Filippo Melantone

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Filippo Melantone
Luterano
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Nascita Bretten
16 febbraio 1497
Morte Wittenberg
19 aprile 1560
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Filippo Melantone, (DE) Philipp Melanchthon, (LA) Philippus Melanchthon, nato Philipp Schwarzerdt (Bretten, 16 febbraio 1497; † Wittenberg, 19 aprile 1560), è stato un umanista e teologo tedesco.

Cenni biografici

L'infanzia

Il padre di Filippo Melantone, Georg, era originario di Heidelberg e a lui era affidata l'armeria del principe. La madre Barbara, figlia del borgomastro di Bretten Johann (Hans) Reuter, un commerciante di bevande alcoliche e tessuti, era imparentata con Elisabeth, l'unica sorella di Johannes Reuchlin. Filippo Melantone nacque il 16 febbraio 1497, quattro anni dopo le nozze dei genitori, nella casa dei nonni, a Bretten, e gli fu dato nome Philipp in onore del conte palatino del Reno, Filippo l'Onesto.

Johannes Reuchlin, prozio di Filippo Melantone, diede al giovane Phillip Schwartzerdt il nome Melanchton (italianizzato in Melantone), che era la semplice traduzione in greco del suco cognome Schwartzerdt (Schwartz nero - μέλαν mélan; erdt terra - χθών chthón).

Melantone crebbe con altri quattro tra fratelli e sorelle a Brettheim, come allora era denominato il paese natale di Bretten. Il nonno si preoccupava della sua educazione di base, specialmente con l'insegnamento del latino, grazie alle lezioni di Johannes Unger proveniente da Pforzheim, così Melantone entrò precocemente in contatto con gli studenti di passaggio.

La formazione

Il 17 ottobre 1507 morì suo nonno e, soltanto dieci giorni dopo, il padre. Nel 1509 entrò all'Università di Heidelberg, dove studiò filosofia, retorica e astronomia (all'epoca con molti elementi di astrologia), e approfondì lo studio del greco. Nel 1512 non ottenne il titolo di magister a causa della sua giovane età. Si recò poi a Tubinga, dove studiò umanesimo e filosofia, ma anche legge, matematica, astronomia/astrologia e medicina.

Quando nel 1516, dopo aver completato il corso di filosofia, ottenne il grado di magister, iniziò a studiare teologia. Sotto l'influenza di Johannes Reuchlin ed Erasmus, si convinse che il vero cristianesimo è molto diverso dalla teologia scolastica come veniva insegnata all'Università, ma senza una precisa opinione al riguardo, poiché più tardi si riferirà spesso a Lutero come a un padre spirituale. Divenuto maestro di studi si occupò della preparazione dei giovani studenti, introducendoli alla retorica di Virgilio e Tito Livio. All'epoca dell'incontro con Reuchlin il greco era insegnato molto raramente e soltanto agli studenti più dotati; sarebbe stato lo stesso Reuchlin a introdurre sistematicamente in Germania lo studio del greco e a istituire nel 1515 la prima cattedra di greco all'Università di Lipsia.

Le prime pubblicazioni e i primi contatti con la Riforma

Al 1516, durante i suoi studi a Tubinga, risale la prima pubblicazione di Melantone: un'edizione della commedia di Terenzio a cui era aggiunta un'introduzione sulla storia della commedia antica. Seguiranno una grammatica greca del 1518, che sarà riedita per ben nove volte, e un testo sulla retorica che uscì a Wittenberg nel 1519.

Dopo che Martin Lutero pubblicò nel 1517 le sue 95 tesi, ebbe luogo all'Università di Heidelberg il 26 aprile 1518 una disputa detta Heidelberger Disputation sui fondamenti delle tesi di Lutero. A seguito di tale evento Melantone si recò con alcuni colleghi di studio a Wittenberg per farsi spiegare ulteriormente le opinioni di Lutero. Da quel momento Melantone riconobbe come sua guida spirituale l'eremita agostiniano di Eisleben.

L'Università di Wittenberg

Nel 1518 il Principe Federico il Saggio istituì una cattedra di lingua greca presso l'Università di Wittenberg, da lui fondata nel 1502. Grazie alle raccomandazione di Johannes Reuchlin, Melantone ottenne la cattedra di Greco e fece un'ottima impressione su Martin Lutero, professore di teologia dell'università, e sul principe nel suo discorso iniziale, nonostante la sua bassa statura e un difetto di pronuncia. In questo ateneo completò gli studi di teologia.

Con il sostegno di Lutero, il 15 settembre 1519 Melantone ottenne il grado accademico di baccalaureus biblicus. Egli poteva quindi tenere lezioni alla facoltà di teologia. Anche se talora in seguito egli fece uso di questa possibilità, preferì sempre la formazione filosofica, che intese sempre quale presupposto di quella teologica.

L'amicizia con Lutero si approfondì e il giovane professore affiancò il più esperto riformatore nella disputa di Lipsia, organizzata dal nunzio papale Karl von Miltitz e tenutasi dal 27 giugno al 16 luglio 1519, e che vide il teologo Johann Eck affrontare i teologi riformisti Andreas Bodenstein e Lutero. Per questo confronto Melantone scrisse alcune note per Lutero con citazioni della Bibbia, che contraddicevano le posizioni papiste. Pur apprezzandosi i due erano di carattere diametralmente opposto: Lutero irruento e focoso ma relativamente meno istruito, il secondo calmo e pacato con una preparazione culturale fuori dal comune.

Nel 1521 scrisse la sua principale opera Loci communes rerum thologicarum,[1] dedicata a Enrico VIII d'Inghilterra, il primo testo che presentasse sistematicamente la teologia della Riforma. In essa Melantone sviluppò il concetto della salvezza per grazia in Cristo come risposta al peccato dell'uomo, e nelle successive riedizioni toccò molti altri argomenti della teologia luterana: dai sacramenti a approfondimenti sul Nuovo e Vecchio Testamento, sempre trattati con moderazione come era nel suo stile.

La famiglia

Interno della casa di Melantone

Al suo arrivo a Wittenberg Melantone prese in locazione una modesta abitazione, da lui definita anche il bugigattolo (die Bude), in cui viveva con i suoi studenti. Lutero temeva tuttavia per la salute di Melantone e gli cercò dunque una donna, anche se Melantone non ne era entusiata. Egli temeva in particolare che un legame familiare gli avrebbe impedito di proseguire liberamente i propri studi. In ogni caso, il 27 novembre 1520 si sposò con Katharina Krapp, figlia del borgomastro locale, un importante commerciante di tessuti, con la quale instaurò rapidamente una forte intesa, che durò fino alla morte di lei l'11 ottobre 1557.

Malgrado Melantone fosse un professore universitario e la moglie provenisse da una famiglia benestante, essi non raggiunsero mai un alto tenore di vita, non fosse altro perché la casa era sempre frequentata da giovani studenti che si riunivano nella schola domestica, dove Melantone oltre a impartire le proprie lezioni provvedeva al loro sostentamento.

Il prestigio di Melantone fu presto tale che egli ricevette offerte dalle università dell'Europa intera. I sovrani di Sassonia non avevano tuttavia alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire questo uomo tanto erudito e costruirono nel 1536 al posto del "bugigattolo" un'abitazione più adeguata che si può visitare ancora oggi.

Quando la famiglia si trasferì nella nuova abitazione erano già nati quattro figli: Anna (* 24 agosto 1522), Philipp (* 21 febbraio 1525), Georg (* 25 novembre 1526) e Magdalena (* 19 luglio 1531). Georg tuttavia morì ad appena due anni.

Melantone fu un padre molto presente e, se da un lato soffrì molto del matrimonio infelice di una delle figlie con il suo ex-allievo Georg Sabinus, dall'altro impedì al figlio Philipp di sposarsi con Margaretha Kuffner. Una sua figlia sposò invece Kaspar Peucer.

Controversie teologiche

Nel 1521 Melantone venne in contatto con i Profeti di Zwickau, millenaristi apocalittici capeggiati da Nicholas Storch che, espulsi dal loro paese, cercarono di esportare le loro idee a Wittenberg. Questi furono ascoltati da Nicolaus von Amsdorf, Melantone e Andreas Bedenstein e riuscirono a impressionare favorevolmente quest'ultimo e colpirono Melantone per la loro conoscenza della Sacra Scrittura. La situazione precipitò con episodi di iconoclastia provocati da Bedenstein, che provocarono l'intervento di Lutero, che il 7 maggio 1522, rientrò a Wittenberg per rimettere ordine tra i suoi seguaci, dimostrando l'incapacità di Melantone nell'essere leader del movimento riformista.

Nell'ottobre del 1529 Melantone partecipò al Colloquio di Marburg, che scavò un divario tra il movimento di Lutero e Huldrych Zwingli sul tema dell'Eucaristia e l'anno seguente il nostro fu protagonista della prima dieta di Augusta, dove avvenne lo strappo tra la corrente luterana con la Confessio Ausustana, quasi interamente opera di Melantone, e la Fidei ratio dei protestanti di Zwingli; nella prima si affermava la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia mentre i secondi ne vedevano solo una presenza spirituale.

Dieta di Augusta 1530

Lutero fu messo al bando dall'Impero e non partecipò alla Dieta. Fu Melantone ad assumersi il compito di rappresentare ad Augusta la causa protestante dal punto di vista teologico. Era viva in lui la speranza che fosse ancora possibile ricostituire l'unità della fede e nessun sacrificio gli sembrava troppo grande per evitare la scissione della cristianità e riteneva che il più grande servizio che egli potesse rendere alla causa protestante era quello di tenere quanto più aperta possibile la porta per un'intesa con Roma. Sin dall'inizio della Dieta, Melantone entrò in rapporti con i segretari imperiali Alfonso de Valdés e Cornelius Schepper, conducendo con loro una serie di colloqui preliminari alla ricerca di un compromesso nelle questioni della fede, in seguito anche il legato pontificio Lorenzo Campeggi partecipò ai colloqui. Il legato capì che in quel momento non era possibile far valere il punto di vista giuridico sostenuto dalla Curia, che richiedeva l'applicazione rigorosa dell'editto di Worms, anche perché Carlo V stesso, sotto l'effetto dei colloqui, insisteva per un'intesa. Tutte e due le parti si illudevano di poter evitare con le trattative in corso la presentazione della confessio Augustana e per questo motivo Melantone ne interruppe di proposito la stesura.

All'inizio di quell'anno, il principe elettore di Sassonia Giovanni, chiese a Martin Lutero di stabilire la dottrina evangelica per i suoi stati: nel marzo del 1530, Lutero, venuto dalla vicina città di Wittenberg, scrisse la Confessione di Torgau con i suoi collaboratori Justus Jonas, Melantone e Johannes Bugenhagen. Questo testo venne presentato alla fine di marzo all'imperatore, che convocò la Dieta di Augusta nel giugno successivo. Il testo della Confessione di Torgau fu incorporato nella Confessione di Augusta.

Melantone alla dieta approntò una redazione piuttosto conciliante della Confessione che cercava ogni possibile aggancio delle dottrine riformatrici con le posizioni della Chiesa cattolica e sottopose quattro condizioni la cui accettazione avrebbe reso possibile il ritorno dei protestanti nel campo cattolico: la comunione sotto le due specie anche per i laici, la soppressione del celibato, la modifica del canon missae e la convocazione di un concilio generale. I consiglieri imperiali accolsero favorevolmente le sue proposte, ma determinante era ritenuto l'atteggiamento che avrebbe assunto il rappresentante pontificio.

I dispacci del nunzio alla Curia attestano che egli avvertì tutta l'importanza del tentativo di Melantone. Con la sola eccezione del concilio, riteneva accettabili tutte le altre condizioni, chiedendo alla Curia istruzioni in questo senso. Indubbiamente il Campeggi non riteneva più inconciliabili le divergenze teologiche tra la dottrina ufficiale romana e quella del riformatore di Wittenberg. Lo stesso giorno, il 26 giugno 1530, i due protagonisti delle trattative scrissero alle autorità dalle quali dipendevano rispettivamente: il nunzio alla Curia romana e Melantone a Lutero. Tutti e due accennarono alla lettura della "confessio", ma nessuno dei due chiese di prendere posizione su di essa. Sollecitarono invece la risposta ad un problema emerso anch'esso fuori dalle discussioni ufficiali della Dieta, cioè se Chiesa e Riforma potessero riconciliarsi sulla base di concessioni di parte cattolica.

La risposta di Lutero fu negativa mentre il dispaccio del Campeggi fu discusso in concistoro, ma non si riuscì a giungere a una delibera. La decisione fu rimandata. Solo alla fine di agosto, quando anche l'imperatore chiese la convocazione del concilio, la Curia si dichiarò pronta a tollerare tacitamente alcune usanze liturgiche dei protestanti, approvando così in linea di principio le trattative svoltesi nel corso della Dieta di Augusta. Ma questa decisione venne troppo tardi per sortire ancora un effetto positivo. Nel frattempo avevano preso il sopravvento altre forze, in netto contrasto con gli sforzi di Melantone, per giungere ad un accordo.

L'incarico conferito dall'imperatore a ventisei teologi tedeschi guidati da Johannes Eck di elaborare una confutazione della confessio Augustana, la cosiddetta "confutatio", accentuò nuovamente i contrasti teologici. La confutatio fu presentata alla dieta il 3 agosto e Carlo V rifiutò le contro proposte protestanti presentate il 22 settembre. A conclusione dei lavori della dieta, Carlo V fece bocciare dalla dieta, dove i deputati cattolici erano in maggioranza, la confessio Augustana assieme alla Confessio Tétrapolitana, scritta da Martino Bucero e Wolfango Capitone e la Fidei Ratio, presentata come una confessione personale di Zwingli.

Il fallimento delle trattative religiose di Augusta lasciò libera la via all'intransigenza sancita, con vincolo di legge imperiale, dai deliberati della Dieta. Ma la minaccia che essi comportavano per gli Stati protestanti li indusse ad accordarsi molto più presto di quanto non si potesse prevedere all'inizio della Dieta. La loro unione in una lega con stabile organizzazione politica e militare (la lega di Smalcalda) fu determinata in modo decisivo dall'esito della Dieta di Augusta, e, l'auspicato intervento militare dell'imperatore, da parte della Santa Sede, non fu attuato immediatamente essendo questi impegnato a contenere l'avanzata ottomana, nel sud dell'impero.

Critiche alla sua politica conciliante

Melantone fu aspramente criticato per il suo atteggiamento prudente nel Reichstag, mentre molti ne avrebbero preteso una posizione più ferma e dignitosa nei confronti del partito cattolico. Egli stesso una volta dichiarò, a giustificazione della sua posizione:

« So che il popolo ci critica per la nostra moderazione; ma non è nostro compito ascoltare il clamore della moltitudine. Dobbiamo lavorare per la pace e per il futuro. Sarà una grande benedizione per tutti noi se l'unità sarà ristabilita in Germania. »

Nella sua Apologia per la Confessione di Augusta, scritta in risposta alla "Confutatio" dei teologi cattolici dell'Imperatore, quando le speranze di giungere a una conciliazione sfumarono, l'umanista riformato ribadì la posizione luterana sul Purgatorio, la venerazione dei Santi e sul primato petrino, e la sua semplice, chiara, serena e concisa dichiarazione di dottrina ottenne il plauso unanime del partito evangelico.

Melantone, temendo un rovesciamento di ogni ordine, fece decise concessioni ai cattolici nelle successive conferenze e dibattiti sulla religione. Egli sperava di poter giungere a una Chiesa evangelico-cattolica, dove fosse possibile rimanere all'interno della Chiesa anche con la nuova teologia, ritenendo unità dei credenti un valore supremo. Non fu certo un Cripto-cattolico e pur manifestando uno spirito di riconciliazione, tenne fede alla "dottrina purificata", e in più occasione qualificò come blasfemo il dare una mano, anche nella causa della pace, a qualsiasi soppressione della verità.

Desideroso di raggiungere l'armonia tra riformati e cattolici, o quantomeno di scongiurare la guerra civile e unire le fazioni riformate, sostenne che le cerimonie cattoliche, all'interno del contesto delle pratiche religiose riformate, potevano essere considerate adiáphora (greco, "cose indifferenti"), cioè fatti senza grande rilevanza e perciò accettabili.

Praeceptor Germaniae

Melantone fu attento al problema della didattica, meritandosi il titolo di praeceptor Germaniae. Fu lui, infatti, a gettare le basi della scuola di Stato, con l'idea di affidare ai principi e alle città il compito di assumersi l'educazione dei giovani. Educazione aperta a tutti, non solo ai privilegiati che potevano permettersi di frequentare le scuole dei monasteri e non solo ai maschi. La sua proposta di ordinamento scolastico fu adottata nei molti territori passati alla Riforma, per svilupparsi, in seguito, anche in altri territori e giungere, nel XX secolo ad un consenso generale. Melantone fu lo spirito irenico della Riforma: non così acceso come Lutero nelle polemiche, da convinto umanista basava anche la sua teologia sullo studio dei testi antichi, facendo molta attenzione a basare sulla Scrittura e non sulla tradizione, fosse anche la più antica, il giudizio finale su ogni proposizione teologica.[2]

Il ruolo di Melantone nella Riforma

Friedrich Hagenauer Medaglia riportante l'effige di Melantone

Diversamente da Lutero, che era stato monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, era un laico; differente da lui anche come carattere, Melantone era un umanista amante della pace e moderato, alla ricerca di soluzioni equilibrate ai problemi e alle diatribe religiose che sconvolgevano la vita europea del tempo.

Se Melantone poteva dire di avere imparato il Vangelo da Lutero, questi trovò in Melantone il riformatore dell'istruzione e della pedagogia, una personalità complementare alla propria nel compito di rinnovamento della Chiesa. I due non potevano tuttavia essere più diversi: mentre Lutero era forte, corpulento, a tratti rumoroso e vicino al volgo, Melantone era una persona sensibile e tenera. A tratti Lutero si arrabbiava per la prudenza del più giovane Melantone e, nel contempo, questi soffriva per l'aggressività e la rozzezza di Lutero. Malgrado ciò, i due si stimavano e conoscevano i reciproci pregi e difetti. Essi collaborarono intensamente, specialmente nella traduzione del Nuovo Testamento in tedesco dell'autunno del 1521, che fu esaminata e corretta da Melantone. A essa seguì nel 1524 la traduzione dell'Antico Testamento, cosicché apparve nel 1534 l'intera Bibbia in tedesco, detta la Bibbia di Lutero.

Già nel 1519 Melantone aveva peraltro accompagnato Lutero alla Disputa di Lipsia. Nel 1521 pubblicò la prima esposizione sistematica della teologia riformata (Loci communes rerum theologicarum). Egli poneva così i punti fermi della dottrina luterana, la quale sarà via via rielaborata e adattata negli anni 1535, 1543 e 1559.

Fra i riformati vi erano molte differenze, che costrinsero Melantone a molti viaggi e incontri. Nel 1529 Melantone guidò le trattative a Spira, mentre Lutero più prudentemente non volle parteciparvi. Egli partecipò pure nell'ottobre 1530 (questa volta con Lutero) all'incontro di Marburgo, dove incontrò Ulrico Zwingli e a quelli di Worms e Ratisbona. Il suo obiettivo principale rimase sempre quello di introdurre le riforme senza ricorrere alla violenza e salvaguardare l'unità della Chiesa. A ciò corrispose un atteggiamento più conciliante, rafforzato dalle sue indubbie capacità diplomatiche. Il risultato di tali incontri, ossia i Torgauer Artikel, la Confessione augustana, l'Apologia della confessione di Augusta e il Tractatus de potestate papae, divennero, grazie alla sua abilità, i testi basilari riconosciuti della confessione luterana e contribuirono al successo stesso della Riforma.

Se fu possibile trovare un accordo su molti aspetti (come il battesimo e la confessione), rimase invece aperta la questione dell'eucaristia e della presenza reale o soltanto simbolica di Cristo nell'ostia consacrata. Tale punto sarà lo spartiacque fra le chiese luterane e quelle riformate (calviniste e zwingliane).

Anche in seguito Melantone proseguì la propria politica conciliante e di unificazione. Partecipò ai colloqui di Worms, incontri tenuti dal 25 novembre 1540 al 18 gennaio 1541. Tentativo di mediazione delle controversie tra cattolici e protestanti, promosso e diretto da Nicolas Perrenot de Granvelle[3] per conto di Carlo V, dove si approfondirono varie questioni, come quelle del peccato originale e della “doppia giustificazione”, discussi tra rappresentanti cattolici, come Johann Eck, Johann Gropper e Pietro Canisio, e protestanti, tra questi, oltre al nostro, vi erano Martin Bucer e Volfango Capitone. Nel 1543 redasse con Martin Bucer due scritti all'arcivescovo di Colonia Hermann of Wied.[4]

Dopo la morte di Lutero nel 1546, Melantone fu unanimemente riconosciuto come guida del movimento protestante. I suoi sforzi di conciliazione caddero tuttavia nel vuoto, tanto che, proprio in quel periodo, nel 1546-1547 si giunse alla Guerra di Smalcalda fra l'Imperatore Carlo V e i principi luterani.

Nel 1551 si preparava a recarsi al concilio di Trento per cui aveva redatto una Confessio saxonica, dove manifesta il suo desiderio di concordia e quello d'essere finalmente libero dall'ira dei teologi, che da tanti anni ormai gli rendeva amaro anche il vivere in Wittenberg. Ma Melantone non raggiungerà mai i lavori conciliari. La politica dei principi riformati tedeschi, con l'incameramento dei beni della Chiesa e la guerra dell'imperatore ai riformati, aveva scavato un solco definitivo tra la Riforma e la Chiesa cattolica.

Ultimi anni

Malgrado gli acciacchi fisici Melantone fu sempre un grande lavoratore. Tuttavia tale impegno eccessivo non restò senza conseguenze, causandogli fra l'altro, fin dalla giovinezza, una frequente insonnia. Già nel 1540 egli vide da vicino la morte quando s'ammalò durante un viaggio per raggiungere Weimar. L'anno successivo subì, a seguito di un incidente, delle gravi ferite che da allora lo limitarono nello scrivere.

Gli ultimi anni furono peraltro amareggiati anche da controversie con i luterani più accesi che lo accusavano di tradimento a fronte di ogni minimo gesto di tolleranza verso usanze o costumi ritenuti ormai papisti. In particolare, apparvero moderate le posizioni di Melantone sul ruolo della Chiesa e sulla funzione delle opere. Ciò non gli permise tuttavia neppure di sottrarsi all'accusa contraria, ossia di essere un criptocalvinista, per quanto riguardò invece la sua posizione sull'eucaristia.

Fu un viaggio a risultargli fatale. Si ammalò tornando da Lipsia il 4 aprile 1560. Nella notte fra il 7 e l'8 fu colto da una febbre alta che, malgrado brevi remissioni, durò molti giorni. Il 19 aprile morì assistito dalla figlia Magdalena e attorniato da molti amici e dai suoi studenti. Fu sepolto a fianco di Lutero nella chiesa del castello di Wittenberg.

Le opere

Frontespizio dei Loci communes rerum theologicarum

Fra le sue opere più importanti sono da segnalare gli scritti e le confessioni di fede che costituiscono la base dottrinale delle chiese evangeliche luterane:

  • Loci communes rerum theologicarum, 1521.
  • Confessione augustana, 1530.
  • Apologia della Confessione augustana, 1531
  • Historia de vita et actis Lutheri, Heidelberg, 1548

L'opera di riforma degli studi universitari, che gli valse l'appellativo di "Praeceptor Germaniae".

Scrisse sei libri sulla retorica e la dialettica:

  • De rhetorica libri tres (1519).
  • Compendiaria dialectices ratio (1520).
  • Institutiones rhetoricae (1521).
  • Dialectices libri quattuor (1528).
  • Elementa rhetorices libri duo (1529).
  • Erotemata dialectices (1547).

Traduzioni italiane

  • Filippo Melantone, Melantone 1497-1560: scritti storico-politici ed esegetici per le lezioni di storia del cristianesimo, introduzione di A. Agnoletto; traduzioni di L. Corradini e A. Agnoletto, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1972.
  • Filippo Melantone, Scritti religiosi e politici, a cura di Attilio Agnoletto, Torino, Claudia, 1981.
  • Filippo Melantone, I principii della teologia, a cura di Salvatore Caponetto, Roma, Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, 1992.
  • Filippo Melantone, Opere scelte, Torno, Claudiana.
    • Vol. 1: I libri di fisica: 1. Inizi di dottrina fisica (1549) 2. Libro dell'anima (1553), a cura di Dino Bellucci, 2009 (due volumi).
    • Vol. 2: La Confessione augustana (1530), a cura di Paolo Ricca, 2011.
    • Vol. 3: Loci communes rerum theologicarum. Testo latino a fronte, a cura di Fiorella De Michelis Pintacuda e Stefania Salvadori, 2017.
Note
  1. (LA) Filippo Melantone, Loci communes rerum thologicarum su books.google.ch, Basilea, 1521
  2. Il più stretto collaboratore di Lutero: Filippo Melantone su chiesaluterana.it. URL consultato il 22-12-2020
  3. Uomo di Stato (Ornans, Franca Contea, 1486-Augusta 1550). Servì Carlo V in delicate missioni diplomatiche e politiche nelle Fiandre, in Francia e in Germania. Nel 1530, alla morte del gran cancelliere Mercurino da Gattinara, nominato ufficialmente cancelliere imperiale per i regni di Napoli e Sicilia, fu uno dei collaboratori più importanti dell'imperatore; fu presente alla Dieta di Augusta (1530), negoziò la Pace di Crépy (1544) e più tardi partecipò al Concilio di Trento.
  4. cfr. Archbishop Hermann zu Wied † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 12-12-2020
Bibliografia
Collegamenti esterni