Carlo Odescalchi

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Servo di Dio Carlo Odescalchi, S.J.
Cardinale
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Servo di Dio
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 56 anni
Nascita Roma
5 maggio 1785
Morte Modena
17 agosto 1841
Sepoltura Chiesa di San Bartolomeo (Modena).
Appartenenza
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Professione religiosa 2 febbraio 1840
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Ordinazione presbiterale 31 dicembre 1808
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Consacrazione vescovile Basilica dei Santi Dodici Apostoli (Roma), 23 maggio 1823 dal card. Giulio Maria della Somaglia
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Cardinale per 18 anni, 5 mesi e 7 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Successione apostolica

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Proclamazioni
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Eventi
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Investitura
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Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Figli
Religione {{{religione}}}
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Servo di Dio Carlo Odescalchi (Roma, 5 maggio 1785; † Modena, 17 agosto 1841) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Cenni biografici

Carlo nacque a Roma il 5 marzo 1785, da Baldassare e dalla moglie Valeria Caterina nata Giustiniani. Suo padre era il Duca di Sirmien in Ungheria e Principe del Sacro Romano Impero.

Durante l'occupazione francese, la famiglia si trasferì in Ungheria dal 1798 al 1800. Rientrati a Roma, il giovane Carlo fu ordinato sacerdote nel 1808 e l'anno seguente si addottorò in utroque iure. Poco dopo incontrò padre Giuseppe Pignatelli, superiore dei gesuiti di Napoli, esiliato a Roma dopo l'espulsione da quella città da parte di Giuseppe Bonaparte nel 1806.

Appena la Compagnia di Gesù fu universalmente restaurata nel 1814, chiese di esservi ammesso, ma diversi ostacoli, soprattutto quelli familiari, gli impediscono di entrare immediatamente nel noviziato, cosa che riuscirà a realizzare solo ventiquattro anni dopo. Una volta assicurato il futuro di sua sorella, ne chiese di nuovo l'ammissione nel 1817. Questa volta papa Pio VII, che lo stimava molto, si oppose perché era stato nominato alla Sacra Rota. Via via ricoprì sempre più importanti compiti nella Curia romana. Tuttavia, la sua insistenza fu tale che ottenne una lettera da padre Luigi Fortis, futuro preposito generale dell'ordine, datata 7 giugno 1818 che gli assicurava di potersi considerare ammesso alla Società con la clausola in tempore opportuno che rimandava il suo ingresso nella Compagnia a tempi più favorevoli.

Nel 1819 Carlo Odescalchi fu legato pontificio a Vienna. Al suo ritorno a Roma, venne nominato canonico della basilica di San Pietro, canonista del Papa e consigliere per le nomine episcopali.

Nel marzo 1823, pochi mesi prima della sua morte, Pio VII lo creò cardinale nel concistoro del 10 marzo 1823. Contemporaneamente fu elevato arcivescovo di Ferrara, consacrato vescovo il 25 marzo, nella basilica romana dei Santi XII Apostoli dal cardinal Giulio Maria della Somaglia, vescovo di Ostia e Velletri e decano del Collegio Cardinalizio, co-consacratori mons. Giuseppe della Porta Rodiani, allora patriarca latino di Costantinopoli e da mons. Lorenzo Mattei, allora patriarca titolare latino di Antiochia. Non aveva ancora lasciato Roma quando Pio VII morì. Così Odescalchi partecipò al conclave che, il 28 settembre 1823, portò il cardinale Annibale della Genga al soglio pontificio con il nome di Leone XII.

Rinunciò al governo della sua arcidiocesi nel 1826 per diventare prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari. Fu attivo nella riforma di alcuni vecchi ordini e soprattutto nell'approvazione di quelli nuovi di cui accettò di essere il cardinale protettore, tra questi: le suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore di madre Pelletier, le dame del Sacro Cuore di Sofia Barat, le Figlie della Carità di Verona della Marchesa di Canossa.

Nel 1829 assistì spiritualmente Leone XII durante la sua ultima malattia e prese parte ai due conclavi che eleggono Pio VIII nel 1829 e Gregorio XVI nel 1830, a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro. Nel 1833 Odescalchi optò per il titolo di cardinale vescovo della sede suburbicaria di Sabina. Si impegnò nell'attività pastorale e fu poi nominato cardinale Vicario di Roma il 22 novembre 1834. A ogni nuovo papa ha espresso il desiderio di entrare nella Compagnia di Gesù, di cui aveva già ricevuto la lettera di ammissione.

Durante i suoi quattro anni come Vicario di Roma, ha dato vita a diverse opere apostoliche e caritative. Ha sostenuto la società dell'apostolato cattolico di padre Vincenzo Pallotti e ha introdotto l'opera di propagazione della fede fondata nel 1832 a Lione da Paolina Jaricot. Grazie a lui anche l'opera di Federico Ozanam trovò sostegno in Vaticano con la fondazione dell'società San Vincenzo De Paoli.

Nel 1837, quando scoppiò il colera a Roma, Odescalchi fu impegnato nel suo contrasto. Non solo organizzò rogatorie e pellegrinaggi, ma soprattutto si prese carico dell'assistenza e fece aprire degli orfanotrofi per i bambini che avevano perso i genitori durante l'epidemia. L'attenzione fu rivolta anche ai funerali e alle messe per i molti morti. In una cerimonia religiosa di ringraziamento nel gennaio dell'anno seguente, quando l'epidemia fu scongiurata, rese un sentito omaggio ai gesuiti che furono al suo fianco durante il tragico evento. Nel 1838 fu nominato Gran Priore di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Essendo persistente la sua richiesta di unirsi ai gesuiti, Gregorio XVI chiese il parere di una commissione di quattro cardinali, che diede parere negativo: i servizi del cardinale vicario sono troppo preziosi per la Chiesa di Roma. Odescalchi accettò questo rifiuto come la volontà di Dio nella sua vita.

Nell'estate del 1838 la sua salute cominciò a dargli problemi. Prima di lasciare Roma per un periodo di riposo a Perugia, scrive ancora una volta una lunga lettera al papa per esprimere il suo desiderio di rinunciare al cardinalato e farsi religioso. Qualche giorno dopo, con sua grande sorpresa, riceve a Perugia una lettera manoscritta di Gregorio XVI che accetta esplicitamente la sua richiesta, anche se "a malincuore".

L'annuncio fu fatto nel concistoro del 30 novembre 1838 dove Gregorio XVI confermò di accettare la decisione del suo cardinale vicario di vivere da "semplice religioso gesuita".

Il 6 dicembre 1838, Carlo Odescalchi iniziò il noviziato a Verona. In una lettera alla sorella (firmata: Carlo Odescalchi, novizio della Compagnia di Gesù) esprime la sua gioia di vivere da semplice religioso. Emise la professione religiosa il 2 febbraio 1840 ed entrò nella vita apostolica.

Odescalchi era un eccellente predicatore ed era molto richiesto per dare ritiri spirituali al clero delle diocesi del nord Italia. Accettava anche missioni nelle parrocchie circostanti. Per tre anni è stato direttore spirituale dei giovani gesuiti.

La sua salute, tuttavia, era in declino. Carlo Odescalchi aveva solo 56 anni quando morì a Modena il 17 agosto 1841. La corrispondenza successiva alla sua morte dimostra che è stato considerato un santo durante la sua vita. Un processo per la sua beatificazione fu aperto nel 1933 e si concluse a livello diocesano nel 1941. La causa del Servo di Dio è al momento sospesa in attesa di miracoli.

Onorificenze

Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo metropolita di Ferrara Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Paolo Patricio Fava Ghisleri 10 marzo 1823-2 luglio 1826 Filippo Filonardi I
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Paolo Patricio Fava Ghisleri {{{data}}} Filippo Filonardi
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli Successore: CardinalCoA PioM.svg
Dionisio Bardaxí y Azara 16 maggio 1823-15 aprile 1833 Francesco Serra-Cassano I
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Dionisio Bardaxí y Azara {{{data}}} Francesco Serra-Cassano
Predecessore: Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari Successore: Emblem Holy See.svg
Bartolomeo Pacca 5 febbraio 1828-21 novembre 1834 Giuseppe Antonio Sala I
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Bartolomeo Pacca {{{data}}} Giuseppe Antonio Sala
Predecessore: Arciprete della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore Successore: Santa maria maggiore 051218-01.JPG
Benedetto Naro 22 dicembre 1832-21 novembre 1834 Giuseppe Antonio Sala I
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Benedetto Naro {{{data}}} Giuseppe Antonio Sala
Predecessore: Cardinale vescovo di Sabina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Tommaso Arezzo 15 aprile 1833-30 novembre 1838 Antonio Domenico Gamberini I
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Tommaso Arezzo {{{data}}} Antonio Domenico Gamberini
Predecessore: Vice-Cancelliere di Santa Romana Chiesa Successore: Emblem Holy See.svg
Tommaso Arezzo 15 aprile 1833-19 dicembre 1834 Carlo Maria Pedicini I
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con
con
Tommaso Arezzo {{{data}}} Carlo Maria Pedicini
Predecessore: Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso
(titolo presbiterale in commendam)
Successore: CardinalCoA PioM.svg
Tommaso Arezzo 15 aprile 1833-19 dicembre 1834 Carlo Maria Pedicini I
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Tommaso Arezzo {{{data}}} Carlo Maria Pedicini
Predecessore: Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Successore: Berretta cardinalizia.png
Giacinto Placido Zurla, O.S.B. Cam. 21 novembre 1834-30 novembre 1838 Giuseppe della Porta Rodiani I
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Giacinto Placido Zurla, O.S.B. Cam. {{{data}}} Giuseppe della Porta Rodiani
Predecessore: Prefetto della Congregazione per la Residenza dei Vescovi Successore: Emblem Holy See.svg
Giacinto Placido Zurla, O.S.B.Cam. 21 novembre 1834 - 21 novembre 1838 Giuseppe della Porta Rodiani I
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Giacinto Placido Zurla, O.S.B.Cam. {{{data}}} Giuseppe della Porta Rodiani
Predecessore: Gran Priore di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta Successore: Bandiera del Sovrano Militare Ordine di Malta.png
Giorgio Doria Pamphilj Landi 16 novembre 1837-30 novembre 1838 Luigi Lambruschini, B. I
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Giorgio Doria Pamphilj Landi {{{data}}} Luigi Lambruschini, B.
Collegamenti esterni