Raffaele Petrucci




Raffaele Petrucci Cardinale | |
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Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Siena 1472 |
Morte | Roma 11 dicembre 1522 |
Sepoltura | Basilica di San Domenico (Siena) |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 4 agosto 1497 da papa Alessandro VI |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
1º luglio 1517 da Leone X (vedi) |
Cardinale per | 5 anni, 5 mesi e 10 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Raffaele Petrucci, o Raffaello (Siena, 1472; † Roma, 11 dicembre 1522) è stato un vescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Siena nel 1472, di famiglia patrizia, terzogenito dei sette figli di Giacoppo Petrucci. Cugino del cardinale Alfonso Petrucci. Fin dal 1494, anno della cacciata da Firenze deiu Medici, rappresentò in Siena il partito filo-mediceo, perorando il sostegno a Piero il Fatuo[1] e ai suoi tentativi di ritorno in patria. Lo seguì personalmente negli anni 1495-1497, curandone le trattative con la repubblica di Siena finalizzate a ottenerne il sostegno militare, in una fase in cui la repubblica di Firenze doveva misurarsi con le ribellioni di Pisa, auto-proclamatasi Repubblica indipendente nel 1494 e di Montepulciano devolutasi a Siena, nonché con la campagna organizzata da Bartolomeo d'Alviano per conto della Serenissima e mirata alla penetrazione nel Casentino (1496-1497).
Nel 1497 morì il padre e il 4 agosto fu eletto vescovo di Grosseto: la sua presenza a Siena fu sempre più discreta a causa del preponderare dello zio Pandolfo, il quale, dopo gli accordi sottoscritti tra la Repubblica di Siena e la Repubblica di Firenze nel 1498, finì per assumere il primato cittadino, esercitando il ruolo di Primus sia a livello istituzionale sia all'interno del Monte dei Nove. Politicamente, l'intesa tra le due Repubbliche sanciva la sconfitta sia della linea filo-veneziana di Niccolò Borghesi sia di quella filo-medicea di Raffaele Petrucci. Per questo, si trasferì a Roma presso il cardinale Giovanni de' Medici, rimanendo a lui legato negli anni dell'esilio mediceo, sotto i pontificati di Alessandro VI e di Giulio II.
L'elezione del cardinale Medici al Papato nel marzo 1513, gli dischiuse la possibilità di un più attivo ruolo nella politica pontificia; i dissidi sempre più aperti che contrapponevano i cugini Borghese Petrucci[2] ed Alfonso con Leone X, crearono le condizioni per una sua affermazione al primato cittadino e alla guida del partito novesco. Nel marzo dell 1516, con il sostegno pontificio e fiorentino, attuò un colpo di Stato che lo portò al potere, ma che, anche, per ragioni politiche, lo costrinse a comminare un bando d'esilio contro i cugini Borghese e Fabio, entrambi figli di Pandolfo Petrucci.
Cardinalato
Nel concistoro del 1º luglio 1517, durante i confusi eventi relativi alla congiura dei cardinali, il suo nome fu inserito fra le 31 nuove nomine cardinalizie volute da Leone X: il 26 dicembre dello stesso anno ricevette il titolo di Santa Susanna.
Nel 1519 fu nominato amministratore apostolico di Bertinoro, mantenendo l'incarico un anno esatto. Successivamente fu nominato anche abate commendatario di San Galgano. Nel 1520 fu eletto vescovo di Sovana, ritenendo sempre la diocesi di Grosseto.
Alla morte di Leone X, avvenuta nel dicembre 1521, dovette, unitamente ai governi amici del fiorentino cardinale Passerini e del perugino Gentile Baglioni, affrontare la campagna militare contro Francesco Maria I Della Rovere[3], Orazio e Malatesta Baglioni e i noveschi senesi schierati con Fabio e Borghese Petrucci, i quali, riuscirono, nel gennaio 1522, ad assediare per breve tempo Siena, occupando anche qualche fortezza del contado.
Prese parte al Conclave del 1521-1522 che portò, il 9 gennaio 1522, all'elezione di Adriano VI, fu nominato tra i cardinali preposti ad accogliere il nuovo pontefice proveniente dalla Spagna.
Riuscì a confermarsi quale moderatore della politica senese fino alla morte, avvenuta l'11 dicembre dello stesso anno. Fu sepolto nella Basilica di San Domenico a Siena.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Grosseto | Successore: | ![]() |
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Andreoccio Ghinucci | 4 agosto 1497-11 dicembre 1522 | Ferdinando Ponzetti |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Susanna | Successore: | ![]() |
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Leonardo Grosso della Rovere | 26 dicembre 1517-11 dicembre 1522 | Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros. |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Bertinoro | Successore: | ![]() |
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Angelo Petrucci (vescovo) |
14 marzo 1519-14 marzo 1520 | Pietro Petrucci (vescovo) |
Predecessore: | Vescovo di Sovana | Successore: | ![]() |
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Domenico Coletta | 6 febbraio 1520-11 dicembre 1522 | Lattanzio Petrucci |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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