San Giustino Russolillo

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San Giustino Russolillo, S.D.V.
Presbitero
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battezzato
Santo
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 64 anni
Nascita Pianura di Napoli
18 gennaio 1891
Morte Pianura di Napoli
2 agosto 1955
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 20 settembre 1913
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Incarichi ricoperti
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 7 maggio 2011, da Benedetto XVI
Canonizzazione 15 maggio 2022, da Francesco
Ricorrenza 2 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Consorte

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San Giustino Russolillo, da religioso Giustino Maria della Santissima Trinità (Pianura di Napoli, 18 gennaio 1891; † Pianura di Napoli, 2 agosto 1955), è stato un presbitero e fondatore italiano della Società delle Divine Vocazioni e delle Suore delle Divine Vocazioni.

Cenni biografici

Nacque il 18 gennaio 1891 a Pianura, oggi quartiere occidentale di Napoli ma all'epoca Comune autonomo. Era il terzo dei dieci figli di Luigi Russolillo, muratore, e della moglie Giuseppina nata Simpatia, casalinga.

A dieci anni entrò nel seminario di Pozzuoli dove, superati brillantemente gli esami di ammissione, frequentò direttamente la seconda classe ginnasiale e portò a termine con successo gli studi umanistici e i primi due anni di teologia. Al seminario regionale di Posillipo-Napoli, diretto dai padri Gesuiti, completò gli studi teologici con grande merito, ottenendo la medaglia d'oro.

Il 20 settembre 1913 fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Pozzuoli. Prostrato a terra, mentre l'assemblea invocava i santi, don Giustino emise un solenne voto a Dio di fondare una congregazione religiosa per aiutare i ragazzi privi di mezzi finanziari a diventare sacerdoti: da questa ispirazione originaria nacquero i Padri Vocazionisti, le Suore Vocazioniste e l'istituto secolare delle Apostole Vocazioniste della Santificazione Universale.

Nella prima guerra mondiale don Giustino fu arruolato nella Sanità e venne inviato all'ospedale militare. Ottenuto il congedo militare rientrò a Pianura, dove conquistò alla causa delle vocazioni un gruppo di ragazze da lui spiritual­mente dirette e animate dalla giovane Rachele Marrone. Nel 1920 accettò la nomina a parroco di Pianura. L'amministratore apostolico di Pozzuoli mons. Pasquale Ragosta[1], che apprezzava molto Don Giustino, gli consentì ogni libertà per l'Opera vocazionale. Don Giustino, entusiasta anche della benedizione vescovile, il 18 ottobre 1920 accolse dodici promettenti ragazzi nella casa parrocchiale e riprese la vita comune, interrotta durante la guerra. Così nasceva il suo primo Istituto di vita consacrata, denominato Società delle Divine Vocazioni, comunemente chiamato dei padri Vocazionisti.

L'anno seguente, il 1° ottobre, con il permesso del vescovo, alcune giovani dell'associazione femminile si ritirarono a vita comune. A fine ottobre il nuovo vescovo Giuseppe Petrone, visitando la sede ben organizzata delle future suore, si congratulò e benedisse il loro religioso lavoro per le vocazioni. Nacque così la congregazione delle Suore delle Divine Voca­zioni, secondo istituto di vita consacrata fondato da don Giustino. Più tardi sua sorella Giovanna divenne Madre Generale e contribuì molto allo sviluppo dell'opera.

Le suore delle divine vocazioni furono approvate come congregazione di diritto diocesano il 26 maggio 1927 da mons. Giuseppe Petrone[2], vescovo di Pozzuoli, e ricevettero il pontificio decreto di lode il 9 dicembre 1967.

All'età di quarant'anni, il giorno del suo compleanno, 18 gennaio 1931, il fondatore, come primo religioso della nascente congregazione, emise i voti nelle mani di mons. Francesco Cammarota[3], vescovo della diocesi di Capaccio, nella cappella privata della curia, prendendo il nome di Giustino Maria della santissima Trinità. Il 19 giugno seguente la congregazione ottenne il decreto di ratifica dell'erezione canonica dell'istituto, con la specifica dei nomi dei due rami, maschile e femminile.

Consapevole del servizio singolare che le vocazioni ai ministeri ordinati e di speciale consacrazione offrono alla santità del popolo di Dio, don Giustino fondò il Vocazionario, istituito per giovani, soprattutto poveri, inclini al sacerdozio, alla vita consacrata, ma non ancora ben orientati sul percorso da seguire.

I Volontari di Gesù, i Fedelissimi, le Schiave di Maria, le giovani della Pia Unione: questi gruppi da lui fondati, esprimevano la fecondità vocazionale di una parrocchia viva che lo vide protagonista in comunione con i suoi predecessori, don Orazio Guillaro e don Giosuè Scotto Di Cesare. La vita spirituale era ben curata in parrocchia. Celebrando i santi sacramenti, dimostrava di viverli nella loro pienezza. Ciò si notava nell'espressione del suo volto o nelle lacrime che talvolta accompa­gnavano la celebrazione liturgica. Agiva alla luce delle sue profonde convinzioni:

« La perfezione della Fede è la visione e quindi, mentre le nostre labbra dicono credo, la nostra mente e il nostro cuore devono poter dire vedo. »

La società delle Divine Vocazioni venne approvata dalla Santa Sede il 3 gennaio 1948 e ricevette il pontificio decreto di lode il 18 gennaio 1966, dopo due visite canoniche ad opera di un frate servita e di uno francescano.

Nel 1952, ormai con un notevole bagaglio di esperienza apo­stolica acquisita sul campo, non trascurando il cambiamento in atto nella società, contagiata da un secolarismo incipiente ma non per questo meno subdolo, don Giustino darà nuove indicazioni sul ministero e organizzazione parrocchiale.

« È vero! – ha lasciato scritto – non basta più il tempio o la scuola. Occorrono altre sedi e fare tempio e scuola di Evangelo ogni casa, strada o piazza. Non basta più l'esercizio delle sacre funzioni e l'amministrazione dei Santi Sacramenti a chi li chiede, ma occorre riconquistare a Gesù il prossimo, anima per anima [...]. Il sacerdote non sta per divertire, ma per convertire. Il sacerdote non va per piacere all'uomo, ma per giovare alle anime. Occorre l'Evangelo integral­mente osservato, integralmente propagato. »

[4]

Nonostante l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, continuò a svolgere le sue funzioni di parroco e di guida di vocazionisti. Gli fu diagnosticata una leucemia. Confortato dal sacramento dell'Unzione degli Infermi, si spense nel suo paese natale il 2 agosto 1955. Dopo i funerali la salma fu sepolta nel cimitero parrocchiale, e poi traslata nella cripta della casa madre dei vocazionisti il 4 aprile dell'anno seguente.

Culto

La causa di beatificazione fu iniziata nel 1978 presso la curia di Pozzuoli, secondo le norme del motu proprio Sanctitas Clarior del 1969. L'inchiesta sulla vita e sulle virtù del Servo di Dio dal 1980 proseguì presso la curia di Napoli. Ascoltati trentatrè testimoni, l'inchiesta fu chiusa nel 1985. Preparata la positio si procedette agli esami delle virtù: il 7 febbraio 1997 si tenne, con esito positivo, il congresso peculiare dei consultori teologi. Il 18 novembre dello stesso anno si celebrò la sessione ordinaria dei cardinali e vescovi. San Giovanni Paolo II, il 18 dicembre 1997, promulgò il decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio.

In vista della beatificazione, presso la curia di Paterson, negli anni 2004-2005 fu istruita un'inchiesta sulla asserita guarigione miracolosa di una signora di cinquantanove anni, affetta da carcinoma, avvenuta nel 1998, grazie alla intercessione del Venerabile Servo di Dio. Superati felicemente gli esami della consulta medica (8 giugno 2009), dei consultori teologi (12 dicembre 2009) e dei padri cardinali e vescovi della congregazione per le Cause dei Santi (1° giugno 2010), papa Benedetto XVI autorizzò la promulgazione del decreto sul miracolo. Il 7 maggio a nel suo paese natale si svolse la solenne beatificazione del Servo di Dio.

La prodigiosa guarigione di un giovane religioso Vocazionista, affetto da crisi tonico-cloniche generalizzate e prolungate, stato di male epilettico, coma, gravissima rabdomiliosi, polmonite ab ingestis, insufficienza respiratoria acuta, avvenne il 21 aprile 2016 nell'ospedale di Pozzuoli, dove il giovane era stato ricoverato in stato di coma. La congregazione Vocazionista, vista la gravità del caso, iniziò una catena di preghiere al beato Giustino che portò alla completa guarigione del confratello.

L'inchiesta sul presunto miracolo fu istruita a Pozzuoli nel 2017-2018. Furono ascoltati diciotto testimoni. La maggioranza dei periti della consulta medica del 5 marzo 2020 riconobbe che la guarigione fu rapida, completa e duratura e non spiegabile scienti­ficamente. I consultori teologi, riuniti nel congresso del 16 giugno seguente, e i padri cardinali e vescovi, riuniti nella sessione ordinaria del 6 ottobre successivo, diedero risposta affermativa circa la natura miracolosa della guarigione, attribuita all'intercessione del beato.

Il 27 ottobre 2020 Papa Francesco autorizzò la congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto super miraculo. La canonizzazione fu celebrata in piazza San Pietro il 15 maggio 2022 dallo stesso pontefice. La festa liturgica è stata fissata al 2 agosto, giorno della sua morte, ed è celebrata dalla famiglia vocazionista nei 18 paesi dove sono presenti.

Nella stessa celebrazione sono stati canonizzati altri nove santi: suor Maria Domenica Mantovani, co-fondatrice delle Piccole Suore della Sacra Famiglia; suor Maria di Gesù Santocanale, S.C.I.L.; suor Maria Francesca di Gesù Rubatto, S.C.M.R.; suor Marie Rivier, fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria; martire Lazarus Devasahayam Pillai; martire Tito Brandsma; fondatore Luigi Maria Palazzolo; fondatore César de Bus, D.C.; padre Charles de Foucauld, O.C.S.O..

Note
  1. cfr. Bishop Pasquale Ragosta † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 20-05-2022
  2. cfr. Bishop Giuseppe Petrone † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 20-05-2022
  3. cfr. Bishop Francesco Cammarota † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 20-05-2022
  4. G. Russolillo, Collezione Agenda, 27 luglio 1952
Collegamenti esterni