Abbazia di San Michele della Chiusa
Abbazia di San Michele Arcangelo sul monte Pirchiriano, valle di Susa | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Piemonte |
Comune | Sant'Ambrogio di Torino e Chiusa di San Michele (Torino) |
Diocesi | Arcidiocesi di Torino |
Religione | Cattolica |
Sito web | |
Proprietà | Rosminiani |
Oggetto tipo | Abbazia |
Dedicazione | San Michele arcangelo |
Sigla Ordine fondatore | O.S.B. |
Fondatore | San Giovanni Vincenzo |
Data fondazione | 983 |
Stile architettonico | Romanico, gotico, rinascimentale |
Inizio della costruzione | X secolo |
Altitudine | 960 s.l.m. |
Coordinate geografiche | |
Piemonte | |
L'Abbazia di San Michele della Chiusa, detta anche Sacra di San Michele, localmente chiamata Sagra di San Michele, è un complesso architettonico arroccato sulla vetta del monte Pirchiriano, all'imbocco della val di Susa, nella Città metropolitana di Torino, in Piemonte, nei territori dei comuni di Sant'Ambrogio di Torino e di Chiusa di San Michele, poco sopra la borgata San Pietro.
Collocata su un imponente basamento di 26 metri a 960 metri s.l.m[1], affacciandosi dalla cima del monte Pirchiriano sul confine fra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, è il monumento simbolo del Piemonte[2][3] e una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, appartenente alla diocesi di Susa, prima tappa in territorio italiano della via Francigena[4][5].
Dal XII al XV secolo visse il periodo del suo massimo splendore storico, divenendo uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia. Nel XIX secolo vi fu insediata la congregazione dei padri rosminiani[6]. Nel 2015, il sito è stato uno dei vincitori del concorso fotografico mondiale Wiki Loves Monuments[7]. Nel 2016 il museo del complesso monumentale abbaziale è stato visitato da oltre 100 000 persone[8].
Nella notte del 24 gennaio 2018, il Monastero Vecchio della Sacra ha subito ingenti danni a seguito di un incendio divampato sul tetto[9], senza impattare la parte architettonicamente più rilevante, che necessita di importanti restauri[10].
Storia
Poco si sa dei primi anni dell'abbazia. Il più antico racconto esistente è quello di un monaco, Guglielmo, che visse qui alla fine dell'XI secolo e scrisse un Chronicon Coenobii Sancti Michaelis de Clusa. Egli pone la fondazione dell'abbazia nel 966, ma, in un altro passo, lo stesso monaco sostiene che la costruzione iniziò sotto il pontificato di Silvestro II (999-1003).
Quel che è certo è che quella che oggi è la cripta fu costruita alla fine del X secolo, come attesta l'influenza bizantina nelle nicchie, nelle colonne e negli archi. Secondo la tradizione, questo edificio fu costruito dall'eremita San Giovanni Vincenzo per volere dell'arcangelo Michele a cui era particolarmente devoto; e i materiali da costruzione che l'eremita aveva raccolto furono trasportati miracolosamente in cima al monte. Inoltre, si nota che il culto di San Michele, l'arcangelo che ha combattuto con Lucifero, in genere basa le sue chiese su pinnacoli o luoghi difficili da raggiungere, ad esempio Mont Saint-Michel in Francia.
Negli anni successivi fu aggiunto un piccolo edificio, che poteva ospitare una piccola comunità di monaci e alcuni pellegrini.
Successivamente l'abbazia si sviluppò sotto l'ordine di San Benedetto, con la costruzione di un edificio separato con foresteria per i pellegrini che seguivano la popolare Via Francigena e di una chiesa-monastero (1015-1035), probabilmente sui resti dell'antico castrum romano. Durante la Pasqua del 1098, Sant'Anselmo, arcivescovo di Canterbury, visitò il monastero per vedere suo nipote Anselmo, che era nomaco in quel cenobio. Il giovane Anselmo avrebbe continuato a servire come abate di San Saba a Roma e di Bury St. Edmunds in Inghilterra. L'abate Ermengardo (1099-1131) fece costruire un nuovo grande basamento alto 26 m dai piedi della collina fino alla sua sommità, sul quale fu aggiunta una nuova chiesa (quella ancora oggi esistente), comprese le strutture circostanti.
Nell'anno 1315 fu redatto il manoscritto Breviario di San Michele della Chiusa contenente il ciclo di preghiere dell'anno per i monaci dell'Abbazia.
Il monastero cadde in decadenza e fu infine soppresso nel 1622 da papa Gregorio XV. Rimase abbandonata fino al 1835, quando il re Carlo Alberto e il Papa chiesero ad Antonio Rosmini di restaurarla e ripopolarla. Attualmente è sotto la cura dei Rosminiani.
- Adverto (999-1002)
- Benedetto I (1002-1045)
- Pietro I (1045-1066)
- Benedetto II (1066-1091)
- Guglielmo I (1091-1095)
- Ermenegaldo (1095-1124)
- Gaufrido (1124-1142)
- Bonifacio I (1142-1148)
- Stefano (1148-1170)
- Benedetto III (1170-1200)
- Pietro II (1200-1227)
- Elia (1227-1239)
- Matteo (1239-1244)
- Guglielmo II de la Chambre (1244-1261)
- Decano (1261-1283)
- Raimondo (1283-1292)
- Riccardo (1292-1298)
- Andrea (1298-1308)
- Antonio (1308-1310)
- Guglielmo III di Savoia (1310-1325)
- Rodolfo di Mombello (1325-1359)
- Ugone di Marbosco (1359-1361)
- Giacomo (1361-1362)
- Pietro di Fongeret (1362-1379)
Abati commendatari
Dal 1381 al 1826 ressero l'abbazia 26 abati commendatari:
- Guido di Saorgio (1381-1391)
- Guglielmo di Challant - vescovo (1391-1408)
- Amedeo di Montmayeur - vescovo (1408-1411)
- Antonio di Challant - cardinale (1411-1421)
- Giovanni Seyturier - consigliere di Amedeo VIII (1421-1446)
- Guglielmo di Varax - vescovo (1446-1461)
- Giovanni di Varax - vescovo (1461-1503)
- Urbano di Miolans - vescovo (1503-1522)
- Giovanni Battista Pallavicini - cardinale (1522-1535)
- Bonifacio Ferrero - cardinale (1535-1535)
- Filiberto Ferrero - cardinale (1535-1538)
- Francesco Ferrero - cardinale (1538-1549)
- Filiberto Ferrero - cardinale (1549-1560)
- Guido Ferrero - cardinale (1560-1585)
- Michele Bonelli - cardinale (1585-1598)
- Lorenzo Capris - conte e governatore della cittadella di Torino (1598-1603)
- Emanuele Filiberto - principe ereditario (1603-1604)
- Giovanni Botero - presbitero (1604-1611)
- Maurizio di Savoia - cardinale (1611-1642)
- Antonio di Savoia - generale (1642-1698)
- Eugenio di Savoia Soissons - generale (1698-1736)
- Vacante (1736-1742)
- Giovanni Millo - cardinale (1742-1757)
- Vacante (1757-1759)
- Guidobono Cavalchini - cardinale (1759-1774)
- Vacante (1774-1777)
- Sigismondo Gerdil - cardinale (1777-1818[12])
- Cesare Garretti dei Conti di Ferrere - nobile (1818-1826)
- Giuseppe Cacherano dei Conti di Bricherasio - nobile (1826)
Padri rettori rosminiani
- Andrea Alotto (1943-1946)
- Andrea Alotto (1951-1984) (per la seconda volta)
- Angelo Giupponi (1984-1990)
- Antonio Salvatori (1990-2003)
- Giuseppe Bagattini (2003-2018)
- Claudio Massimiliano Papa (dal 2018)
Galleria d'immagini
Veduta in lontananza dell'abbazia e di San Pietro
Il Coro Vecchio contornato da preziosi dipinti, tra cui il Trittico di Defendente Ferrari (1520 circa), e tombe di alcuni principi di casa Savoia
Grande affresco dell'Assunzione (1505) di Secondo Delbosco di Poirino[6]
La Madonna della Pera (fine Quattrocento - inizio Cinquecento) di Secondo Delbosco di Poirino e suo allievo[13]
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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