Utente:Quarantena/Abbazia degli uomini (Caen)
Abbazia degli uomini (Caen) | |
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Stato | Francia |
Regione | Normandia |
Comune | Caen |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Dedicazione | Santo Stefano |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Completamento | XVIII secolo |
Data di consacrazione | 1063 |
Coordinate geografiche | |
Francia |
L'Abbazia degli uomini (Abbaye aux Hommes in francese) è, insieme con l'Abbazia delle donne, una delle due grandi abbazie fondate da Guglielmo il Conquistatore a Caen. Sorge a ovest del centro della città nel quartiere di Bourg-l'Abbé. Trasformata in liceo nel XIX secolo, ospita dagli anni 1960 il municipio. L'abbazia è un grande complesso architettonico costruito tra il XI e il XVIII secolo.
Storia
Le origini
Tra il I e il III secolo, sull'attuale sede dell'abbazia sorgeva un borgo, situato in prossimità di una strada romana che collegava Augustodurum (l'attuale Bayeux) a Noviomagus Lexoviorum (l'attuale Lisieux).
Dalla fondazione nel XI secolo al declino nel XVI secolo
La costruzione dell'Abbazia degli uomini, insieme a quella delle donne, fu il prezzo di una penitenza inflitta a Guglielmo il Conquistatore da papa Niccolò II. Infatti, al fine di rafforzare i legami tra i due più potenti principati del nord della Francia, Guglielmo decise di sposare la cugina Matilde, figlia del conte delle Fiandre Baldovino V, nonostante l'esplicito divieto, a causa dell'eccessiva consanguineità degli sposi, espresso da papa Leone IX durante il concilio di Reims del 1049. Guglielmo ruppe il divieto papale sposando la cugina nel 1053, e in cambio del perdono fondò due monasteri benedettini a Caen: l'Abbazia degli uomini, dedicata a Santo Stefano, e l’Abbazia delle donne, dedicata alla Santa Trinità.
La costruzione dell'abbazia iniziò nel 1063 sotto la direzione di Lanfranco di Pavia mentre la realizzazione della chiesa cominciò nel 1065 per essere consacrata il 31 settembre 1077. La rapidità d'esecuzione si spiega con la recente conquista dell'Inghilterra, e dunque con la conseguente disponibilità finanziaria, ma soprattutto con la presenza nelle vicinanze di cave di pietra a cielo aperto. In particolare il materiale usato è la cosiddetta pietra di Caen, un calcare giurassico giallo chiaro molto apprezzato come pietra da costruzione in tutta l'area normanna[1].
Il cronista Guglielmo di Poitiers descrisse così la fondazione dell'abbazia da parte di Guglielmo il Conquistatore e le vicende che portarono Lanfranco a esserne il primo abate:
« | Per farlo abate del monastero di Caen, ci volle, per così dire, una pia costrizione; infatti Lanfranco rifiutava l'incarico più per timore di un rango troppo elevato che per amore d'umiltà. In seguito Guglielmo arricchì questo monastero di possedimenti, d'ori, d'argenti e di diversi ornamenti; lo fece costruire con poche spese, d'una grandezza e d'una bellezza ragionevole, e poco degna del santo martire Stefano, per le reliquie del quale doveva essere onorato e al quale doveva essere consacrato. » |
La guerra dei cent'anni mise l'abbazia sulla prima linea dei combattimenti. Dopo la conquista di Caen da parte dei francesi nel 1346, i religiosi ricevettero l'ordine di fortificare la cinta, visto che Santo Stefano si trovava al di fuori delle mura della città.
Tra il 1562 e il 1563, durante le guerre di religione francesi, la chiesa venne saccheggiata dalle truppe di Montgomery e in seguito abbandonata. Le vetrate, gli organi e il mobilio venne distrutto, e la stessa tomba di Guglielmo il Conquistatore, un magnifico mausoleo in marmo sormontato da un'ara ed edificato su richiesta di suo figlio Guglielmo il Rosso, fu profanato dalle truppe protestanti. I resti vennero affidati ad un monaco dell'abbazia, Michel de Cemallé. Tuttavia nel 1563 una nuova incursione dei protestanti mise in fuga gli ultimi monaci, e i resti di Gugliemo vennero dispersi, ad eccezione di un solo osso messo in salvo da Charles Toustain de La Mazurie, poeta amico di Jean Vauquelin de La Fresnaye. Quest'unico osso fu riposizionato nella tomba nel 1642 dal priore Jean de Baillehache, in seguito al restauro del coro. Nel 1742 i monaci ottennero l'autorizzazione di re Luigi XV a rimuovere la tomba dal santuario e a ridurla ad una semplice sepoltura ricoperta da una pietra tombale.
Nel 1566 avvenne il crollo del tiburio, che distrusse anche le volte del coro. Quest'ultimo, ormai in rovina, rischiò di venire abbattuto per ordine del Parlamento di Rouen, tuttavia il priore de Baillehache ottenne l'annullamento di tale decisione e anzi intraprese non solo la ricostruzione del coro, ma anche il restauro di tutto il complesso abbaziale, arrivando ad una nuova consacrazione della chiesa il 18 maggio 1626.
Il rinnovamento dell'abbazia nel XVII e XVIII secolo
La ricostruzione in uno stile classico
Nel 1663[2] l'abbazia passò sotto la responsabilità della congregazione di San Mauro. Quest'ultima non si limitò a ristabilire la disciplina religiosa, ma si adoperò anche materialmente ricostruendo gli edifici conventuali ormai ridotti in rovina. Del chiostro non rimanevano che le fondazioni, le cucine erano quasi completamente distrutte e la maggior parte degli edifici era privo di copertura.
I lavori di rinnovamento, diretti da fra Guillaume de Tremblaye[3][4] assistito dai fratelli Bayeux[5], incominciarono nel 1704, ma vennero interrotti nel 1706 a causa della mancanza di fondi, per riprendere una seconda volta nel 1710. Nel 1715 morì de Tremblaye, e la direzione dei lavori passò a fra Miserey[6] che decise di allungare l'ala degli ospiti verso sud. Nel 1727[2], i terreni a est dell'abbazia vennero rinterrati di 25 piedi[7] e fu edificato un muro di sostegno a sud al fine di formare un'ampia spianata sulla quale allestire un giardino alla francese, formato da parterre, boschetti e labirinti.[8].
Tra il 1755 e il 1759 venne realizzato un nuovo alloggio abbaziale nel recinto del semenzaio[7], una parcella di terra compresa tra i bastioni del XIV secolo e il muro di separazione tra il recinto della strada e quello dell'abbazia. Questa fase dei lavori terminò definitivamente nel 1764[2]. Successivamente venne proposta la costruzione di un'altra ala ad angolo parallela a quella del refettorio, proprio dove sorgeva la sala delle guardie, al fine di chiudere la corte a sud, ma i lavori non vennero mai terminati a causa all'espulsione dei monaci durante la rivoluzione francese[9].
L'integrazione dell'abbazia nel tessuto urbano
Nella seconda parte del XVIII secolo gli urbanisti di Caen decisero di intraprendere un grande progetto di rinnovamento della città.
Nel 1752 il barone de Fontette viene nominato intendente della généralité di Caen. Dotato di un forte temperamento, riuscì a portare a termine molti dei suoi progetti, spesso in contrasto con quelli proposti dai responsabili all'edilizia della città. Uno dei suoi maggiori successi consistette nella creazione di un nuovo asse per deviare la circolazione della via Saint-Martin, che era lo storico punto di accesso a ovest della città (ovvero verso l'abbazia).
Nel 1755[7] venne siglato un accordo tra comune ed abbazia al fine di aprire uno nuova via attraverso i giardini dell'abbazia, tra la piazza dei Petites Boucheries e una nuova piazza ottagonale realizzata sul sito delle vecchie fortificazioni della città e sulla quale si trovò ad avere lo sbocco la via Écuyère. La parte sud del nuovo asse, rapidamente battezzato via Saint-Benoît (oggi via Guglielmo il Conquistatore) venne assegnata ai monaci di Santo Stefano. Sulla nuova piazza, battezzata piazza Fontette, venne previsto di erigere due palazzi gemelli a mo' di ingresso della nuova via; come controparte per la costruzione del palazzo a sud, anch'esso sul terreno dell'abbazia, i monaci ottennero la proprietà dei terreni un tempo occupati dai fossati, le controscarpe e le fortificazioni della città[7]. L'alloggio dei monaci venne terminato nel 1758 e i giardini dell'abbazia estesi fino alla nuova piazza.
La secolarizzazione dell'abbazia nel XIX e XX secolo
La cacciata dei monaci e la rivoluzione
Nel 1790 i religiosi vennero cacciati dall'abbazia e gli edifici occupati da amministrazioni pubbliche; nel 1793 la chiesa di Santo Stefano divenne un tempio dedicato al culto della Ragione e dell'Essere supremo. Il 12 ottobre 1800[2], l'Accademia delle scienze, arti e lettere di Caen, ribattezzata "liceo di Caen" dopo la fine della rivoluzione, occupò i locali dell'abbazia su ordine del generale Dugua. In seguito all'ingresso in vigore del concordato del 1801, venne ristabilito il culto cattolico nell'antica abbazia, declassata però a chiesa parrocchiale, così che i religiosi non potessero farvi ritorno.
Tuttavia, nel 1810[8], le suore dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria, cacciate durante la rivoluzione[10] dal loro convento[11] trasformato in caserma[12] (chiamata inizialmente caserma de la Visitation, dal 1841 de la Remonte, e oggi intitolata al generale Jean Thomas Guillaume Lorge), si installarono nell'antico alloggio abbaziale dei benedettini che era stato costruito negli anni 1750[13]. Le suore ristrutturarono gli edifici restanti e fecero elevare una prima cappella provvisoria, seguita da una seconda chiesa, sostituita a sua volta dall'edificio attuale costruito tra il 1890 e il 1892; realizzarono anche un grande giardino a sud del recinto del semenzaio.
Cronotassi degli abati
La lista degli abati è stata stabilita da Célestin Hippeau[7] verso la metà del XIX secolo.
XI secolo
XII secolo
- Roberto I (1101-1108)
- Oddone I (1108-1140)
- Alano I (1140-1151)
- Pietro I (1151-1156)
- Guglielmo II di La Besace (1156-1179)
- Pietro II (1179-1193)
- Roberto II (1193-1197)
- Sansone (1197-1214)
XIII secolo
- Oddone II, detto il Paziente (1214-1238)
- Alano II (1238-1259)
- Nicola I Béchage (1259-1265)
- Nicola II de Montigny (1265-1290)
- Goffredo Pigache (1290-1300)
XIV secolo
- Riccardo (1300-1316)
- Simone di Trévières (1316-1344)
- Roberto III di Rupallay (1344-1357)
- Thomas de Thibouville (1357-1358)
- Guglielmo III d'Harcourt (1358-1368)
- Roberto IV (1368-1389)
- Giovanni il Siniscalco (1389-1401)
XV secolo
- Nicola III Milon (1401-1414 o 1416)
- Guglielmo IV Cavé (1416-1428)
- Ugo di Juvigny (1428-1468)
- Guglielmo V di Toustain (1468-1483)
- Carlo di Martigny, vescovo di Castres (1485-1506)
- Instaurazione della commendam
XVI secolo
- Pietro di Martigny (1506-1531)
- François II de Tournon (1531-1533)
- Ippolito de' Medici (1533-1535)
- Alessandro Farnese il Giovane (1535-1577)
- Georges Péricard (1579-1582)
- Charles d'O (1582-1620)
XVII secolo
- Antonio Borbone[14], conte di Moret (1620-1632)
- Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu (1632-1653)
- Giulio Mazarino (1653-1661)
- Charles-Paris d'Orléans, conte di Saint-Pôl (1661-1664)
- Charles-Maurice le Tellier (1668-1710)
XVIII secolo
- Joseph-François de La Trémouille (1710-1720)
- François de Mailly (1720-1721)
- André-Hercule de Fleury (1721-1743)
- Nicolas-Charles de Saulx-Tavannes (1745-1759)
- Étienne Potier de Gesvre (1759-1777)
- Arthur Richard Dillon (1777-1790)
Note | |
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