Chiesa di Santa Dorotea (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Chiesa di Santa Dorotea
Saint Dorothy church in Rome (2).jpg
Roma, Chiesa di Santa Dorotea
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Silvestro e Dorotea in Trastevere
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Via di Santa Dorotea, 23
00153 Roma (RM)
Telefono +39 06 5806205
Fax +39 06 5806205
Posta elettronica santadorotea@diocesidiroma.it
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione parrocchiale
Dedicazione Santa Dorotea
San Silvestro I
Sigla Ordine qualificante O.F.M. Conv.
Sigla Ordine reggente O.F.M. Conv.
Data fondazione XII secolo
Architetto Giovanni Battista Nolli
Stile architettonico Barocco, neoclassico
Inizio della costruzione 1750
Completamento 1756
Strutture preesistenti Cappella del Santissimo Salvatore
Iscrizioni OMNIPOTENTI DEO IN HONOREM SS. SYLVESTRI PAPÆ AC DOROTHEÆ VIRGINIS ET MARTYRIS
Coordinate geografiche
41°53′32″N 12°28′05″E / 41.892127, 12.468161 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa di Santa Dorotea
Chiesa di Santa Dorotea
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Chiesa di Santa Dorotea, detta anche Chiesa dei Santi Silvestro e Dorotea in Trastevere, è un edificio di culto di Roma, che sorge sulla via omonima, situata nel centro storico della città, nel rione Trastevere.

Storia

Dalle origini al Seicento

Secondo un'antica tradizione, nel sito dove oggi sorge la chiesa, vi era una cappella costruita con le elemosine di papa Silvestro (314-335), conosciuta, nell'VIII secolo, con dedica al Santissimo Salvatore.

La chiesa è menzionata per la prima volta in una bolla del 1123 di papa Callisto II (1119-1124) con il titolo a San Silvestro iuxta portam Septimianam[1] e nel Liber Censuum del 1192, redatto da Cencio Savelli (1150 ca.-1227), camerario pontificio.[2]

In occasione del Giubileo del 1475 la chiesa fu radicalmente ristrutturata per volere di Sisto IV (1471-1484).

Secondo alcuni storici l'intitolazione a Santa Dorotea era in uso già dal 1445, mentre per altri questo avvenne in coincidenza dell'anno santo 1500, quando vi furono traslate le reliquie della martire, uccisa a Cesarea di Cappadocia durante la persecuzione di Diocleziano (284-305).

Dal 1513 la chiesa fu sede della Confraternita del Divino Amore, fondata dal notaio Ettore Vemazza († 1524), con fini di devozione, ascetismo e carità, alla quale si aggregarono Giovanni Maria Giberti, il cardinale Gaspare Contarini (14831542), il cardinale e umanista Jacopo Sadoleto (14771547), san Gaetano di Thiene (14801547) e il cardinale Giovanni Pietro Carafa (1476-1559), futuro Paolo IV.

Nel 1597 san Giuseppe Calasanzio (1557-1648) organizzò, in alcuni ambienti annessi alla chiesa, la prima scuola gratuita europea.

Dal Settecento ad oggi

Il complesso di Santa Dorotea fu affidato, nel 1738, da Clemente XII (1730-1740) all'Ordine dei Frati Minori Conventuali, che decise di costruire un convento più grande e ristrutturare completamente la chiesa. I lavori, iniziati nel 1750 e conclusi nel 1756, furono commissionati all'architetto Giovanni Battista Nolli (1701-1756) da padre Giovanni Antonio Bacchi e dal provinciale romano dell'Ordine Giovanni Carlo Vipera (1706-1793).

Nel 1811, durante l'occupazione napoleonica di Roma, il piccolo complesso di Santa Dorotea fu indemaniato, ma nel 1849, durante la Repubblica Romana, gli edifici furono restituiti ai Frati Minori.

La chiesa è sede parrocchiale eretta da Leone XIII il 1 novembre 1824 con la bolla Super universam e affidata ai Frati Minori Conventuali, che tuttora la officiano.

Nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio[3]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Dorotea, istituito da papa Francesco il 12 luglio 2014: l'attuale titolare è il cardinale Javier Lozano Barragán.

Descrizione

Esterno

Facciata

La chiesa presenta un elegante facciata concava a un solo ordine segnato da quattro grandi paraste con capitelli ionici, sulle quali poggia idealmente un piccolo attico coronato da un timpano triangolare. Tra le paraste apre il portale d'ingresso con timpano centinato sulla cui verticale sono posti un finestrone rettangolare e l'iscrizione dedicatoria:

(LA) (IT)
« OMNIPOTENTI DEO IN HONOREM SS. SYLVESTRI PAPÆ AC DOROTHEÆ VIRGINIS ET MARTYRIS » « A Dio Onnipotente in onore dei Santi Silvestro papa e Dorotea vergine e martire »

Prospetto posteriore, lanterna e campanile

Dal prospetto posteriore dell'edificio è possibile ammirare la parte esterna dell'abside semicircolare, sormontata da un camminamento coperto da un tetto di tegole, databile tra il XV ed il XVII secolo, ossia appartenente ad una fase anteriore alla ricostruzione settecentesca.

Al centro del tetto si erge la lanterna cilindrica, coperta con un tetto di tegole, su cui si aprono quattro finestre ad arco, mentre sul retro, a destra, s'innalza il campanile, a pianta quadrangolare, con una cella campanaria aperta da una monofora per ciascun lato.

Interno

Chiesa di Santa Dorotea (interno)

L'interno si presenta a navata unica con una profonda abside semicircolare e tre cappelle per lato. La parte centrale della navata è coperta da una volta a pianta ottagonale: quattro larghi costoloni la dividono in altrettante sezioni decorate da dipinti murali raffiguranti:

Lato sinistro

Lungo il lato sinistro si aprono tre pregevoli cappelle:

Presbiterio

Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini e delimitato da una balaustra, si conclude con l'abside semicircolare dove si conservano:

Lato destro

Lungo il lato destro si aprono tre pregevoli cappelle:

Note
  1. Il nome deriva dalla vicina Porta Settimiana, un semplice arco delle Terme di Settimio Severo (146-211), inglobata, nel 271, nelle Mura Aureliane, e ristrutturata nel 1498 da Alessandro VI (1492-1503). Resti di tali costruzioni si osservano ancora sotto il pavimento dell'attuale abside.
  2. Il Catalogo di Cencio Camerario è un elenco delle chiese di Roma, redatto da Cencio Savelli (futuro Onorio III), camerarius dei papi Clemente III e Celestino III, che costituisce uno dei più antichi e completi elenchi di chiese romane, risalente alla fine del XII secolo.
  3. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
Bibliografia
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 279
  • Fraternità dei Frati Minori Conventuali (a cura di), Santa Dorotea a Porta Settimiana, Trastevere: la chiesa, la santa, la devozione, il convento francescano, Arti Grafiche San Marcello, Roma, 2003
  • Anna Mazzarda, La chiesa di S. Dorotea in Trastevere, Tip. Centenari, Roma, 1979
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 93-94, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 578, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 13 luglio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.