Confiteor

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Confìteor è la parola iniziale della preghiera di confessione generica di colpa in lingua latina, recitata facoltativamente durante l'Atto penitenziale. È un verbo in 1ª persona singolare del presente indicativo di confiteor «confessare» (quindi: «io confesso»). La formula in lingua nazionale, denominata Confesso (Confessione generale), fu codificata dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II.

Nel Rito romano (forma ordinaria) e nel Rito ambrosiano moderno

Nella forma ordinaria del Rito romano e in Rito ambrosiano moderno è recitata in alternativa ad altre due formule di Atto penitenziale, ossia la forma dialogata[N 1] o tre acclamazioni a Cristo seguite dal Kyrie eleison. A differenza dei Riti tradizionali è pronunciata dal Celbrante insieme con l'assemblea. Per approfondire vedere la sezione nella Forma straordinaria di Rito romano e in Rito ambrosiano antico.

Dal 29 novembre 2020 (I Domenica di Avvento di Rito Romano e III del Rito ambrosiano) è cambiata la Messa nelle diocesi italiane:

  • nei riti di introduzione;
  • nell'atto penitenziale;
  • nella liturgia eucaristica.

Anche la preghiera di confessione ha beneficiato di un cambiamento che viene riportato in grassetto rispetto alla formula precedente.

(LA) (IT)
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«

Confiteor Deo omnipotenti et vobis, fratres, quia peccavi nimis cogitatione, verbo, opere, et omissione, (si percuote il petto)[N 2] mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ideo precor beatam Mariam semper Virginem, omnes Angelos et Sanctos, et vos, fratres, orare pro me ad Dominum Deum nostrum.  »

«

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, (si percuote il petto)[N 2] per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro. »

({{{4}}})
Indulgentiam Assoluzione
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«

Misereatur nostri omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam æternam. Amen.  »

«

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen. »

({{{4}}})

Nella Forma straordinaria di Rito romano e in Rito ambrosiano antico

Il Confiteor è obbligatorio nella forma straordinaria di Rito romano e in Rito ambrosiano antico o tradizionale. È recitato prima dal sacerdote al quale il ministrante risponde con l'orazione Misereatur tui e quindi dal ministrante al quale il sacerdote risponde con l'orazione Misereatur vestri. Segue l'assoluzione Indulgentiam dai peccati veniali, che permette ai fedeli di partecipare alla Celebrazione eucaristica liberi anche da quei peccati che non escludono dalla Comunione. Qui il sacerdote pronuncia la parola nobis e non vobis, unendosi ai ministri e ai fedele nella supplica comune.

Nella "messa dialogata" anche il popolo recita contemporaneamente le preghiere indicate per il ministrante.

Durante le Messe cantate e solenni la preghiera è recitata durante l'Atto penitenziale solo dal celebrante prima e dal ministrante subito dopo, mentre i fedeli la recitano prima di ricevere l'Eucaristia[N 3][1].

Mentre si recita mea culpa, mea culpa, mea màxima culpa, per testimoniare insieme al pubblicano del Vangelo i propri sentimenti di penitenza (cfr, Lc 18,9-14 e Parabola del fariseo e del pubblicano), ci si percuote il petto tre volte, mentre si dice che "si ha peccato per propria colpa".

L'accusa dei peccati avviene in primo luogo davanti a Dio, ma anche a tutto ciò che è santo, affinché tutti coloro davanti ai quali si accusano le colpe domandino perdono per chi recita il Confiteor. Così si aggiunge:

  • « Confesso alla Beata sempre Vergine Maria» avendo peccato davanti alla Madre di Dio.

Poi si passa a:

Si confessa ugualmente a:

e infine a:

A differenza del Rito romano, nel Rito ambrosiano è invocato anche sant'ambrogio così come in altri riti religiosi si invocano i santi padri fondatori: i benedettini con san Benedetto, i domenicani con san Domenico, i francescani con San Francesco, ecc...

Infine, durante la recita del sacerdote, egli si rivolge a tutti i circostanti, aggiungendo: Et vobis fratres e et vos, fratres, poiché, umiliandosi come peccatore, non solamente si accusa davanti a coloro che sono già glorificati, ma anche davanti a tutti i presenti di aver peccato e in che modo, cioè in pensieri, parole e opere: cogitatione, verbo et opere, che sono i tre modi mediante i quali l'uomo può peccare. Nella formula moderna è aggiunto un quarto modo di peccare, ovvero l'omissione. I Ministranti e i fedeli fanno la confessione dei loro peccati al sacerdote chiamandolo «padre»: et tibi Pater e et te, pater.

Confiteor

Prima della recita

Messale di papa san Giovanni XXIII (Rito romano)

Il Sacerdote si segna dicendo:

Rito ambrosiano antico

Il Sacerdote stando in piedi presso il primo gradino, fa il segno della Croce dicendo con voce chiara:

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Adiutórium nostrum in nómine Dómini. (Il nostro aiuto è nel nome del Signore)[N 4]
Assemblea:
Qui fécit cœlum et terram. (Egli ha fatto cielo e terra)  

In nomine Patris , et Filii, et Spiritus sancti. (Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.)
Assemblea:
Amen.
Sacerdote:
Introibo ad altare Dei. (Salirò all'altare di Dio)
Assemblea:
Ad Deum, qui læti!icat juventutem meam. (A Dio, che allieta la mia giovinezza.)
Sacerdote:
Confitemini Domino, quoniam bonus. (Confidiamo nel Signore, perché è buono)
Assemblea:
Quoniam in sæculum misericordia ejus. (Perché eterna è la sua misericordia)  

({{{4}}})

Il testo

Il Sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente e recita il Confíteor. Tra parentesi e in grassetto la formula per i ministranti e i fedeli. In verde l'invocazione a sant'Ambrogio per il Rito ambrosiano antico.

(LA) (LA) (IT)
Messale di papa san Giovanni XXIII (Rito romano) Rito ambrosiano antico Traduzione
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«

Confìteor Deo omnipotènti, beàtæ Marìæ semper Vìrgini,
beàto Michaëli Archàngelo, beàto Ioaànni Baptìstæ,
sanctis apòstolis Petro et Pàulo,
òmnibus Sanctis et vobis, fratres (et tibi, pater), quia peccàvi nimis
cogitàtione, verbo et òpere, (si percuote tre volte il petto)
mea culpa, mea culpa, mea màxima culpa.
Ideo precor beàtam Marìam semper Vìrginem,
beatum Michaëlem Archàngelum, beàtum Ioànnem Bàptistam,
sanctos Apòstolos Petrum et Pàulum,
omnes Sanctos et vos, fratres (et te, pater), oràre pro me ad
Dòminum Deum nostrum.  »

«

Confiteor Deo omnipotenti, beatæ Mariæ semper Virgini,
beato Michaëli Archangelo, beato Joanni Baptistæ,
sanctis Apostolis Petro et Paulo, beato Ambrosio Confessori,
omnibus Sanctis, et vobis, fratres (et tibi, pater), quia peccavi nimis
cogitatione, verbo, et opere, (si percuote tre volte il petto)
mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Ideo precor beatam Mariam semper Virginem,
beatum Michaëlem Archangelum, beatum Joannem Baptistam,
sanctos Apostolos Petrum et Paulum, beatum Ambrosium Confessorem,
omnes Sanctos, et vos, fratres (et te, pater), orare pro me ad
Dominum Deum nostrum.  »

«

Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria sempre Vergine,
al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista,
ai santi Apostoli Pietro e Paolo, al beato Ambrogio Confessore,
a tutti i Santi e a voi fratelli (e a te padre), che ho molto peccato
in pensieri, parole e opere, (si percuote tre volte il petto)
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
Perciò supplico la beata Maria sempre Vergine,
il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista,
i santi Apostoli Pietro e Paolo, il beato Ambrogio Confessore,
tutti i Santi e voi fratelli (e te padre), di pregare per me,
il Signore Dio nostro. »

({{{4}}})

Dopo la recita

Messale di papa san Giovanni XXIII (Rito romano)

Quando recitato dal sacerdote
Ministranti:

Rito ambrosiano antico

Ministranti:

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Misereatur tui omnipotens Deus, (Dio onnipotente abbia misericordia di te)
et dimissis omnibus peccatis tuis, (perdoni tutti i tuoi peccati)
perducat te ad vitam æternam. (e ti conduca alla vita eterna)  

Deo gratias. (Rendiamo grazie a Dio)
Misereatur tui omnipotens Deus, (Dio onnipotente abbia misericordia di te)
et dimissis omnibus peccatis tuis, (perdoni tutti i tuoi peccati)
perducat te ad vitam æternam. (e ti conduca alla vita eterna)  

({{{4}}})
Sacerdote: Sacerdote:
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Amen  

Amen.  

({{{4}}})
Quando recitato dai ministranti e dai fedeli

Sacerdote:


Sacerdote:

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Misereatur vestri omnipotens Deus, (Dio onnipotente abbia misericordia di voi)
et dimissis omnibus peccatis vestris, (perdoni tutti i vostri peccati)
perducat vos ad vitam æternam. (e vi conduca alla vita eterna)  

Deo gratias. (Rendiamo grazie a Dio.)
Misereatur vestri omnipotens Deus, (Dio onnipotente abbia misericordia di voi)
et dimissis omnibus peccatis vestris, (perdoni tutti i vostri peccati)
perducat vos ad vitam æternam. (e vi conduca alla vita eterna)  

({{{4}}})
Ministranti: Ministranti:
{{{commento1}}}

Amen  

Amen.  

({{{4}}})
Sacerdote: Sacerdote:
{{{commento1}}}

Indulgentiam , absolutionem, et remissionem peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens, et misericors Dominus. (Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione di tutti i nostri peccati)[N 4]  

Indulgentiam , absolutionem, et remissionem omnium peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens, et misericors Dominus. (Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione di tutti i nostri peccati)[N 4]  

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Assemblea: Assemblea:
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Amen  

Amen  

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Storia

Nel X o XI secolo ci sono prove della preparazione della messa recitata all'altare, infatti antichi documenti sul Rito romano indicano l'inizio della Messa con l'introibo senza la recita del Confiteor. Nei riti tradizionali i sacerdoti iniziano la Celebrazione eucaristica con le orazioni private in sacrestia, quindi non è escluso che recitassero il Confiteor in quel luogo.

La "Regola Canonica" di Crodegango di Metz (712 ca.-766) raccomanda: {{Quote in linea|Prima di tutto prostratevi umilmente alla vista di Dio... e pregate la Beata Vergine Maria con i santi apostoli e martiri e confessori di pregare il Signore per voi.

Egberto di York[N 5] ci tramanda una orazione simile all'attuale forma breve: « Dite a colui a cui desiderate confessare i vostri peccati: per mia colpa ho troppo peccato in pensieri, parole e opere.» In risposta il confessore diceva quasi esattamente il Misereatur.

Il Confiteor è menzionato per la prima volta come parte dell'introduzione della messa da Bernoldo di Costanza[N 6] nella forma: « Confiteor Deo omnipotenti, istis Sanctis et omnibus Sanctis et tibi frater, quia peccavi in cogitatione, in locutione, in opere, in pollutione mentis et corporis. Ideo precor te, ora pro me.» Seguono il Misereatur e l'Indulgentiam, il primo leggermente differente, ma il secondo identico al testo del messale del 1962 di Giovanni XXIII.

La forma del confiteor del 1962 si trova identica nell'Ordo Romanus XIV del XIV secolo con una leggera variante: « Quia peccavi nimis cogitatione, delectatione, consensu, verbo et opere» e compare parola per parola nel decreto XIV del Concilio di Ravenna (1314). Comunque, la forma e specialmente l'elenco dei santi invocati, variavano considerabilmente durante il Medioevo. Durante il Medioevo è variato molto l'elenco dei santi invocati e in molti messali è più breve: « Confiteor Deo, beatae Mariæ, omnibus sanctis et vobis». Nel Messale di Paolo III (1534-1549) ha la seguente forma: « Confiteor Deo omnipotenti, Beatæ Mariæ semper Virgini, Beato Petro et omnibus Sanctis et vobis Fratres, quia peccavi, mea culpa: precor vos orare pro me.» La forma scelta per il messale tridentino di papa Pio V (1570) fu l'unica in uso nel rito romano fino al 1969, a eccezione dei certosini, carmelitani e domenicani, i cui messali al momento del Concilio di Trento erano più antichi di duecento anni. Queste tre forme erano piuttosto brevi e contenevano solo un mea culpa.

Le liturgie orientali sono sempre iniziate con una confessione dei peccati fatta dal celebrante, quindi il Rito ambrosiano, le cui caratteristiche particolari sono costituite soprattutto da elementi derivati dai riti orientali, potrebbe anch'esso aver sempre avuto questa preghiera all'inizio della Messa; salvo poi aver recepito le varie indicazioni ricevute dal Concilio di Trento e dalla Santa Sede.

Note esplicative
  1. «Pietà di noi, Signore
    Contro di te abbiamo peccato.
    Mostraci, Signore, la tua misericordia.
    E donaci la tua salvezza» (cfr Sal 123,3;85,8 e Ger 14,20 ).
  2. 2,0 2,1 Nel messale Romano e Ambrosiano non è specificato quante volte.
  3. Nel Messale di Rito romano di San Pio X Confiteor, Misereatur e Indulgentiam devono sempre essere recitati dai fedeli prima della Santa Comunione del Popolo. Nel messale di Giovanni XXIII invece sono aboliti. Nel Messale di Rito ambrosiano antico sono sempre presenti. Cfr. Confronto sinottico tra il Messale romano di San Pio X e il messale di Giovanni XXIII su parrocchiariesepiox.it. URL consultato il 12-05-2021 e Messa tridentina su wikiwand.com. URL consultato il 12-05-2021.
  4. 4,0 4,1 4,2 La croce rossa indica che si deve fare il Segno della croce.
  5. Egberto di York (... - 19 novembre 766), arcivescovo inglese, fondatore dell'arcidiocesi di York nel 735. Nel 737, il fratello di Egberto divenne re di Northumbria e i due lavorarono insieme sulle questioni ecclesiastiche. Egberto fu un corrispondente di Beda e di Bonifacio arcivescovo di Magonza e autore di un codice giuridico per il suo clero. Altre opere sono state a lui ascritte, sebbene l'attribuzione sia messa in dubbio dagli studiosi moderni.
  6. Bernoldo di Costanza (Nato a Sciaffusa, 1054-16 settembre 1100), scrittore tedesco, cronista e autore di numerosi scritti, difensore della riforma della Chiesa promossa da papa Gregorio VII.
Note bibliografiche
  1. Cfr. Storia della messa in Italia su treccani.it. URL consultato il 13-05-2021.
Bibliografia
Voci correlate