Adorazione dei Magi (Leonardo)

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Firenze Gal.Uffizi Leonardo AdorazioneMagi 1481-1482.jpg

Leonardo da Vinci, Adorazione dei Magi (1481 - 1482), olio su tavola
Adorazione dei Magi
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune Stemma Firenze
Diocesi Firenze
Ubicazione specifica Galleria degli Uffizi
Uso liturgico nessuno
Oggetto dipinto
Soggetto Adorazione dei Magi
Datazione 1481 - 1482
Ambito culturale
Autore Leonardo da Vinci
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 243 cm; l. 246 cm
Virgolette aperte.png

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele»....
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Virgolette chiuse.png

L'Adorazione dei Magi è un dipinto, eseguito tra il 1481 e il 1482, ad olio su tavola, da Leonardo da Vinci (1452 - 1519), attualmente conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Descrizione

Soggetto

La scena della Adorazione dei Magi, contrariamente a quanto altri pittori hanno fatto in precedenza, Leonardo la colloca all'aperto. Nel dipinto, in primo piano, compaiono:

  • al centro, Madonna con Gesù Bambino raffigurata come un'immagine fissa, fulcro di un anfiteatro di gesti, movimenti e turbamenti, che contaminano tutta la scena. La Vergine è attorniata da:
  • Magi inginocchiati (in basso), san Giuseppe (alle sue spalle), pastori (due gruppi a destra e a sinistra) e da Angeli (nella parte posteriore).
  • alle estremità, due personaggi in piedi, che con i loro gesti e atteggiamenti sembrano invitare l'osservatore a riflettere sul senso e sui misteri dell'Incarnazione:
    • a sinistra, Uomo anziano, in atteggiamento meditativo;
    • a destra, Uomo giovane che rivolge lo sguardo verso l'esterno del dipinto, potrebbe essere un autoritratto giovanile di Leonardo, realizzato sul modello del David (1475 ca.) di Andrea Verrocchio.

In secondo piano, si vedono:

  • a destra, capanna della Natività, relegata in una posizione decentrata e solo parzialmente visibile, al pari del bue e dell'asino;
  • a sinistra,
    • rovine di grandi edifici (simbolo della distruzione del Tempio di Gerusalemme), ad indicare la decadenza della civiltà antica (ebrea e romana), restaurata e rinnovata dalla venuta di Gesù Cristo;
    • alcuni cavalieri che lottano con i loro cavalli imbizzarriti che tentano di disarcionarli: questi sono simbolo della follia degli uomini che non hanno ancora ricevuto il messaggio cristiano.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

  • Il tema dellAdorazione dei Magi era molto frequente nell'arte fiorentina, fin dalla fine del XIV secolo, poiché permetteva d'inserire scene marginali e personaggi che celebravano la ricchezza e il potere dei committenti. Leonardo cambia completamente quest'impostazione, ricercando il senso religioso più profondo dell'Epifania, cioè del momento in cui Gesù Bambino, facendo un gesto di benedizione, rivela (ossia manifesta, secondo il significato originario del termine "epifania") la sua natura divina: l'incontro con Gesù costituisce per tutti gli uomini (in questo caso, impersonati da Magi venuti da terre lontane) la rivelazione che Egli è nato per portare la Salvezza al mondo. Ciò è chiaro, soprattutto, nella reazione dei protagonisti, presi in un movimento vorticoso di gesti, attitudini ed espressioni dovuti alla presenza divina e alla manifestazione della verità rivelata, anticipando così le scelte compositive dellUltima Cena (1494 - 1498), dove la concitazione delle azioni rivela i moti anteriori ("moti mentali", come li chiama Leonardo) e crea una tensione dinamica a partire da un centro propulsore.
  • La forma quasi quadrata del dipinto permise all'artista di organizzare la composizione lungo linee direttrici diagonali, il cui punto d'incontro è la testa della Vergine. Inoltre, la figura di Maria, posta su un piano arretrato, costituisce il vertice di un'ideale piramide che ha per base i Magi e accenna un movimento rotatorio, poiché, mentre le gambe sono orientate verso sinistra, il busto e Gesù Bambino piegano a destra. Questo leggero movimento si diffonde, come un'onda a tutte le figure presenti e sembra essere una manifestazione visibile delle intensità delle emozioni e dei turbamenti suscitati dalla "manifestazione" del Salvatore.
  • Il dipinto, rimasto incompiuto, sembra come un grande bozzetto a monocromo. Proseguendo sulle regole della tradizione fiorentina, Leonardo predispone un disegno preciso, prima di passare alla pittura vera e propria; anche se, in questa fase esecutiva usa il meno possibile le linee nette per i contorni e così si discosta dalla consuetudine pittorica di realizzare il disegno con un confine accurato dell'oggetto raffigurato. L'artista preferisce contorni sfumati per suggerire la continuità tra gli oggetti e lo spazio, dando così una visione indefinita delle cose.
  • La costruzione prospettica è sottolineata da due alberi centrali, posti sulla stessa "linea di fuga" che dividono anche in due parti lo sfondo. Essi non sono solo pretesti geometrici, ma anche elementi simbolici:
  • L'opera svela una grande abilità dell'artista nell'uso del bistro, del marrone rossastro e del nero. L'effetto dei volumi che si allungano, illuminati, dalle profonde zone d'ombra è raggiunto lasciando a vista il fondo; velature e vernici, oggi molto deteriorate, servivano ad amalgamare tutta la composizione pittorica.

Notizie storico-critiche

Un documento del luglio 1481 attesta che Leonardo da Vinci aveva ricevuto dai Canonici regolari di Sant'Agostino l'incarico di dipingere una pala, da completare in due anni, con l'Adorazione dei Magi per l'altare maggiore della Chiesa di San Donato in Scopeto, situata fuori dalla cerchia muraria di Firenze, oltre Porta Romana.

Leonardo studiò approfonditamente la struttura del dipinto, lasciando vari disegni preparatori: uno della composizione generale, dove compare anche la capanna, conservato al Cabinet des Dessins del Museo del Louvre (Parigi), uno dello sfondo, al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi e vari studi raffiguranti i cavalli o alla posizione della Madonna e di Gesù Bambino.

Nel settembre del 1481 Leonardo stava ancora lavorando al dipinto, ma nell'estate del 1482, il pittore abbandonò Firenze per recarsi a Milano, alla corte di Ludovico il Moro, lasciando incompiuta l'opera.

Nel 1496, certi ormai dell'inadempienza del pittore, gli agostiniani si rivolsero a Filippino Lippi per ottenere un dipinto di analogo soggetto, anche questo conservato attualmente alla Galleria degli Uffizi.

L'Adorazione era rimasta allo stato di bozzetto in casa di Amerigo de' Benci, dove poté ammirarla il giovane Raffaello; qui, nel 1568, la vide anche Giorgio Vasari:[1]

« Cominciò una tavola della adorazione dei Magi, che v'è su molte cose belle massime di teste. La quale era in casa d'Amerigo Benci dirimpetto alla loggia dei Peruzzi, la quale anche ella rimase imperfetta come l'altre cose sua. »

Nel 1601 si trovava nelle collezioni di Antonio de' Medici (1576 - 1621) e, dopo la morte di suo figlio Giulio, nel 1670 passò alla Galleria degli Uffizi.

Nel 1681 andò perduta la cornice originaria in noce con dorature, probabilmente in seguito al trasferimento del dipinto alla villa di Castello.

Dal 1794, l'opera è rientrata nella collezione della Galleria fiorentina, dove ancora oggi è custodita.

Note
  1. Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti (1568), col. "Mammut Gold", Editore: Newton Compton, Milano 2016, p. 561
Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, vol. 3, Editore: Electa-Bruno Mondadori, Milano 1990, pp. 20 - 21 ISBN 9788842445234
  • Susanna Buricchi, Galleria degli Uffizi, Firenze, col. "I Grandi Musei del Mondo", Editore: Scala, Roma 2003, pp. 124-127
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, vol. 2, Editore: Zanichelli, Bologna 1999, pp. 383-385 ISBN 9788808079503
  • Enrica Crispino, Leonardo, col. "Vita d'Artista", Editore: Giunti, Firenze 2007, pp. 65-67 ISBN 9788809052970
  • Francesca Debolini, Leonardo. Un uomo universale agli estremi confini della mente e dell'arte, col. "Art Book", Editore: Leonardo Arte, Milano 1998, pp. 34-37 ISBN 9788878139629
  • Milena Magnano, Leonardo, col. "I Geni dell'Arte", Editore: Mondadori-Electa, Milano 2007, pp. 64-71
  • Pietro C. Marani, Leonardo, collona "Grangi monografie", Editore: Mondadori-Electa, Milano 2006, pp. 86-95
  • Rolf Toman, Arte italiana del Rinascimento: architettura, scultura e pittura, Editore: Könemann, Colonia 1998, pp. 310-311 ISBN 9783829020404
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 10 luglio 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.