Diocesi di Rodez

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Diocesi di Rodez
Dioecesis Ruthenensis
Chiesa latina
Cathedral of Our Lady of Rodez 79.jpg
vescovo Luc Meyer
Sede Rodez
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Tolosa
Aveyron-Position.svg
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Francia
Parrocchie 35
Sacerdoti 105 di cui 90 secolari e 15 regolari
2.601 battezzati per sacerdote
37 religiosi 415 religiose 12 diaconi
278.860 abitanti in 8.743 km²
273.160 battezzati (98,0% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Cattedrale Nostra Signora
Indirizzo
B.P. 821, 13 avenue Victor Hugo, 12008 Rodez CEDEX, France
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 ( ch)
Collegamenti interni
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La diocesi di Rodez (in latino: Dioecesis Ruthenensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa. Nel 2020 contava 273.160 battezzati su 278.860 abitanti. È retta dal vescovo Luc Meyer.

Territorio

La diocesi coincide con il dipartimento francese dell'Aveyron.

Sede vescovile è la città di Rodez, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora. A Vabres-l'Abbaye sorge l'ex cattedrale del Santo Salvatore e di San Pietro; a Caignac, la basilica minore di Notre-Dame de Caignac; a Conques, la chiesa di Sainte-Foy, patrimonio dell'umanità.

Il territorio è suddiviso 8 vicariati et 36 parrocchie.

Storia

Segodunum, l'odierna Rodez, era l'antica capitale dei Rutheni, popolo della Gallia celtica abitante la regione della Rouergue. Secondo la tradizione, l'evangelizzazione di questa regione fu dovuta a sant'Amanzio di Rodez[1], riconosciuto come il primo presule di questa città. Il primo vescovo storicamente documentato è san Quinziano[2], che prese parte al concilio di Agde del 506. Tuttavia la presenza di una diocesi è attestata già nel 475 circa da Gaio Sollio Sidonio Apollinare, vescovo di Clermont.

Segodunum era una civitas della provincia romana dell'Aquitania prima dipendente dal punto di vista amministrativo da Bourges. La diocesi perciò, almeno dal VI secolo, dipendeva dal punto di vista religioso dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Bourges, sede metropolitana.

Nell'XI secolo sorsero nella diocesi numerose abbazie cistercensi, fra cui quelle di Silbanès, Beaulieu, Loc-Dieu, Bonneval e Sainte-Foy de Conques.

Durante il Medioevo i vescovi di Rodez ebbero il potere temporale sul centro della città. Il 25 maggio 1277 il vescovo Raimond de Calmont d'Olt pose la prima pietra per la ricostruzione della cattedrale, in stile gotico, che fu ultimata solamente nel XVI secolo.

Alla fine del XIII secolo la diocesi di Rodez fu la prima diocesi francese ad adottare il rito romano.[3]

Il 13 agosto 1317, con la bolla Salvator noster di papa Giovanni XXII, cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Vabres.

Nel 1534 la cittadina di Milhau (oggi Millau) adottò il calvinismo e divenne in seguito una delle piazzeforti protestanti. Sarà conquistata dai cattolici solo nel 1629.

Il 3 ottobre 1678 Rodez divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Albi.

Durante la rivoluzione. Il clero costituzionale la dedicò a Marat. In questo modo l'edificio poté salvarsi ed essere successivamente recuperato al culto.

Tra i sacerdoti che hanno pagato con la vita il loro rifiuto di prestare il giuramento richiesto dalla Costituzione civile del clero, ci sono 147 sacerdoti della diocesi di Rodez morti in prigionia o decapitati. Quattro di loro furono beatificati a Parigi, il 17 ottobre 1926, da papa Pio XI con i 191 martiri dei Carmelitani.Charles Carnus, professore al Royal College di Rodez; Pierre-Jean Garrigues, medico alla Sorbona, Jean-Antoine Segonds, predicatore del re, e Jean Lacan, cappellano della Pitié di Parigi[4].

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi fu soppressa e il suo territorio diviso fra le diocesi di Cahors e di Saint-Flour.

Il concordato del 1817 prevedeva il ristabilimento della diocesi; per questo motivo fu nominato vescovo Charles-André-Toussaint-Bruno de Ramond-Lalande, il quale tuttavia non entrò mai in carica poiché il Parlamento di Parigi non approvò l'accordo con la Santa Sede.

Solo il 6 ottobre 1822 la diocesi fu ristabilita con la bolla Paternae charitatis del medesimo papa Pio VII, ricavandone il territorio dalla diocesi di Cahors. Una porzione del suo antico territorio fu ceduta alla diocesi di Montauban.

Un gruppo di preti e di fedeli, sostenuti dal vescovo in esilio Charles Colbert de Seigneley, si opposero al regime concordatario e, rifiutandosi di sottomettersi al nuovo vescovo Charles de Ramond-Lalande, dettero origine ad uno scisma e ad una Chiesa nota con il nome di Petite Eglise. Lo scisma rientrò verso la metà dell'Ottocento; alcuni preti però resistettero e l'ultimo morì impenitente nel 1896. Lo scisma continuò fino al 1911 nella vicina diocesi di Saint-Flour.[5]

Il 27 maggio 1875 i vescovi di Rodez ottennero di aggiungere al proprio titolo quello di vescovi di Vabres, sede soppressa che ricade nel territorio diocesano.

L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche francesi, è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Tolosa.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 278.860 persone contava 273.160 battezzati, corrispondenti al 98,0% del totale.

Note
  1. Martirologio Romano, festa 4 novembre: A Rodez in Aquitania, ora in Francia, sant'Amanzio, vescovo, che si ritiene sia stato il primo presule di questa città.
  2. Martirologio Romano, festa 13 novembre: A Clermont-Ferrand in Aquitania, ora in Francia, san Quinziano, vescovo, che dapprima tenne la sede di Rodez e poi, mandato in esilio dai Goti, divenne vescovo di questa città.
  3. (FR) Matthieu Desachy, "Albi avant d'autres. L'influence de Louis d'Amboise et le rôle de la famille Jouffroy dans l'introduction de l'imprimérie à Albi", in Foi, art, culture en pays Tarnais, Albi, 2009, p. 122 ISBN 978-2-915699-97-5
  4. La Chiesa li festeggia il 2 settembre nel gruppo di tre vescovi e novantatrè compagni. MR:A Parigi in Francia, passione dei beati martiri Giovanni Maria du Lau d’Allemans, Francesco Giuseppe e Pietro Ludovico de la Rochefoucauld, vescovi, e novantatrè compagni, chierici o religiosi, che, radunati nel convento dei Carmelitani, furono trucidati per Cristo in odio alla religione per essersi rifiutati di prestare l’empio giuramento imposto al clero durante la rivoluzione francese. E il 3 settembre nel gruppo di del beato Andrea Abele Alricy e settantuno compagni. MR: A Parigi in Francia, passione dei beati Andrea Abele Alricy, sacerdote, e settantuno compagni, martiri, in gran parte sacerdoti che, dopo una prima strage eseguita il giorno precedente, rinchiusi nel Seminario di Saint-Firmin come in un carcere, furono massacrati in odio alla Chiesa.
  5. J. Gibail, Histoire de la Petite-Eglise à Cassaniouze 1801-1911, Aurillac 1912.
  6. Secondo quanto racconta Sidonio Apollinare, vescovo di Clermont, nel 475 circa la diocesi di Rodez era vacante a causa dell'invasione dei Goti.
  7. Secondo Duchesne, in base alle indicazione della biografia di Dalmazio, la sua nomina all'episcopato risalirebbe al 524; la prima menzione storica di questo vescovo è del 535, quando prese parte al concilio di Orléans.
  8. Successore di Teodosio, secondo la Historia Francorum di Gregorio di Tours.
  9. Vescovo riportato nella cronotassi di Gallia christiana e da Gams, ma completamente ignorato da Duchesne.
  10. Sono state conservate due lettere del vescovo Vero, una anteriore alla promozione di Desiderio di Cahors (630), l'altra in cui ebbe una risposta da san Sulpizio di Bourges († 647).
  11. Al concilio di Roma del 769 partecipò un Gaugenus vescovo civitate Toronensis; secondo Duchesne, o è identificabile con Eusebio di Tours, oppure potrebbe essere vescovo di Rodez, e allora bisognerebbe leggere Rotonensis invece di Toronensis.
  12. Vescovo citato da Gams, ma ignoto a Gallia christiana e a Duchesne.
  13. Secondo Duchesne, il documento che menziona il vescovo Frotardo è senza valore.
  14. Vescovo citato da Gams (con un punto interrogativo), ma ignoto a Gallia christiana e a Duchesne.
  15. Menzionato nella vita di san Geraldo d'Aurillac, ma senza indicazione della sede di appartenenza; potrebbe essere vescovo di Rodez, secondo Duchesne, posteriore al 900.
  16. Menzionato da Gams, ignoto a Eubel.
  17. Vescovo riportato da Gams, ma ignoto a Eubel.
  18. Nominato dal re francese il 31 maggio 1684, è confermato dalla Santa Sede quasi dieci anni dopo.
  19. Nominato arcivescovo di Vienne il 19 dicembre 1746.
  20. Nominato arcivescovo di Bordeaux il 2 aprile 1781.
  21. Contravvenendo alle disposizioni date da papa Pio VII nella Qui Christi Domini, il vescovo Colbert de Seigneley non diede le dimissioni e morì in esilio a Londra nel 1813.
  22. Data della nomina; tuttavia poté prendere possesso della diocesi e di tutte le sue funzioni episcopali solo dopo il 6 ottobre 1822, quando la diocesi fu effettivamente ristabilita.
Bibliografia
Collegamenti esterni