Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (Roma)

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Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
HolyCross Jer-Roma fc01.jpg
Roma, Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, 12
00185 Roma (RM)
Telefono +39 06 70613053
Fax +39 06 70613053
Posta elettronica info@santacroceroma.it
SantaCroceinGerusalemme@diocesidiroma.it
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2 [1]
Proprietà Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione basilicale
Dedicazione Santa Croce
Vescovo
Fondatore Sant'Elena
Data fondazione 325 ca.
Architetti

Pietro Passalacqua (ristrutturazione del XVIII secolo)
Domenico Gregorini (ristrutturazione del XVIII secolo)

Stile architettonico rinascimentale, barocco
Inizio della costruzione 325 ca.
Completamento 1758
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione {{{AnnoInaugur}}}
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Data di consacrazione
Consacrato da {{{ConsacratoDa}}}
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Titolo Santa Croce in Gerusalemme (titolo cardinalizio)
Strutture preesistenti Palazzo imperiale di sant'Elena
Pianta basilicale
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima 36,50
Lunghezza Massima 22
Profondità Massima
Diametro Massimo
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°53′16″N 12°30′59″E / 41.887778, 12.516389 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Basilica di S. Croce
Basilica di S. Croce
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme è una chiesa di Roma, che sorge sull'omonima piazza, situata nel centro storico della città, nel rione Esquilino, a ridosso delle Mura Aureliane e dell'Anfiteatro Castrense, tra la Basilica di San Giovanni in Laterano e Porta Maggiore: è una delle Sette chiese di Roma che i pellegrini, in occasione del Giubileo, dovevano visitare a piedi in un solo giorno per acquisire l'indulgenza.[1]

Storia

Dalla fondazione al Medioevo

All'epoca dell'imperatore Augusto (63 a.C.14 d.C.) la zona dell'Esquilino era un'area periferica e a carattere residenziale; fu scelta dagli imperatori Severi, nel III secolo per costruire la villa imperiale, denominata Horti Variani ad Spem Veterem, della quale facevano parte l'Anfiteatro Castrense, il Circo Variano, le Terme Eleniane (così denominate dopo il restauro dell'imperatrice Elena), un nucleo abitativo, nel quale si identificarono un'ampia sala (poi utilizzata per la costruzione della basilica) e un grande ambiente absidato. La villa fu certamente decurtata di alcune sue parti dalla costruzione delle Mura Aureliane (271-275).

All'inizio del IV secolo, per volontà dell'imperatore Costantino (274337), il palazzo imperiale venne ristrutturato e gli fu attribuito il nome di Sessorium;[2] nel 324, quando Costantino trasferì la capitale dell'impero a Costantinopoli, la residenza restò proprietà di sua madre Elena (248-329), che vi compì rilevanti restauri e apportò notevoli modifiche strutturali fra cui la più importante fu la trasformazione di un'ampia sala rettangolare (h. 22,14 x l. 36,46 l. 21,80) del complesso in una cappella atta a contenere le reliquie della passione di Gesù Cristo (frammenti della Croce, un chiodo, due spine della corona, parte del Titulus crucis, frammenti della colonna della flagellazione, la spugna imbevuta d'aceto usata per dissetare Gesù, uno dei 30 denari di Giuda Iscariota e altre), che, secondo la tradizione, alcune delle quali furono ritrovate in circostanze miracolose dalla stessa sant'Elena sul monte Calvario a Gerusalemme. Tale cappella divenne poi il nucleo originario dell'attuale Basilica di Santa Croce, per questo chiamata in origine "Basilica Eleniana" o "Sessoriana".

La chiesa, dedicata da san Silvestro (314-335) alla Santa Croce, fu restaurata dai papi Gregorio II (715-731) e da Adriano I (772-795).

Nel 983 Benedetto VII (974-983), come attesta un'epigrafe posta accanto all'ingresso principale della basilica, fondò il monastero che, nel 1049, Leone IX (1049-1054) affidò ai benedettini. Quando questi, nel 1062, passarono a San Sebastiano, Alessandro II (1061-1073) vi insediò i Canonici Regolari di San Frediano di Lucca.

Nel 1144, con Lucio II (1144-1145), la chiesa subisce il primo radicale intervento, adattata secondo lo stile romanico, evidente nella disposizione a tre navate, che esiste ancora ai giorni nostri e con l'aggiunta di un campanile a torre e di un portico, non più esistente.

Il complesso, abbandonato dai Canonici Regolari durante il periodo avignonese, fu assegnato intorno al 1370 da Urbano V (1362-1370) ai Certosini che vi rimasero fino al 1561.

Numerosi sono stati i lavori di restauro e le modifiche nel corso dei secoli: fra di essi si devono ricordare quelli effettuati dai cardinali titolari Pedro González de Mendoza (1428-1495) - a cui è legato anche il ritrovamento nel 1492, in una cassetta murata nell'abside della chiesa, del Titulus Crucis - e Bernardino López de Carvajal (14561523).

Dal Cinquecento ad oggi

Quando nel 1561 i Certosini lasciarono il complesso vi subentrarono i Cistercensi che lo curarono fino al 2009. Da quell'anno, la basilica è affidata al clero diocesano.

L'attuale aspetto si deve alla ristrutturazione, effettuata per volontà di Benedetto XIV (1740-1758) tra il 1740 e il 1758 dagli architetti Pietro Passalacqua (1690-1748) e Domenico Gregorini (1692-1777), che modificarono in modo definitivo la facciata della chiesa, portandola in avanti e costruendo un atrio ellittico, secondo lo stile tardo barocco.

Nel 1873, la basilica fu incamerata dal demanio[3]del Regno d'Italia, successivamente in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 13 marzo 1910 da papa Pio X.

Titolo cardinalizio

La basilica è sede del titolo cardinalizio di Santa Croce in Gerusalemme, istituito nel VII secolo: l'attuale titolare è il cardinale Juan José Omella.

Descrizione

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (pianta)

Esterno

Facciata

La facciata, in travertino, presenta un solo ordine, scandito da fasci di lesene, in tre campate, di cui la centrale convessa e le laterali concave, dove si aprono tre portali sormontati da due finestroni e un grande ovale, sovrastato da un arco a tutto sesto su colonne.

Nel fregio si legge l'iscrizione dedicatoria fatta apporre da papa Benedetto XIV, mentre sopra la balaustra di coronamento, che si interrompe in corrispondenza del timpano curvilineo, al di sopra del quale è posta la Croce di ferro con due angeli adoranti, sono collocate le sei statue raffiguranti:

Campanile

Sul lato destro si eleva il campanile a torre, in laterizi, di forma quadrata e articolato in otto ordini. Di essi si vedono solo gli ultimi quattro, aperti a doppie monofore e a bifore su colonne, alcune delle quali murate da mattoni forse durante i lavori di restauro del 1370. I primi quattro piani invece sono inglobati nel monastero. La decorazione è completata da dischi di smalto monocromi, da due piccole edicole - del XII secolo quella posta al primo piano e del XIV secolo l'altra all'ultimo - e da un grande orologio collocato al penultimo. Il campanile ospita tre campane, due sono opera di Simone e Prospero De Prosperis, commissionate nel 1631 dal cardinale Baltasar Moscoso y Sandoval (1589-1665), mentre la terza è più recente e risale al 1957.

Atrio

L'ingresso alla basilica avviene attraverso tre ampie arcate che immettono in un atrio a pianta ellittica (1), con piccola cupola sorretta da pilastri affiancati da colonne in granito che, nella basilica paleocristiana, erano situate all'interno. Attraverso le porte del XV secolo, in parte danneggiate nel XVIII secolo, si accede all'interno dell'aula liturgica.

Interno

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (interno)

L'interno della chiesa, orientato (ossia con l'abside rivolto a Est), a pianta basilicale, è suddiviso in tre navate da otto colonne originarie di granito, alternate a sei pilastri settecenteschi, quattro dei quali inglobano altrettante colonne antiche della Basilica sessoriana; nel soffitto ligneo voltato a botte (13), nel quale si aprono sei lunettoni in sostituzione delle finestre originarie, è collocato al centro un dipinto raffigurante:

Il piano di calpestio della navata centrale è coperto da uno splendido pavimento cosmatesco decorato a Motivi geometrici, in mosaico e marmo, databile alla metà del XII secolo, restaurato nel 1933.[5]

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra sono posti tre altari, dove sono collocate alcune pregevoli opere raffiguranti:

Presbitero e abside

Nel presbiterio (2), rialzato di alcuni gradini, si notano:

  • al centro, Ciborio (1743) con fastigio marmoreo e angeli in bronzo dorato, sostenuto da quattro colonne recuperate da quello del 1148.
  • sotto l'altare maggiore, Urna dei santi Cesario e Anastasio, in basalto: la sepoltura è costituita da una vasca romana dove figura un'iscrizione che testimonia:
(LA) (IT)
« HIC JACENT CORPORA SANCTORUM CÆSARY ET ANASTASY MARTYRUM » « Qui giacciono i corpi dei santi Cesario e Anastasio martiri »
Antoniazzo Romano e Marco Palmezzano, Storie della vera Croce (part.), 1492-1495, affresco

Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare (3), che presenta:

Navata destra

Lungo la navata sinistra sono posti tre altari, dove sono collocate alcune pregevoli opere raffiguranti:

Cappella delle Reliquie

Per una cordonata, a sinistra del presbiterio, si accede alla Cappella delle Reliquie, detta anche Santuario della Croce (6), ricavata nell'antica sacrestia su progetto dell'architetto Florestano Di Fausto (1890-1965). Nell'ambiente, inaugurato nel 1930 e completato nel 1952, sono custodite le celebri reliquie in virtù della quale la chiesa è stata nei secoli meta di pellegrinaggi:

Dal 1999, in uno spazio adiacente la Cappella delle Reliquie è sepolta la venerabile Antonietta Meo detta Nennolina (1930-1937).

Cappella di San Gregorio Magno

Baldassarre Peruzzi, Gesù Cristo Redentore benedicente, Quattro evangelisti e loro simboli, Storie della vera Croce (1510-1525), mosaico

Per una cordonata, a sinistra dell'abside, si accede alla Cappella di San Gregorio Magno (4), costruita per volontà del cardinale Bernardino López de Carvajal nel 1520, dove si notano:

Cappella di Sant'Elena

Per una cordonata di fine XV secolo, a sinistra dell'abside, si scende alla Cappella di Sant'Elena (5), dove fino al 1930 erano custodite le Sacre Reliquie, nella quale si notano:

Secondo la tradizione, sotto il pavimento sarebbe sparsa la terra del monte Calvario, che la Santa avrebbe portato con le reliquie della passione di Gesù Cristo.

Note
  1. Il Giro delle Sette Chiese è un itinerario devozionale che comprendeva le quattro Basiliche papali e altre tre chiese (San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura) che i pellegrini giunti a Roma per il Giubileo dovevano visitare in un solo giorno per acquisire l'indulgenza: questa pratica esisteva già precedentemente, ma fu formalizzata e rivitalizzata nel XVI secolo da san Filippo Neri (1515-1595).
  2. Il termine Sessorium deriva probabilmente da sedeo, ossia "siedo, seduta", giacché, nel IV secolo, il Consiglio imperiale si riuniva in una sala del palazzo.
  3. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 08.07.2019
  5. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  6. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  7. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  8. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  9. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  10. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  11. Ibidem . URL consultato il 08.07.2019
  12. Ibidem . URL consultato il 09.07.2019
  13. Ibidem . URL consultato il 09.07.2019
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 17 maggio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.