Troilo Malvezzi
Troilo Malvezzi Presbitero | |
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Età alla morte | 63 anni |
Nascita | Bologna 1432 |
Morte | Cesena 2 agosto 1495 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Troilo Malvezzi (Bologna, 1432; † Cesena, 2 agosto 1495) è stato un presbitero, canonico e giurista italiano.
Biografia
Troilo nacque a Bologna nel 1432; era figlio naturale di Gaspare di Musotto. Si ignora il nome della madre.
Nel gennaio 1447, ottenuta la dispensa per l'illegittimità della nascita, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Nel dicembre 1451 ricevette gli ordini minori e il 25 agosto fu nominato canonico della cattedrale di san Pietro.[1]
Nel settembre 1455 divenne suddiacono e gli fu conferito, in aggiunta ai benefici ecclesiastici già goduti (l'altare dei santi Vitale e Agricola nella cattedrale e le chiese di sant'Apollinare di Serravalle e di san Giovanni Battista a Tavernelle), il priorato della chiesa di santa Maria Maddalena in Bologna. Studiò diritto presso l'università cittadina e il 12 settembre 1465 di addottorò a pieni voti in utroque iure.
Iniziò subito a insegnare nello Studio con la lettura del Liber sextus et Clementinae, incarico che mantenne salvo brevi interruzioni sino all'ottobre 1492. La qualità dell'insegnamento impartito dal Malvezzi fu molto apprezzata, oltre che a Bologna, anche da parte della Santa Sede e gli permise di ottenere le nomine a protonotario apostolico e a cameriere segreto sotto Innocenzo VIII.
Nel 1488 i figli di Battista Malvezzi e altri membri dello stesso casato, organizzarono la congiura contro il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio. Sventata la congiura, pesanti condanne colpirono tutti coloro che in qualsiasi modo vi erano stati coinvolti, tra loro non figurò il Malvezzi. Ma negli anni successivi la diffidenza nei confronti del canonico da parte delle autorità locali si fece sentire. Nel secondo semestre del 1493 assunse di nuovo l'ufficio di priore del Collegio di diritto canonico ma, resosi conto della generale insofferenza nei suoi confronti, ultimo rappresentante della sua famiglia in Bologna, a novembre lasciò la città senza concludere il periodo di priorato.
Rifugiatosi a Cesena, privato di tutti i benefici di cui godeva nella diocesi di Bologna, il vescovo di Cesena Pietro Menzi de Vincentia[2] gli conferì l'incarico di vicario generale.
Il 2 agosto 1495, però, Guidoguerra dei conti Guidi di Bagno, forse istigato dal Bentivoglio, lo assassinò nel palazzo Roverelli di Cesena. Atto efferato che fu all'origine di una lunga e sanguinosa faida tra i Malvezzi e i conti Guidi.
Opere
Malvezzi rimane famoso come autore di opere di diritto canonico e di morale. Tre di esse furono pubblicate in vita dell'autore dallo stampatore bolognese Ugo Rugerio: il De canonizatione sanctorum nel 1487 e, unitamente al De prestantia cardinalium di Andrea Barbazza, il De oblatione ecclesie, accompagnato da una tabula.
Nel 1490 lo stesso Rugerio pubblicava il De sorte et commenda beneficiorum; una copia di quest'opera fu spedita dall'autore a Giovanni Pico della Mirandola, che in una lettera, scritta da Ferrara il 29 maggio 1492, comunicava di voler ricambiare il gradito dono con l'invio di alcuni suoi testi.
La prima sua opera, intitolata Tractatus non infestivus de sanctorum canonizatione, fu riedita nel tomo XIV (pp. 97-103) del Tractatus universi iuris, stampato a Venezia nel 1584. Il Malvezzi aveva largamente utilizzato per questa opera il precedente lavoro del giurista lodigiano Martino Garati, De canonizatione sanctorum, scritto per la beatificazione di Bernardino da Siena.
Nello stesso tomo XVI dell'edizione veneziana, venne pubblicato il secondo testo già a stampa del Malvezzi, il Tractatus de oblationibus e, nel tomo XI, anche il Tractatus de sortibus, in tre distinte parti, con il titolo De prescientia futurorum, De ludo taxillorum, De ventura.
Di argomento diverso è un'opera giovanile, che sullo schema della commedia classica latina, svolge il tradizionale tema dell'intreccio amoroso. L'opera, dedicata a Poggio Bracciolini e in un solo manoscritto nella Biblioteca nazionale di Firenze, è stata edita da P. Viti.
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