Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac

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Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Aurillac - Eglise Saint-Géraud -1.jpg
Abbaziale
Altre denominazioni
Stato bandiera Francia
Regione Alvernia
Dipartimento Cantal
Comune Aurillac
Località
Diocesi Diocesi di Saint-Flour
Religione Cattolica
Indirizzo {{{Indirizzo}}}
Telefono {{{Telefono}}}
Fax {{{Fax}}}
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione benedettina
Dedicazione San Geraldo d'Aurillac[1]
Vescovo
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
Fondatore
Data fondazione 585
Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione 885
Completamento {{{FineCostr}}}
Distruzione 1791
Soppressione
Ripristino
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva {{{Tecnica costruttiva}}}
Materiali {{{Materiali}}}
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore {{{Nome scopritore}}}
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Superficie massima {{{Superficie}}}
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Iscrizioni {{{Iscrizioni}}}
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Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
44°55′53″N 2°26′53″E / 44.9313889, 2.448055 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Aurillac
Abbazia di Aurillac
Parigi
Parigi
Cluny
Cluny
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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L'Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac (Aureliacum), fondata attorno all'895 in Alvernia (nell'attuale dipartimento del Cantal) dal conte san Geraldo d'Aurillac, distrutta nel corso delle guerre di religione francesi e soppressa con la rivoluzione francese, fu una fra le più antiche abbazie benedettine, e probabilmente influenzò, nelle modalità e nell'organizzazione, la fondazione della stessa Cluny.

L'abbazia è stata inoltre un centro intellettuale di primo piano nel Medioevo, culla del rinnovamento culturale e letterario francese del X secolo: formò tra gli altri Gerberto, poi papa Silvestro II, che col suo monastero di origine mantenne forti legami sino alla morte.[2]

Storia

Fondazione

Il conte Geraldo, considerato che i suoi vasti domini, che si estendevano tra i Monti d'Alvernia, la Rouergue, il Périgueux e Tulle erano allodiali, non volle mai rendere l'omaggio feudale a nessun signore per le proprie terre, salvo che per quelle di Taladiciac perché, spiega Oddone di Cluny nella sua biografia di Geraldo, la sua isolata posizione nella Planèze, fuori dei Monti d'Alvernia, non era difendibile.

Nel corso di uno dei suoi frequenti pellegrinaggi a Roma formalizzò con atto pubblico la sua volontà di donare i propri possedimenti e benefici signorili di Aurillac a San Pietro apostolo, allo scopo di edificare un'abbazia a lui dedicata e sostentare un abate, 39 monaci e alcune persone, laiche o regolari, al servizio della casa, e di pagare ogni anno un obolo di cinque solidi a santo apostolo.

Negli anni successivi Geraldo diede inizio alla costruzione della chiesa abbaziale, inizialmente ex novo, nella piana sotto il castello di Aurillac, poi, abbandonato questo primo progetto in seguito a un crollo, ristrutturando ed ingrandendo la preesistente chiesa di San Clemente, edificata da suo padre e in cui riposavano i suoi genitori.

Per popolare l'abbazia Geraldo si rivolse all'abbazia benedettina di Vabres[3], dove inviò a formarsi un gruppo di suoi giovani seguaci, desiderosi di intraprendere la vita monastica. Primo abate fu Adalgario (o Adelgario), scelto dallo stesso Geraldo in virtù del privilegio pontificio.

Geraldo, desideroso di sottrarre l'abbazia ai poteri locali (laici o religiosi che fossero), pose Aurillac sotto la diretta protezione del sovrano, ottenendo in tal senso una lettera di esenzione da Carlo il Semplice, che fu emessa a Bourges il 2 giugno dell'899, e sanciva per l'abbazia fosse libera ed esente da tutte le giurisdizioni civili ed episcopali; l'abate d'Aurillac poteva perciò recare - come un vescovo - i simboli della mitra e del pastorale.

La consacrazione della prima chiesa abbaziale avvenne nel 907, in onore di San Pietro e San Clemente; nel 909 Geraldo d'Aurillac volle disporre dei suoi residui beni e possedimenti, comunque cospicui, e con una clausola al suo atto di donazione di vent'anni prima, ne donò il possesso all'abbazia, suddividendone in parte il diritto di usufrutto tra alcuni suoi servitori e suo nipote (che contemporaneamente ereditava i diritti di giustizia e di protezione sul monastero); fu per Aurillac l'inizio di un'ascesa economica che raggiunse l'apice nel XVI secolo.

Primi secoli

Geraldo morì in odore di santità il 13 ottobre 909; solo da pochi giorni lo aveva preceduto nella tomba il primo abate, Adelgario: a questi succedette Jean, parente del conte, in buoni rapporti con papa Giovanni X, il quale confermò il rapporto di dipendenza con Aurillac in cambio di un obolo annuale di 12 solidi.

[Oddone di Cluny]] fu abate di Aurillac attorno al 924, per un breve periodo (nel 926 venne chiamato a Cluny alla morte di Bernone). Fu in quel lasso di tempo che ebbe probabilmente inizio il culto di Geraldo, cui un impulso venne di certo dallo stesso Oddone, che ne scrisse successivamente la biografia.

Oddone, dopo aver preso la guida di Cluny, non abbandonò del tutto Aurillac, lasciando Arnulfo come proprio coadiutore e co-abate; negli anni successivi i due diedero un'impronta decisa al destino dell'abbazia: introducendo ad Aurillac gli usi di Cluny ne elevarono il prestigio, fondarono poi una scuola di teologia, grammatica e musica poi rinomata per secoli. Iniziarono i pellegrinaggi e il recinto dell'abbazia si dimostrò ben presto troppo angusto.

Nel 936 il conte Raimondo Ponzio I di Tolosa fondò l'abbazia di Saint-Pons-de-Thomières[4], e chiese ad Aurillac alcuni monaci. Nello stesso anno, col cointeressamento dello stesso conte, fu fondato, ancora come emanazione di Aurillac, sulle terre del signore di Chanteuge, il monastero di Saint-Sauveur. L'anno seguente fu il vescovo di Puy, Gotescalco, a sottomettere ad Arnulfo, perché lo riformasse, il monastero di Saint Théofrède a Le Monastier-sur-Gazeille[5] . Da allora le fondazioni e le dipendenze si moltiplicarono.

A cavallo fra X e XI secolo il culto di San Geraldo si propagò velocemente, anche grazie all'intervento dei vari pontefici, da Niccolò II in poi, che nel corso del tempo si occuparono dell'abbazia gratificandone il fondatore col titolo di beato e di santo. Nel 1061, da papa Niccolò II, e poi nuovamente nel 1068 da papa Alessandro II, Aurillac vide confermati i propri privilegi di fronte al sovrano, ai vescovi e ai signori locali: diritto di giustizia, elezione libera dell'abate, dipendenza diretta dalla Santa Sede, ecc. All'epoca almeno cinque priorati dipendevano da Aurillac. Papa Urbano II, dopo il concilio di Clermont (1095) cui aveva preso parte anche l'abate Pierre II de Cisières, visitò Aurillac in quell'anno e consacrò la chiesa abbaziale rinnovata; nel marzo successivo confermò lo status di Aurillac con una bolla.

Blasone dell'abbazia e relativo motto

Secolarizzazione

L'abbazia conservò un patrimonio assai importante in cui i proventi in natura via via si ridussero, la maggior parte dei priorati venendo secolarizzati per diventare parrocchie.

La stretta applicazione della Regola benedettina secondo l'osservanza cluniacense si attenuò progressivamente durante gli ultimi secoli del Medioevo, ad Aurillac come in molte altre fondazioni benedettine, anche per la lunga crisi determinata dalla guerra dei cent'anni; con l'epoca moderna si produsse una lenta ed impercettibile secolarizzazione con l'abbandono della clausura e del dormitorio comune, e l'assegnazione di prebende.

A partire da una bolla di papa Pio IV datata 13 maggio 1561, sotto l'abbaziato di Martin de Beaune, cancelliere della regina Caterina de' Medici che lo aveva nominato contro il parere dei monaci, gli abati divennero commendatari e cessarono di essere eletti dal capitolo e di risiedere nell'abbazia, pur godendone le prebende.

Poco dopo, sotto l'abbaziato del cardinale Luigi Pisani, nobile veneziano che non vi soggiornò che per l'investitura, la città di Aurillac venne attaccata, il 6 settembre 1569, da milizie calviniste: chiesa, convento, palazzo abbaziale, sculture, tombe, tutto venne distrutto ed incendiato. I metalli preziosi vennero fusi e portati a Ginevra, i libri, i manoscritti, gli archivi vennero bruciati in piazza. In nome dei principi di Navarra e Condé tutte le proprietà dell'abbazia furono vendute all'incanto. Durante 14 mesi gli abitanti della città furono taglieggiati, torturati, talvolta assassinati, per estorcere il loro denaro.

Nel XVII secolo da Charles de Noailles, abate commendatario di Aurillac dal 1606, poi vescovo di Saint-Flour nel 1610, intrapprese la ricostruzione dell'abbazia i cui lavoi terminarono nel 1643.

L'attività monastica fu soppressa durante la rivoluzione francese attorno al 1790.

La ricostruzione della chiesa fu completata nella seconda metà dell'Ottocento, completando la navata con tre campate e un portico, e ricostruendo il campanile. L'attuale campanile della chiesa abbaziale di Saint-Géraud d'Aurillac è l'edificio più alto della città con i suoi 77 metri di altezza ed è stato inaugurato nel 1898.

Cronotassi degli abati

Note
  1. Martirologio Romano festa 13 ottobre: A Saint-Ciergues nella regione dell'Auvergne in Francia, san Gerardo, che, conte di Aurillac, con grande profitto per i suoi possedimenti condusse segretamente vita monastica sotto l'abito secolare, divenendo modello di riferimento per i potenti.
  2. Henri Focillon, L'anno Mille, SE, Milano, 2010, p. 191
  3. Voce Abbaye de Vabres di fr.wiki: il materiale ivi presente è stato rielaborato in senso cattolico e integrato
  4. Voce Cathédrale Saint-Pons de Saint-Pons-de-Thomières di fr.wiki: il materiale ivi presente è stato rielaborato in senso cattolico e integrato
  5. (FR) ABBAYE SAINT-THÉOFRÈDE su ch.search.yahoo.com. URL consultato il 07-08-2024
  6. cfr. Bishop Jean-Sébastien de Barral † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  7. cfr. Bishop Claude-Mathias-Joseph de Barral † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
Bibliografia
Collegamenti esterni