Traiano
Marco Ulpio Nerva Traiano Pagano | |
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Imperatore romano | |
Testa di Traiano | |
Età alla morte | 64 anni |
Nascita | Italica 18 settembre 53 |
Morte | Selinunte 8 agosto 117 |
Sepoltura | Roma, Base della Colonna Traiana |
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Imperator Caesar filius Augustus Marco Ulpio Nerva Traiano (Italica, 18 settembre 53; † Selinunte, 8 agosto 117) è stato il quattordicesimo imperatore romano, il primo a non essere nato in Italia;[2]con lui l'Impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale.[3] Gli storici lo considerano uno dei migliori imperatori romani.
Ascesa al potere
Traiano nacque ad Italica, città spagnola meridionale, figlio di Marco Ulpio Traiano, senatore e governatore di origine umbra, e di Marcia, iberica. Fu educato e istruito alle lettere e alla lingua greca.[4] Si sposò con Pompeia Plotina, originaria di Nemausus, città della Gallia meridionale.[5]
Effettuò la sua carriera nell'esercito iniziando come questore, pretore e successivamente come comandante di legione in Siria (75); proseguì la sua ascesa nel ruolo di console nel 91 e cinque anni dopo divenne Governatore della Germania.
Il 28 ottobre 97 l'imperatore Nerva lo adottò sul Campidoglio e lo proclamò suo successore.[6] Divenne imperatore il 27 gennaio 98, ma per due anni preferì gestire la difficile situazione militare sul confine renano e su quello danubiano prima di recarsi a Roma.[7]
La gestione del potere
La gestione politica e economica
Traiano si dimostrò un imperatore intelligente sia negli impegni militari, politici, sociali sia in quelli nella vita quotidiana, fu un grande comunicatore, legislatore, amministratore, militare e si caratterizzò per la sua affabilità e per la sua tendenza alla clemenza.[7] La sua gestione del potere si basò sull'etica stoica del bene pubblico.[8]
Gli storici antichi e il Senato lo definirono Optimus princeps.[5]
La sua gestione politica si caratterizzò per il rinnovamento della classe aristocratica a vantaggio delle famiglie delle province e per la promozione di molti rappresentanti equestri nei ruoli importanti dell'amministrazione pubblica.[9]
Traiano cercò di conservare all'Italia un ruolo primario nell'Impero e di intervenire sulla crisi economica e demografica riorganizzando le strutture istituzionali e politiche in modo da influenzare i commerci.[10] Ridusse notevolmente le imposte agevolando e intensificando così gli scambi commerciali nell'impero, rimpinguò il fisco, costrinse i senatori a investire una parte dei loro patrimoni in terre italiane,[10] accellerò i tempi dei processi e promosse riforme per agevolare la piccola proprietà contadina, come il colonato. Aiutò i bisognosi con opere umanitarie di assistenza come la distribuzione gratuita del grano e i sussidi per i bambini poveri denominati Institutio Alimentaria.[5]
La gestione militare
La sua gestione militare incominciò con la creazione di una nuova guardia del corpo denominata equites singulares, continuò con un rafforzamento della disciplina e dell'addestramento, e si concretizzò soprattutto con una doppia campagnia contro la Dacia nel 101 e nel 105 che si concluse con la sua conquista, importante per i confini, per le ricchezze minerarie (oro, argento, ferro), per l'ottenimento di numerosi schiavi.[11]La sua campagnia militare proseguì con l'annessione della Giordania e dell'Arabia Nabatea (nord occidentale) (101). Nel 113 conquistò l'Armenia e tre anni dopo il regno dei Parti e la Mesopotamia, sulle orme di Alessandro Magno.[12] [2] Ma nel 116 una ribellione degli Ebrei in tutto il Levante ed il Medio Oriente, la riorganizzazione dei nemici nelle regioni conquistate, lo costrinsero a rinunciare parzialmente ai territori conquistati e a incoronare egli stesso un nuovo re dei Parti.[7][13]
Nel 116, quando era in Cilicia, Traiano si ammalò e l'8 agosto 117 morì a Selinunte (Turchia) per un problema cardio-respiratorio.[14] Venne cremato e le sue ceneri vennero inserite dentro la Colonna Traiana.
Opere publiche
Traiano effettuò importanti opere pubbliche nel settore delle comunicazioni stradali e portuali. Costruì il porto di Fiumicino (112) su progetto dell'architetto Apollodoro di Damasco, quello di Civitavecchia (106) e ampliò quelli di Terracina e di Ancona (100).[9]
A Roma fece costruire da Apollodoro un imponente Foro comprendente la Basilica Ulpia, il Tempio, due biblioteche (una di lingua latina e una di lingua greca),[2] i mercati coperti su tre piani, la Colonna Traiana simbolo dei suoi successi militari (113) in una fusione di realismo romano e cultura greca; un acquedotto dai monti Sabatini fino al colle Gianicolo (109); le terme sul colle Oppio (109); ricostruì e ampliò il Circo Massimo. [15][8] Realizzò opere di bonifica nell'Agro Pontino, migliorò la rete idrica in tutto l'Impero, realizzò numerosi ponti come quello sul Tago e sul Danubio e collegò il Nilo al Mar Rosso con un grande canale. Si ricordano gli archi di trionfo ad Ancona e Benevento.[9]
Traiano e i cristiani
Da un punto di vista religioso, Traiano fu parzialmente tollerante e cercò di ridurre le repressioni.[8] Nei confronti dei cristiani non vi fu una persecuzione, però se denunciati e contrari a fare sacrifici agli dèi, che consistevano in un'offerta alla statua di una divinità, i cristiani venivano condannati. Le denunce anonime non vennero accettate sotto Traiano.[5][2]
La leggenda di Traiano
Dopo la morte di Traiano, a testimonianza della sua ottima gestione del potere, rimase in auge l'augurio recitato dal Senato al futuro Imperatore: "Possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano" (Felicior Augusto, melior Traiano).[16][5]
Risale all'epoca medievale, la leggenda secondo la quale Papa Gregorio I, ammirato dalla bontà dell'Imperatore, avrebbe ottenuto da Dio la resurrezione temporanea di Traiano per impartirgli il battesimo. Dante inserirà Traiano in Paradiso nel Cielo di Giove.[17]
Tra gli aneddoti che rievocano la devozione di Traiano per il popolo si ricorda quello citato da Dante nel Canto X del Purgatorio: una vedova gli chiese di renderle giustizia per la morte del figlio e Traiano punì il colpevole prima di partire per la Dacia.[9]
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: | |
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Nerva | 27 gennaio 98 – 8 agosto 117 | Adriano |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |