Bonifacio Ferrero




Bonifacio Ferrero Cardinale | |
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Età alla morte | 67 anni |
Nascita | Biella 1476 |
Morte | Roma 2 gennaio 1543 |
Sepoltura | Chiesa di San Sebastiano (Biella) |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 28 luglio 1497 da papa Alessandro VI |
Consacrazione vescovile | 1505 dal card. Gianstefano Ferrero |
Creato Cardinale |
1º luglio 1517 da Leone X (vedi) |
Cardinale per | 25 anni, 6 mesi e 1 giorno |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Bonifacio Ferrero (Biella, 1476; † Roma, 2 gennaio 1543) è stato un vescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Biella, nel 1476, da Sebastiano, signore di Gaglianico e Candelo, e da Tomena Avogadro dei signori di Cerrione.
Avviato giovanissimo alla carriera ecclesiastica, fu probabilmente il più insigne tra, i numerosi membri della sua famiglia che, nel corso del XV e XVI secolo, abbracciarono lo stato clericale. La posizione rivestita dal padre, in seno alla corte sabauda prima ed a quella francese poi, ne favorì la rapida ascesa. L'intervento paterno presso il pontefice Innocenzo VIII gli valse, a soli quattordici anni, il conferimento, con bolla del 6 giugno 1490, di un canonicato nella chiesa cattedrale di Vercelli. Il 14 novembre 1494 papa Alessandro VI lo nominò abate commendatario dell'abbazia benedettina di santo Stefano d'Ivrea[1] ed il 3 novembre successivo lo designò prevosto della chiesa di sant'Eusebio di Vercelli.
Episcopato
Le pressioni esercitate in suo favore presso la Santa Sede dalla corte sabauda gli ottennero, sempre da Alessandro VI, il riconoscimento, con gratia expectativa del 28 luglio 1497, del diritto alla nomina al vescovado di Ivrea. La concessione divenne operante nel 1499, tuttavia il vescovado gli venne conferito a semplice titolo di amministrazione, non avendo egli ancora raggiunto l'età canonica per la nomina alla dignità episcopale.
Nel frattempo aveva accumulato altri importanti benefici ecclesiastici: fu priore di San Pietro di Chambéry dal 1499 al 1519, amministratore della diocesi di Nizza dal 1501 al 1504, priore dei Santi Giovanni e Sebastiano di Benna dal 1508 al 1542.
L'episcopato vercellese fu di breve durata, perché nel 1511 rinunciò a favore del fratello Agostino e ritornò sulla cattedra di Ivrea, ma anche questa volta rinunciò alla diocesi, cedendola al nipote Filiberto Ferrero nel 1518.
Nel 1513, dopo l'ascesa al soglio pontificio di Leone X, il Ferrero si recò a Roma per partecipare al V concilio ecumenico lateranense. La sua presenza in seno all'assemblea conciliare risulta attestata a partire dalla VII sessione, celebrata il 17 giugno 1513. Il mancato intervento alle precedenti sessioni pare trovare giustificazione nella aperta ostilità del pontefice Giulio II nei confronti di Luigi XII di Francia, al quale i Ferrero si erano venuti strettamente legando proprio in quegli anni.
Cardinalato
Papa Leone X lo creò cardinale nel concistoro del 1º luglio 1517. Ricevette la berretta cardinalizia e il titolo dei Santi Nereo e Achilleo. Nell'ottobre 1521 il Ferrero benedisse in Nizza le nozze del duca Carlo II di Savoia con Beatrice di Portogallo. Nel dicembre dello stesso anno, scomparso il pontefice Leone X, intraprese il viaggio alla volta di Roma per partecipare al conclave, dal quale sarebbe poi risultato eletto Adriano VI. Giunto a Pavia, fu trattenuto, insieme col suo seguito, dalle truppe di Prospero Colonna, per ordine del duca di Milano, Francesco II Sforza, che, aderendo al partito imperiale, sperava in tal modo di evitare la presenza in seno al conclave di un dichiarato sostenitore delle posizioni francesi. Le proteste dei membri del Collegio cardinalizio, intervenuti in suo favore, ed il loro rifiuto di procedere all'elezione papale in assenza del Ferrero contribuirono ad una rapida risoluzione dell'incidente e consentirono al medesimo di giungere a Roma prima del 27 dicembre, data d'inizio del conclave stesso.
Dal nuovo pontefice ottenne, il 15 maggio 1522, l'autorizzazione a ricevere in commendam, per cessione del fratello Agostino, l'abbazia di S. Stefano di Vercelli Santo Stefano di Vercelli[2], dal 1522 al 1527. Fu pure abate commendatario di San Michele della Chiusa dal 1524 al 1535 e di San Benigno di Fruttuaria dal 1525 al 5 novembre 1534.
Alla morte di Adriano VI prese parte al conclave che, il 19 novembre 1523, portò alll'elezione di Clemente VII.
Nel 1533 optò per l'ordine dei cardinali vescovi e per la Sede suburbicaria di Albano, che cambiò con quella di Palestrina l'anno seguente. Nel 1534 prese parte al conclave indetto nell'ottobre, dopo la morte di Clemente VII, ed ebbe un ruolo non secondario nel favorire l'elezione di Paolo III, da cui fu designato, il 26 febbraio seguente, al vescovado di Sabina.
In occasione della convocazione a Vicenza, poi rimasta senza esito, del concilio ecumenico, voluto da Paolo III per arginare la diffusione della Riforma luterana, fu designato, nel 1539, in sostituzione del defunto Lorenzo Campeggi, quale legato presso il concilio stesso unitamente ai cardinali Giacomo Simonetta e Girolamo Aleandro.
Nel 1537 divenne sottodecano del Sacro Collegio ed ebbe la sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina. Con provvedimento del 12 dicembre 1539, divenne legato ''a latere'' a Bologna. Il 10 gennaio seguente fece il suo ingresso in città, preceduto, pochi giorni prima, dal nipote Pier Francesco, per il quale aveva voluto la carica di vicelegato.
Quale traccia tangibile della sua legazione rimase, in Bologna, il collegio Ferrero, detto della Viola dal quartiere omonimo in cui sorse, fondato e ampiamente dotato dal Ferrero allo scopo di ospitare e mantenere agli studi universitari, sino al conseguimento del dottorato, dodici giovani piemontesi privi di mezzi.
Morì il 2 gennaio 1543 a Roma e i suoi resti furono traslati a Biella e sepolti nella basilica di San Sebastiano.
Genealogia episcopale
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Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Vescovo Andrea Novelli
- Cardinale Giovanni Stefano Ferrero
- Cardinale Bonifacio Ferrero
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Ivrea | Successore: | ![]() |
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Nicolò Garigliati | 28 luglio 1497 – 5 novembre 1509 | Giovanni Stefano Ferrero (amministratore apostolico) |
I |
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Gerolamo de Capitani d'Arsago (vescovo eletto) |
17 settembre 1511 – 17 maggio 1518 | Filiberto Ferrero | II |
Predecessore: | Vescovo di Vercelli | Successore: | ![]() |
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Giovanni Stefano Ferrero (amministratore apostolico) |
5 novembre 1509 – 17 settembre 1511 | Agostino Ferrero |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo | Successore: | ![]() |
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Francesco Borgia | 6 luglio 1517 – 12 dicembre 1533 | Reginald Pole |
Predecessore: | Abate commendatario di Fruttuaria | Successore: | ![]() |
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Sisto Gara della Rovere | 1525 - 1534 | Agostino Ferrero[3], O.Cist. |
Predecessore: | Abate commendatario della Sacra di San Michele | Successore: | ![]() |
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Giovanni Battista Pallavicini | 1524 - 1535 | Filiberto Ferrero |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | ![]() |
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Andrea della Valle | 12 dicembre 1533 – 5 settembre 1534 | Lorenzo Campeggi |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | ![]() |
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Andrea della Valle | 5 settembre 1534 – 26 febbraio 1535 | Lorenzo Campeggi |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | ![]() |
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Giovanni Domenico de Cupis | 26 febbraio 1535 – 28 novembre 1537 | Lorenzo Campeggi |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Vercelli | Successore: | ![]() |
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Agostino Ferrero (vescovo) |
1º settembre – 20 dicembre 1536 | Pier Francesco Ferrero (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | ![]() |
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Giovanni Domenico de Cupis | 28 novembre 1537 – 2 gennaio 1543 | Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros. |
Predecessore: | Sottodecano del Collegio cardinalizio | Successore: | ![]() |
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Giovanni Domenico de Cupis | 28 novembre 1537 – 2 gennaio 1543 | Antonio Sanseverino, O.S.Io.Hieros. |
Predecessore: | Legato apostolico di Bologna | Successore: | ![]() |
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Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora | 1º settembre 1539 – 10 ottobre 1540 | Gasparo Contarini |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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