San Carlo da Sezze
San Carlo da Sezze, O.F.M. Religioso | |
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Santo | |
Età alla morte | 56 anni |
Nascita | Sezze 19 ottobre 1613 |
Morte | Roma 6 gennaio 1670 |
Sepoltura | Roma, Chiesa di San Francesco a Ripa Grande |
Professione religiosa | 1636 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Venerabile il | 14 giugno 1772, da Clemente XIV |
Beatificazione | 1º ottobre 1881, da Leone XIII |
Canonizzazione | 12 aprile 1959, da Giovanni XXIII |
Ricorrenza | 6 gennaio |
Patrono di | Sezze, diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 6 gennaio, n. 9:
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San Carlo da Sezze, al secolo Giancarlo Marchionne (Sezze, 19 ottobre 1613; † Roma, 6 gennaio 1670), è stato un religioso italiano dell'Ordine dei Frati Minori Riformati.
Nel 1959 è stato dichiarato santo da papa Giovanni XXIII.
Biografia
Figlio di Ruggero e Antonia Maccioni, dopo una istruzione di base sicuramente elementare, a causa di un non meglio specificato incidente con il maestro Giancarlo si rifiutò di proseguire gli studi e dai genitori venne avviato al lavoro dei campi.
Pronunciato il voto di castità, nel 1636 chiese e ottenne di entrare nella provincia romana dei Frati minori riformati (dal 1897 confluiti nella famiglia francescana dei Frati minori, grazie all'unione operata da papa Leone XIII); nel 1637 emise la professione religiosa con il nome di fra Carlo da Sezze.
Fu in numerosi conventi del Lazio come cuoco, portinaio, questuante e sacrestano. Ma, nonostante gli scarsi studi, aveva doni di scienza straordinari e ciò gli permise di realizzare una vasta produzione di opere di letteratura ascetica. Fu consigliere dei papi Alessandro VII e Clemente IX.
Nell'ottobre 1648, ascoltando la Messa nella chiesa di San Giuseppe a Capo le Case in Roma, al momento dell'elevazione, ricevette dall'Ostia divina una ferita di amore al petto.
Morì il 6 gennaio 1670 nel convento di San Francesco a Ripa Grande e venne sepolto nella chiesa adiacente.
Culto
Dopo la morte comparve sul petto di Carlo un singolare stigma, che fu riconosciuto di origine soprannaturale da un'apposita commissione medica e fu addotto come uno dei due miracoli richiesti per la beatificazione. I processi per la definizione canonica della sua santità iniziarono presto ma subirono una battuta d'arresto a causa della condanna di sua sorella, monaca clarissa a Sezze, emessa dalla congregazione del Sant'Uffizio.
Per questo la sua beatificazione venne proclamata solo nel 1882 da Leone XIII, mentre per la canonizzazione si dovette attendere il 12 aprile 1959, per opera di papa Giovanni XXIII. San Carlo da Sezze è l'unico santo canonizzato ad avere ricevuto, in vita, durante l'adorazione dell'Eucaristia, una ferita al cuore causatagli da un raggio proveniente dall'ostia consacrata.
Insieme a san Lidano d'Antena (1026-1118) è patrono della città di Sezze e della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.
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