Flavio Chigi seniore

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Flavio Chigi
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Cardinale
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Jacob Ferdinand Voet, Ritratto del cardinale Flavio Chigi (seconda metà del XVII secolo), olio su tela; Ariccia (Roma), Palazzo Chigi
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 62 anni
Nascita Siena
10 maggio 1631
Morte Roma
13 settembre 1693
Sepoltura Chiesa di santa Maria del Popolo
Appartenenza
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9 aprile 1657 da Alessandro VII (vedi)
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Flavio Chigi, seniore (Siena, 10 maggio 1631; † Roma, 13 settembre 1693), è stato un cardinale italiano.

Cenni biografici

Nacque a Siena il 10 maggio 1631 da Mario di Fabio, del ramo di Mariano della nobile famiglia senese, e da Berenice della Ciaia, nobildonna senese. Fu nipote di papa Alessandro VII, zio del cardinal Antonfelice Zondadari e cugino del cardinal Sigismondo Chigi. Altri cardinali della famiglia furono Flavio Chigi, iuniore (1753); e Flavio III Chigi (1873). Chigi trascorse tutta la giovinezza a Siena.

Formazione

Ha studiato filosofia e giurisprudenza e ha conseguito il dottorato In utroque iure, sia di diritto canonico che civile.

Fu per un breve periodo presso lo zio cardinale Fabio nunzio in Germania. Accompagnò lo zio nella sua legazione in Germania per negoziare e concludere la pace; il cardinale, o scontento della sua performance o per un altro motivo, lo fece tornare in Italia. Continuò i suoi studi. Partecipante soprannumerario apostolico protonotario. Concessogli il permesso di ricevere gli ordini sacri, fu ordinato sacerdote il 23 maggio 1656, dopo essere stato dispensato dal ricevere l'ordinazione durante le Quattro tempora, secondo l'uso del tempo.

Cardinalato

Lo zio Alessandro VII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 9 aprile 1657 e il 23 dello stesso anno ricevette la berretta rossa e il titolo di Santa Maria del Popolo. Da quel momento gli incarichi si moltiplicarono: Sovrintendente agli affari generali della Santa Sede, 16 aprile 1657. Prefetto della Congregazione della Sanità (Sanitatibus), 21 aprile 1657, Legato a latere di Sua Santità davanti al Re di Francia ad Avignone, per risolvere la controversia causata dall'incidente tra la milizia urbana e la famiglia del duca di Crécquy, l'ambasciatore francese davanti alla Santa Sede, dal 24 marzo 1664 all'8 novembre 1664; governatore di Fermo dal 1658 per 3 anni, di Tivoli, legato di Avignone, Arciprete della basilica del Laterano e bibliotecario di Santa Romana Chiesa dal 21 giugno 1659 al 19 settembre 1681, poi per un breve periodo fu prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, 28 luglio 1661, Prefetto della Congregazione dei Confini, il 29 novembre 1661 fino alla morte, e infine Segretario di Stato.

In questa funzione non brillò per particolari qualità. Ciò gli impedì quella lunga carriera, fatta soprattutto nelle varie cariche in Curia e fuori Curia, tipica di tante figure del tempo e dello stesso zio. Né poteva vantare un'attività pastorale di rilievo. Resta quindi tuttora indefinita l'attività del Chigi come cardinale segretario di Stato nel decennio di pontificato di Alessandro VII.

Partecipò a cinque conclavi, i quali elessero Clemente IX, Clemente X, Innocenzo XI, Alessandro VIII e Innocenzo XII. A differenza di quanto dimostrato in Curia, durante i conclavi fu abile negoziatore tra i due grandi schieramenti nel collegio cardinalizio del tempo: quello spagnolo e quello francese.

Fu camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali dal 16 gennaio 1673 al 15 gennaio 1674. Legato a latere per l'apertura e la chiusura, nel giubileo del 1675, della Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano.

Episcopato

Il 18 marzo 1686 optò per l'ordine dei cardinali vescovi ed ebbe la sede suburbicaria di Albano, che mantenne fino al 19 ottobre 1689, quando optò per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina, propria del vice-decano del Sacro Collegio.

È stato consacrato il 24 marzo 1686, nel monastero di San Sisto di Roma, dal cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, prefetto del Congregazione di Propaganda Fide e camerlengo di Santa Romana Chiesa, coadiuvato da Francesco Casati ([1]), arcivescovo titolare di Trapezo, e da Gregorio Carducci ([2]), vescovo di Valva e Sulmona.

Mecenate, fece ristrutturare dal Bernini il palazzo noto oggi come Odescalchi e fece erigere il monumento funebre allo zio in san Pietro. Fu tra i fondatori della biblioteca Chigiana.

Morte

Morì a Roma il 13 settembre 1693. Esposto nella Chiesa di santa Maria del Popolo di Roma, è stato sepolto nella cappella della sua famiglia in quella chiesa.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giangiacomo Teodoro Trivulzio 23 aprile 1657 - 18 marzo 1686 Savo Millini I
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con
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Giangiacomo Teodoro Trivulzio {{{data}}} Savo Millini
Predecessore: Bibliotecario di Santa Romana Chiesa Successore: Emblem Holy See.svg
Orazio Giustiniani, C.O. 21 giugno 1659 - 28 luglio 1661 Enrico Noris, O.S.A. I
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Orazio Giustiniani, C.O. {{{data}}} Enrico Noris, O.S.A.
Predecessore: Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica Successore: Coat of arms of the Vatican City.svg
Benedetto Odescalchi 28 luglio 1661 - 29 novembre 1661 Neri Maria Corsini I
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Benedetto Odescalchi {{{data}}} Neri Maria Corsini
Predecessore: Arciprete di San Giovanni in Laterano Successore: Protonot.png
Girolamo Colonna 1666-1693 Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni I
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Girolamo Colonna {{{data}}} Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni
Predecessore: Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali Successore: Camerlengo.gif
Carlo Gualterio (1673-1674) Giacomo Franzoni I
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con
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Carlo Gualterio {{{data}}} Giacomo Franzoni
Predecessore: Cardinale vescovo di Albano Successore: CardinalCoA PioM.svg
Girolamo Grimaldi-Cavalleroni 18 marzo 1686 - 19 ottobre 1689 Emmanuel-Theódose de la Tour d’Auvergne de Bouillon I
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Girolamo Grimaldi-Cavalleroni {{{data}}} Emmanuel-Theódose de la Tour d’Auvergne de Bouillon
Predecessore: Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pietro Vito Ottoboni 19 ottobre 1689 - 13 settembre 1693 Giacomo Franzoni I
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con
Pietro Vito Ottoboni {{{data}}} Giacomo Franzoni
Bibliografia
  • Enrico Stumpo, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 24, 1980, online