Chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano (Roma)
Chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano | |
Roma, Chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Piazza della Consolazione, 94 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 6784654 |
Posta elettronica | chiesa.consolazione@gmail.com |
Sito web | Sito ufficiale |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. Cap. |
Sigla Ordine reggente | O.F.M. Cap. |
Data fondazione | 1470 |
Architetti |
Baccio Pontelli (progetto del XV secolo) Martino Longhi il Vecchio (progetto del XVI secolo) Giacomo Della Porta (presbiterio) Pasquale Belli (completamento della facciata) |
Stile architettonico | Manierismo, barocco |
Inizio della costruzione | 1470 |
Completamento | 1827 |
Strutture preesistenti | Luogo delle condanne capitali |
Pianta | basilicale |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Campitelli, che si affaccia sulla piazza omonima, vicino al Foro Romano e ai piedi della rupe Tarpea.
Storia
Dalle origini al Quattrocento
La chiesa è situata ai piedi della Rupe Tarpea, luogo dove venivano eseguite le condanne capitali - per questo era conosciuto anche come locus Iustitiae (ovvero "luogo di giustizia") - che nel 1550 furono trasferite in piazza Giudea.
L'origine della chiesa è legata a due eventi: il primo risale al 1385, quando un nobile condannato a morte, Giordanello degli Alberini, lasciò nel suo testamento due fiorini d'oro affinché fosse qui dipinta un'immagine di Maria Vergine per "consolare" gli ultimi istanti dei condannati, da cui l'origine del nome dell'edificio. La piccola icona fu realizzata sul muro esterno di un granaio appartenente alla famiglia Mattei, che si trovava proprio sotto la Rupe Tarpea, e qui vi rimase per quasi un secolo. Il secondo avvenimento risale al 1470, quando secondo la tradizione un giovane innocente, condannato a morte per omicidio, fu impiccato ma quando la corda strinse il collo si constatò che non stava soffocando nonostante penzolasse e per questo venne immediatamente liberato. Il giovane raccontò che la Madonna gli aveva parlato, dicendo "Vai, perché sei consolato!", e una mano invisibile lo aveva sostenuto. L'evento suscitò un'impressione tale che ben presto fu avviata una raccolta per ospitare il dipinto all'interno di una chiesa, che venne costruita in quello stesso anno con l'approvazione di papa Paolo II (1464-1471) e il contributo finanziario della famiglia Della Rovere.
La chiesa, molto piccola e con un solo altare, fu realizzata su progetto di Baccio Pontelli (1450 ca. – 1494 ca.) e affidata all'Arciconfraternita di Santa Maria delle Grazie, che curava nei pressi un piccolo ospedale.
Dal Cinquecento ad oggi
Nel 1506 l'Ospedale di Santa Maria delle Grazie e quello della Consolazione si unirono a quello vicino di Santa Maria in Portico con il nome di Arciospedale di Santa Maria della Consolazione. L'istituto assistenziale - nel quale svolsero il loro apostolato sant'Ignazio di Loyola (1491-1556), san Camillo de Lellis (1550-1614) e san Luigi Gonzaga (1568-1591) che vi morì di peste - crebbe rapidamente di importanza fino a diventare, all'epoca, uno dei più rilevanti della città.
Nel 1583, su sollecitazione del cardinale Alessandro Riario (1543 – 1585), fu dato inizio alla costruzione della nuova chiesa in luogo dell'edifico originario quattrocentesco. Il progetto predisposto da Martino Longhi il Vecchio (1534–1591) venne ultimato nel 1606, anche se la facciata, interrotta dall'architetto all'altezza dell'architrave per la morte dello stesso, fu completata con l'ordine superiore solo nel 1827 da Pasquale Belli (1752-1833).
Nel 1897, cessata per legge l'attività della Confraternita, l'intero complesso fu affidato ai Frati Minori Cappuccini, che ancora oggi officiano la chiesa.
Nel 1943, la scalinata antistante, in seguito alle demolizioni per la liberazione delle pendici del Campidoglio, fu prolungata con l'aggiunta di sedici scalini poiché il piano di calpestio del sagrato era stato abbassato di circa 3 metri.
La chiesa, attualmente, è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli.
Descrizione
Esterno
Facciata
La chiesa, impostata su alto podio e preceduta da un'ampia scalinata, presenta un facciata suddivisa in due ordini: l'inferiore, è articolato da lesene corinzie in cinque campate, delle quali le tre centrali, leggermente più avanzate rispetto alle altre due, sono aperte da tre portali, dei quali il centrale è sovrastato da un timpano triangolare, mentre gli altri due da uno semicircolare; il superiore, decorato da due coppie di lesene corinzie, presenta al centro un finestrone inquadrato da due colonne, mentre sulla balaustra sono collocate quattro statue, eseguite nel XIX secolo raffiguranti:
A coronamento della facciata è posto un grande timpano triangolare sormontato da una croce raccordato all'ordine inferiore da volute semplici.
Prospetto posteriore
Il prospetto posteriore, rivolto verso il Foro Romano, è caratterizzato dall'abside semicircolare con due ordini di finestre, al centro della quale è ubicato, entro un'edicola, un dipinto murale raffigurante:
- Madonna con Gesù Bambino detta Madonna delle Grazie (1568), affresco attribuito a Niccolò Berrettoni.
Sotto l'edicola è collocata l'iscrizione devozionale e commemorativa della liberazione della città dalla terribile pestilenza, che recita:
(LA) | (IT) | ||||
« | CHR(ist)O REDEMPTORI AC SANCTISSIMAE EIUS GENITRICI MARIAE URBE A PESTILENTIA LIBERATA GLORIA SEMPITERNA » | « | Gloria eterna a Cristo Redentore ed alla sua Santissima Madre per aver liberato la città dalla pestilenza » |
In occasione del restauro dell'edicola nel 1787 vi venne aggiunta l'altra iscrizione rivolta ai passanti:
« | QUI CON DIMESSA FRONTE O PASSEGGIER T'ARRESTA QUI DELLE GRAZIE È IL FONTE DI DIO LA MADRE È QUESTA MIRALA PIANGI E PREGA CHE ELLA A DEVOTI SUOI GRAZIE NON NEGA A. D. MDCCLXXXVII. » |
Campanili
I due campanili gemelli, posti proprio sopra le due cappelle ai lati dell'abside, sono a due piani, con il secondo più stretto del primo e contenente una campana; al piano inferiore del campanile destro è inserito un orologio.
Interno
La chiesa ha una pianta basilicale, divisa da pilastri rettangolari, in tre navate absidate con cappelle laterali, ma è priva di transetto. La navata centrale è coperta da una volta a botte.
Lungo la navata sinistra si aprono cinque pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, detta anche Cappella Dondoli, si conserva:
- all'altare, Rilievo con Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria (1539 ca.), in marmo di Raffaello da Montelupo.
- nella seconda cappella, dedicata alle stimmate di san Francesco d'Assisi, detta anche Cappella Sacchi, si segnala:
- all'altare, pala con San Francesco d'Assisi riceve le stimmate (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.
- la terza cappella, dedicata all'Assunzione di Maria, detta anche Cappella dei Garzoni degli Osti, è decorata con un ciclo di dipinti eseguiti da Francesco Nappi, tra il 1620 e il 1630, raffiguranti:
- all'altare, Assunzione di Maria, olio su tela: l'opera purtroppo risulta priva della parte inferiore poiché è stata ritagliata e asportata dai ladri nel 2009;
- alla parete sinistra, Adorazione dei Magi, affresco;
- alla parete destra, Natività di Gesù, affresco;
- sulle vele della volta, Annunciazione, Presentazione di Gesù al Tempio, Nozze di Cana, Incoronazione di Maria Vergine, affreschi;
- sui pennacchi, Dottori della Chiesa (Sant'Agostino, Sant'Ambrogio, San Girolamo e San Gregorio Magno), affreschi.
- la quarta cappella, dedicata a sant'Andrea, detta anche Cappella dei Pescatori, edificata su progetto di Martino Longhi il Vecchio per volontà della stessa corporazione, presenta un ciclo di dipinti murali ad affresco eseguiti da Marzio Ganassini, tra il 1601 e il 1607, raffiguranti:
- all'altare, Sant'Andrea apostolo;
- alla parete sinistra, Crocifissione di san Pietro;
- alla parete destra, Martirio di sant'Andrea apostolo.
- nella quinta cappella, detta Cappella dei Vignaroli, che venne acquisita dalla corporazione alla fine del XVI secolo, presenta:
- all'altare, Madonna con san Giovanni Battista (XVII secolo), olio su tela di ambito romano;
- alle pareti laterali, ciclo di dipinti murali con Storie della vita di Gesù Cristo (fine del XVI secolo), affreschi di Antonio Circignani detto il Pomarancio, raffiguranti:
- alla parete sinistra,
- in alto, entro lunetta, Presentazione di Gesù al Tempio;
- in basso, Resurrezione di Lazzaro;
- alla parete destra,
- in alto, entro lunetta, Strage degli innocenti;
- in basso, Nozze di Cana.
- alla parete sinistra,
Cappella di Santa Maria in Portico
Al termine della navata sinistra, accanto al presbiterio, si apre la cappella, dedicata a Santa Maria in Portico, edificata nella seconda metà del XIX secolo, dove si conserva e venera la copia di una celebre icona del XII secolo, conservata all'altare maggiore della Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli.
Presbiterio e altare maggiore
Nel presbiterio, progettato da Giacomo Della Porta (1532–1602) e completato da Martino Longhi il Vecchio per volontà del cardinale Alessandro Riario, si possono ammirare:
- all'altare maggiore, entro mostra, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna della Consolazione (1465 - 1470), affresco di Antoniazzo Romano:[1] l'opera è un rifacimento dell'immagine trecentesca.
- alla parete sinistra, Assunzione di Maria (inizio del XVII secolo), olio su tela di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
- alla parete destra, Nascita di Maria Vergine (inizio del XVII secolo), olio su tela di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.[2]
Cappella di Santa Maria delle Grazie
Al termine della navata destra, accanto al presbiterio, si apre la cappella, dedicata a Santa Maria delle Grazie, edificata nella seconda metà del XIX secolo dall'architetto Augusto Carnevali, dove si conserva e venera la copia di una celebre immagine raffigurante:
- Madonna delle Grazie (VI secolo), olio su tavola di ambito bizantino, proveniente dalla chiesa omonima, vicina al Foro Romano, andata distrutta. L'icona originale purtroppo fu trafugata nel 1970.
Lungo la navata destra si aprono quattro pregevoli cappelle:
- la prima cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, detta anche Cappella Mattei, è decorata con uno splendido ciclo di dipinti murali ad affresco con Storie della Passione di Gesù Cristo,[3] eseguiti nel 1553-1556 da Taddeo Zuccari, raffiguranti:
- alla parete di fondo
- al centro, sull'altare, Gesù Cristo crocifisso;[4]
- ai lati dell'altare, Due profeti;[5][6]
- alla parete sinistra,
- in alto, entro lunetta, Gesù Cristo davanti a Ponzio Pilato;[7]
- in basso, Flagellazione di Gesù Cristo;[8]
- alla parete destra, Ponzio Pilato mostra Gesù Cristo al popolo;[9]
- sulle vele della volta, Ultima Cena, Lavanda dei piedi, Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani, Cattura di Gesù Cristo;[10][11][12][13]
- sui pennacchi, Evangelisti.[14][15][16][17]
- alla parete di fondo
- nella seconda cappella, detta anche Cappella Pelucchi, si nota:
- all'altare, pala con Madonna con Gesù Bambino in trono, san Giuseppe e il committente Andrea Pelucchi (1570 - 1575), olio su tela di Livio Agresti detto il Ricciutino;[18]
- alla parete sinistra, Martirio di sant'Andrea (XVIII secolo), olio su tela di ambito veneto;
- alla parete destra, Vocazione di san Pietro (fine del XVI secolo), olio su tela di ambito romano.
- nella terza cappella, dedicata alla Natività di Gesù, detta anche Cappella degli Affidati o dei Pastori, edificata nel 1583 dall'architetto Antonio Ferreri, si conservano tre pregevoli dipinti eseguiti nel 1632-1633 ad olio su tela da Giovanni Baglione, raffiguranti:
Sacrestia
Nella navata destra, dopo la terza cappella, si entra nell'atrio della sacrestia - ambiente che anticamente serviva da comunicazione con l'Ospedale - dove è collocato:
- alla parete destra, Gesù Cristo crocifisso (inizio del XVI secolo), in legno intagliato policromo, di ambito romano.
Dall'atrio si accede alla sacrestia, nel quale si conserva:
- all'altare, Rilievo con Crocifissione di Gesù Cristo (1496), in marmo, attribuito a Luigi Capponi.
Ospedale di Santa Maria della Consolazione
Sul retro della chiesa, si innalza il complesso dell'ex Ospedale di Santa Maria della Consolazione, sorto nel 1470 e soppresso nel 1936, oggi sede del Comando della Polizia municipale di Roma.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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