Gregorio Allegri
Gregorio Allegri Presbitero | |
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Gregorio Allegri | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Roma 1582 [1] |
Morte | Roma 17 febbraio 1652 [2] |
Ordinazione presbiterale | 1619 |
Invito all'ascolto |
Gregorio Allegri (Roma, 1582[1]; † Roma, 17 febbraio 1652[2]) è stato un presbitero, compositore di musica sacra e cantore italiano. La sua fortuna nei secoli e la sua fama ancora oggi sono dovute alla composizione del Miserere, giuntoci in una versione alquanto differente dall'originale.
Biografia
Nacque primogenito di Costantino, cocchiere della nobiltà romana e da Pantasilea Crescenzi; uno dei suoi fratelli fu il musicista Domenico Allegri [3].
Un'opinione diffusa in passato lo riteneva appartenente alla famiglia del pittore Correggio (il cui vero nome era Antonio Allegri)[4], ma la questione pare del tutto infondata: il cognome Allegri del musicista sarebbe derivato, come era uso dell'epoca, dal nome del nonno paterno, Allegro[5].
Cominciò la sua carriera a nove anni fra i pueri cantores della Chiesa di San Luigi dei Francesi, dove rimase dal maggio 1591 al maggio 1596, come soprano, fino a che la voce non mutò all'età di 14 anni e dove le cronache lo registrarono di nuovo presente nel 1600, come tenore nelle funzioni delle feste, fino al 1604.
In questi anni intraprese gli studi musicali, diventando allievo, insieme ad Antonio Cifra e Pier Francesco Valentini, di Giovanni Maria Nanino, dal quale apprese lo stile alla Palestrina (o stile osservato), di cui Allegri fu eminente rappresentante.
Nel 1619 lasciò la città natale e si trasferì a Fermo, dove fu impiegato in cattedrale dapprima come cantante, poi come maestro di cappella e compositore succedendo a Florio Zaccardi e dove fu ordinato sacerdote prebendario; negli anni seguenti ottenne un'altra prebenda nella cattedrale di Tivoli[6], dove probabilmente incontrò il giovane Giacomo Carissimi. Durante questo tempo pubblicò per le stampe di Luca Antonio Soldi i concerti a due, tre e quattro voci e i mottetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci. Grazie a queste opere, ottenne l'attenzione di papa Urbano VIII.
Tornò a Roma nel 1628[7], come maestro di cappella nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia; nel frattempo sostenne il concorso [8] a membro della cappella musicale pontificia. L'esame fu superato [9] e il 6 dicembre 1629 Allegri divenne membro del prestigioso coro, dove poté svolgere, oltre che l'attività di cantore per la quale era retribuito, anche quella a lui congeniale di compositore, a contatto con le migliori menti musicali dell'epoca e curando per conto del papa, insieme a Sante Naldini, Stefano Landi e Odoardo Ceccarelli, la revisione musicale degli inni nel testo nuovo.
Ebbe allievi importanti, come Antimo Liberati[10] e Matteo Simonelli.
Nel 1650, anno giubilare, nonostante la non più giovane età ottenne la nomina a direttore pro-tempore del collegio, incarico che rimase poi in capo all'Allegri fino alla morte, avvenuta il 17 febbraio di due anni dopo nella sua casa vicina al Pantheon in Via dei Pastini.
Fu sepolto a Roma nella tomba riservata ai membri del coro vaticano nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella (o Chiesa Nuova): sulla lapide è inciso un Canone a 5 voci scritto da Gregorio Allegri[11].
I ritratti pervenutici lo dipinsero con la barba, particolare che smentisce l'ipotesi, minoritaria[12], che fosse un castrato (forse dettata da alcuni documenti che lo indicano, invece che tenore, contralto[13]).
Nel Diario del puntatore relativo al 1652, anno della sua morte, fu scritto un elogio funebre, in cui Allegri venne descritto maestro dei più reconditi e arcani artifici della musica, di cui le sue opere composte con la piu alta raffinatezza per la nostra cappella daranno valevole testimonianza alla posterità. L'elogio del diario specificamente conferma che Allegri aveva imparato lo stile osservato da Giovanni Maria Nanino, erede del Palestrina nella tradizione della scuola Romana.
I posteri[14]dissero di lui che era uomo molto buono, pio e caritatevole specialmente verso i prigionieri[15].
Karl Proske nella sua Musica divina lo definì modello di devozione sacerdotale e umiltà, padre per i poveri, consolatore dei prigionieri e dei derelitti, un aiuto abnegante e rifugio dell'umanità sofferente.
Le opere
Per approfondire, vedi la voce Miserere (Allegri) |
Gregorio Allegri fu autore di un rispettabile corpo di opere.
La maggior parte, destinate alle funzioni della Cappella Sistina, furono composte nello stile alla Palestrina o stile osservato: musica colta scritta per coro a cappella seguendo le rigide regole del contrappunto che da Palestrina in poi caratterizzarono i musicisti della schola romana. In esse l'Allegri si dimostrò puntuale e preciso interprete della tradizione senza discostarsi da essa, se non per una più marcata ricerca dello sfrondamento delle melodie.
Molto interessanti sono le composizioni con strumenti, nelle quali Allegri fu anticipatore del Barocco: molti pezzi furono scritti in un precoce stile concertato, con gruppi di strumenti e voci che condividono la melodia, in alternanza o con il basso continuo; addirittura la Symphonia a 4, Duoi Violini, Alto & Basso di Viola[16] costituisce uno dei primissimi esempi di quartetto d'archi, formazione che entrerà nell'uso un secolo dopo.
Sono a stampa del periodo di Fermo:
- Il primo libro di concerti a due, tre e quattro voci - stampato a Roma da Soldi nel 1618;
- Il secondo libro di concerti a due, tre e quattro voci - stampato a Roma da Soldi nel 1619;
- Il primo libro di mottetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci Gregorii Allegri romani Firmanae ecclesiae beneficiati motecta duarum, trium, quatuor, quinque, sex vocum, liber primus - stampato a Roma da Soldi nel 1620;
- Il secondo libro di mottetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci Gregorii Allegri romani Firmanae ecclesiae beneficiati motecta duarum, trium, quatuor, quinque, sex vocum, liber secundus - stampato a Roma da Soldi nel 1621.
Tra le altre opere da lui composte sono giunti a noi, in stampa, a manoscritto o tramite scritti di terzi:
- la già citata Sinfonia a 4;
- le Messe Christus resurgens, a 8 voci; In lectulo meo, a 8 voci; Salvatorem exspectamus, a 6 voci; Vidi turbam magnam, a 6 voci;
- due Lamentationes Jeremiae prophetae, date probabili 1640 e 1651;
- un Te Deum a 8 voci;
- Improperia a 2 voci;
- i mottetti Christus resurgens ex mortuis a 8 voci; Quae est ista a 2 voci;
- gli inni Laudate regem siderum a 8 voci; Nasceris alme puer; Salutis humanae sator; Veni creator spiritus
Una menzione particolare va fatta all'opera per cui Allegri è rimasto famoso, il Miserere, del quale sussistono numerosi manoscritti, compreso uno intitolato Rifiorimenti che si usano nella cappella pontificia al Miserere.
La maggior parte dei manoscritti sono contenuti nella collezione della Biblioteca Apostolica Vaticana, archivio della Cappella Sistina; vari pezzi furono catalogati nella biblioteca romana dell'abbè Fortunè Santini (ora Santini Bibliothek a Münster)[17], mentre non pare sia rimasto più nulla negli archivi della Chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Immagini di Gregorio Allegri
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Collegamenti esterni | |
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