San Vincenzo Pallotti

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San Vincenzo Pallotti, S.A.C.
Presbitero
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Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 54 anni
Nascita Roma
21 aprile 1795
Morte Roma
22 gennaio 1850
Sepoltura Roma, Chiesa di San Salvatore in Onda
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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Durata del
pontificato
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 13 gennaio 1887, da Leone XIII
Beatificazione 22 gennaio 1950, da Pio XII
Canonizzazione 20 gennaio 1963, da Giovanni XXIII
Ricorrenza 22 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Altri titoli
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Madre {{{madre}}}
Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 22 gennaio, n. 11:
« A Roma, san Vincenzo Pallotti, sacerdote: fondatore della Società dell'Apostolato Cattolico, con gli scritti e con le opere sollecitò la vocazione di tutti i battezzati in Cristo a lavorare con generosità per la Chiesa. »

San Vincenzo Pallotti (Roma, 21 aprile 1795; † Roma, 22 gennaio 1850) è stato un presbitero e fondatore italiano della Congregazione delle Suore dell'Apostolato Cattolico e della Società dell'Apostolato Cattolico. È stato proclamato santo da papa Giovanni XXIII nel 1963.

Biografia

Dall'infanzia al sacerdozio

Nacque a Roma in una casa in via del Pellegrino, nel rione Parione, terzo di dieci figli, da Pietro Paolo, umbro, proveniente da San Giorgio di Cascia e da Maria Maddalena De Rossi, romana; fu battezzato il giorno successivo, nella chiesa di San Lorenzo in Damaso.

Studiò prima presso la scuola di San Pantaleo e successivamente al Collegio Romano e all'Archiginnasio. Sin da giovane mostrò amore per la preghiera, la disciplina, il digiuno.

La tradizione devozionale gli attribuisce capacità di preveggenza: una volta, giocando da solo alla palla, fu visto rimanere assorto per qualche minuto; ridestato dalla madre, gli fu chiesto cosa stesse facendo e avrebbe risposto: "è quando mi vedrete dir messa all'altare di San Filippo!"

Fu cresimato il 10 luglio 1801 e nel 1805 ricevette la Prima Comunione e gli fu concesso il privilegio, inconsueto per il tempo, di ripeterla ogni giorno. A dodici anni fu posto sotto la direzione spirituale del sacerdote Bernardino Fazzini.

Il 10 settembre 1817 divenne diacono e nel 1818 fu ordinato sacerdote e, pur appartenendo al clero secolare, si ascrisse a tre ordini religiosi, come terziario dominicano, minimo e francescano.

Gli anni del sacerdozio

Influenzato dall'esempio dei genitori nella pratica dellafede e nella profondadevozione, i primi anni di sacerdozio furono caratterizzati dalla preghiera e dalla carità secondo il motto paolino "'Charitas Christi urget nos".

Nel 1818 fondò una "Lega Antidemoniaca", allo scopo di distruggere oggetti considerati dalla Chiesa "scandalosi e disonesti". Si impegnò alla diffusione della devozione al Preziosissimo Sangue, divulgata da San Gaspare del Bufalo e da Vincenzo abbracciata fin dal 1817; animò circoli di dogmatica, scolastica e luoghi teologici presso l'Accademia di Teologia per i giovani studenti, sollecitato da monsignor Cristaldi, rettore dell'Archiginnasio; dispose le scuole notturne, recandosi presso le piazze cittadine per predicare e al termine, insieme ai fedeli radunati, entrava in vicine chiese od oratori per proseguire nella preghiera comune; prestò servizio nell'ufficio della confessione presso diverse parrocchie e, in particolare, presso la chiesa dell'Arciconfraternita del Suffragio, in Ponte (rione di Roma) via Giulia, ove ancora si conserva nella Cappella Mazzetti di Pietralata, come oggetto di venerazione, il "consunto confessionale"; istituì l'Adunanza di Maria Santissima Assunta, il Ritiro dei devoti di Maria a Gianicolo, esercizi spirituali dedicati a persone appartenenti all'aristocrazia o alla borghesia e l'Opera Pia di Ponterotto, dedicata invece a persone disagiate; prestò inoltre servizio presso l'ospizio di Santa Maria degli Angeli, l'Istituto Agrario di Santa Maria della Misericordia, dal 1827 come direttore spirituale del Seminario Romano e, nel 1833, del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide.

Nell'intenzione di Vincenzo, tutte queste attività, rientravano in una più larga opera di restaurazione cristiana, da realizzarsi con il sostegno dei laici, ciascuno secondo le proprie disponibilità o capacità, nell'associarsi alla missione sacerdotale del clero; in tal senso cercò costantemente di stabilire un rapporto profondo con i giovani, perché sebbene la sua ascetica fosse basata sulla mortificazione dello spirito e della carne, non intese mai tale mortificazione come arida pratica di penitenza, ma sotto la sua durezza continuava a praticare l'amore verso Dio.

La Congregazione e la Società dell'Apostolato Cattolico

Per dare concreta attuazione alla sua visione di restaurazione e per combattere l'espansione delle sette, che si davano convegno fra gli ambulacri del Colosseo, Vincenzo concepì una "Società dell'Apostolato Cattolico" ad salvandas animas et ad destruendum peccatum.

La tradizione devozionale attribuisce la nascita della società a una leggenda miracolistica secondo cui Vincenzo, del 1834, avrebbe operato un'intercessione in favore di Giacomo Salvati, che in quei giorni soffriva per la prossima morte della figlia Camilla, agonizzante già da diversi giorni: Vincenzo si sarebbe presentato al suo negozio senza essere conosciuto né convocato e con semplicità avrebbe detto: "Vostra figlia è guarita", ottenendo così tra lo stupore dei genitori, la guarigione di Camilla. Dal quel momento Salvati collaborò strettamente con Vincenzo per la realizzazione dei suoi progetti: era l'annuncio dell'Azione Cattolica, la vocazione del laicato a cooperare con l'apostolato gerarchico.

Egli chiamò uomini e donne di ogni condizione e stato, dagli appartenenti al patriziato romano, ai commercianti, dai professionisti agli operai, poiché era convinto che tutti potessero essere apostoli.

La prima sanzione giuridica della "Pia Unione Apostolato Cattolico" è del maggio 1835, anno in cui il cardinal vicario Carlo Odescalchi "posto un così salutare oggetto, concesse ogni benedizione", cui seguì nel luglio dello stesso anno, per impulso del cardinale Angelo Mai, la benedizione apostolica di papa Gregorio XVI.

In principio, dichiarò il fondatore, la Società mirò particolarmente alle missioni, ma poi capì che per condurre i fedeli a cooperare per le missioni era necessario ravvivare in essi la fede e "riaccendere la carità di Gesù Cristo", "perché si formasse in essi una più pronta disposizione a dare preghiere persona ascendente nobiltà talenti dottrina oggetti e ogni altra cosa, per moltiplicare i mezzi opportuni alla propagazione della fede"; per questo, stabilì che lo scopo principale della Società fosse la promozione dell'istituzione di collegi per la preparazione dei missionari.

L'attività esterna della Società non fu mai limitata a un particolare campo della fede, la sua fisionomia caratteristica consisteva proprio nell'universalità di opere e di membri; essa era concepita come "truppa ausiliaria", capace di adattarsi ai bisogni dei luoghi e dei tempi.

Nel 1846, durante un periodo di riposo a Camaldoli, reso necessario per il riacutizzarsi dell'emottisi, Vincenzo organizzò la disciplina della Società, basata fino ad allora in "pie prassi" e ne redasse la regola in un compendio di trentatré punti, in omaggio al numero degli anni di Cristo e come monito alla sua imitazione; il vincolo che doveva tenere insieme tutti i membri era quello derivante dall'"atto formale di perfetta consacrazione di tutto sé stesso a Dio e di perfetto distacco del cuore dal mondo, per vivere con perseveranza nella congregazione nella perfetta osservanza delle regole secondo lo spirito della medesima"; sebbene alla consacrazione si giungesse dopo l'esperimento di due o più anni di noviziato, non era previsto nessun voto, poiché Vincenzo tendeva a preferire alle "ragioni della legge", quelle "della fede".

Rapidamente la Società e la Congregazione che la dirigeva, si diffusero in tutto il mondo, dapprima a Londra, poi, dopo la morte di Vincenzo, in America, in Africa, in Germania, in Brasile e Uruguay, Polonia e Australia, Sudafrica e India e si arricchì del contributo del ramo femminile, le suore pallottine.

La morte

Maschera funeraria di Pallotti

Vincenzo morì a Roma il 22 gennaio 1850, dopo una breve agonia, recitando le parole del salmo In Te Domine speravi; non confundar in aeternum; come riportato da Pistilla e Proja (nei lavori citati in bibliografia) alcuni giornali dell'epoca titolarono: "È morto il santo, l'apostolo di Roma. È morto il padre dei poveri". Le sue spoglie, private dei cilici e delle catene, che portava anche in punto di morte, fu esposto nella Chiesa di San Salvatore in Onda a Roma, dove riposa tutt'ora sotto l'altare maggiore, incorrotto e visibile a tutti: per tre giorni, presso la sua bara, si radunò una folla di fedeli.

Scritti

  • Ven. Servi Dei Vincentii Pallotti Epistolae Latinae, Roma 1907;
  • Propositi e aspirazioni del Ven. Vincenzo Pallotti, Roma 1921;
  • Ven. Vincenzo Pallotti, Regola della Congregazione dell'Apostolato Cattolico, Roma 1923;
  • Pia Società dell'Apostolato Cattolico fondata ed esposta dal Ven. Vincenzo Pallotti, Roma 1923;
  • Collezione spirituale di preghiere, meditazioni, considerazioni, consigli, ricordi e materie predicabili del Ven. Vincenzo Pallotti, Roma 1933;
  • Opere complete, a cura di Francesco Moccia, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, contiene:
    • 1.Pia società dell'apostolato cattolico, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1964;
    • 2. Regole dei ss. ritiri, collegi, seminarii e monasteri 1839, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1965;
    • 3. Appendice alla Regola, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1966;
    • 4. Manoscritti giuridici, Appelli e statuti 1835-1838, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1967;
    • 5. Scritti apostolici minori, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico;
    • 6. Le procure, Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1969;

Lettere e carteggi

Sarcofago di san Vincenzo Pallotti, San Salvatore in Onda
  • Lettere, in Opere complete di san Vincenzo Pallotti, contiene:
    • 2. Anni 1834-1838, a cura di Bruno Bayer S.A.C Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1997;
    • 3. Anni 1839-1841, a cura di Bruno Bayer S.A.C Roma, Curia generalizia della Società dell'apostolato cattolico, 1999;
    • 5. Anni 1845-1846, a cura di Bruno Bayer S.A.C Roma, Curia generalizia della società dell'apostolato cattolico, 2004;
Bibliografia
  • S. Proja, Funerali ed elogio dell'Abate Pallotti fondatore della Congregazione e Pia Società dell'Apostolato cattolico, in "Giornale di Roma", 1850
  • L. Vaccari, Compendio della vita del Ven. Servo di Dio Vincenzo Pallotti, Roma 1888
  • Francesco Amoroso, San Vincenzo Pallotti romano, Postulazione Generale della Società dell'Apostolato Cattolico, Roma, 1962
  • Domenico Pistella, San Vincenzo Pallotti, Roma 1963
Collegamenti esterni