Diocesi di Guadix

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Diocesi di Guadix
Dioecesis Guadicensis
Chiesa latina
Cathedral - Guadix - Spain - 20110808.jpg
vescovo Francisco Jesús Orozco Mengíbar
Sede Guadix
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Granada
Escudo de la Diócesis de Guadix-Baza.svg
Stemma
Diócesis de Guadix. Organización territoria (2015).svg
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
Parrocchie 74
Sacerdoti 53 di cui 51 secolari e 2 regolari
1.809 battezzati per sacerdote
16 religiosi 88 religiose
99.082 abitanti in 5.677 km²
95.880 battezzati (96,8% del totale)
Eretta 21 maggio 1492
Rito romano
Cattedrale Nostra Signora dell'Annunciazione
Concattedrale Nostra Signora dell'Incarnazione
Indirizzo
c/ Santa María del Buen Aire 2, 18500 Guadix [Granada], España
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2020 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


Territorio

La diocesi comprende la parte nord-orientale della provincia di Granada.

Sede vescovile è la città di Guadix, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora dell'Annunciazione. A Baza si trova la concattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione.

Il territorio è suddiviso in 74 parrocchie, raggruppate in 7 arcipresbiterati: Baza, El Fardes, Guadix, El Jabalcón, El Marquesado, Los Montes, Sagra-Huéscar.

Storia

Secondo una ricostruzione storica, la diocesi di Guadix potrebbe derivare dall'antica diocesi di Acci, di cui fu vescovo san Torquato, il primo dei sette Viri apostolici a cui si attribuisce l'evangelizzazione della Spagna nel I secolo. I vescovi di Acci furono presenti ai Concili di Toledo e la successione apostolica si mantenne almeno fino a metà dell'VIII secolo, quando a causa dell'invasione araba se ne persero le tracce.

Molto simile è la storia dell'antica diocesi di Basti, l'odierna Baza, di cui si hanno notizie a partire dal IV secolo fino all'invasione araba.

Nel XV secolo Guadix e Baza, ancora in mano ai musulmani, divennero sedi titolari.

Il 21 maggio 1492 il cardinale Pedro González de Mendoza con una sua bolla, che faceva seguito alla bolla di papa Innocenzo VIII del 4 agosto 1486, eresse la diocesi di Guadix-Baza, unendo le due sedi. La cattedrale fu posta in Guadix con un capitolo di 26 canonici, mentre a Baza fu eretta una collegiata sottoposta ad un abate. Originariamente la diocesi aveva limiti territoriali derivati da quelli delle diocesi antiche ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Toledo.

Il 4 dicembre 1492 in forza di una bolla di papa Alessandro VI la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Granada.

Nello stesso anno 1492 fu aperto a Guadix l'ospedale della Carità, per «gli infermi di tutte le classi, tranne i contagiosi»; l'anno successivo a Baza fu inaugurato l'ospedale di san Giacomo, seguito da quello della Trinità a partire dal 1543.

Il processo di cristianizzazione delle terre riconquistate fu completato verso la metà del XVI secolo. Nel 1595 fu istituito il primo seminario diocesano, dedicato a san Torquato. A partire dal 1603 anche Baza poté avere un proprio seminario, dedicato all'Immacolata Concezione.

Il 18 maggio 1790 la diocesi fu divisa amministrativamente in quattro zone, ma il 14 maggio 1867 fu decisa una riorganizzazione territoriale articolata in cinque arcipresbiterati.

Nel 1804 fu fondato a Guadix l'Ospizio reale o Casa di Misericordia, che fu attiva per circa quarant'anni: nel 1842 motivi economici resero necessaria la liquidazione degli immobili.

Con il Concordato del 1851, la collegiata di Baza fu soppressa insieme al suo seminario e la diocesi assunse ufficialmente il nome di diocesi di Guadix, sebbene rimanga tuttora diffusa anche la denominazione di diocesi di Guadix-Baza.

Durante la guerra civile spagnola il vescovo locale beato Manuel Medina y Olmos, dopo una perquisizione del palazzo vescovile, il 27 luglio 1936 fu imprigionato da un gruppo anti fascista capeggiato dal sindaco di Guadix, e successivamente trasferito, insieme ad altri tre sacerdoti, ad Almeria, rimanendo imprigionato nella casa del vicario generale, nella nave prigione Astoy Mendi e nella corazzata Jaime I, fino alle prime ore del mattino del 30 agosto, quando fu portato in camion al burrone del Gossip nel comune di Vícar, dove fu fucilato insieme ad altri sedici sacerdoti e laici. La sede rimase vacante fino al 1945.

Nel 1947 e nel 1952 verranno fondati altri due seminari: rispettivamente quello estivo, che ebbe vita breve, e l'attuale seminario maggiore di san Torquato.

Il 23 aprile 1954[1] e il 10 luglio 1957[2], con due distinti decreti della Congregazione Concistoriale, furono rivisti i confini della diocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. La diocesi di Guadix cedette le parrocchie di Piñara, Alba, Abrucena, Doña María, Escullar e Ocaña alla diocesi di Almería, ed acquisì l'arcipresbiterato di Huescar dall'arcidiocesi di Toledo.

Dal 1966 la diocesi è suddivisa in sette arcipresbiterati, riorganizzati secondo criteri pastorali nel 1979.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Acci

  • San Torquato † (circa 65)
  • Felice † (menzionato nel 306)
  • Liliolo † (prima del 589 - dopo il 594)
  • Paolo † (menzionato nel 607 circa)
  • Stefano †
  • Clarenzio † (prima del 633 - dopo il 636)
  • Giusto † (prima del 638 - dopo maggio 652 circa)
  • Giuliano † (menzionato nel 653)
  • Magnario † (menzionato nel 655 e nel 656)
  • Ricila † (prima del 675 - dopo il 688)
  • San Frodario † (menzionato nel 720)
  • Quirico † (menzionato nell'839)

Vescovi titolari di Guadix

Vescovi di Guadix-Baza

Vescovi di Guadix

Statistiche

La diocesi nel 2019 su una popolazione di 99.082 persone contava 95.880 battezzati, corrispondenti al 96,8% del totale.


Note
  1. (LA) Decreto Maiori animarum, AAS 46 (1954), pp. 506-507.
  2. (LA) Decreto Initis inter, AAS 50 (1958), pp. 44-45.
  3. Durante la vacanza della sede la diocesi fu amministrata da Agustín Parrado y García, arcivescovo metropolita di Granada.


Bibliografia


Voci correlate


Collegamenti esterni