Ordine dei Templari
Templari | ||
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in latino Pauperes commilitones Christi Templique Salomonis | ||
Istituto di vita consacrata | ||
Ordine maschile di diritto pontificio | ||
Fondatore | Ugo di Payns | |
Data fondazione | 1119 | |
Luogo fondazione | Gerusalemme | |
Regola | Regola del Tempio | |
Approvato da | Concilio di Troyes | |
Data di approvazione | 14 gennaio 1128 | |
Abito | tunica di lana (o lino) con cintura di cuoio e croce rossa sul petto | |
Scopo | Difesa dei pellegrini e dei Luoghi Santi della Palestina | |
Soppresso da | Clemente V | |
Prima fondazione | Gerusalemme | |
Anno prima fondazione | 1119 | |
I Templari (nome ufficiale latino: Pauperes commilitones Christi Templique Salomonis, "Poveri soldati di Cristo e del Tempio di Salomone") sono stati un Ordine Religioso Cavalleresco della Chiesa Cattolica dei secoli XII-XIV.
Furono istituiti a Gerusalemme verso il 1119 a opera di un piccolo nobile della Champagne, Ugo di Payns e di altri nove compagni, per proteggere coloro che si recavano in pellegrinaggio nella città santa.[1]
Vennero soppressi da Papa Clemente V nel 1312, dietro fortissime pressioni di Filippo IV, il Bello.
La storia
L'origine
Ugo e i suoi compagni emisero i normali voti monastici di castità, povertà e obbedienza e costituirono una comunità che, per donazione di Baldovino II, re di Gerusalemme, ebbe come propria residenza una parte del palazzo reale che all'epoca veniva identificato dai Crociati come il tempio di Salomone.
All'inizio i Templari si dedicarono alla protezione dei pellegrini che si dirigevano da Giaffa verso Gerusalemme e gli altri luoghi della Terra Santa.
Non mancarono, comunque, di partecipare a qualche campagna militare contro gli islamici. Nutrendo qualche dubbio sulla loro vera collocazione a servizio della Chiesa, verso il 1127 Ugo si recò in Occidente insieme a cinque compagni. Essi incontrarono favorevole accoglienza e l'appello che il fondatore rivolse a san Bernardo di Chiaravalle suggerì a quest'ultimo uno scritto a favore della nuova fondazione cavalleresca dal titolo De laude novae militiae ("Lode della nuova milizia""[2]. Bernardo apprezzò molto la duplice lotta che i Templari portavano avanti: contro le forze del male con la preghiera e l'abnegazione (i templari erano persone consacrati) e a difesa concreta della Chiesa e della Cristianità. Per questo essi meritavano una ricompensa spirituale ed erano assimilati ai martiri perché offrivano la loro vita per la fede.
L'approvazione ecclesiastica
Al Concilio di Troyes (1128), che si tenne il 13 gennaio 1128 sotto la presidenza del cardinal Matteo, O.S.B. Clun., Legato pontificio, vescovo di Albano, l'Ordine venne approvato e fu redatta una Regola, molto probabilmente sotto l'influenza di Bernardo di Chiaravalle, amico del nuovo Ordine; essa si ispirò alla Regola di San Benedetto e ad alcune consuetudini già in uso nell'Ordine. Alcune altre clausole furono aggiunte in seguito.
Ugo e i suoi compagni percorsero l'Europa occidentale in cerca di aiuti finanziari e per fare nuove reclute.
Espansione
La possibilità di acquisire qualsiasi tipo di proprietà, come del resto era data anche ad altri Ordini cavallereschi, offrì ai Templari l'occasione di espandersi e di consolidare la loro presenza in Europa e nel Vicino Oriente. I benefattori si aspettavano che i monaci cavalieri ricambiassero i donativi con preghiere e con il fattivo impegno per la realizzazione dello scopo per cui erano stati fondati. L'acquisto di proprietà dai laici venne favorito anche da vari privilegi pontifici ottenuti nel XII secolo. I papi sostenevano generosamente i Templari. Tra gli altri privilegi vi era quello di poter seppellire nelle loro chiese nei loro cimiteri chiunque lo avesse desiderato, mentre chi elargiva all'Ordine una oblazione annuale poteva usufruire dell'esenzione di un settimo della penitenza canonica che gli era stata imposta. Questo fece allargare molto il numero dei confratres del Tempio. Con il passare del tempo l'Ordine accumulò una grande quantità di beni di varia natura, anche se il volume delle offerte andò scemando nel XIII secolo. Oltre le donazioni i monaci cavalieri allargarono il loro patrimonio tramite acquisti diretti. La parte del reddito che i Templari lasciavano a disposizione per l'Oriente aumentò con le esenzioni fiscali, ottenute dalle autorità ecclesiastiche. Una delle esenzioni più importanti fu quella del pagamento delle decime su terre che i Templari coltivavano personalmente o a proprie spese, mentre nel XIII secolo l'Ordine venne esentato da versare le tasse pontificie per la Terra Santa. Questi privilegi, come anche l'altro, molto importante, della esenzione dall'autorità dei vescovi locali, poiché i Templari dipendevano direttamente dalla Santa Sede, fece crescere delle ostilità nei loro confronti da parte di certo clero secolare e diedero luogo anche a varie controversie. Esse spesso si risolvevano con un compromesso a livello locale che ebbe l'effetto di limitare le concessioni pontificie. Già Innocenzo III, nel 1215 ridusse i privilegi delle decime. L'allargamento delle proprietà e i privilegi attirò nell'Ordine molti giovani che altrimenti sarebbero stati destinati ai monasteri per la legge del maggiorasco.
Attività militari in Europa e in Oriente
La rapida espansione dell'Ordine Templare manifesta l'importanza crescente che esso acquisiva anche nell'ambito dei Regni crociati stabiliti in Siria che incontravano molte difficoltà nel reperimento dei mezzi di sussistenza e nella ricerca della mano d'opera dei coloni. Espansione che non fu esclusiva dei Templari ma anche di altri Ordini cavallereschi. Gli Ordini militari, in effetti, si trovarono a svolgere un ruolo dominante negli affari bellici degli Stati crociati, assumendo il presidio e la difesa di molte fortezze e procurando un notevole contingente agli eserciti che venivano messi in campo, anche se i Templari non furono mai molto numerosi e non di rado le perdite in battaglia erano abbastanza considerevoli.[3]
Cadute le ultime roccaforti in Siria nel 1291 l'Ordine si trasferì a Cipro. Ciò non segnò la fine della loro attività militare perché essa proseguì come per esempio nell'isola di Ruad, al largo di Tortosa che occuparono manu militari fino al 1302.
Nel XIII secolo vennero assegnati all'Ordine i territori ai confini dell'Europa orientale. Nel 1241 ebbero delle perdite nei conflitti ingaggiati con i Mongoli. Ebbero maggior fortuna nella penisola iberica, specialmente nella riconquista aragonese, quando poterono impegnarvisi con maggiore determinazione dal 1150 in poi e con la donazione di Monzón da parte di Raimondo Berengario IV. Anche se in Spagna non avevano quella libertà di azione di cui godevano in Oriente, per la presenza molto più forte di altri Ordini cavallereschi. Nella spedizione di Giacomo I a Maiorca (1229) essi erano appena un venticinquesimo dell'esercito. Sono presenti nel XIII secolo nelle guerre secolari tra Aragona e Castiglia, nonché contro i Francesi nel 1285. La loro azione fu soprattutto efficace per arginare l'espansionismo islamico in terra iberica, nei territori di confine.
Le case dei Templari, chiamate Templi sono attestate in tutta Europa, in particolare in Inghilterra, Polonia, Germania, Francia, Italia, Portogallo, Spagna e altrove.
Per approfondire, vedi la voce Templari in Italia |
Attività finanziaria
L'Ordine dei Templari si rese ben presto noto per le loro operazioni finanziarie e in questo settore resero molteplici servizi. Spesso nelle loro case venivano depositati documenti, denaro, gioielli e altri beni. In Francia molti nobili avevano con i Templari dei conti correnti in cui venivano versati regolarmente i loro redditi e di cui l'Ordine si serviva per pagamenti a favore dei suoi clienti. Nel XIII secolo, sempre in Francia, l'Ordine funse da tesoreria dei re. Essi organizzavano anche trasferimenti di denaro da una località all'altra e si rivelarono importanti per prestiti a favore di sovrani in Occidente. Non si sa con sicurezza quali interessi l'Ordine ricavasse da queste operazioni finanziarie, anche se in qualche caso si parla del 10%, ma molto più spesso gli interessi erano più tenui o nulli perché l'Ordine beneficiava della benevolenza di chi prendeva a prestito, piuttosto che in un provento fisso in denaro. Tutto ciò si spiega con il carattere militare dell'Ordine che lo rendeva un punto sicuro di custodia degli oggetti di valore; la rete delle sue case, poi, assicurava i trasferimenti di moneta con tutte le garanzie del caso. Anche la struttura centralizzata dell'Ordine consentiva di avere la massima fiducia e garanzia per qualsiasi transazione finanziaria.
Le critiche e la soppressione
L'attività finanziaria dell'Ordine, oltre ai privilegi di cui godevano in quando dipendenti direttamente dalla Santa Sede, per quanto essa fosse ben gestita e finalizzata non poteva non far sorgere critiche e gelosie, specialmente per qualche ente che risultava insolvente e soprattutto quando venne meno la spinta prima e principale della fondazione, ossia la difesa dei pellegrini in Terra Santa e l'attività di supporto nelle varie crociate. Ciò si rese sempre più evidente quando il governo centrale dell'Ordine abbandonò la Terra Santa e si trasferì a Cipro. Vennero avanzate delle richieste perché vi fosse una maggiore informazione di quanti beni di cui l'Ordine disponeva fosse effettivamente devoluto a beneficio della presenza cristiana nei Luoghi Santi e in tutto l'Oriente. Le critiche, però, non tenevano in conto quante rendite l'Ordine avesse perdute in Oriente. Si riteneva che il loro contributo alla lotta contro i non cristiani sarebbe stato molto più utile se fossero stati più legati al re di Gerusalemme.Vennero anche enfatizzate le rivalità fra i Templari e gli Ospitalieri e si auspicava che i due Ordini venissero accorpati in un'unica entità. Siccome ciò non avvenne le critiche aumentarono in proporzione[4]. Venne così a crearsi quel clima di avversione che rese possibile al re di Francia, Filippo IV, il Bello, di sferrare il suo feroce attacco contro i Templari. Si giunse così, durante il pontificato del primo papa avignonese, Clemente V,e la celebrazione del concilio di Vienne, alla soppressione dell'Ordine, in modo violento e sanguinario.
Per approfondire, vedi la voce Processo dei Templari |
Le accuse contro i Templari non risultarono molto originali e specifiche, essendo state rivolte in precedenza ad altri gruppi e ad altre persone. I verbali superstiti attestano la compilazione di formulari di accusa pre-confezionati ai quali i fratelli dell'Ordine dovevano rispondere, anche sotto tortura e con l'atteggiamento pregiudiziale di colpevolezza. Difficile credere che i Templari avrebbero rinunciato a combattere in Oriente e altrove per quella causa in base alla quale erano nati ed erano stati approvati. Nelle case dell'Ordine non furono trovate prove incriminanti e le confessioni erano spesso estorte con le minacce e le torture. Essi non si mostrarono pervicaci nell'insistere nella loro presunta idolatria e apostasia. Se le attività di cui erano accusati fossero state pratiche diffuse e svolte da tempo, difficilmente sarebbero rimaste nascoste fuori dell'Ordine. Pur ammettendo fra i Templari casi di sodomia, la stessa accusa poteva rivolgersi ad altri Ordini religiosi del tempo.
La spiegazione più comunemente addotta per la richiesta e ottenuta soppressione dell'Ordine da parte di Filippo IV si trova nel suo malcelato progetto di ripianare tutti i debiti che aveva contratto con esso e di incamerarne tutti i suoi beni.
Essi, in effetti, non guerreggiavano più, per cui avevano perduto la loro ragione principale di essere nella Chiesa. L'unione con gli Ospitalieri molto probabilmente avrebbe potuto salvare molti Templari, cosa che purtroppo non fu fatta.
Soppresso l'Ordine d'autorità di Clemente V, con l'avallo dei padri conciliari di Vienne, però, i beni dei Templari vennero devoluti agli Ospitalieri, anche se costoro incontrarono ritardi e molte difficoltà per entrarne effettivamente in possesso.[5]
Decapitato il consiglio generale dell'Ordine, la sorte dei singoli fratelli venne rapidamente risolta. Quanti risultarono innocenti dai concilî provinciali e a quanti si erano sottomessi fu concesso un vitalizio, senza la [[dispensa dai voti e continuarono a vivere nelle loro case o in altri istituti religiosi. Giacomo di Molay, l'ultimo gran maestro, dopo aver ritrattato le sue precedenti confessioni, protestando la propria innocenza,venne immediatamente bruciato vivo sul rogo il 18 marzo 1314.
La Regola dei Templari
I Costumieri dei Templari contenevano precise norme sul comportamento dei monaci cavalieri. Così, ad esempio, dovevano mantenere un rigoroso silenzio durante le marce notturne; essi non potevano attaccare in battaglia senza un preciso ordine dei comandanti, dopo che era suonato l'allarme. Essi fornivano spesso l'avanguardia o la retroguardia agli eserciti crociati.
La loro esperienza fu di grande aiuto nell'attraversamento dell'Asia minore (attuale Turchia) da parte dell'esercito di Luigi VII il Giovane (1120 - Melun, 18 settembre 1180) durante la seconda crociata. Ma con la crociata egiziana di san Luigi IX (1249-1250) si dimostrarono non molto prudenti. Non avendo un obbligo stretto di combattere come gli altri crociati si dimostrarono abbastanza indipendenti nelle loro decisioni e il loro prestigio aumentava anche in base all'indebolimento degli Stati crociati sempre più logorati dallo scontro con gli islamici; influenzarono non di rado la politica degli stessi Stati crociati anche nei loro conflitti interni.
Poiché i Templari erano soprattutto impegnati nella lotta contro i non cristiani essi dovevano disporre di imponenti mezzi finanziari con una amministrazione efficiente e centralizzata. Durante il XII secolo i Templari svilupparono un sistema a tre livelli amministrati, analogo a quello di altri Ordini cavallereschi come gli Ospitalieri di Malta. Il livello locale: la commanderia/commenda o convento, la provincia e la sede centrale dell'Ordine.
Vita conventuale
Era quella tipica di ogni Ordine monastico di quel periodo anche se adattata allo stile militare proprio dell'Ordine. Vi erano un periodo di prova ma non sembra vi fosse un tempo di noviziato canonicamente definito per l'aggregazione all'Ordine. Era proibita l'oblazione dei bambini, come in altri Ordini del XII secolo ma non era fissata una età minima per entrarvi. Nei primi anni del XIV secolo vi erano aggregati anche bambini di dieci o undici anni; solitamente l'età media di ingresso all'Ordine era quella tra i 25 e i 30 anni. Nelle commende si conduceva vita cenobitica ma questa aveva più rilevanza in comunità più numerose. La recita della Liturgia delle Ore comunitaria formava l'ossatura della preghiera quotidiana. Chi era assente dal convento era tenuto alla recita di un certo numero di preghiere vocali come il Pater noster che sostituiva l'Ora corrispondente. Poiché la maggior parte dei Templari era analfabeta la recita della Liturgia delle Ore veniva sostituita con un certo numero di preghiere vocali.
Il vitto doveva essere adeguato a persone impegnate nei combattimenti, per questo era permesso l'uso della carne tre volte la settimana; anche i digiuni erano limitati rispetto alla prassi comune agli altri Ordini monastici contemporanei. Erano proibiti i digiuni supplementari. Per il vestiario, in particolare per i fratelli che vivevano in Oriente, potevano usare abiti di lino dalla Pasqua alla festa di Ognissanti (1º novembre). Il lavoro manuale veniva svolto da tutti i fratelli, eccetto i cavalieri e i sergenti d'arme (ai quali poteva essere dato come forma penitenziale). Non si hanno notizie se praticassero abitualmente la lectio divina o che si dedicassero ad attività letterarie o intellettuali. In convento si svolgevano attività tipiche di ogni vita comunitaria. La maggior parte dei Templari in Occidente non aveva nessuna pratica di attività militare e molti non andarono mai in Oriente. Quelli che vi svolgevano qualche servizio lo facevano per brevi periodi. Molto probabilmente i cavalieri e i sergenti d'arme che vivevano in Spagna avevano un periodo di ferma più prolungato.
La commanderia
In tutta la cristianità occidentale rappresentava l'unità amministrativa di base dell'Ordine, a volte veniva chiamata anche precettoria. Veniva costituita solo quando vi erano i requisiti economici per la sua sussistenza. Essa era retta da un commendatore o praeceptor; egli aveva la responsabilità dell'amministrazione dei beni dell'Ordine nel suo distretto ed era superiore della comunità. Se la commanderia era ai margini della cristianità egli aveva la responsabilità della difesa di un castello e di comandare le truppe. Nella maggior parte delle commanderie dei paesi occidentali i Templari non erano molto numerosi con una gerarchia troppo elaborata di ufficiali. In pratica il superiore veniva aiutato solo da un claviger o camerarius, sebbete i Templari spesso, col titolo di commendatore avessero normalmente la responsabilità di complessi patrimoniali all'interno di una commenda. Il commendatore era tenuto a consultare i suoi colleghi. Dove vi erano quattro o più confratelli si teneva il capitolo locale una volta la settimana. Essi avevano, tra l'altro, anche il potere di infliggere pene per chi contravveniva alle regole dell'Ordine.
La provincia
Un insieme di commanderie formava una provincia che coincideva spesso con i regni e principati, anche se dove vi era una presenza più numerosa di commanderie, come in Siria, vi erano più province, in questo caso la provincia di Gerusalemme, di Tripoli e di Antiochia. Le Isole britanniche formavano una sola provincia. A capo della provincia vi erano il maestro provinciale che nominava i superiori locali. Nelle province occidentali riceveva anche la quota delle rendite di ogni commenda. In molte province, oltre al maestro, vi erano pocchi ufficiali centrali. Abitualmente si teneva un capitolo provinciale ogni anno (ma questo non sempre si poteva convocare secondo la scadenza annuale) al quale partecipavano tutti i superiori locali e dove si discutevano i problemi della provincia e dell'Ordine. Le province occidentali avevano l'obbligo di inviare un terzo delle rendite alla sede centrale dell'Ordine in Oriente. I superiori provinciali venivano nominati dalle autorità centrali. Per le grandi distanze e la difficoltà di comunicazione non sempre era facile una costante supervisione di tutte le province.
L'amministrazione centrale
Essa era diretta dal gran maestro, eletto a vita da una commissione di 13 fratelli. Dal 1119 al 1307 si succedettero 23 gran maestri. Egli si consultava con altri ufficiali ed era assistito nel governo dal convento centrale che comprendeva tutti gli ufficiali principali dell'Ordine. Nell'organizzazione templare si riflette in parte lo stile amministrativo delle amministrazioni laiche e in parte quello proprio degli altri Ordini militari. Così vi era un siniscalco (figura che scomparve nel XII secolo), perché sembra che le sue funzioni siano state assunte dal gran commendatore, vi era poi un maresciallo, un tesoriere, un drapier e un turcoplier. Il capitolo generale era l'organo supremo di governo dell'Ordine nel cui ambito venivano eletti i superiori maggiori e si legiferava per tutto l'Ordine.
Le classi
All'inizio non vi erano molte distinzioni di classi: I termini miles (soldato) e frater (fratello) erano equivalenti.
Ben presto si aggregarono anche i chierici e questo diritto venne confermato da papa Innocenzo II nel 1139.
Successivamente si ebbe la divisione tra milites e servientes. I primi dovevano avere come titolo di ammissione la discendenza cavalleresca, mentre i sergenti dovevano essere di nascita libera. Questi ultimi formavano in realtà due gruppi: i frères des mestiers che non combattevano ed erano impiegati in servizi conventuali e agricoli, mentre gli altri erano fratelli combattenti che però si distinguevano dai cavalieri per l'abito e l'equipaggiamento.
In pratica le classi dei Templari erano tre: i cavalieri, reclutati tra la nobiltà; i sergenti, o scudieri, usciti dalle classi borghesi; i cappellani, incaricati del servizio del culto.
Solo i cavalieri potevano indossare l'abito e il mantello bianchi; i sergenti usavano un mantello nero o rossastro. Eugenio III vi aggiunse una croce rossa sul petto.
In Oriente i cavalieri erano più numerosi, mentre lo erano i sergenti in Occidente. Il governo dell'Ordine era tenuto dai cavalieri (milites), anche nei paesi occidentali. Spesso i sergenti avevano la direzione delle commende in Occidente e potevano essere superiori anche i cappellani ordinati (anche se questi ultimi erano sempre subordinati ai laici, come è detto nella bolla Omne datum Optimum di Innocenzo II).
Ospitalità
Nelle commende si potevano ospitare i Crociati, sia in Oriente che in Occidente. Vi erano accolti anche i donati, persone che facevano vita comune senza emettere i voti. L'Ordine utilizzava anche personale di servizio che veniva regolarmente retribuito.
Le Sorores Templi
Le Sorores Templi (suore dell'Ordine del Tempio) sono menzionate nella regola templare (art. 54) approvata dal concilio di Troyes del 1129, anche se in forma negativa. Ossia si raccomanda di non far convivere i fratelli templari con donne, anche se consacrate, nella stessa comunità, soprattutto in ragione del voto di castità. Durante i nove anni intercorsi tra la fondazione dell'Ordine cavalleresco e l'approvazione della regola, anche per altri riferimenti documentati, fanno pensare che vi siano stati casi di comunità miste o doppie ma dato che l'esperimento non era ben riuscito, andava scoraggiato del tutto[6] E non sembra che le sorelle del Tempio avessero case distinte da quelle dei Templari almeno nei primi tempi.
I Cavalieri avevano già compiuto una rivoluzione con l'unire nella loro forma di vita due dei tre ordines medievali (i bellatores, ossia i combattenti; e gli oratores, cioè quelli che pregavano), modificando molto profondamente il tradizionale rapporto monastico con il secolo, per questo non si sentirono in grado (o non ebbero quel grado di maturità necessario) per coinvolgere in questa nuova sintesi anche le donne. Essi le videro come una minaccia, in particolare al voto di castità piuttosto che un aiuto. Solo tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV, compaiono dei monasteri femminili, come sembra sia il caso del monastero femminile templare di San Iacopo in Campo Corbolini a Firenze; e come sembra più certo che si tratti di un monastero femminile templare, presente a Mühlen, nella diocesi di Worms, in cui professarono la regola templare ben dodici anni dopo la soppressione dell'Ordine. Durante i processi all'Ordine, nel 1309, risultano testimonianze di presenze monastiche doppie o miste, solo però nell'ambito delle province monastiche occidentali.
Vi era, poi, la classe delle consorores (consorelle), donate, converse che in diversi modi e misure collaboravano alla vita e alle finalità dell'Ordine, comprese anche le benefattrici che aiutavano i Cavalieri nell'esercizio della loro missione e ne ricevevano benefici spirituali per sé e per i propri cari. Le consorelle, le donate o converse molto probabilmente erano le donne che a vario titolo collaboravano nella gestione della vita comune e ne ricevevano aiuti sia spirituali che materiali.
Le sorelle del Tempio, inoltre, non si occupavano, per statuto, dell'assistenza dei malati e dei pellegrini come facevano le sorelle dell'Ordine Ospedaliero e dell'Ordine Teutonico, anche se si riscontrano casi di suore templari che prestarono la loro opera a beneficio dei pellegrini e dei malati occasionali; così si ritrovano donne templari a San Michele di Leme in Istria e a Sant'Egidio della Misericordia a Piacenza, due luoghi di ricovero gestiti dai Templari all'inizio del XIV secolo, dove operavano delle suore converse. Dall'insieme della documentazione superstite si evince che la presenza femminile templare, non era incoraggiata dalle costituzioni dell'Ordine ma era tendenzialmente orientata, come per tante altre istituzioni femminili medievali, alla vita contemplativa claustrale.
I principali documenti pontifici sull'Ordine dei Templari
- Omne datum Optimum, di Innocenzo II, del 29 marzo 1139;
- Milites Templi, di Celestino II, del 1144;
- Militia Dei, di Eugenio III, 1145;
- Pastoralis Praeminentiae, di Clemente V, del 22 novembre 1307;
- Faciens Misericordiam, di Clemente V, del 1308;
- Regnans in Coelis, di Clemente V, del 12 agosto 1308;
- Alma Mater, di Clemente V, del 4 aprile 1310;
- Vox in excelso di Clemente V, del 22 marzo 1312;
- Ad Providam di Clemente V, del 2 maggio 1312
- Considerantes Dudum di Clemente V,del 6 maggio 1312;
- Nuper in Concilio, di Clemente V, del 16 maggio 1312;
- Licet Dudum, di Clemente V, del 18 dicembre 1312;
- Dudum in Generali Concilio, di Clemente V,del 31 dicembre 1312;
- Licet pridem di Clemente V, del 13 gennaio 1313.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |