San Charles de Foucauld

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San Charles de Foucauld Fusco, O.C.S.O.
Presbitero · Eremita
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battezzato
Santo
Monaco, sacerdote ed eremita
'Jesus Caritas'

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Charles de Foucauld a Hoggar
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 58 anni
Nascita Strasburgo Francia
15 settembre 1858
Morte Tamanrasset Algeria
1º dicembre 1916
Sepoltura
Appartenenza
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 24 aprile 2001, da Giovanni Paolo II
Beatificazione 13 novembre 2005, da Benedetto XVI
Canonizzazione 15 maggio 2022, da Francesco
Ricorrenza 1º dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
Investitura
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Erede
Successore
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Onorificenze
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Coniuge

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Consorte

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Dio si serve dei venti contrari per condurci in porto.
Virgolette chiuse.png
(All'ultimo posto.[1])

San Charles de Foucauld Fusco detto Carlo di Gesù (Strasburgo Francia, 15 settembre 1858; † Tamanrasset Algeria, 1º dicembre 1916) è stato un presbitero ed eremita francese, dopo essere stato militare in carriera ed esploratore si convertì alla fede e alla ricerca di Dio. Entrato tra i Trappisti iniziò il noviziato nella Trappa di Notre-Dame-des-Neiges e poi in Siria. Il 13 novembre 2005 è stato proclamato beato da papa Benedetto XVI.

Nella ricerca di un ideale di povertà e di penitenza ancora più radicale lasciò la Trappa per vivere da eremita, prima in Palestina e poi a Béni-Abbés, un'oasi situata sulla riva sinistra del Saoura a sud di Orano, nel Sahara occidentale (Algeria francese).

Desideroso di fondare una nuova congregazione religiosa, non ci fu nessuno che si unì a lui. Visse con i Tuareg testimoniando il Vangelo non con le parole ma con il suo stile di vita e le sue opere.

Fu ucciso durante una razzia il 1º dicembre 1916.

Ben presto la sua vita e i suoi scritti divennero noti cosicché numerosi gruppi spirituali e nuove congregazioni si ispirarono alla sua spiritualità.

Il suo processo di beatificazione iniziò già nel 1927 ma solo il 24 aprile 2001 fu dichiarato Venerabile da papa Giovanni Paolo II. Fu beatificato il 13 novembre 2005 da papa Benedetto XVI.

Biografia

L'infanzia

La famiglia de Foucauld, appartenente alla nobiltà francese, era originaria di Périgord. Il motto di famiglia era "Jamais Arrière""[2] ("mai indietreggiare). Molti loro antenati avevano partecipato alle Crociate e tra gli avi ci furono Jean Marie du Lau d'Allemans e Armand de Foucald de Pontbriand che morirono durante la Rivoluzione francese[3].

La madre, Élizabeth de Morlet, proveniva dall'aristocrazia lorena anche se suo nonno fu un repubblicano e aveva fatto fortuna ai tempi della Rivoluzione. Sposò nel 1855 Édouard de Foucald de Pontbriand, ispettore forestale. Il loro primo figlio, Charles, nato il 17 luglio 1857 morì dopo solo un mese di vita[4].

Il loro secondo figlio, che chiamarono Charles Eugène[5], nacque a Strasburgo il 15 settembre 1858 nella casa di famiglia[6]. Fu battezzato nella chiesa di Saint-Pierre-le-Jeune il 4 novembre 1858.

La Chiesa di Saint-Pierre dove Charles de Foucault fu battezzato.

Qualche mese dopo la nascita di Charles Eugène, Édouard de Foucald fu trasferito a Wissembourg. Nel 1861 nacque la seconda figlia, Marie-Inès-Rodolphine.

I bambini furono presto educati nella fede cristiana dalla mamma Élisabeth che era profondamente cattolica. Élisabeth morì il 13 marzo 1864 in conseguenza di un aborto spontaneo e il marito, Édouard, morì il 9 agosto dello stesso anno dopo essersi ammalato di nevrastenia[7].

Charles e Marie, dopo che erano andati a vivere con la nonna materna, la viscontessa Clothilde de Foucauld, che morì però poco dopo per un infarto[8], furono affidati ai nonni materni, il colonnello Beaudet de Morlet, ufficiale del Genio e sua moglie, che abitavano a Strasburgo.

Il colonnello Beaudet de Morlet accudì con molto affetto i due nipoti. Charles scriverà:

« Sento ancora con emozione il calore di mio nonno, del quale ammiravo la sottile intelligenza, che circondò la mia infanzia di infinita tenerezza e la mia giovinezza di un clima di amore. »

[9].

Charles studiò alla scuola vescovile di Saint Arbogast ottenendo buoni risultati. Pur essendo entrato, però, nel 1868, nella sesta classe del liceo di Strasburgo, dovette continuare i suoi studi con lezioni private a causa delle frequenti malattie. In quel periodo comincia a manifestare un temperamento instabile e un carattere aggressivo e introverso[10].

Nell'estate del 1868 Charles si trasferisce dalla zia, Inès Moitessier, che si sentiva responsabile di suo nipote. Sua figlia Marie Moitessier, di otto, fervente praticante, strinse un forte legame di amicizia con Charles tanto da fargli in futuro quasi da madre[11].

Nel 1870 allo scoppio della guerra tra Francia e Prussia, la famiglia de Morlet si trasferì a Berna. Dopo la disfatta della Francia si stabilirono, nell'ottobre 1871, a Nancy.

Qui Charles si iscrisse al terzo anno del liceo statale. Ebbe come professore Jules Duvaux e iniziò a maturare sentimenti patriottici antiprussiani. Strinse amicizia con Gabriel Tourdes con il quale si appassiona alla lettura dei classici e che resterà per tutta la vita di Charles «uno dei due miei più cari amici»[12].

Il 28 aprile 1872 Charles riceve la prima comunione e la Cresima dal Vescovo di Nancy Joseph-Alfred Foulon.

Verso la fine del 1873 si allontana progressivamente dalla fede fino a diventare agnostico. Scriverà anni dopo: «

« I filosofi sono tutti in disaccordo. Sono stato per dodici anni senza rifiutare né credere in niente, disperando della verità, senza credere nemmeno in Dio. Nessuna prova mi sembrava evidente. »

[13].

Questa perdita della fede ben presto si trasformò in un malessere esistenziale che così descriverà: «solo egoismo, solo empietà, solo desiderio di male. Mi sembrava di perdere la testa»[14].

L'11 aprile 1874 sua cugina Marie di sposa con Olivier de Bondì. Il 12 agosto dello stesso anno Charles si diplomò con buoni voti.

La giovinezza

Charles si trasferì subito a Parigi e per prepararsi all'esame di ammissione nell'Accademia militare di Saint-Cyr frequentò la scuola Sainte Geneviève, gestita dai gesuiti, nella quale mal si adattò alla rigida disciplina.

Nel marzo 1876, dopo che aveva iniziato a condurre una vita disordinata, fu espulso dalla scuola per «pigrizia e indisciplina»[15].

Ritornato a Nancy prese lezioni private e nello stesso tempo si immerse in ogni tipo di lettura insieme all'amico Gabriel Tourdes con il quale voleva «godere pienamente di ciò che è piacevole per il corpo e per lo spirito»[16]. Ariosto, Voltaire, Erasmo, Rabelais, Laurence Sterne furono gli autori preferiti dai due amici[17].

Nel giugno 1876 entrò a Saint-Cyr dove fu ammesso (ottantaduesimo su 412 candidati) dopo aver superato l'esame ed essendo uno dei più giovani del suo gruppo. Nello stesso anno, compiuti i diciotto anni, cominciò a godere anche della eredità che gli era stata assegnata.

Continuò a condurre una vita disordinata insieme ai suoi amici tra i quali c'era pure Philippe Pétain. I controlli medici registravano un'obesità precoce. Pur non frequentando molto, andò avanti con gli studi.

In questo periodo continuò a intrattenere rapporti con Gabriel Tourdes al quale descrive la noia profonda che viveva all'Accademia e mostrando nostalgia per il nonno.

Il nonno, purtroppo, morì il 3 febbraio 1878. Charles scrisse a Gabriel Tourdes la sua disperazione: «[Con la morte del nonno] mi si toglie in una sola volta la mia famiglia, la mia casa, la mia tranquillità e quella spensieratezza che era così dolce. E di tutto questo io non ritroverò più niente»[18].

Charles fu ammesso alla scuola di cavalleria di Saumur anche se concluse l'Accademia con risultati mediocri a causa di comportamenti che molti consideravano deplorevoli e che venivano spesso puniti.

Così egli descrisse a Gabriel Tourdes il suo fastidio per Sain-Cyr: «Mi chiedi se nel lasciare Saint-Cyr io sappia se debba piangere o ridere: a quel paese! Sì! Lo so che bisogna fare: ridere. Furiosamente, terribilmente. È spaventoso: tu non puoi immaginare che inferno è Saint-Cyr»[19].

Alla scuola di cavalleria di Saumur condusse una vita dissoluta approfittando anche della considerevole eredità che aveva a disposizione (più di 353.500 franchi) e che spendeva durante notti senza riposo con il suo compagno di stanza, il marchese di Morès.

Fu soprannominato il "festaiolo letterato" e sperperando soldi accoglieva nella sua stanza prostitute che faceva arrivare da Parigi e che trattava senza rispetto[20].

A questi atteggiamenti libertini Charles aggiunse anche insubordinazioni volontarie e ripetute (usciva dalla scuola senza autorizzazione, arrivava in ritardo, non si svegliava la mattina...) che gli costarono diciannove giorni di arresto e quaranta giorni di cella di rigore.

Charles superò gli esami finali arrivando ultimo del corso.

Assegnato nell'ottobre 1879 a Sézanne-dans-la-Marne, chiese subito di essere trasferito. Nel 1880 divenne effettivo del 4º reggimento degli ussari a Pont-à-Mousson.

Questo fu il periodo più dissoluto della sua esistenza: organizzava orgie, sperperava i soldi in libri, sigari, serate, oltre che a convivere con Marie Cardinal, un'attrice di Parigi. Fu punito per essere apparso in pubblico con lei che veniva considerata una donna di malaffare[21].

Sua zia, Inès Moitessier, preoccupata della incapacità di Charles di gestire il suo patrimonio, lo fece interdire.

Charles scriverà di sé circa questo periodo: «Ero un maiale, più che un uomo»[22].

Quando il suo reggimento fu inviato a Sétif, nell'Algeria francese, Charles portò con sé la sua concubina nonostante il colonnello glielo avesse proibito. Condannato a trenta giorni di fermo e poi al carcere, nel febbraio 1881 fu temporaneamente sospeso dall'esercito per indisciplina[23]. Aveva allora 23 anni.

Si ritirò a Évian continuando a vivere con Marie Cardinal.

Dopo aver saputo che il suo reggimento combatteva in Tunisia, chiese di essere reintegrato nell'esercito. L'integrazione gli fu accordata dopo che ebbe lasciato la sua concubina. Scriverà che sentiva, in quel periodo, «la vaga inquietudine di una cattiva coscienza, la quale sebbene fosse assopita, tuttavia non era del tutto morta»[24].

Charles de Foucauld raggiunse, dunque, il suo reggimento che combatteva la tribù dei Khumir al sud di Orano, dopo l'insurrezione capeggiata dal marabutto Bou-Amama. Nel corso di questa campagna incontrò François-Henry Laperrine, del quale diventa amico e che avrà su Charles una grande influenza dal punto di vista morale[25]. Dopo sei mesi di combattimenti, alla fine del 1881, Charles raggiunse il presidio di Mascara, in Algeria.

La campagna militare contro i Khumir segnò uno spartiacque nella vita di Charles de Foucauld: non solo si rivelò un bravo soldato, ma anche un affidabile capo preoccupato dei suoi uomini. In ogni caso fu la fine della sua vita dissoluta.

In quel periodo maturò il progetto di un viaggio in Oriente: «Preferirei approfittare della mia giovinezza viaggiando. Almeno mi istruirei e non sprecherei il mio tempo»[26].. Dopo aver chiesto un congedo che gli fu rifiutato si dimise dall'esercito. La sua famiglia intanto lo aveva interdetto perché aveva sperperato più di un quarto della sua eredità.

L'esplorazione del Marocco

Il rabbino esploratore Mardochée Aby Serour, guida di Charles de Foucauld in Marocco.

Charles de Foucald si trasferì ad Algeri nel maggio 1882 e cominciò a programmare il suo viaggio. L'incontro con Oscar Mac Carthy, curatore della biblioteca di Algeri e geografo, gli fece decidere di esplorare il Marocco, paese che ancora non era ben conosciuto.

Per un anno studiò l'arabo, l'ebraico e la cultura islamica. Seguendo il consiglio di Mac Carthy, incontrò il Rabbino Mardochée Aby Serour il quale gli propose di diventare la sua guida nel viaggio e di farlo passare per un ebreo per evitare problemi in quel paese interdetto ai cristiani e popolato da tribù che sfuggivano al controllo diretto del sultano.

Il viaggio cominciò il 10 giugno 1883. Charles si fece chiamare rabbino Joseph Aleman, finse di essere nato in Moldavia, di essere stato cacciato dal suo paese dai Russi e di voler visitare le comunità ebraiche del Marocco. Con il rabbino Mardochée Aby Serour portarono con loro tutto il materiale esplorativo necessario: sestante, bussole, barometri, termometri, carte e anche documenti che nascosero sotto le selle dei muli.

Charles visse come un povero, seguendo la sua guida e celebrando il sabato. Arrivati in Marocco furono ospitati da famiglie ebree e mentre Charles faceva le sue misurazioni, Mardochée Aby Serour distraeva l'attenzione di possibili curiosi.

Impossibilitati ad attraversare il Rif presero la strada di Fès. Charles decise di esplorare l'est prima di inoltrarsi a sud. A causa della paura di Mardochée Aby Serour, Charles assunse delle guide per proteggerli e per negoziare con i capi dei villaggi dove sarebbero passati. Raggiunsero Meknés il 23 agosto e partirono quindi per il Sud nonostante la reticenza di Mardochée Aby Serour. Durante il viaggio Charles annotava schizzi e commenti su un taccuino stando attento a non farsi vedere dai suoi accompagnatori. La sera, poi, si dedicava al paziente lavoro di ricopiare in un quaderno più grande e sistemare le annotazioni prese durante il giorno.

Finalmente raggiunsero la fine dell'Alto Atlante, il valico di Tizi n'Telouet: Charles fu il primo europeo a esplorare quella parte del Marocco. Egli fu profondamente toccato dalla bellezza dei paesaggi ma anche dalla religiosità dei musulmani. Scrisse nelle sue note di viaggio: «Una notte del destino, dopo il ventisettesimo giorno di Ramadan. I demoni vengono fuori dalla terra e questo giustifica la notte di preghiera per sottrarsi alle loro tentazioni. Si comprende, nel raccoglimento di simili notti, quella credenza degli Arabi in una notte misteriosa, Laylat-Qadr, nella quale il cielo si apre, gli angeli scendono sulla Terra, le acque del mare diventano dolci e tutto ciò che c'è nella natura inanimata si inchina per adorare il suo Creatore»[27].

Esplorarono il Marocco fino a Tisint prima di fare marcia indietro a causa dei pericoli e della mancanza di soldi. Lasciato il suo compagno di viaggio, parte per Mogador per poi da lì chiedere soldi alla sua famiglia. A Mogador rimase parecchie settimane lavorando alla redazione del suo quaderno di viaggio. Ricevuti i soldi, raggiunse Mardochée Aby Serour. Ripresero la strada dell'Alto Atlante accompagnati da tre arabi che però li saccheggiarono dei soldi durante il viaggio. Dopo aver cercato rifugio presso una comunità di ebrei, ripresero il viaggio per ritornare in Algeria inpiegando undici mesi contro i cinque previsti[28].

Questo viaggio nel cuore del Marocco, che fece tra il giugno 1883 e il maggio 1884 e l'enorme quantità di informazioni riportate, gli valsero il 9 gennaio 1885 la medaglia d'oro da parte della "Società geografica di Parigi". Anche alla Sorbona ricevette gli onori accademici per il suo lavoro.

Al ritorno in Francia ritrovò la sua famiglia e in particolare la zia Inès. La vita parigina, però, lo annoiava. Ripartì per Algeri, dove Mac Carthy gli presentò un geografo, il comandante Titre. Charles conobbe in quell'occasione anche la figlia del comandante, Marie-Marguerite, con la quale progettò di sposarsi. Davanti al rifiuto della famiglia e dopo molti mesi di riflessione Charles decise che sarebbe rimasto celibe.

Dopo una spedizione nel Sahara durante la quale scrive e disegna numerosi schizzi, ritornò in Francia nel febbraio 1886.

Dal febbraio all'ottobre 1886 affittò una stanza a Parigi, vicino alla casa di sua cugina Marie de Bondy. Ormai il suo stile di vita era cambiato. Lesse il Corano e anche Bossuet, libro che gli era stato dato da Marie. Non riusciva più a trovare piacere nella lettura di libri leggeri e conduceva una vita sobria ben lontana dagli eccessi che avevano preoccupato la sua famiglia. Lavorò per tutto il 1887 alla revisione definitiva del suo "Reconnaissance au Maroc" che fu poi pubblicato nel 1888.

L'esperienza in Marocco fu una rivelazione per Charles de Foucauld. Egli affermerà nel 1901: «L'Islam ha prodotto in me un profondo sconvolgimento. La vista di questa fede, di queste anime viventi alla continua presenza di Dio, mi ha fatto intuire qualcosa di più grande e di più vero delle occupazioni mondane»[29].

Iniziò a superare progressivamente anche il rifiuto che provava per il cristianesimo grazie alle discussioni con la cugina Marie durante le quali parlavano di religione. La presenza di sua cugina fu molto importante per la sua conversione. Charles la descriverà poi "l'angelo terreno" al quale confidarsi[30]. Fu soprattutto la partecipazione a degli eventi mondani che cambiò la sua percezione del cristianesimo. Così scrisse più tardi di queste occasioni: «A Parigi mi sono trovato con persone molto intelligenti, molto virtuose e molto cristiane. Mi sono detto che forse questa non era una religione assurda»[31]. Incominciò a frequentare la parrocchia di Saint Augustin dove celebrava l'abbé Huvelin. Il 30 ottobre 1886, Charles volendo parlare con Huvelin va a incontrarlo nel confessionale di Saint Augustin confidandogli la sua volontà di ritrovare la fede che aveva perduto. L'abate gli consigliò di confessarsi e Charles lo fece, ricevendo, poi, la comunione[32]. Questo avvenimento fu per Charles una seconda rivelazione: «Appena ho creduto ci fosse un Dio, ho capito che non potevo fare altrimenti che vivere per Lui. La mia vocazione religiosa è nata contemporaneamente alla mia fede: Dio è grande. C'è un'enorme differenza tra Dio e tutto ciò che non lo è»[33].

La Chiesa di Saint Augustin dove Charles de Foucault conobbe l'abbè Huvelin.

Questa conversione spinse Charles a cambiare radicalmente la sua vita: cominciò a pregare e a leggere la Bibbia e i Padri del deserto. L'abbé Huvelin divenne il suo direttore spirituale e cercava di regolare il suo entusiasmo: lo mise in guardia da una scelta affrettata di vita religiosa e gli consigliò di prendere tempo per pensare e meditare.

Molto presto Charles dovette affrontare le fatiche del cammino di fede: «All'inizio ci sono molte difficoltà da superare. Io che avevo dubitato di tutto, non potevo credere tutto in un giorno solo. I miracoli raccontati dal Vangelo mi sembravano incredibili»[34].

L'abate Huvelin gli consigliò di concentrarsi sull'imitazione di Cristo e sul Vangelo. Furono di Huvelin queste parole: «Gesù ha preso l'ultimo posto al punto che nessuno ha potuto toglierlo»[35]. Questi consigli furono per Charles una ulteriore rivelazione al punto che volle imitare seriamente Cristo. Dopo più di diciotto mesi di attesa e di obbedienza all'abbé Huvelin, Charles inizia a comprendere la sua vocazione religiosa: vuole entrare in un ordine che «imiti la vita nascosta dell'umile e povero operaio di Nazareth» sentendosi indegno di essere sacerdote e di predicare[36].

Il 19 agosto 1888 visitò la Trappa di Fontgombault e fu attratto dalla povertà radicale dell'ordine.

Alla fine del 1888, su consiglio dell'abbé Huvelin partì per un pellegrinaggio in Terra santa. Arrivò il 15 dicembre 1888 a Gerusalemme. Visitò Nazareth il 10 gennaio 1889 e lì approfondì la sua vocazione di "ultimo". Di ritorno, il 14 febbraio 1889, in Francia annunciò di voler entrare nella Trappa. Su consiglio sempre di Huvelin visitò nel mese di maggio anche l'abbazia di Solesmes e la grande Trappa di Soligny. Il 20 settembre 1889 lesse "Il Libro delle Fondazioni" di Santa Teresa d'Avila. Gli scritti di Teresa saranno da quel giorno, insieme al Vangelo, le principali letture spirituali di Charles[37].

La Trappa

Stemma di Notre-Dame-des-Neiges

Dopo più di tre anni di discernimento Charles decise, con l'approvazione del suo padre spirituale l'abbé Huvelin, di entrare nella Trappa di Notre-Dame des neiges. Dal 18 dicembre 1889 lasciò tutti i suoi beni alla sorella. Il 15 gennaio 1809 diede addio alla cugina Marie de Bondy. Fu questa la data nella quale Charles rinnoverà ogni anno la sua consacrazione al Signore[38].

Entrato il 16 gennaio nella Trappa di Notre-Dame des Neige, prende l'abito di novizio e il nome di Frère Marie-Albéric. Si adattò molto presto alla vita di povertà, di silenzio, di lavoro e di preghiera del monastero. Si mostrò molto distaccato e divenne presto un esempio di obbedienza e di umiltà per gli altri monaci. Così spiegò a Marie de Bondy la sua prospettiva di vita: «In questo triste mondo noi abbiamo avuto in fondo una fortuna che né i Santi né gli angeli hanno: quella di soffrire con il nostro Amato e per Lui. Per quanto dura sia la vita, per quanto lunghi siano questi giorni tristi e per quanto consolante sia il pensiero di questa bella valle di Giosafat, non dobbiamo avere più fretta di quanto Dio non voglia di lasciare i piedi della Croce»[39].

La sua ricerca di un ideale di povertà si approfondì facendo la richiesta, che fu accolta, di essere inviato nei pressi di Alessandretta, in Siria, nella Trappa di Cheikhlé, la più povera dell'ordine e in pieno territorio musulmano.

Il 16 luglio 1891 si congedò definitivamente dall'arma e dalla "Società geografica". Così comunicò a sua cugina Marie de Bondy la sua riflessione su questo fatto: «Questo mi fa piacere; il quindici gennaio avevo lasciato tutti i miei beni ma erano rimasti questi ostacoli, il grado, la piccola fortuna e ora sono contento di gettarli dalla finestra»[40].

Per la sua ricerca di perfezione in seno alla Trappa gli fu presto attribuita la reputazione di santo, anche se le sue eccessive mortificazioni inquietavano sia il suo superiore che l'abbé Huvelin.

I superiori videro in lui un possibile superiore della Trappa e gli chiesero di continuare gli studi per poter essere ordinato sacerdote. Così si espresse Charles: «Se mi si parla di studi, io personalmente preferisco stare fino al collo in mezzo al grano e in mezzo al legno e ho una estrema ripugnanza per tutto quello che tenderebbe ad allontanarmi da quest'ultimo posto che io sono venuto a cercare in questa abiezione nella quale vorrei immergermi sempre di più al seguito di Nostro Signore... ma poi, in ultima analisi, obbedirei»[41].

Charles consigliato anche dall'abbé Huvelin si decise e iniziò gli studi. Incominciò ad avere dubbi sulla sua vocazione alla Trappa. Così scrisse ad Huvelin: «Voi pensate che io sia abbastanza povero. No! Noi siamo poveri per i ricchi, ma non sono povero come lo fui in Marocco, non sono povero come san Francesco. Questa cosa mi dispiace senza però che mi turbi. Su quest'argomento cerco di osservare il silenzio e l'obbedienza. A poco a poco, senza che si noti, io potrei ottenere dei permessi che mi aiutino a praticare meglio la povertà»[42].

Nonostante le riserve che espresse al suo maestro dei novizi, Dom Louis de Gonzague, circa le relative comodità della Trappa, il 2 febbraio 1892 pronunciò i suoi voti monastici e ricevette la tonsura.

I dubbi di Charles aumentarono e riguardavano la possibilità di vivere più profondamente la povertà e il dono di sé. Le sue lettere all'abbé Huvelin mostrano che le sue domande si fecero sempre più esigenti. Huvelin tentò ancora una volta di moderare gli entusiasmi di Charles, il quale, però, il 26 agosto 1893 scrisse all'abbé di voler fondare una nuova famiglia religiosa. Huvelin gli chiese di aspettare e di continuare i suoi studi in vista del sacerdozio.

Nel 1895 Charles cominciò a redigere una regola. Davanti al rifiuto dei superiori di permettergli di fondare una nuova congregazione, egli chiese loro di poter imitare la povertà di Nazareth vivendo da eremita ai piedi della Trappa. Rinunciò, però a insistere nelle sue richieste perché si accorse delle difficoltà che le sue proposte avrebbero portato nell'Ordine.

Charles rifiutò di pronunciare i suoi voti solenni, quelli definitivi. Con l'accordo dell'abbé Huvelin che non aveva dubbi sulla sua particolare vocazione personale, fece domanda di essere dispensato dai voti temporanei. La domanda gli fu rifiutata e dovette raggiungere la Trappa di Staouéli, in Algeria. Il 10 settembre 1896 pertì per l'Algeria. Di fronte alla sua determinazione i superiori decisero di inviarlo a Roma perché continuasse gli studi in vista del sacerdozio. Charles decise di obbedire e arrivò a Roma il 27 ottobre 1896. Affermò che l'obbedienza era per lui fonte di pace: «Questa abitudine di chiedere ciò che si deve fare, anche nelle piccole cose, ha mille buoni effetti: dona la pace, abitua a vincersi, fa considerare come un niente le cose della terra, fa fare un sacco di atti d'amore»[43].

L'abate Generale dei Trappisti si convinse presto della vocazione personale e particolare di Charles e decise di dispensarlo dai voti il 23 gennaio 1897[44].

Vita a Nazareth

Charles partì da Roma il 26 febbraio 1897 con l'approvazione dell'abbé Huvelin e si diresse in Terra santa dove iniziò il suo pellegrinaggio vestito da contadino palestinese. Arrivò il 10 marzo a Nazareth e qui chiese alle clarisse del posto di poter lavorare come giardiniere in cambio di un po' di pane e di una capanna dove poter dormire[45].

Cominciò il lavoro dalle clarisse riparando il loro muro di cinta, sbrigando tutte le commissioni per le monache, disegnando pie immagini e concedendosi lunghi momenti di preghiera. Le monache erano preoccupate per il suo regime alimentare e gli davano fichi e mandorle che però lui di nascosto distribuiva ai bambini[46]. Charles così confessa al suo padre spirituale, l'abbé Huvelin, le sue colpe: «Preghiere mal fatte, pigrizia nell'alzarsi, gola, desideri di grandezza come quello di essere superiore della Trappa»[47]. Huvelin cerca di moderare ancora i suoi scrupoli e la sua ricerca smodata di mortificazioni.

Qui cominciò a scrivere le sue meditazioni, per «fissare i pensieri». Scrisse più di 3000 pagine in tre anni[48]. Questo periodo fu quello spiritualmente più ricco e che pose i fondamenti del suo ideale religioso. Così concepì la sua vocazione: «Gridare il Vangelo sui tetti, non con le parole ma con la vita»[49]. Progressivamente le sue meditazioni lo portarono a vivere non più solo unicamente alla presenza di Dio e «gioire tutto solo» del Cristo[50], ma a imitare Cristo per poter andare verso i fratelli: «L'anima si accorge che gioisce, che giubila, che riceve molto. Ma se non dà niente diventa inutile. Più gioivo più desideravo lavorare»[51].

Con questa impostazione ascetica si guadagnò la fama di santo presso le Clarisse di Nazareth. La superiora dopo aver chiesto di incontrarlo lo incoraggiò al sacerdozio e alla fondazione di un istituto religioso.

In questo periodo decise di farsi chiamare Charles de Jésus e nel maggio 1900 scelse il suo motto che fu "Jesus Caritas"[52].

Nonostante i dubbi e i tentennamenti sulla sua vocazione di fondatore, Charles credette di trovare la soluzione acquistando il Monte delle Beatitudini, presso il lago di Tiberiade, che sembrava fosse in vendita e dove aveva intenzione di stabilirsi come eremita. Chiesto e ricevuto il denaro dalla sorella, si rese conto che era stato vittima di una truffa. Anche l'incontro con il Patriarca di Gerusalemme non portò a buoni risultati.

Charles rientrò quindi in Francia e si decise a prepararsi per il sacerdozio.

Alla fine del mese di agosto 1900 si imbarcò per Marsiglia. Rivide dopo dieci anni l'abbé Huvelin. Dopo essere passato dalla Trappa di Notre-Dame des Neiges partì per Roma al fine di ottenere l'autorizzazione per essere ordinato presbitero, dopodiché continuò la sua formazione alla trappa di Notre-Dame des Neiges. Dopo aver ricevuto gli ordini minori, il 7 ottobre 1900, fu ordinato presbitero nel Seminario Maggiore di Viviers il 9 giugno 1901[53].

Eremita nel Sahara

Béni-Abbés e i viaggi dai tuareg

Regione dove è situata Béni-Abbès

Nel mese di ottobre di quello stesso anno si stabilì a Béni-Abbés, un'oasi situata sulla riva destra del Saoura, a sud di Orano, nel Sahara occidentale.

Il 9 gennaio 1902 emancipò il primo schiavo che chiamò Joseph du Sacré-Coeur. Iniziò subito uno scambio di corrispondenza con Monsignor Guérin, Prefetto Apostolico del Sahara, sul problema della schiavitù. L'anno successivo inizia a progettare un viaggio in Marocco per fondarvi una fraternità. Vorrebbe accogliere compagni che sarebbero stati disposti a fare tre cose: «essere pronti a essere uccisi, essere pronti a morire di fame, obbedirgli nonostante la sua indegnità».

Nel mese di giugno, considerata l'impossibilità di recarsi nel Marocco, confidò all'abbé Huvelin, a Monsignor Guérin e al comandante Laperrine il suo progetto di evangelizzare le zone dei tuareg. Alla fine dell'estate andò a soccorrere i soldati feriti nei combattimenti di Taghit e di El-Moungar. Scrisse intanto una piccola introduzione al catechismo che intitolò "Il Vangelo spiegato ai poveri neri del Sahara".

Tra il 1904 e il 1905 partecipò a quello che Laperrine chiamò "l'addomesticamento": affiancandosi a delle colonne di militari che erano in viaggio nel deserto, iniziò a prendere contatto con persone del Sahara del centro e del sud. Quel viaggio lo condusse da Béni-Abbés a Adrar, Salah, Aoulef, El Goléa e Ghardaïa. Fu in quest'occasione che iniziò ad apprendere il tamachek, la lingua dei tuareg e a tradurre il Vangelo in quella lingua. Nel 1905 terminò la redazione delle sue "Meditazioni sui Santi Evangeli" e fu autorizzato dall'abbé Huvelin e da Monsignor Guérin a partecipare a un viaggio nell'Hoggar. A In Ouzzel, il 25 giugno, sulla strada di Tamanrasset, conobbe Moussa Ag Amastane, Amenukal (cioè capo) della tribù degli Ahaggar.

Il viaggio si concluse a Tamanrasset nell'agosto 1905. Padre de Foucald iniziò a vivere in una Zériba dopodiché costruì una casa in pietra e fango. Decise di stabilirsi lì qualche mese e di trascorrere ogni anno tre mesi a Béni-Abbés, sei mesi a Tamanrasset e di utilizzare gli altri tre mesi nei viaggi per spostarsi tra le due località.

I Tuareg iniziarono ad avere una venerazione per "Fratel Carlo di Gesù", tanto che una donna confiderà più tardi che sia lei che il marito avevano tanto pregato perché l'eremita si convertisse all'Islam, dispiaciuti che un uomo così buono fosse condannato alla dannazione eterna[54].

Nel settembre 1906 ricevette la visita del Generale Lyautey. In quel periodo egli ebbe frequenti visite di ufficiali francesi con i quali aveva fruttuose relazioni (ad esempio col capitano Edouard Charlet e con i luogotenenti Edmond Ardaillon e Gardel).

Nel dicembre 1906 a Maison Carrée, nella casa dei Padri Bianchi, Monsignor Guérin gli affidò un compagno, Frère Michel e gli accordò il permesso di esporre il Santissimo Sacramento a condizione che ci fossero almeno due adoratori presenti per almeno tre ore. L'anno successivo i due religiosi partirono per l'Hoggar, ma il Frère Michel, non resistendo al viaggio, lasciò de Foucald a In Salah.

Tamanrasset e tre viaggi in Francia

Dal luglio 1907 al Natale 1908 Frère Charles riprese la sua vita eremitica a Tamanrasset.

Nel gennaio 1909 ottenne dalla Santa Sede l'autorizzazione a celebrare la Messa senza assistente. Lavorava fino a undici ore al giorno per i suoi studi sulle lingue che lo assorbirono fino alla fine della vita. Lavorò alla redazione di un glossario che diventò piano piano un monumentale dizionario tuareg-francese, trascrisse, tradusse e commentò circa 6000 poesie tuareg completando questo lavoro il 28 novembre 1916, tre giorni prima che venisse ucciso. Solo una piccola parte di questi suoi studi linguistici vennero pubblicati mentre era ancora in vita.

Nel 1909, su richiesta sella sua famiglia, ritornò in Francia per tre settimane durate le quali Monsignor Bonnet, vescovo di Viviers e Monsignor Livinhac, Superiore Generale dei Padri Bianchi, approvarono gli statuti preparati da de Foucauld per l'"Unione dei Fratelli e delle Sorelle del Sacro Cuore", pia unione per l'evangelizzazione delle colonie. Di ritorno si fermò a El-Abiodh Sidi Cheikh, il posto dove nel 1933 verrà fondata la prima fraternità erede della spiritualità di De Foucauld.

Da quell'anno 1909 iniziò a organizzare la "Confraternita apostolica dei Fratelli e delle Sorelle del Sacro Cuore di Gesù".

Nel 1910 appresa la morte di Monsignor Guérin all'età di 37 anni, così commentò: «Purtroppo sì, è una grande perdita per me, ma non bisogna essere egoisti; è giusto che i santi ricevano la loro ricompensa».

Dizionario tuareg-francese di de Foucauld (1951)

Dal gennaio al maggio 1911 ritornò in Francia. In giugno e in luglio si ritirò di nuovo a Tamanrasset per continuare il lavoro della redazione del glossario. A dicembre seguì i Tuareg che avevano condotto le loro greggi altrove a causa della siccità e soggiornò a Assekrem, un altipiano al centro dell'Hoggar. Qui scrisse il suo testamento: «Voglio essere sepolto nel posto stesso dove morirò e lì restare fino alla risurrezione. Proibisco di trasportare altrove il mio corpo, che lo si porti lontano dal luogo dove il Buon Dio mi avrà fatto completare il mio pellegrinaggio».

In quel periodo fece costruire sull'altipiano di Assekrem, a 80 km da Tamanrasset e a 2780 metri d'altitudine un piccolo eremo che sarebbe potuto essere utile d'estate.

Alla fine del 1813 Charles de Foucauld fece il suo ultimo viaggio in Francia e, nel corso dei sette mesi di soggiorno, visitò la famiglia e gli amici: i Foucauld de Pontbriand, i Blic, i Bondy e il suo amico Laperrine.

Nel settembre 1914, alla notizia della dichiarazione di guerra in Europa così scrisse alla cugina Marie: «Mi costa stare lontano dai nostri soldati e dal fronte: ma il mio dovere è, evidentemente, di rimanere qui e aiutare la popolazione a mantenere la calma».

Nel 1915, Laperrine lo descrive così: «Père de Foucauld ha adottato come abito uno simile a quello dei Trappisti, ma in cotone bianco e con un Sacro Cuore di stoffa rossa cucita sul petto. Alla vita ha una cintura di cuoio dalla quale pende un rosario. I piedi nudi calzano i sandali tuareg. (...) La sua influenza nella zona è molto grande. L' Amenokal dei Tuareg dell'Hoggar non prende nessuna decisione importante senza consultarlo. (...) Gli adolescenti e i bambini tuareg, in particolare, hanno un'assoluta fiducia in lui»[55].

L'ultimo anno e la morte

El Meniaa (Algeria), La tomba di Charles de Foucauld.

Nel 1916 le razzie che partivano dal Marocco spagnolo si facevano sempre più numerose per cui Frére Charles fece costruire un fortino per dare alla popolazione di Tamanrasset un rifugio in caso di attacco. Nel giugno i suoi vicini Tuareg gli consigliarono di stabilirvisi. Tuttavia il pericolo non veniva dal Marocco. Una gran parte della popolazione del Sahel e del Sahara, infatti, si stava sollevando contro l'occupazione francese su iniziativa dei gruppi senussi.

Il 1º dicembre 1916 il fortino fu investito da una razzia dei senussi. Frère Charles fu legato dagli assalitori e probabilmente avevano intenzione di prenderlo in ostaggio, ma nella confusione che seguì all'arrivo di due fanti algerini il ragazzo che aveva in custodia Frère Charles fece partire un colpo che raggiunse alla tempia Frère Charles[56].

Nella sua ultima lettera alla cugina Marie de Bondy così scrisse: «Non si ama mai abbastanza, ma il buon Dio che sa con che fango ci ha modellato e che ci ama più di quanto una madre possa amare il suo bambino, ci ha detto "Colui che non mente non rifiuterà chi verrà a Lui"».

Dal 26 aprile 1929 il suo corpo riposa in una tomba a El-Golèa, chiamata oggi El Méniaa.

L'eredità spirituale

Charles de Foucauld morì nel 1916 col desiderio insoddisfatto di condividere la sua vita al servizio dei tuareg con qualche altro fratello. In Francia c'erano solo 49 iscritti all'"Unione dei Fratelli e Sorelle del Sacro Cuore di Gesù" che egli era riuscito a fare approvare dalle autorità religiose.

Progetto di congregazione, Regolamento e Direttorio

Dopo aver scritto un "Progetto di congregazione dei Fratelli di Gesù", nel 1899 scrisse anche un "Regolamento degli Eremiti del Sacro Cuore", in 40 articoli, che egli definì "Regola" e che dopo aver rivisto più volte chiamò "Regolamento dei Fratelli del Sacro Cuore".

Dopo aver approfondito le intuizioni originarie e alla luce dell'esperienza fatta vivendo secondo il "Regolamento", Charles de Foucauld tra il 1909 e il 1913 scrisse il "Direttorio" in previsione di una fraternità, che sarebbe servito per i Fratelli e Sorelle del Sacro Cuore, sacerdoti, religiosi e laici che appartenevano alla "Unione dei fratelli e Sorelle del Sacro Cuore". Il nucleo essenziale di questo "Direttorio" sarà riproposto da de Focucauld nei "Consigli spirituali"[57].

L'"Associazione Famiglia Spirituale Charles de Foucauld"

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Associazione Famiglia Spirituale Charles de Foucauld

Le congregazioni religiose e i gruppi che si ispirano agli scritti di Charles de Foucald nacquero a partire dal 1933 grazie alla conoscenza che si ebbe della vita di de Foucauld attraverso la biografia scritta da René Bazin[58].

Nel 1955 fu costituita a Béni-Abbés l'"Associazione Generale delle Fraternità di frère Charles di Gesù"[59] che raccoglieva 8 gruppi che si ispiravano a fratel Charles: "Union-Sodalité", "Gruppo Charles de Foucauld", "Piccole Sorelle del Sacro Cuore", "Piccoli Fratelli di Gesù", "Piccole Sorelle di Gesù", "Unione sacerdotale" (che prenderà nel 1976 il nome di "Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas"", "Fraternità Jesus Caritas", "Fraternità Secolare Charles de Foucauld"[60].

L'Associazione, con i suoi 20 gruppi, conta oggi circa 13.000 membri.

Processo di canonizzazione

Il processo canonico per la beatificazione di Charles de Foucauld iniziò il 16 febbraio 1927 presso la diocesi di Ghardaïa promosso da mons. Nouet. La lunghezza del processo fu causata sia dalla complessità della figura di de Foucauld ma anche dagli eventi storici che visse la Chiesa cattolica in Algeria. La raccolta e la trascrizione delle lettere e degli scritti di Charles de Foucauld fu completata nel 1947. Dopo l'interrogazione ai testimoni la procedura fu sospesa a causa della guerra in Algeria (1956). Dopo una lunga serie di vicissitudini[61] si arrivò al deposito del materiale presso la Congregazione per le Cause dei Santi il 25 luglio 1995. Il 24 aprile 2001, Giovanni Paolo II dichiarò Venerabile il Servo di Dio Charles de Foucauld e il 13 novembre 2005 venne dichiarato Beato da papa Benedetto XVI.

Nel discorso al termine della celebrazione eucaristica per la beatificazione, presieduta dal card. José Saraiva Martins, così si espresse papa Benedetto XVI:

« Rendiamo grazie per la testimonianza resa da Charles de Foucauld. Per mezzo della sua vita contemplativa e nascosta a Nazareth, egli ha incontrato la verità e l'umanità di Gesù, invitandoci a contemplare il mistero dell'Incarnazione; in questo luogo egli ha imparato molto sul Signore che voleva seguire con umiltà e in povertà. Egli ha scoperto che Gesù, venuto per raggiungerci nella nostra

umanità, ci invita alla fraternità universale, che ha vissuto più tardi nel Sahara nell'amore di cui il Cristo ci ha dato l'esempio. Come sacerdote, egli ha messo l'Eucaristia e il Vangelo al centro della sua esistenza, le due mense della Parola e del Pane, sorgente della vita cristiana e della missione. »

(Benedetto XVI, Discorso per la Beatificazione, 13 novembre 2005.)

Per la canonizzazione è stato preso in esame il presunto scampato pericolo di un giovane, di anni 21, apprendista carpen­tiere, vittima di una caduta da 15,50 mt. L'incidente accadde, il 30 novembre 2016, poche ore prima del 1° dicembre, memoria liturgica del beato Charles de Foucauld; avvenne cento anni dopo la nascita al Cielo del Beato, in un anno in cui tutta la Famiglia spirituale Charles de Foucauld elevava molte preghiere per chiedere la sua Canonizzazione. Infine, il fatto avvenne in una parrocchia a lui dedicata. Quindi, al momento dell'incidente c'era già in atto una rete di preghiera. Per le numerose coincidenze di tempi e luoghi, si considerò subito questo prodigio come un segno di Dio a conclusione del centenario del Beato Charles de Foucauld. Una settimana più tardi, il giovane lasciava l'Ospedale Uni­versitario di Angers e, poco a poco, riprendeva la sua attività professionale, senza alcuna conseguenza né fisica, né psicologica.

Il medico consultato dalla congregazione delle Cause dei Santi su questo caso, ha sottolineato nella sua relazione del 5 maggio 2017 che conseguenze sicuramente più gravi e su una superficie corporea ben più estesa erano attese, tenuto conto della violenza dell'impatto. Concludeva interpretando il felice esito della caduta come scampato pericolo.

Il 30 novembre 2017, fu celebrata la sessione di apertura dell'inchiesta diocesana che si concluse il 7 giugno dell'anno seguente. La Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il secreto di validità dell'inchiesta diocesana in data 21 settembre 2018. Per lo studio del caso, sono stati incaricati dal dicastero due periti ex officio che unanimemente hanno concluso, viste le modalità del caso, trattarsi di uno scampato pericolo per l’assenza di lesioni molto più gravi e fortemente attese.

Anche la consulta medica, nella seduta del 14 novembre 2019, si è pronunciata con parere unanime, emettendo queste defini­zioni conclusive:

« La paucità delle lesioni riportate in rapporto alle modalità della caduta da 15,5 mt di altezza in forma libera non è scientificamente spiegabile e quindi va inquadrata come uno scampato pericolo »

Nel congresso peculiare, riunito il 18 febbraio 2020, i consul­tori teologi si sono unanimemente espressi con voto affer­mati­vo. Identico parere è stato manifestato dai padri cardinali e vescovi, membri della congregazione.

Papa Francesco ha autoriz­zato la congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto super miraculo.

La canonizzazione è stata celebrata in Piazza San Pietro il 15 maggio 2022 dallo stesso pontefice. Nella stessa celebrazione sono stati canonizzati altri nove santi: suor Maria Domenica Mantovani, co-fondatrice delle Piccole Suore della Sacra Famiglia; suor Maria di Gesù Santocanale, S.C.I.L.; suor Maria Francesca di Gesù Rubatto, S.C.M.R.; suor Marie Rivier, fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria; padre Titus Brandsma, O.Carm.; martire Lazarus Devasahayam Pillai; fondatore César de Bus, D.C.; fondatore Luigi Maria Palazzolo; fondatore Giustino Russolillo.

Scritti di Charles de Foucauld

Scritti scientifici

  • Dizionario tuareg-francese (dialetto dell'Ahaggar). Opera monumentale in quattro volumi, che costituisce da sola una sorta di enciclopedia della società tradizionale dell'Ahaggar;
  • Poesie tuareg. Due volumi contenenti centinaia di poesie nel testo tuareg, con traduzione interlineare e corrente, accompagnate da numerose spiegazioni e osservazioni che permettono di coglierne meglio il valore e il significato;
  • Testi tuareg in prosa. Volume contenente soprattutto testi etnografici, che descrivono i vari aspetti della vita nell'Ahaggar
  • Note per servire a un saggio di grammatica tuareg (dialetto dell'Ahaggar). Volume piccolo ma denso che, nonostante l'umiltà del nome, costituisce un saggio grammaticale estremamente preciso e di assoluto valore.

Scritti spirituali

  • La mia fede. Charles de Foucauld. Testi scelti a cura di un Piccolo fratello. Roma, Città nuova, 1972
  • Meditazioni. Meditazioni sui passi dei Vangeli relativi a Dio solo, fede, speranza, carità, 1897-98. Roma, Città nuova, 1973
  • Ritiri. La vita nascosta: ritiri in terra santa, 1897-1900. Roma, Città nuova, 1974
  • Ritiri. All'ultimo posto: ritiri in terra santa, 1897-1900. Roma, Città nuova, 1974
  • Ritiri. Solitudine con Dio: ritiri per le ordinazioni e nel Sahara, 1900-1909. Roma, Città nuova, 1975
  • Meditazioni. Piccolo fratello di Gesù: meditazioni, 1897-1900. Roma, Città nuova, 1975
  • Per una fraternità universale: scritti scelti. Brescia, Queriniana, 2001. ISBN 88-399-1395-5
  • La fraternità a costo della vita: 100 pagine di Charles de Foucauld. Roma, Città nuova, 2004. ISBN 88-311-4264-X
  • Pensieri e parole di Charles de Foucauld. Milano, Paoline, 2006. ISBN 88-315-3066-6
Note
  1. Ritiri in Terra Santa II, traduzione di Andrea Marchesi, Città Nuova, Roma, 1979
  2. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 22.
  3. Jean-Luc Maxence, L'appel au désert, Charles de Foucauld Antoine de Saint-Exupéry, Saint-Armand-Montrond 2002, 22.
  4. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 17.
  5. Charles Eugène de Foucauld de Pontbriand è il nome esatto. Viene usato dai biografi per il periodo che precede la sua entrata alla Trappa. Padre de Foucauld viene usato dopo l'ordinazione. Negli scritti e nella tradizione della sua famiglia spirituale viene chiamato Fratel Carlo. Il suo modo di firmare variò nel corso degli anni: si firmava Frère Marie-Albèric nel periodo della Trappa, Frère Charles dopo che l'uscita dalla Trappa, poi dal 1899 Charles de Jésus o Frère Charles de Jésus; dopo il 1913 si firmò Charles de Foucauld o Fr. Charles de Foucauld.
  6. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 18.
  7. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 18-19.
  8. Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, Desclée de Brouwer 2008, 8.
  9. Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, 8.
  10. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 21
  11. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 23
  12. Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, Desclée de Brouwer 2008, 11.
  13. Lettera di Charles de Foucauld ad Henri de Castrie del 14 agosto 1901
  14. Lettera di Charles de Foucauld a Marie de Castrie del 17 avril 1892
  15. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 29
  16. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 34
  17. Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, Desclée de Brouwer 2008, 13
  18. Charles de Foucauld dans Lettres a' un ami de lycée, p.73.
  19. Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, Desclée de Brouwer 2008, 20.
  20. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 44.
  21. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 45-47
  22. Charles de Foucauld, La Dernière Place, Paris 1974, 93.
  23. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 49.
  24. In Paul Lesourd, La Vraie Figure du père de Foucauld, 58.
  25. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 68.
  26. Lettere a un amico del liceo, Gabriel Tourdes, Nouvelle Cité, 1987, 118.
  27. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 70
  28. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 89.
  29. Lettera a Henri de Castries dell'8 luglio 1901.
  30. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 155.
  31. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 89.
  32. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 134
  33. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 93.
  34. Lettera del 14 agosto 1901 a Henri de Castries.
  35. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 93.
  36. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 96
  37. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 102
  38. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 163.
  39. Jean-Luc Maxence, L'appel au désert, Charles de Foucauld Antoine de Saint-Exupéry, Saint-Armand-Montrond, 2002, 128.
  40. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 114.
  41. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 115.
  42. Lettera del 5 novembre 1890 all'abbè Huvelin.
  43. Lettera del 29 novembre 1896 al trappista P. Gerolamo.
  44. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 200.
  45. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 206
  46. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 141.
  47. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 144.
  48. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 210.
  49. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 213.
  50. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 151.
  51. Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Paris 2005, 147.
  52. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 226
  53. Alain Vircondelet, Charles de Foucauld, comme un agneau parmi des loups, Monaco 1997, 235.
  54. Charles de Foucauld et les Touaregs, Rencontre et malentendu par Dominique Casajus
  55. Général Henri Laperrine d'Hautpoul, «Le Père de Foucauld», in Revue de Cavalerie, Berger-Levrault, Paris, 1919 (citato da Véronique Willemin, Images d'Archives d'Algérie.
  56. La mort du Père de Foucauld, dans : Méhariste dans le Hoggar en 1947 P René Valentin
  57. «Il Direttorio venne pubblicato nel 1929 grazie all'islamista, amico, discepolo e continuatore della sua opera, Louis Massignon. Nel Direttorio si trova l'elenco dei 49 membri dell'Unione che lo stesso Foucauld aveva fondato» (José L. Vazquez Borau, Charles de Foucauld e la spiritualità di Nazaret, Milano 2003, 7-9).
  58. René Bazin, Charles de Foucauld, Plon, Paris 1921.
  59. Dal 2003 il nome è "Associazione Famiglia Spirituale Charles de Foucauld"
  60. In seguito altri gruppi si sono aggiunti all'Associazione: "Piccoli Fratelli del Vangelo" (1968), "Piccole Sorelle del Vangelo" (1971), "Piccole Sorelle di Nazareth" (1974), "Comunità di Gesù" (1980), "Piccoli Fratelli di Jesus Caritas" (1984), "Piccoli Fratelli dell'Incarnazione" (1985), "Piccoli Fratelli della Croce" (1986), "Piccole Sorelle del Cuore di Gesù" (1987), "Fraternità Charles de Foucauld" (1992), "Piccole Sorelle dell'Incarnazione" (1994), "Missionari di Gesù Servitore" (1997), "Discepole del Vangelo" (2007).
  61. I problemi che rallentarono il processo di de Foucauld sono sintetizzati nella Omelia di Mons. Rault, Vescovo di Laghouat-Ghardaia, nella Chiesa della Trappa delle Tre Fontane a Roma, il 14 novembre 2005: «La sua esistenza sarà senza posa tormentata dalla sofferenza di essere così lontano da questo Dio, che tuttavia gli è così vicino! Lui che ha sognato una vita di fraternità con dei compagni, si è rivelato inadatto per la vita comunitaria! Lui che ha tanto meditato sulla fraternità universale, ha avuto dei sentimenti sugli avversari della prima guerra mondale difficili da giustificare! Nonostante fosse così vicino alle popolazioni del Sud Sahariano, non ha potuto immaginare il loro sviluppo al di fuori del colonialismo, pur per quanto umano fosse. Il suo spirito guerriero si risvegliava talvolta davanti ai conflitti generati dalle popolazioni ribelli! Sognava il martirio e si è lasciato chiudere nel suo fortino con armi di cui aveva vietato il possesso ai suoi eventuali compagni di Fraternità. Ed è forse questo che ha causato la sua morte! E potremmo continuare a fare gli avvocati del diavolo su molte altre ombre ancora della sua esistenza! Ma credo che ciò sia già stato fatto».
Bibliografia
  • René Bazin, Charles de Foucald. Esploratore del Marocco, eremita nel Sahara, Milano 2006.
  • José L. Vazquez Borau, Charles de Foucauld e la spiritualità di Nazaret, Milano 2003.
  • Autori Vari, Charles de Foucauld. L'eloquenza di una vita secondo l'evangelo, Edizioni Qiqajon, Magnano 2003.
  • Jea-François Six, Charles de Foucauld, in G.Ruhbach - J.Sudbrack, Grandi mistici. Dal 300 al 1900, EDB, Bologna 1987,2003, pp.461-482.
  • René Vouillaume, Charles de Foucauld e i suoi discepoli, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2001.
  • Jean-Jacques Antier, Charles de Foucauld, Éditions Perrin, Paris 2005 (réimpr. 1997, 2001, 2004), 384 p. (ISBN 2-262-01818-9). Ed. italiana: Milano 1999.
  • Jean-Luc Maxence, L'appel au désert, Charles de Foucauld Antoine de Saint-Exupéry, Presses de la Renaissance, Saint-Armand-Montrond 2002, 364 p. (ISBN 2-85616-838-8)
  • Jean-François Six - Maurice Serpette - Pierre Sourisseau, Le testament de Charles de Foucauld, Fayard, Saint-Armand-Montrond 2004, 300 p. (ISBN 2-213-62282-5)
  • Jean-François Six, Le grand rêve de Charles de Foucauld et Louis Massignon, Albin Michel, Bussière 2008, 374 p. (ISBN 978-2-226-18276-0)
  • Jean-François Six, Charles de Foucauld autrement, Desclée de Brouwer, coll. « Biographie », France 2008, 447 p. (ISBN 978-2-220-06011-8)
  • Denise e Robert Barrat, Charles de Foucauld e la fraternità, Milano 1991.
Voci correlate
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