Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac
Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac | |
Abbaziale | |
Stato | Francia |
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Regione | Alvernia |
Dipartimento | Cantal |
Comune | Aurillac |
Diocesi | Diocesi di Saint-Flour |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | San Geraldo d'Aurillac[1] |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Sigla Ordine reggente | O.S.B. |
Data fondazione | 585 |
Inizio della costruzione | 885 |
Distruzione | 1791 |
Coordinate geografiche | |
Francia | |
L'Abbazia di Saint-Géraud d'Aurillac (Aureliacum), fondata attorno all'895 in Alvernia (nell'attuale dipartimento del Cantal) dal conte san Geraldo d'Aurillac, distrutta nel corso delle guerre di religione francesi e soppressa con la rivoluzione francese, fu una fra le più antiche abbazie benedettine, e probabilmente influenzò, nelle modalità e nell'organizzazione, la fondazione della stessa Cluny.
L'abbazia è stata inoltre un centro intellettuale di primo piano nel Medioevo, culla del rinnovamento culturale e letterario francese del X secolo: formò tra gli altri Gerberto, poi papa Silvestro II, che col suo monastero di origine mantenne forti legami sino alla morte.[2]
Storia
Fondazione
Il conte Geraldo, considerato che i suoi vasti domini, che si estendevano tra i Monti d'Alvernia, la Rouergue, il Périgueux e Tulle erano allodiali, non volle mai rendere l'omaggio feudale a nessun signore per le proprie terre, salvo che per quelle di Taladiciac perché, spiega Oddone di Cluny nella sua biografia di Geraldo, la sua isolata posizione nella Planèze, fuori dei Monti d'Alvernia, non era difendibile.
Nel corso di uno dei suoi frequenti pellegrinaggi a Roma formalizzò con atto pubblico la sua volontà di donare i propri possedimenti e benefici signorili di Aurillac a San Pietro apostolo, allo scopo di edificare un'abbazia a lui dedicata e sostentare un abate, 39 monaci e alcune persone, laiche o regolari, al servizio della casa, e di pagare ogni anno un obolo di cinque solidi a santo apostolo.
Negli anni successivi Geraldo diede inizio alla costruzione della chiesa abbaziale, inizialmente ex novo, nella piana sotto il castello di Aurillac, poi, abbandonato questo primo progetto in seguito a un crollo, ristrutturando ed ingrandendo la preesistente chiesa di San Clemente, edificata da suo padre e in cui riposavano i suoi genitori.
Per popolare l'abbazia Geraldo si rivolse all'abbazia benedettina di Vabres[3], dove inviò a formarsi un gruppo di suoi giovani seguaci, desiderosi di intraprendere la vita monastica. Primo abate fu Adalgario (o Adelgario), scelto dallo stesso Geraldo in virtù del privilegio pontificio.
Geraldo, desideroso di sottrarre l'abbazia ai poteri locali (laici o religiosi che fossero), pose Aurillac sotto la diretta protezione del sovrano, ottenendo in tal senso una lettera di esenzione da Carlo il Semplice, che fu emessa a Bourges il 2 giugno dell'899, e sanciva per l'abbazia fosse libera ed esente da tutte le giurisdizioni civili ed episcopali; l'abate d'Aurillac poteva perciò recare - come un vescovo - i simboli della mitra e del pastorale.
La consacrazione della prima chiesa abbaziale avvenne nel 907, in onore di San Pietro e San Clemente; nel 909 Geraldo d'Aurillac volle disporre dei suoi residui beni e possedimenti, comunque cospicui, e con una clausola al suo atto di donazione di vent'anni prima, ne donò il possesso all'abbazia, suddividendone in parte il diritto di usufrutto tra alcuni suoi servitori e suo nipote (che contemporaneamente ereditava i diritti di giustizia e di protezione sul monastero); fu per Aurillac l'inizio di un'ascesa economica che raggiunse l'apice nel XVI secolo.
Primi secoli
Geraldo morì in odore di santità il 13 ottobre 909; solo da pochi giorni lo aveva preceduto nella tomba il primo abate, Adelgario: a questi succedette Jean, parente del conte, in buoni rapporti con papa Giovanni X, il quale confermò il rapporto di dipendenza con Aurillac in cambio di un obolo annuale di 12 solidi.
[Oddone di Cluny]] fu abate di Aurillac attorno al 924, per un breve periodo (nel 926 venne chiamato a Cluny alla morte di Bernone). Fu in quel lasso di tempo che ebbe probabilmente inizio il culto di Geraldo, cui un impulso venne di certo dallo stesso Oddone, che ne scrisse successivamente la biografia.
Oddone, dopo aver preso la guida di Cluny, non abbandonò del tutto Aurillac, lasciando Arnulfo come proprio coadiutore e co-abate; negli anni successivi i due diedero un'impronta decisa al destino dell'abbazia: introducendo ad Aurillac gli usi di Cluny ne elevarono il prestigio, fondarono poi una scuola di teologia, grammatica e musica poi rinomata per secoli. Iniziarono i pellegrinaggi e il recinto dell'abbazia si dimostrò ben presto troppo angusto.
Nel 936 il conte Raimondo Ponzio I di Tolosa fondò l'abbazia di Saint-Pons-de-Thomières[4], e chiese ad Aurillac alcuni monaci. Nello stesso anno, col cointeressamento dello stesso conte, fu fondato, ancora come emanazione di Aurillac, sulle terre del signore di Chanteuge, il monastero di Saint-Sauveur. L'anno seguente fu il vescovo di Puy, Gotescalco, a sottomettere ad Arnulfo, perché lo riformasse, il monastero di Saint Théofrède a Le Monastier-sur-Gazeille[5] . Da allora le fondazioni e le dipendenze si moltiplicarono.
A cavallo fra X e XI secolo il culto di San Geraldo si propagò velocemente, anche grazie all'intervento dei vari pontefici, da Niccolò II in poi, che nel corso del tempo si occuparono dell'abbazia gratificandone il fondatore col titolo di beato e di santo. Nel 1061, da papa Niccolò II, e poi nuovamente nel 1068 da papa Alessandro II, Aurillac vide confermati i propri privilegi di fronte al sovrano, ai vescovi e ai signori locali: diritto di giustizia, elezione libera dell'abate, dipendenza diretta dalla Santa Sede, ecc. All'epoca almeno cinque priorati dipendevano da Aurillac. Papa Urbano II, dopo il concilio di Clermont (1095) cui aveva preso parte anche l'abate Pierre II de Cisières, visitò Aurillac in quell'anno e consacrò la chiesa abbaziale rinnovata; nel marzo successivo confermò lo status di Aurillac con una bolla.
Secolarizzazione
L'abbazia conservò un patrimonio assai importante in cui i proventi in natura via via si ridussero, la maggior parte dei priorati venendo secolarizzati per diventare parrocchie.
La stretta applicazione della Regola benedettina secondo l'osservanza cluniacense si attenuò progressivamente durante gli ultimi secoli del Medioevo, ad Aurillac come in molte altre fondazioni benedettine, anche per la lunga crisi determinata dalla guerra dei cent'anni; con l'epoca moderna si produsse una lenta ed impercettibile secolarizzazione con l'abbandono della clausura e del dormitorio comune, e l'assegnazione di prebende.
A partire da una bolla di papa Pio IV datata 13 maggio 1561, sotto l'abbaziato di Martin de Beaune, cancelliere della regina Caterina de' Medici che lo aveva nominato contro il parere dei monaci, gli abati divennero commendatari e cessarono di essere eletti dal capitolo e di risiedere nell'abbazia, pur godendone le prebende.
Poco dopo, sotto l'abbaziato del cardinale Luigi Pisani, nobile veneziano che non vi soggiornò che per l'investitura, la città di Aurillac venne attaccata, il 6 settembre 1569, da milizie calviniste: chiesa, convento, palazzo abbaziale, sculture, tombe, tutto venne distrutto ed incendiato. I metalli preziosi vennero fusi e portati a Ginevra, i libri, i manoscritti, gli archivi vennero bruciati in piazza. In nome dei principi di Navarra e Condé tutte le proprietà dell'abbazia furono vendute all'incanto. Durante 14 mesi gli abitanti della città furono taglieggiati, torturati, talvolta assassinati, per estorcere il loro denaro.
Nel XVII secolo da Charles de Noailles, abate commendatario di Aurillac dal 1606, poi vescovo di Saint-Flour nel 1610, intrapprese la ricostruzione dell'abbazia i cui lavoi terminarono nel 1643.
L'attività monastica fu soppressa durante la rivoluzione francese attorno al 1790.
La ricostruzione della chiesa fu completata nella seconda metà dell'Ottocento, completando la navata con tre campate e un portico, e ricostruendo il campanile. L'attuale campanile della chiesa abbaziale di Saint-Géraud d'Aurillac è l'edificio più alto della città con i suoi 77 metri di altezza ed è stato inaugurato nel 1898.
Cronotassi degli abati
- 898 Adalgario (Adalgarius)
- 907 Jean I
- 920 Oddone di Cluny
- 926 Arnulfo
- Adralde I
- Géraud I de Saint-Céré, terminò la costruzione della seconda chiesa abbaziale, dedicata nel 962; ricostruì la chiesa fondata dal padre di Geraldo
- 987 Raimond de La Vaur, maestro di Gerberto d'Aurillac.
- 1010 Adralde II de Saint-Christophe
- 1039 Géraud II du Bex
- Géraud III de Caussade
- Géraud IV de Capdenac
- Pierre I de Limagne
- Émile
- Pierre II de Cisières
- Gosbert
- Pierre III de La Roque d'Aton
- Pierre IV d'Alzon
- Gaucelin d'Alzon
- 1141 Guillaume I
- 1144 Ebles
- 1167 Pierre V Brun
- 1195 Guillaume II
- 1203 Ramnulphe
- 1204 Géraud V de Cardaillac
- 1233 Bertrand I
- 1252 Aymard de Valette; prima cellerario dell'abbazia, fu quindi nominato abate di Figeac dall'abate di Cluny, e in seguito eletto abate di Aurillac
- 1262 Guillaume III Arnaud
- 1291 Pierre VI de Malfayde
- 1303 Draconnet de Montauban
- 1311 Guillaume IV; sotto il suo abbaziato, una bolla di papa Clemente V autorizzò gli abati a celebrare la messa in abito pontificale. Rifiutò l'elevazione di Aurillac a diocesi; il seggio episcopale venne invece installato a Saint-Flour
- 1320 Archambaud; già vescovo d'Alvernia al momento dell'elezione, i consoli gli rifiutarono l'entrata in Aurillac in abito vescovile, dicendo che la città di San Geraldo era direttamente dipendente dalla Santa Sede
- 1335 Guillaume V d'Angles
- 1340 Aymeric de Montal, figlio di Bertrand, signore di Laroquebrou, e di Gaillarde de Sévérac
- 1356 Pierre VII de Saint-Exupéry
- 1424 Bertrand II de Saint-Beauzire
- 1440 Hugues de Roche d'Agoux
- 1464 Jean II d'Armagnac de Pardiac, vescovo di Castres, figlio di Bernard VIII, conte di Pardiac, e di Éléonore de Bourbon, contessa di La Marche. Era fratello di Jacques d'Armagnac, duca di Nemours
- 1489 Pierre VIII de Balzac
- 1490 Gratien de Villeneuve
- 1499 Antoine II de Cardaillac
- 1502 Charles I de Saint-Nectaire
- 15?? Giovanni di Lorena
- 1550 Agostino Spinola
- 1556 Charles II de Saint-Martin
- 1558 Jean IV de Cardaillac
- 1559 Charles III de Saint-Nectaire
- 1560 Antoine III de Saint-Nectaire, figlio di Nectaire e di Marguerite d'Estampes; eletto vescovo di Le Puy nel 1561, chiese la messa in commendam dell'abbazia.
- 48. 1561 Martin Fournier de Beaune-Semblançay
- 49. 1565 Guillaume VI Viole, vescovo di Parigi
- 50. 1568 Cardinale Luigi Pisani
- 51. 1570 Paul de Foix
- 52. 1578 Cardinale Georges d'Armagnac
- 53. 1585 Philippe des Portes
- 54. 1603 Cardinale François de Joyeuse
- 55. 1615 Pierre IX de Réveilles
- 56. 1616 Cardinale Charles IV de Noailles, vescovo di Saint-Flour, vescovo di Rodez, deputato agli Stati Generali del 1614
- 57. 1648 Louis II Barbier de La Rivière
- 58. 1670 Hercule de Mauziéri
- 59. 1679 Cardinale Léon Potier de Gesvres
- 60. 1744 Jean V Sébastien François de Barral[6], vescovo di Castres
- 61. 1752 Claude-Mathias de Barral[7], fratello del precedente, vescovo di Troyes
- 62. 1787 Jacques de Cambefort de Serieys.
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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- Tutti i beni architettonici
- Beni architettonici in Francia
- Beni architettonici dedicati a San Geraldo d'Aurillac
- Abbazie distrutte o scomparse in Francia
- Abbazie distrutte o scomparse per nome
- Abbazie distrutte o scomparse di Aurillac
- Abbazie benedettine distrutte o scomparse
- Aurillac
- Abbazie distrutte o scomparse dedicate a San Geraldo d'Aurillac
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- Diocesi di Saint-Flour