Diocesi di Astorga

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Diocesi di Astorga
Dioecesis Asturicensis
Chiesa latina
Astorga Cathedral Façade.jpg
vescovo Jesús Fernández González
Sede Astorga (Spagna)
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Oviedo
Logo diocesi di Astorga.png
Stemma
Diócesis de Astorga.svg
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
Vicario José Luis Castro Pérez
Parrocchie 970
Sacerdoti 230 di cui 193 secolari e 37 regolari
982 battezzati per sacerdote
48 religiosi 256 religiose
233.739 abitanti in 11.683 km²
226.000 battezzati (96,7% del totale)
Eretta II secolo
Rito romano
Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine
Indirizzo
Calle El Carmen 4, 24700 Astorga [León], España
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Astorga (in latino Dioecesis Asturicensi) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Oviedo. Nel 2020 contava 226.000 battezzati su 233.739 abitanti. È retta dal vescovo Jesús Fernández González.

Territorio

La diocesi comprende le comarche di Maragatería e di El Bierzo nella provincia di León, la comarca di Valdeorras nella provincia di Ourense, e le comarche di Sanabria, La Carballeda, Valles de Benavente e parte di quella di Aliste in provincia di Zamora.[1]

Sede vescovile è la città di Astorga, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine. A Ponferrada sorge la basilica minore della Madonna della Quercia.[2]

Il territorio si estende su 11.683 km² ed è suddiviso in 970 parrocchie.

Storia

La diocesi è una delle più antiche di Spagna. La tradizione, non anteriore tuttavia al XVII secolo, tramanda il nome del primo vescovo Efren, in epoca apostolica. I primi riscontri documentali dell'esistenza della diocesi sono del II secolo, mentre i primi vescovi certi sono Basilídes e Sabino, coinvolti in una controversia a metà del III secolo, menzionati nelle lettere di Cipriano di Cartagine.

Gli storici ritengono che nel primo periodo della sua storia, la diocesi di Astorga fosse unita a quella di León. Oltre a Basilídes e Sabino, le cronotassi assegnano ad entrambe le diocesi anche il vescovo Decenzio, che prese parte al concilio di Elvira all'inizio del IV secolo.

Inizialmente il territorio della diocesi comprendeva il conventus asturicensis, che probabilmente si estendeva sulle Asturie e sulla Galizia. Quasi certamente per un certo periodo i suoi vescovi esercitarono diritti metropolitici sulla regione, ben evidente durante la crisi priscillanista che coinvolse la diocesi tra la fine del IV e la prima metà del V secolo. Nel V secolo fu vescovo San Turibio di Astorga[3], che combatté efficacemente l'eresia priscillianista e ricostruì le chiese distrutte dalle invasioni dei Vandali, dei Goti e dei Suebi. Da questo momento la sede di Astorga appare suffraganea dell'arcidiocesi di Braga.

Nel VII secolo san Fruttuoso[4], futuro metropolita di Braga (ca. 656-665), fondò nella valle del Bierzo diversi monasteri, che trasformarono la regione in una vera Tebaide monastica: Compludo, San Pedro de Montes, San Felix de Visonia ed altri ancora. Per questi monasteri, Fruttuoso scrisse due Regulae. La sua opera fu continuata da san Valerio, i cui testi ci trasmettono il nome della famosa pellegrina della Terra Santa della fine del IV secolo, Egeria.

Attorno al 714/715 Astorga fu occupata dagli arabi, che restarono padroni delle Asturie fino alla metà del IX secolo, quando con il re Ordono I (850-866), la città di Astorga fu liberata. La reconquista fu continuata e consolidata da Alfonso III (866-910).

In questo contesto fu restaurata la diocesi, che perse però parte del suo antico territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di León e altri territori a vantaggio della sede di Oviedo. Inoltre, durante il regno di Alfonso IV (924-927) fu eretta la diocesi di Simancas, con territorio ricavato dalle diocesi di Astorga e di León, che ebbe tuttavia vita breve essendo già soppressa nel 974. Dal 986 circa fino ai primi decenni del XII secolo ad Astorga fu unito il territorio della soppressa diocesi di Zamora. Dopo la nascita del regno del Portogallo (1139), Astorga perse i territori oltre frontiera che furono annessi all'arcidiocesi di Braga.

Nel 946 Astorga fu sede di un importante sinodo diocesano, voluto dal vescovo Salomon e convocato dal re. Al sinodo presero parte 13 abati, indizio dell'esistenza all'epoca di un numeroso gruppo di abbazie benedettine nella diocesi.

Il 20 dicembre 1069 il vescovo Pedro Núñez consacrò una prima cattedrale di Astorga. Ma il re decise di costruire una nuova cattedrale, che fu consacrata una prima volta dal vescovo Pedro Fernández (1242-1265), e una seconda volta il 12 gennaio 1433 da Sancho de Rojas. La prima pietra dell'attuale cattedrale fu posta nel 1471, l'edificio venne consacrato il 16 agosto 1560, ma sarà completato solo alla fine del XVIII secolo.

Nel 1087 si ha la prima menzione del capitolo dei canonici della cattedrale; i primi statuti noti del capitolo risalgono al 1287. Nel 1419 i canonici erano 40, ma nel XVII secolo il loro numero era salito in modo esorbitante: si contavano all'epoca 14 dignitari, 50 canonici e 10 racioneros o beneficiari. Il capitolo conservava un fondo archivistico e bibliotecario di valore inestimabile, i cui pezzi più antichi risalivano al IX secolo, andato a fuoco sul finire dell'Ottocento.

Nel XIV secolo la diocesi passò dalla provincia ecclesiastica di Braga a quella di Santiago di Compostela.[5]

Nel 1596 fu istituito il seminario diocesano, dedicata all'Immacolata Concezione di Maria Vergine. Rifondato dal vescovo Francisco Javier Sánchez Cabezón nel 1756, ottenne una nuova sede nel 1799.

A seguito del concordato fra Spagna e Santa Sede stipulato nel 1851, il 4 luglio 1857 la diocesi di Astorga divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Valladolid.

Nel 1887 la costruzione del palazzo vescovile fu commissionata ad Antoni Gaudí.

Il 17 ottobre 1954 con il decreto Quum sollemnibus della Congregazione Concistoriale furono rivisti i confini delle diocesi spagnole per farli coincidere, nel limite del possibile, con le province civili. Astorga perse 49 parrocchie a vantaggio delle diocesi di Zamora (12), León (23), Orense (4) e Lugo (10). Contestualmente acquisì nuove parrocchie dalle sedi di Orense (12), di Lugo e di Oviedo (7).[6]

Il 27 ottobre dello stesso anno è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Oviedo.

Il 19 settembre 1956 Astorga perse altre 25 parrocchie cedute alla diocesi di León.[7] Un'ulteriore modifica territoriale fu sancita il 21 dicembre 1959 con lo scambio di alcune parrocchie tra le diocesi di Astorga e di Orense.[8]

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 233.739 persone contava 226.000 battezzati, corrispondenti al 96,7% del totale.

Note
  1. Dal sito web della diocesi.
  2. Lettera apostolica Sicut quercus (12 luglio 1958) in: AAS 50 (1958), pp. 1024-1025.
  3. Martirologio Romano festa 16 aprile: Ad Astorga nel regno di Svevia sempre in Spagna, san Turibio, vescovo, che, su mandato del papa san Leone Magno, si adoperò per combattere vigorosamente la setta dei priscillianisti che si andava diffondendo nella Spagna.
  4. Martirologio Romano festa 16 aprile: A Braga in Portogallo, san Fruttuoso, vescovo, che dapprima fu monaco e fondatore di cenobi, poi vescovo di Dume e, eletto infine vescovo metropolita di Braga dai Padri del decimo Concilio di Toledo, resse con prudenza al contempo sia questa Chiesa sia i suoi monasteri.
  5. Tuttavia i volumi della Hierarchia Catholica di Konrad Eubel indicano che almeno fino al termine del XVI secolo Astorga dipendeva dalla metropolia di Braga. Secondo Lambert (DHGE IV, col. 1213) già con la nascita del regno del Portogallo le suffraganee lusitane di Santiago di Compostela passarono a Braga, mentre le suffraganee spagnole di Braga passarono a Santiago di Compostela, benché la Santa Sede continuasse a considerare valida l'antica suddivisione.
  6. (LA) Congregazione Concistoriale, Decreto Quum sollemnibus, AAS 47 (1955), pp. 456-460. Il decreto non specifica il numero delle parrocchie che Astorga acquisì dalla diocesi di Lugo.
  7. (LA) Congregazione Concistoriale, Decreto Initis inter, AAS 48 (1956), pp. 728-729.
  8. (LA) Congregazione Concistoriale, Decreto Maiori concrediti, AAS 52 (1960), pp. 162-163
  9. Domiziano accompagnò Osio di Cordova al concilio di Sardica.
  10. 10,0 10,1 Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, pp. 180-181.
  11. Dictino era figlio di Simposio; entrambi priscillianisti, abiurarono l'eresia nel concilio di Toledo dell'anno 400; succedette sulla cattedra di Astorga alla morte del padre. C. M. Molas, v. Dictinius, in «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XIV, coll. 394-395. Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, p. 167.
  12. 12,0 12,1 12,2 12,3 12,4 12,5 12,6 (ES) Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, pp. 154-156.
  13. 13,0 13,1 13,2 Novidio, Real Academia de la Historia online.
  14. Il vescovo Jimeno è documentato per l'ultima volta il 24 aprile 1026; il 3 gennaio 1027 risulta essere già morto. Mercedes Durany Castrillo, María del Carmen Rodríguez González, El obispado de Astorga en el primer tercio del siglo XI: de Jimeno a Sampiro, Semata: Ciencias sociais e humanidades (Santiago de Compostela: Universidad de Santiago de Compostela), vol. 15, 2003, p. 202.
  15. 15,0 15,1 15,2 Mercedes Durany Castrillo, María del Carmen Rodríguez González, El obispado de Astorga en el primer tercio del siglo XI: de Jimeno a Sampiro, Semata: Ciencias sociais e humanidades (Santiago de Compostela: Universidad de Santiago de Compostela), vol. 15, 2003, pp. 187-222.
  16. Lambert, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. IV, col. 1224. Il 27 gennaio 1176 il vescovo Arnaldo risulta essere esiliato.
  17. Rafael Lazcano, Episcopologio Agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 547-554.
  18. Contestualmente nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Case Mediane.


Bibliografia
Collegamenti esterni