Magnificat
Il Magnificat è un cantico contenuto in Lc 1,46-55 ; con esso Maria loda e ringrazia Dio perché si è benignamente degnato di liberare il suo popolo. È conosciuto anche come Cantico della Beata Vergine.
Il nome Magnificat deriva dalla prima parola della traduzione latina: Magnificat anima mea Dominum, "L'anima mia magnifica il Signore.
Contenuto
Il cantico individua in tre fasi diverse la storia della salvezza interpretata alla luce dei nuovi avvenimenti che si stanno realizzando:
- nella prima parte (vv. 48-50) viene esaltata la bontà dell'Onnipotente e la disponibilità di chi accetta di condividere il suo disegno;
- nella seconda parte (vv. 51-53) si annuncia un capovolgimento di prospettiva: la fedeltà del Salvatore, che ha già dato storicamente prova della sua bontà, non è una fumosa speranza utopica;
- nella terza parte (vv. 54-55) si prende coscienza che le promesse fatte ad Israele stanno trovando il loro compimento: Gesù è la pienezza ed il compimento della salvezza promessa.
Nelle parole di Maria riecheggiano tanti temi già presenti nell'Antico Testamento, in modo particolare nei Salmi e nel cantico di Anna (1Sam 2,1-10 ), temi di lode e di gratitudine verso il Dio che libera; sulla bocca di Maria assumono una connotazione nuova di fronte alla grandezza dell'evento che si sta per compiere ed a cui lei è stata chiamata: non ci sono più tracce veterotestamentarie di vendetta, non ci sono nemici da distruggere, ma un mondo rinnovato dove anche ai ricchi liberati dalle loro vuote ricchezze è ridata la dignità dei poveri: "Rovesciando i potenti, Dio li libera dalle loro vane illusioni e li promuove alla dignità dei poveri".[1]
(EL) | Traslitterazione | (LA) | (IT) (Bibbia CEI 1971) |
Μεγαλύνει ἡ ψυχή μου τὸν Κύριον |
Megalýnei he psyché mou tòn Kýrion |
Magnificat anima mea Dominum, |
L'anima mia magnifica il Signore |
Origine e Autenticità
Per i legami con l'Antico Testamento si è avanzata l'ipotesi che il Magnificat, così come gli altri due cantici presenti nel Vangelo di Luca, fossero in origine materiale liturgico utilizzato in ambiente giudeo-cristiano, e che Luca li abbia utilizzati come fonte, adattandoli ed inserendoli nella vicenda che stava narrando[2]. Luca dovette trovare questo cantico nell'ambiente dei "poveri", dove forse veniva attribuito alla figlia di Sion: egli avrebbe ritenuto conveniente porlo sulle labbra di Maria, inserendolo nel suo racconto in prosa.[3]
Per quanto riguarda l'autenticità dell'attribuzione di queste parole a Maria, diversi studiosi si sono chiesti come Maria abbia potuto pronunciare un tale denso testo, data la giovanissima età e l'assai limitata cultura ed esperienza del mondo. E naturalmente anche come abbia potuto in tal caso questo cantico essere trasmesso a Luca. L'unico dato certo è che Luca scrive: "Allora Maria disse".
Giovanni Paolo II conferma che le parole usate da Maria sulla soglia della casa di Elisabetta costituiscono un'ispirata professione di fede, nella quale la risposta alla parola della rivelazione si esprime con l'elevazione religiosa e poetica di tutto il suo essere verso Dio. In queste sublimi parole, che sono ad un tempo molto semplici e del tutto ispirate ai testi sacri del popolo di Israele, traspare la personale esperienza di Maria, l'estasi del suo cuore [4].
« | La Vergine Madre è costantemente presente in questo cammino di fede del popolo di Dio verso la luce. Lo dimostra in modo speciale il cantico del «Magnificat», che, sgorgato dal profondo della fede di Maria nella visitazione, non cessa nei secoli di vibrare nel cuore della Chiesa » | |
Nella liturgia
Fin dalle origini, le comunità cristiane hanno fatto proprie la parole di Maria: il Magnificat è diventato anche il cantico della Chiesa[6].
Come gli altri cantici del Vangelo di Luca[7], anche questo cantico è stato inserito nel tessuto della tradizione liturgica della Chiesa cattolica fin dall'alto Medioevo. Il Magnificat fa parte ancora oggi della Liturgia delle ore, come cantico dei vespri.
Nelle altre confessioni cristiane
Anche la Chiesa ortodossa utilizza il Magnificat nella celebrazione quotidiana del mattutino, tra l'ottava e la nona ode del canone. Solitamente è introdotto dall'antifona:
« | Più onorevole dei cherubini ed incomparabilmente più gloriosa dei serafini, pur rimanendo vergine hai dato alla luce Dio, la Parola: vera Theotòkos (Madre di Dio), ti glorifichiamo. » |
Il Magnificat è contenuto anche nel Libro della preghiera comune della Comunione Anglicana e viene cantato nel servizio serale degli Evensong.
Nella storia della musica
È uno dei brani di musica sacra più spesso musicati[8], a partire dal canto gregoriano per arrivare a forme orchestrate, come nei Magnificat di Johann Sebastian Bach, Francesco Cavalli, Baldassare Galuppi, Claudio Monteverdi o Antonio Vivaldi, per citare qualcuno tra gli esempi più noti.
È stato musicato anche in chiave moderna da numerosi autori.
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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