Chiesa di San Francesco a Ripa Grande (Roma)




Chiesa di San Francesco a Ripa Grande | |
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Roma, Chiesa di San Francesco a Ripa Grande (XVII secolo) | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | Roma |
Comune | ![]() |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Piazza di San Francesco d'Assisi, 88 00153 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 5819020 |
Fax | +39 06 5803509 |
Sito web | |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | parrocchiale |
Dedicazione | San Francesco d'Assisi |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Data fondazione | 1231 |
Architetti |
Onorio Longhi (ristrutturazione e ampliamento del XVII secolo) |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1231 |
Completamento | XVII secolo |
Titolo | San Francesco d'Assisi a Ripa Grande (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Chiesa di San Biagio e monastero benedettino |
Pianta | croce latina |
Coordinate geografiche | |
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La Chiesa di San Francesco a Ripa è un edificio di culto di Roma, che sorge sulla piazza omonima, situata nel centro storico della città, nel rione Trastevere: è la prima chiesa francescana della città, il luogo, oggi Santuario, in cui soggiornò san Francesco d'Assisi durante le sue visite ai papi.
Indice
Storia
Dalle origini al Seicento
Il complesso sorge dove era la Chiesa di San Biagio de Curtibus trans Tiberim e il monastero benedettino con annesso un ospizio che accoglieva sopratutto pellegrini, dove san Francesco d'Assisi (1181/1182 - 1226), aiutato dalla nobildonna Jacopa de' Settesoli (1190 ca. - 1239 ca.), trovò più volte ospitalità e soggiornò durante le sue visite romane (la prima nel 1209) a papa Innocenzo III (1198-1216) e al suo successore Onorio III (1216-1227).
Il 23 luglio 1229[1], per ordine di Gregorio IX (1227-1241), il complesso passò ai Frati Minori che due anni dopo riedificarono la chiesa grazie al contributo del conte Pandolfo dell'Anguillara: fu in questa occasione che venne dedicata a san Francesco, mentre il toponimo "a Ripa" si spiega con la vicinanza della stessa al porto di Ripa Grande. Mentre il convento venne ampliato in fasi successive, tra il 1535 alla metà del XVII secolo.
La chiesa, dopo un progetto di modifica redatto intorno al 1535 da Baldassare Peruzzi (non eseguito), fu ampliata nel 1603 da Onorio Longhi (1568-1619), mentre Mattia De Rossi (1637-1695) nel 1681-1685 demolì e ricostruì le tre navate, e edificò le tre cappelle sul lato destro, simmetriche a quelle di sinistra del 1530-1540 e la facciata.
Dal Settecento ad oggi
Nel 1873 il complesso fu espropriato e incamerato dal demanio[2]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi lo gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC). Nel medesimo anno il convento fu sottoposto a ulteriori lavori di adeguamento divenendo la sede della caserma "La Marmora" del II Reggimento Bersaglieri, che vi restò dal 1890 al 1943.
La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 6 gennaio 1906 dal papa Pio X con la costituzione apostolica Romanas aequabilius e affidata all'Ordine dei Frati Minori, che a metà del XX secolo ha recuperato l'uso di parte del convento.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Francesco d'Assisi a Ripa Grande, istituito da papa Giovanni XXIII il 12 marzo 1960: l'attuale titolare è il cardinale Norberto Rivera Carrera.
Descrizione
Esterno
La semplice facciata, realizzata da Mattia De Rossi tra il 1682 e il 1689, è articolata in due ordini, con lesene doriche che dividono il piano inferiore in cinque scomparti, mentre il piano superiore, limitato alla navata centrale, presenta un finestrone sormontato da un timpano semicircolare e da una croce.
Il campanile a vela, edificato nel 1734, ha sostituito quello medievale.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), a croce latina, presenta l'interno diviso in tre navate da pilastri e tre cappelle in ognuna delle due navate laterali.
Lungo la navata sinistra si aprono tre cappelle, tra le quali si nota:
- nella prima cappella dell'Immacolata concezione,
- all'altare, Immacolata concezione (1555-1560 ca.), olio su tela di Marten de Vos;[3]
- a sinistra, Natività di Maria (1620 ca.), olio su tela di Simon Vouet;
- a destra, Assunzione di Maria (prima metà del XVII secolo), olio su tela di Antonio della Cornia.
- nella seconda cappella dell'Annunciazione:
- all'altare, pala con Annunciazione (1530-1535), olio su tavola di Francesco de' Rossi detto il Salviati.[4]
- sulla volta, sui pennacchi e nelle lunette Dio Padre, Storie della vita di Maria Vergine, Profeti, Evangelisti e Sibille (inizio del XVII secolo), affreschi di Giovan Battista Ricci detto il Navarro;
- nella terza cappella, affidata alla famiglia Mattei e dedicata a san Carlo da Sezze, nella quale si conservano le spoglie del santo:
- a sinistra, Busto di Laura Frangipani Mattei (1637), in marmo di Andrea Bolgi;[5]
- a destra, Busto del cardinale Orazio Mattei (1687-1690), in marmo di Lorenzo Ottoni.[6]
Nella parete successiva alla terza cappella e il transetto sinistro è collocato:
- Busto di Giulia Parravicini (1662 post - 1670 ca.), in marmo di Ercole Ferrata.[7]
Transetto sinistro
Nel transetto sinistro si apre la piccola cappella di Sant'Anna o Paluzzi-Albertoni, realizzata nel 1622-1625 da Giacomo Mela, dove all'altare si ammirano:
- Estasi della beata Ludovica Albertoni (1671-1674), in marmo e diaspro, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini:[8] la statua venne commissionata dal cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, nipote di papa Clemente X per l'altare dove riposa tutt'ora la beata. L'opera, presenta la religiosa sdraiata su un letto ricamato nel marmo, nell'atto dell'estasi cristiana, che funge da tema centrale di tutta la composizione; la statua, vero esempio di trasporto mistico-carnale, è collocata su uno spettacolare drappo in diaspro sopra la mensa dell'altare della cappella; la parete di fondo, con un attento studio dello spazio, è stata da Bernini scenograficamente arretrata per permettere alla luce di penetrare nell'ambiente da due finestre laterali nascoste, alle spalle della scultura, così da ottenere un'illuminazione perfetta della stessa, che mette in risalto il bianco chiarore dell'opera e crea un effetto quasi soprannaturale, proprio come nell'Estasi di santa Teresa d'Avila (1647-1652), ubicata nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria.
- Pala d'altare con Madonna con Gesù Bambino e sant'Anna (1675 ca.), olio su tela di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia.
Altare maggiore
All'altare maggiore, in marmi policromi, realizzato nel 1746 dall'architetto Secondo da Roma, si conserva:
- al centro, entro mostra, Gruppo scultoreo con San Francesco d'Assisi in estasi sostenuto dagli angeli (1654-1659), in legno policromo, attribuito a Giovanni Leonardo Giurato detto Diego da Careri.
- ai lati, Statue della Fede e della Carità (1751), in gesso, di Secondo da Roma.
- sul retro, rivolta verso il coro, Trinità e santi (seconda metà del XVI secolo), olio su tela di Paris Nogari.
Transetto destro
Nel transetto destro si apre la cappella Rospigliosi-Pallavicini, realizzata tra il 1710 e il 1725, iniziata da Nicola Michetti e completata da Ludovico Rusconi Sassi, dove si notano:
- all'altare, San Pietro d'Alcantara e san Pasquale Baylon in adorazione dell'Eucaristia (ultimo quarto del XVII - primo quarto del XVIII secolo), olio su tela di Giuseppe Bartolomeo Chiari;
- a sinistra, Monumento funebre di Stefano Pallavicini e del cardinale Lazzaro Pallavicini (1713-1719 ca.), in marmo di Giuseppe Mazzuoli il Vecchio;[9]
- a destra, Monumento funebre di Maria Camilla Pallavicini e Giovan Battista Rospigliosi (1713-1719 ca.), in marmo di Giuseppe Mazzuoli il Vecchio:[10] la nobildonna fu la committente della cappella.
Lungo la navata destra si aprono tre cappelle, tra le quali si nota:
- nella prima cappella, dedicata al Crocifisso:
- nella volta e pennacchi, Santi francescani (fine del XVII secolo), affreschi di Emanuele da Como.
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Michelangelo Ricci (1670-1675 ca.), in marmo di Domenico Guidi.[11]
- nella seconda cappella, dedicata a san Giovanni da Capestrano:
- sulla volta e alle pareti, Storie della vita di san Giovanni da Capestrano (1725 ca.), olio su tela e affreschi, di Domenico Maria Muratori.
- nella terza cappella, dedicata a san Giuseppe, progettata nel 1686 da Giovanni Corbelli:
- all'altare, pala con Dio Padre e Sacra Famiglia (1685), olio su tela di Stefano Maria Legnani.
Cappella di San Francesco
Dalla sacrestia, si accede alla cappella di San Francesco, costituita dalla cella del santo, unico resto dell'antico ospizio, dove si custodiscono alcune sue reliquie (un brandello della benda insanguinata, un frammento del cilicio e la roccia sulla quale poggiava il capo per riposare) e un celebre dipinto raffigurante:
- San Francesco d'Assisi (1275-1285 ca.), tavola di Margaritone d'Arezzo:[12] l'opera è considerata uno dei rari ritratti autentici del santo.
Cappella di Giorgio De Chirico
Nel 1992 vennero traslate nella chiesa le spoglie del celebre artista Giorgio de Chirico (1888-1978) dal cimitero romano del Verano. Per ospitarne la tomba fu ricavata una piccola cappella da un limitrofo immobile del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a cui si accede, attualmente, da due porte in fondo alla Cappella dell'Immacolata. La moglie, Isabella Pakszwer, donò ai frati francescani tre dipinti, olio su tela, del pittore da collocare nella cappella, raffiguranti:
- a destra, Autoritratto del pittore,
- a sinistra, Ritratto della moglie Isa (detto anche Dama velata),
- sulla rete dietro i cancelletti d'ingresso, Salita di Gesù Cristo al monte Calvario.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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Suggerimenti
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