Complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le Mura (Roma)
Complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le Mura | |
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Roma, Complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le Mura: Basilica costantiniana di Sant'Agnese (resti) e Mausoleo di Santa Costanza | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | cattolica |
Indirizzo | Via Nomentana, 349 00162 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 86205456; +39 06 8610840 |
Fax | +39 06 8610840 |
Posta elettronica | SantAgnesefuorileMura@VicariatusUrbis.org |
Sito web | |
Proprietà | Parrocchia di Sant'Agnese fuori le Mura |
Oggetto tipo | complesso monumentale |
Dedicazione | Sant'Agnese di Roma |
Sigla Ordine qualificante | C.R.L. |
Data fondazione | III secolo |
Inizio della costruzione | III secolo |
Pianta | tre navate |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
Il Complesso di Sant'Agnese fuori le Mura sorge a Roma, al secondo miglio della via Nomentana, nel quartiere Trieste, composto da edifici costruiti e rimaneggiati in tempi diversi: la Catacomba di Sant'Agnese (III - IV secolo), i resti della Basilica costantiniana (IV secolo), il Mausoleo di Santa Costanza (IV secolo) e la Basilica onoriana (VII secolo) con l'annesso monastero. Esso costituisce probabilmente il più importante e articolato complesso monumentale che testimoni l'età paleocristiana e altomedievale in Roma; di grande suggestione e di estremo interesse storico-artistico e archeologico.
Catacomba
Per approfondire, vedi la voce Catacomba di Sant'Agnese |
La storia del sito comincia con una necropoli romana del III secolo, con mausolei e colombari. Nel tempo vi avevano trovato posto anche morti cristiani, in un settore di tombe ipogee: per questo la martire Agnese (fine III secolo-305 ca.) venne sepolta in questo sito, in prediolo suo, come testimoniato dalle fonti, cioè in un terreno della sua famiglia.
La necropoli romana, i cui fondi erano di proprietà dell'imperatore, fu distrutta nel IV secolo per fare spazio alla Basilica costantiniana. Le catacombe cristiane, invece, vennero preservate e anzi, divenuto il cristianesimo religione di Stato, furono uno dei centri più importante del culto dei martiri.
La regione più antica delle catacombe (regio I, nella quale era collocata la tomba di Agnese) fu scavata nel III secolo sul fianco della collina dove ora discende la via di Sant'Agnese e si mostra non particolarmente affollata.
Nel IV secolo, crescendo il numero dei cristiani e il loro desiderio di essere sepolti ad martyres, cioè il più vicino possibile alle loro tombe, le sepolture si infittirono e le catacombe si estesero alle dimensioni oggi note.
Mausoleo di Santa Costanza
Per approfondire, vedi la voce Mausoleo di Santa Costanza (Roma) |
Il mausoleo fu fatto costruire probabilmente durante il suo soggiorno romano da Costanza (o Costantina), figlia dell'imperatore Costantino (274–337) e della sua seconda moglie Fausta (290 ca.–326), tra il 337 e il 351 (nel periodo di vedovanza della stessa), a ridosso della Basilica costantiniana, presso la sepoltura di sant'Agnese, della quale secondo la tradizione era una devota perché l'aveva guarita dalla lebbra. Vi furono sepolte sia la stessa Costanza (318 ca.–354) che sua sorella Elena (325 ca.–360), come è documentato dallo storico Ammiano Marcellino (330 ca.-post 400) che ricorda come la tomba fosse in suburbano viae Nomentanae (XXI 1,5), ossia "nella proprietà imperiale della via Nomentana": quindi, anche questo, come gli altri mausolei imperiali, era collocato in una proprietà privata dell'imperatore.
L'edificio fu successivamente utilizzato come battistero della Basilica di Sant'Agnese, sorta nell prima metà del VII secolo, poiché la tipologia a pianta centrale si adattava particolarmente bene a tale destinazione d'uso.
Nel 1254 il mausoleo fu trasformato in chiesa, intitolata a Santa Costanza,[1] per volere di papa Alessandro IV (1254-1261).
Nel 1620, per volontà di Urbano VIII (1623-1644), fu eliminata completamente la decorazione musiva della cupola, poiché già da tempo versava in un pessimo stato di conservazione e minacciava di crollare, sostituendola con modesti dipinti murali ad affresco.
Si caratterizza per la pianta circolare, che era frequentemente usata nei ninfei e in edifici termali e che divenne caratteristica, nell'architettura paleocristiana e oltre, dei battisteri. La parte centrale, coperta da una cupola, è circondato da un ambulacro con volta a botte; un giro di colonne separa i due spazi e 12 grandi finestre illuminano l'interno. All'interno, si notano splendi mosaici della metà del IV secolo eseguiti da maestranze romane:
- sulla volta del deambulatorio, Motivi geometrici, animali, eroti, baccanti, scene di vendemmia e offerte funebri;
- nelle nicchie, Gesù Cristo consegna la legge a san Pietro e san Paolo (Traditio Legis) e Gesù Cristo consegna le chiavi a san Pietro (Traditio clavium);[2][3]
- nella nicchia opposta all'ingresso, Calco del sarcofago di Costanza, in gesso, l'originale è conservato ai Musei Vaticani.
Basilica costantiniana di Sant'Agnese
Per approfondire, vedi la voce Basilica costantiniana di Sant'Agnese (Roma) |
Con San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme, quella dedicata a Sant'Agnese è una delle tre basiliche costantiniane, cioè fatte costruire dalla famiglia imperiale in Roma, su terreni di loro proprietà, posti fuori le mura o sul loro limitare.
Dopo l'Editto di Milano del 313 la politica di cristianizzazione dell'impero procedette con grande prudenza, poiché non era interesse della casa imperiale andare a scontri frontali con l'aristocrazia romana, ancora in gran parte seguace delle divinità tradizionali anche se nel popolo il culto cristiano trovava diffusione crescente. La costruzione di edifici dedicati al culto a cui si era convertita la famiglia imperiale poteva collocarsi tranquillamente nel solco della tolleranza e del sincretismo religioso che avevano storicamente caratterizzato la società romana.
La basilica venne fatta costruire da Costanza (o Costantina), figlia dell'imperatore Costantino e di Fausta, su un terreno di famiglia, presso il luogo di sepoltura della martire Agnese, della quale era devota perché l'aveva guarita dalla lebbra, tra il 337 e il 351, nel periodo in cui risiedeva a Roma dopo la morte del marito Annibaliano (†337), fatto uccidere da suo fratello Costanzo II (317–361). Come accaduto in casi simili, la basilica non fu innalzata direttamente sulla tomba della martire, ma accanto a essa. La sua costruzione comportò l'abbandono della necropoli preesistente, sovrastante la regio IV della catacomba.
Secondo la testimonianza del Liber Pontificalis, l'edificio fu restaurato da papa Simmaco (498-514) all'inizio del VI secolo e probabilmente abbandonato già nel VII, quando papa Onorio I (625-638) fece edificare la chiesa sulla tomba di sant'Agnese.
Basilica di Sant'Agnese fuori le Mura
Per approfondire, vedi la voce Basilica di Sant'Agnese fuori le Mura (Roma) |
L'attuale Basilica di Sant'Agnese fuori le Mura fu fatta costruire da papa Onorio I, nella prima metà del VII secolo, contestualmente all'abbandono dell'ormai fatiscente Basilica costantiniana edificata nel IV secolo. Mentre questa era costruita nei pressi della tomba della martire Agnese, venerata nelle sottostanti catacombe, il pontefice fece edificare la nuova basilica direttamente sopra la tomba martiriale, ove in precedenza, fin dai tempi del grande imperatore Costantino, esisteva un sacello cosiddetto ad corpus (ossia edificato sopra la sepoltura della santa e, in parte, seminterrato).
Papa Onorio realizzò una basilica semi-ipogea: l'accesso (oggi murato e visibile nella parte alta dell'attuale facciata) introduceva direttamente sul matroneo e da qui si scendeva nell'aula ecclesiale, il cui pavimento era al livello della tomba della martire. Restauri eseguiti soprattutto nel XVII e XIX secolo hanno portato la chiesa all'aspetto odierno.
L'interno, preceduto da un nartece, ha una pianta basilicale suddivisa in tre navate da sedici colonne romane di spoglio con capitelli corinzi. Il catino absidale presenta una splendida decorazione musiva raffigurante:
- Sant'Agnese tra papa Onorio I e san Simmaco (625-638), mosaico di maestranze romane:[4][5] l'opera mostra tre figure isolate e stilizzate, altamente simboliche e immateriali, su fondo oro, tipico esempio della influenza bizantina sull'ambiente romano dell'epoca. Si nota:
- al centro, Sant'Agnese vestita come un'imperatrice bizantina, con ai piedi il fuoco e la spada del martirio, e sulla veste la fenice simbolo dell'immortalità;
- a sinistra, Papa Onorio I con in mano il modello della chiesa;
- a destra, San Simmaco con un Evangeliario dalla preziosa legatura;
- in alto, Mano di Dio si protende per porre sulla testa della santa la corona del martirio.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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