Abbazia di Rosazzo

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Abbazia di Rosazzo
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Abbazia di Rosazzo.jpg
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Friuli-Venezia Giulia


Regione ecclesiastica Triveneto

Provincia Udine
Comune Manzano
Località Manzano
Diocesi Arcidiocesi di Udine
Religione Cattolica
Indirizzo
Telefono
Fax
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione
Dedicazione San Pietro apostolo
Vescovo
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore
Data fondazione IX secolo
Architetto


Stile architettonico Romanico
Inizio della costruzione IX secolo
Completamento XVI secolo
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
46°00′29″N 13°25′17″E / 46.008125, 13.421331 bandiera Italia
Mappa di localizzazione New: Italia
Abbazia di Rosazzo
Abbazia di Rosazzo
Udine
Udine
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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L'abbazia di Rosazzo è un complesso abbaziale situato nel territorio dei colli orientali del Friuli, nella frazione di Rosazzo del comune di Manzano, in provincia di Udine. Di fondazione molto antica, ha subito nei secoli varie traversie, mantenendo comunque intatta la propria integrità complessiva. Oggi è sede di un centro culturale. Di particolare interesse storico e artistico è la chiesa abbaziale dedicata a san Pietro Apostolo, risalente all'XI secolo e decorata internamente da affreschi del Cinquecento.

Storia

Le origini dell'abbazia essendo incerte ed oscure fanno riferimento alla leggenda e alla tradizione popolare. Nel IX secolo un eremita di nome Alemanno si stabilisce sul colle erigendovi un piccolo oratorio che nel corso dei secoli successivi diventerà un vero e proprio monastero (monasterium rosarum) affidato ai canonici agostiniani.

Nel 1070 viene consacrata l'annessa chiesa di San Pietro apostolo. Intorno all'anno 1090, grazie al patriarca ed abate di San Gallo Ulrico di Eppenstein, avviene l'elevazione al rango abbaziale e l'anno dopo il subentro agli agostiniani dei monaci benedettini provenienti dall'abbazia di Millstatt. Sotto la regola benedettina, che vi rimase per oltre 300 anni, l'abbazia assunse un ruolo sempre più importante espandendo la propria influenza oltre il territorio circostante. Grazie ai lasciti e alle donazioni fatte dai principali feudatari dell'epoca acquisì il controllo su proprietà e privilegi che andavano dal Collio all'Istria ed a Tarvisio. Il potere raggiunto era tale che papa Innocenzo IV nel 1245 decise di rendere autonoma l'abbazia e di metterla sotto la diretta autorità papale. All'abate furono concessi privilegi vescovili e civili, in questi ultimi affiancato da un governatore che si occupava anche di amministrare la giustizia.

La difesa militare dell'abbazia fu affidata alla vicina città di Cividale del Friuli che provvide a fortificarla. La fase espansiva terminò nel 1391 quando il monastero venne affidato in commendam all'arcivescovo di Ravenna ed in seguito ai veneziani, che nel 1420 avevano invaso tutto il Friuli. In seguito a ciò, nel 1522, avvenne anche il ritiro dei benedettini, ai quali subentrarono i domenicani. Nel 1509, fra l'altro, dopo varie vicende di guerre e razzie, un incendio aveva completato l'opera di rovina. Solo vent'anni più tardi, con l'ingresso dei domenicani, ebbe inizio la rinascita del complesso abbaziale per merito dell'abate commendatario Giovanni Matteo Giberti, il quale si avvalse dell'ausilio di Venceslao Boiani, architetto cividalese.

Nel 1823 il vescovo Emanuele Lodi trasformò l'abbazia in residenza estiva dei vescovi di Udine, mentre il vescovo di Udine veniva insignito del titolo nobiliare di Marchese di Rosazzo, titolo che verrà poi riconosciuto nel 1927 anche dal Regno d'Italia. Grazie all'arcivescovo Alfredo Battisti[1] si verifica la rinascita di Rosazzo: dopo il terremoto del Friuli del 1976, fu suo l'interessamento per far includere l'edificio nelle opere da ripristinare. Attualmente, il monastero opera come centro culturale, ospitando anche convegni, seminari, mostre e dibattiti.

Struttura e opere

L'abbazia si articola su un complesso di edifici incentrati sulla chiesa dedicata a san Pietro Apostolo, perno dell'abbazia. A fianco della chiesa sono posti un chiostro e la cappella della Crocifissione, mentre negli edifici attigui si trovano gli ambienti ordinari di un monastero: sala del capitolo, dormitorio, refettorio e altri locali. Sono inoltre presenti dei giardini pensili e un belvedere. Di particolare interesse è la chiesa di San Pietro Apostolo, edificata all'inizio dell'XI secolo. L'edificio risponde ai canoni dell'architettura romanica e porta i segni delle varie ristrutturazioni avvenute nel tempo, dal Cinquecento all'Ottocento. La facciata è a salienti e appare come un paramento omogeneo in blocchi di pietra a vista, sul quale si aprono solamente il portale d'ingresso, il rosone sovrastante e due monofore ai lati. All'interno si sviluppa su una pianta a tre navate.

Vi si conservano degli affreschi di Francesco India, detto il "Moro" o anche "Torbido", risalenti tutti al 1535. Di fattura posteriore sono invece gli altari laterali, risalenti alla seconda metà del Settecento, opera degli scultori udinesi Giovanni e Giuseppe Mattiussi. Della stessa epoca sono le varie statue che adornano la chiesa.

Dal 1751 in poi, titolare abbaziale è l'arcivescovo di Udine a seguito della soppressione del patriarcato di Aquileia e dell'istituzione dell'arcidiocesi di Udine.

Note
  1. cfr. (EN) Archbishop Alfredo Battisti † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
Collegamenti esterni