Certosa di San Marco in Vedana (Sospirolo)
Certosa di San Marco in Vedana | |
Sospirolo, Certosa di Vedana, complesso monastico | |
Altre denominazioni | Certosa di Vedana |
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Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Triveneto |
Provincia | Belluno |
Comune | Sospirolo |
Località | Vedana |
Diocesi | Belluno-Feltre |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Loc. Vedana 32037 Sospirolo (BL) |
Telefono | +39 0437 87133 |
Posta elettronica | adoratricivedana@gmail.com |
Oggetto tipo | Certosa |
Dedicazione | San Marco evangelista |
Sigla Ordine fondatore | O.Cart. |
Sigla Ordine qualificante | O.Cart. |
Sigla Ordine reggente | A.P.S.S. |
Architetti |
Andrea Palladio (chiostro dei conversi) Jean François Pichat (restauro e ampliamento del XIX secolo) |
Inizio della costruzione | 1456 |
Completamento | 1882 |
Strutture preesistenti | Ospizio di San Marco |
Coordinate geografiche | |
Veneto | |
La Certosa di San Marco in Vedana, comunemente nota come Certosa di Vedana, è un complesso monastico, situato sulle pendici dell'omonimo monte nel comune di Sospirolo (Belluno), che ospitò un monastero certosino, attualmente affidato alle monache Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.
Storia
Dalle origini al Seicento
La Certosa fu costruita intorno alla metà del XV secolo riutilizzando e ampliando l'antico ospizio per pellegrini, dedicato a san Marco evangelista, nella località di Vedana, che fungeva da stazione di sosta sulla via per Agordo e attestato da una bolla papale dell'ottobre 1155, con cui Adriano IV mette sotto la sua protezione i canonici di Belluno e li dichiara in perpetuo proprietari della struttura. L'ospizio rispecchiava probabilmente la concezione d'impianto dell'antica casa rurale e risaliva al 1145-1150.
Nel corso del XIII secolo le difficoltà economiche e le rendite sempre più scarse suggeriscono che le strutture assistenziali vengano gestite in un altro modo. Per questo nel 1457 venne stipulata la cessione di alcuni ospizi, fra cui quello di San Marco - con l'approvazione di papa Pio II e di Jacopo Zeno (1447-1460), vescovo di Feltre - all'Ordine certosino, con l'obbligo di continuare a praticare l'assistenza ai pellegrini. La struttura, con le relative proprietà, fu ceduta dal capitolo dei canonici di Belluno ai monaci ma, essendo i redditi insufficienti a garantire l'autonomia di una nuova Certosa, nel 1460 furono concessi anche gli ospizi minori del territorio, con i rispettivi fondi; tutti questi beni furono incorporati ufficialmente nel 1467 dall'Ordine certosino.
La costruzione del complesso monastico si protrasse poi per oltre un secolo, impegnando notevoli risorse economiche. Nel 1471 il nucleo principale e la chiesa della Certosa erano completati.
Nei decenni successivi l'opera di costruzione continuò: in una delle colonne del chiostro vi è apposta la data del 1521, ma precedentemente erano già stati costruiti alcuni edifici cenobitici come il refettorio, il capitolo, le cappelle di San Giuseppe e Santa Maddalena. Inoltre, un documento del 1542 manifesta al priore la necessità di aumentare il numero delle celle per i monaci, da sei a otto, ma le difficoltà finanziarie non consentivano una rapida conclusione dei lavori e solo la generosità dei benefattori permise gradualmente di completare l'opera.
Nel 1619 la chiesa venne consacrata dal vescovo di Caorle, Benedetto Benedetti (1609-1629), delegato da quello di Belluno.
Nel 1695 un devastante incendio arrecò ingenti danni ai fabbricati e distrusse anche documenti importanti come protocolli notarili, donazioni, titoli e relazioni; da quel momento, dopo un ampio intervento di ristrutturazione degli ambienti, non vi furono più significativi lavori di costruzione, ma venne eseguito l'apparato decorativo del complesso monastico.
Dal Settecento a oggi
Il monastero venne soppresso il 7 settembre 1768 dalla Repubblica di Venezia e il giorno seguente i monaci dovettero abbandonare la Certosa di San Marco di Vedana e trasferirsi in quella vicina di Montello.
Nel 1771 il patrizio veneziano Nicolò Erizzo acquistò la Certosa e i suoi beni. Nel 1825 Matilde Erizzo ereditò il complesso monastico e lo portò in dote ai marchesi Araldi di Cremona. Nel 1860 Andrea Segato ne divenne proprietario e nel 1882 Corinna, sua figlia, ereditò la Certosa che suo marito vendette all'Ordine certosino. Nello stesso anno i monaci ripresero possesso del complesso che in tale occasione fu sottoposto a un complesso e impegnativo intervento di restauro e ampliamento su progetto dell'architetto francese Jean François Pichat, che si concluderà nel 1885. Nel 1886 la chiesa venne nuovamente consacrata e venne istituito un importante noviziato.
Nei primi decenni del XX secolo, i monaci certosini di Vedana si distinsero per l'attenzione ai più poveri tra i sospirolesi, pressati dalle difficoltà e dalle ristrettezze economiche che li portavano spesso a emigrare lontano dalla propria terra.
Nel maggio 1977 il Capitolo generale dell'Ordine dispose il trasferimento dei sedici monaci presenti ad altre case. Subentrarono così le Certosine, che nel 2015 hanno lasciato il complesso. Dal 9 giugno 2018 il monastero è affidato alle monache Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.
Descrizione
Il complesso è attualmente costituito da vari corpi di fabbrica, dei quali si evidenziano:
- Tre chiostri
- Chiesa di San Marco
- Refettorio
Chiostri
Il complesso monastico, severo e piuttosto semplice, si articola intorno a tre chiostri:
- Chiostro grande, circondato da un portico con archi a tutto sesto che poggiano su esili colonne corinzie, sul quale si aprono le celle dei monaci e del priore, distinte e distanziate, dove essi si dedicavano nella solitudine alla preghiera e al lavoro manuale. Le celle disposte su due piani e contraddistinte ciascuna da una lettera dell'alfabeto che riconduce alle sentenze tratte dalla Sacra Scrittura riprodotte sulle rispettive porte d'accesso. Accanto alle porte d'accesso alle celle si conservano i finestrini per le ruote per il passaggio delle vivande.[1]
- Chiostro piccolo, circondato da un portico con archi a tutto sesto che poggiano su esili colonne corinzie, attorno al quale si dispongono gli ambienti della vita in comune quali la chiesa, la sacrestia, il coro, la sala capitolare, il refettorio, la biblioteca.
- Chiostro dei conversi, dove si svolgeva la vita dei conversi e sul quale si affacciano la chiesa e gli ambienti esterni alla vita monastica, è circondato da un portico con archi a tutto sesto poggianti su pilastri, il cui disegno è stato attribuito ad Andrea Palladio e si articola su due livelli collegati tra loro da una lunga e monumentale scalinata a doppia rampa.
Chiesa di San Marco
Al centro del complesso, la chiesa, consacrata nel 1619, che collega la zona dei monaci a quella dei conversi, presenta una facciata a capanna dove si notano:
- entro nicchie, Statue di san Marco evangelista e di san Bruno di Colonia (seconda metà del XIX secolo), di Valentino Panciera Besarel.
L'interno si presenta a unica navata coperta da volte a crociera e conformemente alla tradizione certosina, è articolata in due parti ben distinte, divise trasversalmente da un tramezzo, una destinata ai conversi e un'altra ai monaci. Di particolare interesse religioso e storico-artistico si conservano:
- all'altare,
- entro mostra, pala con Crocifissione di Gesù Cristo (1610 ca.), olio su tela, di Francesco Frigimelica.
- Tabernacolo (prima metà del XVIII secolo), in legno intagliato e dorato, della scuola di Andrea Brustolon.
- sul tramezzo ligneo, decorato da due dipinti, olio su tela, eseguiti tra il 1704 e il 1710 da Sebastiano Ricci, raffiguranti:
- a sinistra, Battesimo di Gesù Cristo;
- a destra, Apparizione della Madonna con Gesù Bambino a sant'Ugo di Grenoble e san Bruno di Colonia detta anche Sacra Conversazione.
Refettorio
Nel semplice e austero refettorio si conserva:
- Ultima Cena (metà del XVI secolo), olio su tela di Cesare da Conegliano.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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