Diocesi di Sirmio

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Diocesi di Sirmio
Dioecesis Sirmiensis
Chiesa latina

Rimokatolička crkva, Sremska Mitrovica 010.jpg
vescovo Fabijan Svalina
Sede Alba Iulia

sede vacante
Alba Iulia

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Đakovo-Osijek
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Stemma
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Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Serbia
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Parrocchie 29
Sacerdoti

17 di cui 16 secolari e 1 regolari
2.808 battezzati per sacerdote

1 religiosi 10 religiose
781.830 abitanti in 4.500 km²
47.750 battezzati (6,1% del totale)
Eretta IV secolo
Rito romano
Cattedrale San Demetrio
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Svetog Dimitrija 12, 22000 Srijernska Mitrovica, Srbija
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2021 (gc ch )

Chiesa cattolica in Serbia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Sirmio (latino Dioecesis Sirmiensis in serbo: Сријемска бискупија, Sriemska biskupia; in croato: Srijemska biskupija) è una sede della Chiesa cattolica in Serbia suffraganea dell'arcidiocesi croata di di Đakovo-Osijek.

Territorio

La diocesi comprende il distretto della Sirmia, in Voivodina.

Sede vescovile è la città di Sremska Mitrovica, l'antica Sirmio, dove si trova la basilica cattedrale di San Demetrio (Bazilike Katedrale sveti Dimitrije).

Storia

La diocesi di Sirmio fu eretta nel IV secolo. Il primo vescovo noto è sant'Ireneo,[1] che fu martirizzato nel 304 sotto l'imperatore Diocleziano. Ancor più celebre è il martirio di san Demetrio di Tessalonica: secondo una tradizione Demetrio era un diacono di Ireneo. Il culto del martire si irradiò da Tessalonica, dove ne furono traslate le reliquie.

Nel 395 il vescovo di Sirmio, che gode del titolo di primate, è nominato dal Papa suo vicario nell'Illirio occidentale. Due volte fu distrutta la città di Sirmio, nel 441 e nel 558. Nel 582 Sirmio fu conquistata dagli Avari e la diocesi perse di importanza.

Nell'870 papa Adriano II avrebbe eletto san Metodio, apostolo degli slavi, vescovo di Sirmio. In realtà gli storici mettono in dubbio che Metodio avesse una vera e propria sede episcopale, trattandosi di un vescovo missionario. Dalle fonti coeve Metodio è indicato come archiepiscopus Pannoniensis e archiepiscopus Marabensis. L'attribuzione alla sede di Sirmio risale alla Vita paleoslava di Metodio, scritta nel XII secolo in cui si dice, senza mai menzionare Sirmio, che Metodio succedette sulla cattedra di sant'Andronico, un santo del I secolo morto in Pannonia, di cui è problematico accertare storicamente ogni relazione con Sirmio.[2]

Dal VI secolo fino al 1229 le notizie sulla diocesi sono molto scarse. Il 20 gennaio 1229 papa Gregorio IX ristabilì la diocesi dandole come sede il monastero di Cuhet (oggi Banoštor, nel comune di Beočin in Voivodina) e rendendola suffraganea dell'arcidiocesi di Kalocsa.

Dal 1539 al 1581 fu sede vacante. Nel 1637 la residenza del vescovo era nella città di "Ulilady", che forse si può leggere Újlak, il nome ungherese di Ilok, la stessa città in cui si ritrova la residenza episcopale nel 1697. Nel 1748 il vescovo non aveva residenza fissa, ma soleva abitare nella città di Petrovaradino (oggi Novi Sad).

Il cattolicesimo rifiorì dopo la cacciata dei Turchi nella seconda metà del XVIII secolo.

Le diocesi di Bosnia e Sirmio sono state unite il 9 luglio 1773 con il breve Universis orbis Ecclesiis di papa Clemente XIV.

Il 18 novembre 1963 la diocesi ha assunto il nome di diocesi di Đakovo o di Bosnia e Sirmio.

Il 18 giugno 2008 in forza della bolla Pastorali navitati di papa Benedetto XVI la diocesi di Sirmio è stata separata dalla sede di Đakovo, che nel contempo è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e ha assunto il nome di arcidiocesi di Đakovo-Osijek.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Note
  1. Martirologio Romano, festa 6 aprile: A Srijem in Pannonia, nell'odierna Croazia, passione di sant'Ireneo, vescovo e martire, che, al tempo dell'imperatore Massimiano, sotto il governatore Probo, fu dapprima frustato, poi per molti giorni torturato in carcere e infine portò a compimento il suo martirio con la decapitazione.
  2. Maddalena Betti, La formazione della sancta Ecclesia Marabensis (858-882). Fonti e linguaggi di un progetto papale, 2008, pp. 186-187, 199, 228-239
  3. Sebastiano è menzionato come vescovo di Sirmio in due lettere di Gregorio Magno del 591 e del 595; in quest'epoca però il vescovo era già residente a Costantinopoli, dove era stato mandato da papa Pelagio II (nel 584), dopo che, a causa dell'invasione degli Avari, aveva dovuto abbandonare la sede di Sirmio (verso il 582 circa). Nel 599 è in Italia, nominato visitatore della Chiesa di Rimini; in questo periodo era probabilmente vescovo di Urbino.
    A causa delle diverse varianti presenti nei manoscritti, il suo nome appare anche nella cronotassi dei vescovi di Risano. Vladislav Popović, Le dernier évêque de Sirmium, «Revue d'Etudes Augustiniennes et Patristiques», vol. 21, 1975, pp. 91-111.
Bibliografia
Per la cronotassi
Voci correlate
Collegamenti esterni