San Casimiro
San Casimiro Laico | |
---|---|
Santo | |
Icona del santo | |
Età alla morte | 25 anni |
Nascita | Cracovia 3 ottobre 1458 |
Morte | Grodno 4 marzo 1484 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1602, da Clemente VIII |
Ricorrenza | 4 marzo |
Altre ricorrenze | nel Rito Ambrosiano il 10 ottobre |
Santuario principale | Cattedrale di Vilnius |
Attributi | giglio, due mani destre, pergamena con inno mariano |
Patrono di | Lituania - Giovani |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 4 marzo, n. 1 ( nel Rito Ambrosiano il 10 ottobre):
|
San Casimiro (Cracovia, 3 ottobre 1458; † Grodno, 4 marzo 1484) è stato un principe polacco della Polonia e granduca della Lituania. È venerato come santo patrono della Lituania dalla Chiesa cattolica, che lo ricorda il 4 marzo.
Biografia
Appartenente alla nobile famiglia dinastica degli Jagelloni, nacque a Cracovia Wawel, nel famoso palazzo reale della città. Casimiro (lituano: Kazimieras, polacco: Kazimierz, bielorusso: Kazimir) era nipote di Ladislao II di Polonia e terzogenito del Re Casimiro IV di Polonia e della Regina Elisabetta d'Austria che ebbero tredici figli. Suo nonno materno era Alberto II del Sacro Romano Impero, Re di Boemia, d'Ungheria e "Re dei Romani" nel Sacro Romano Impero.
Dall'età di nove anni Casimiro ricevette la propria educazione da Jan Długosz e Filippo Buonaccorsi (anche conosciuto come Callimachus). A tredici anni gli fu offerto il trono d'Ungheria dalle fazioni avverse al Re Mattia Corvino al momento in carica. Casimiro, inizialmente entusiasta di difendere i territori cristiani dai Turchi, esternò la propria disponibilità in tal senso e si recò in Ungheria per essere incoronato. La sua nomina aveva legittimazione per il fatto che suo zio Ladislao III, Re di Polonia e di Ungheria, era stato ucciso in battaglia a Varna nel 1444. Appena seppe però della contrarietà del papa Sisto IV alla sua incoronazione, contrarietà legata all'obiettivo di non accrescere le tensioni già elevate con l'Impero Ottomano, Casimiro rinunciò alla corona e fece ritorno nella propria terra.
Suo padre, re Casimiro IV, iniziò allora a indirizzarlo verso la politica interna della Confederazione polacco-lituana e sugli affari pubblici del regno e quando suo fratello Ladislao ascese al trono boemo, Casimiro diventò l'erede designato per il trono polacco. Nel 1479 il Re si recò per cinque anni in Lituania, lasciando di fatto il figlio al potere in Polonia. Dal 1481 al 1483 amministrò lo Stato con grande saggezza ed equilibrio. Suo padre nel frattempo cercò di combinare il suo matrimonio con la figlia dell'Imperatore Federico III d'Asburgo, ma Casimiro preferì rimanere celibe. Il principe Casimiro non voleva venir meno al suo ideale ascetico di purezza per vantaggi materiali che non ambiva. Di straordinaria bellezza, ammirato e corteggiato, Casimiro aveva riservato il suo cuore unicamente alla Vergine. Compose molti madrigali tra cui Omni die dic Marie:
« | Anima mia, non passare giorno senza tributare i tuoi omaggi a Maria; solennizza devotamente le sue feste, celebra tutte le sue virtù. Ammira la sua grandezza e la sua altezza sopra tutte le creature » |
Indebolito nel fisico, fu colpito dalla tubercolosi, dalla quale non riuscì più a guarire, morì all'età di venticinque anni a Grodno (nella Lituania annessa alla Russia) il 4 marzo 1484, ebbe appena morto la venerazione unanime di tutto il popolo polacco. I suoi resti mortali furono sepolti a Vilnius, dove sono ancora conservati in una cappella della Cattedrale della città.
Culto e canonizzazione
L'iter di canonizzazione prese il via nel 1517 quando il vescovo Alberto da Vilnius e Re Sigismondo III inoltrarono la richiesta a Roma, dove Papa Leone X incaricò Monsignor Zaccaria Ferreri di recarsi in Polonia per indagare su tale presunta santità. La documentazione inerente a Casimiro fu inviata da quest'ultimo al Pontefice nel 1520 il quale, secondo una leggenda non supportata da fonti storiche, nel 1521 lo canonizzò. In realtà sia la documentazione sia gli atti della glorificazione di Casimiro (se mai sono esistiti) sono andati successivamente persi. Di Monsignor Zaccaria Ferreri rimane solo una Vita beati Casimiri confessoris dove il Granduca di Lituania ci viene presentato come un giovane integerrimo, sempre pronto ad aiutare il prossimo il cui corpo tuttavia, provato da continue veglie e digiuni, non era riuscito a sorreggere un'anima di tal fatta. Tali riferimenti, di spiccato accento agiografico e come tali storicamente poco attendibili, dimostrano tuttavia l'estremo tentativo da parte della Chiesa cattolica di fornire un modello agli abitanti della Lituania, in cui solo da poco si era affermato il cristianesimo (il nonno di Casimiro, prima della conversione, era infatti di religione pagana).
Il culto del santo subì tuttavia un arresto per buona parte del XVI secolo, a causa della penetrazione della fede protestante in Polonia e nel Granducato, per poi tornare a manifestarsi nel secolo successivo, dopo che le tendenze luterane, calviniste e ariane, che inizialmente avevano attecchito nella Confederazione, erano state nuovamente soppiantate dal Cattolicesimo della Controriforma.
Nel 1602 Papa Clemente VIII approvò la festa del santo, sancendone la definitiva canonizzazione, nel 1604 iniziò ufficialmente il culto con l'invio da Roma a Vilnus di uno stendardo con l'effigie di Casimiro. Nel 1621 Papa Paolo V inserì la festa del santo nel messale e nel breviario mentre nel 1636 Papa Urbano VIII proclamò Casimiro patrono ufficiale della Lituania. Nel 1948 Papa Pio XII lo proclamò patrono speciale dei Giovani.
Il culto di Casimiro, lungi da restare relegato nei territori facenti un tempo parte della Confederazione polacco-lituana, si è diffuso in tutta la Cristianità, tanto che la Basilica di San Lorenzo a Firenze ne conserva alcuni resti inviati a Cosimo III nel 1667 da un vescovo di Vilnus.
Ascendenza
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | |
Casimiro di Cracovia | Casimiro IV di Polonia | Ladislao II Jagellone | Algirdas | Gediminas |
Jewna di Polack | ||||
Uliana di Tver' | Alessandro I di Tver' | |||
Anastasia di Galizia | ||||
Sofia Alšėniškė | Andrea Alšėniškis | Jonas Alšėniškis | ||
Agrippina (Svyatoslavna) di Smolensk | ||||
Aleksandra Dmitrievna Druckaja | Demetrio I Staršyj | |||
Anna Ivanovna Druckaja | ||||
Elisabetta d'Asburgo | Alberto II d'Asburgo | Alberto IV d'Asburgo | Alberto III d'Asburgo | |
Beatrice di Norimberga | ||||
Giovanna di Baviera-Straubing | Alberto I di Baviera | |||
Margherita di Brieg | ||||
Elisabetta di Lussemburgo | Sigismondo di Lussemburgo | Carlo IV di Lussemburgo | ||
Elisabetta di Pomerania | ||||
Barbara di Cilli | Ermanno II di Cilli | |||
Anna di Schaunberg |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Santi e beati del martirologio del 4 marzo
- Laici polacchi
- Laici del XV secolo
- Laici per nome
- Santi canonizzati nel XVII secolo
- Santi canonizzati da Clemente VIII
- Tutti i Santi
- Santi polacchi
- Santi del XV secolo
- Biografie
- Principi polacchi
- Nati nel 1458
- Nati il 3 ottobre
- Nati nel XV secolo
- Morti nel 1484
- Morti il 4 marzo