associò anche quello della conduzione di una parrocchia dal 1874 al 1887 presso la Chiesa Matrice di San Felice e Corpo di Cristo, in Pagani, di confessore straordinario delle monache di clausura in Pagani e Nocera, e, negli ultimi anni di vita, di padre spirituale della Congregazione laicale nel Santuario della Madonna del Carmine.

Don Tommaso Maria, divenne oggetto d'invidia per il bene operato col suo ministero e per la vita di sacerdote esemplare e dovette affrontare umiliazioni e persecuzioni fino all'infamante calunnia subita nel 1880, a opera di un sacerdote. La calunnia fu tanto più detestabile in quanto proveniente da ecclesiastici spalleggiati dalle autorità anticlericali e massoniche. Don Tommaso trascorse il resto della sua vita nell'amarezza più profonda e in un permanente stato di sofferenza morale, rassegnato tuttavia alla volontà di Dio che permetteva l'impunità ai suoi calunniatori, ai quali egli seppe perdonare generosamente il loro delitto, portando con amore quella croce che il suo vescovo Ammirante, al momento della fondazione, gli aveva preconizzato:

« Hai scelto il titolo del Preziosissimo Sangue? Ebbene, preparati a bere il calice amaro »

Nei momenti della durissima prova sostenuta in silenzio, ripeteva:

« L'operare e il patire per Dio sia sempre la vostra gloria e delle opere e patimenti che sostenete sia Dio la vostra consolazione in terra e la vostra mercede in cielo. La pazienza è come la salvaguardia e il sostegno di tutte le virtù »

Consumato da una malattia epatica, don Tommaso Maria Fusco, apostolo della carità del Preziosissimo Sangue, amico dei fanciulli e dei giovani, attento a ogni povertà e miseria umana e spirituale, morì piamente. il 24 febbraio 1891, pregando col vecchio Simeone:

« Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum, in pace Luca 2,29  »
Collegamenti esterni