Diocesi di Leiria-Fátima

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Diocesi di Leiria-Fátima
Dioecesis Leiriensis-Fatimensis
Chiesa latina
Church Leiria (2965919945).jpg
Amministratore apostolicovescovo eletto cardinale António Augusto dos Santos MartoJosé Ornelas Carvalho, S.C.I.
sede vacante
Leiria
Diócesis de Leiria-Fátima.svg
Mappa della diocesi
Nazione bandiera Portogallo
Cariche emerite: Serafim de Sousa Ferreira e Silva,
cardinale António Augusto dos Santos Marto
Parrocchie 74 (9 vicariati )
Sacerdoti 159 di cui 91 secolari e 68 regolari
1.700 battezzati per sacerdote
83 religiosi 629 religiose 1 diaconi
302.120 abitanti in 1.700 km²
270.334 battezzati (89,5% del totale)
Eretta 22 maggio 1545
Rito romano
Cattedrale Immacolata Concezione
Santi patroni Nostra Signora di Fatima
Sant'Agostino
Indirizzo
Seminario Diocesano, 2414-011 Leiria, Portugal
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2020 ( ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Portogallo
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


La diocesi di Leiria-Fátima (in latino: Dioecesis Leiriensis-Fatimensis) è una sede della Chiesa cattolica in Portogallo suffraganea del patriarcato di Lisbona. Nel 2019 contava 270.334 battezzati su 302.120 abitanti. La sede è vacante, in attesa che il vescovo eletto José Ornelas Carvalho, S.C.I., ne prenda possesso.

Territorio

La diocesi si estende su due distretti portoghesi. Comprende:

  • nel distretto di Leiria, i comuni di Leiria, Marinha Grande, Batalha e Porto de Mós, e parti dei comuni di Pombal e Alcobaça;
  • nel distretto di Santarém, il comune di Ourém e parti del comune di Alcanena.

Sede vescovile è la città di Leiria, dove si trova la cattedrale dell'Immacolata Concezione. A Fátima sorge l'omonimo santuario, uno dei più importanti santuari mariani del mondo, con la basilica dedicata alla Nostra Signora di Fatima.

Il territorio si estende su 1.700 km² ed è suddiviso in 74 parrocchie, raggruppate in 9 vicariati: Monte Real, Marinha Grande, Milagres, Colmeisas, Leiria, Batalha, Porto de Mós, Fátima e Ourém.

Storia

La diocesi di Leiria fu eretta il 22 maggio 1545 con la bolla Pro excellenti di papa Paolo III, ricavandone il territorio dalla diocesi di Coimbra e dal priorato esente di Santa Maria di Leiria.[1] Fu nominato come primo vescovo Brás de Barros, ultimo priore di Santa Maria.[2] e il 13 giugno seguente re Giovanni III del Portogallo concesse a Leiria lo statuto ci città.

Inizialmente fu eretta a cattedrale la chiesa di Nossa Senhora da Pena, chiesa matrice della città episcopale, che tuttavia era troppo piccola per le esigenze di culto; l'odierna cattedrale fu costruita tra il 1550 ed il 1574.

Nel 1585 la diocesi si ampliò incorporando le parrocchie di São Vicente de Aljubarrota, Alvados, Arrimal, Seiça, Fátima, Freixianda, Juncal, Mendiga, Minde, Olival, Ourém, Porto de Mós e Serro Ventoso. Un successivo ampliamento ebbe luogo il 9 ottobre 1614 quando si aggiunsero alla diocesi le parrocchie di Nossa Senhora dos Prazeres de Aljubarrota e di Alpedriz, secondo quanto previsto dalla bolla Decet Romanum Pontificem di papa Paolo V. Questi territori annessi a Leiria furono in entrambi i casi sottratti al patriarcato di Lisbona.

Nel 1640 il vescovo Pedro Barbosa de Eça fu obbligato a fuggire dalla diocesi in seguito alla rivoluzione indipendentista portoghese: trovò riparo in Castiglia, morendo nello stesso anno. Negli anni successivi i vescovi Diogo de Sousa nominato da Giovanni IV e Jerónimo de Mascarenhas nominato da Filippo IV non ottennero il riconoscimento pontificio e la diocesi rimase vacante.

Brás de Barros celebrò il primo sinodo diocesano nel 1549. Altri sinodi furono organizzati da Pedro de Castilho nel 1598, da José Alves Correia da Silva nel 1943, e da Serafim de Sousa Ferreira e Silva nel 1995-2002.

Nel 1672 il vescovo Pedro Vieira da Silva istituì il seminario diocesano.

L'invasione francese del 1807 ebbe tragiche conseguenze sulla vita della diocesi, perché fu accompagnata dalla distruzione della maggior parte degli edifici religiosi (palazzo vescovile, monasteri, chiese) e dal saccheggio delle rendite ecclesiastiche.

Un altro trauma per la diocesi fu la soppressione degli ordini religiosi decretata dal ministro Joaquim António de Aguiar nel 1834. Nello stesso anno fu chiuso il seminario, che fu nuovamente ristabilito nel 1850.

Il 30 settembre 1881 fu soppressa nell'ambito della riorganizzazione territoriale delle diocesi del Portogallo con la bolla Gravissimum Christi di papa Leone XIII: il suo territorio fu spartito tra la diocesi di Coimbra e il patriarcato di Lisbona.

Nei primi lustri del XX secolo si organizzò nella diocesi un movimento restaurazionista, anche come reazione alla politica anticlericale della prima repubblica. Questo movimento fu incoraggiato anche dalle apparizioni di Fatima fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917. Il 17 gennaio 1918 la diocesi fu ristabilita con la bolla Quo vehementius di papa Benedetto XV. Nel 1921 fu concessa la celebrazione della messa sul luogo delle apparizioni, primo passo dell'erezione del santuario di Fátima, che si svilupperà nel decennio successivo, fino all'approvazione canonica del culto di Nostra Signora di Fatima il 13 ottobre 1930.

Il 25 marzo 1957 la diocesi ha incorporato la parrocchia di Formigais, che dal 1881 era stata assoggettata al patriarcato di Lisbona.

Il 3 dicembre 1962, con il breve Miris modis auctus, papa Giovanni XXIII dichiarò Nostra Signora di Fatima patrona principale della diocesi, assieme a sant'Agostino d'Ippona, vescovo e dottore della Chiesa.

Dal 13 maggio 1984 ha assunto il nome attuale in forza della bolla Qua pietate di papa Giovanni Paolo II.

La presenza del santuario di Fátima è stata motivo di diverse visite dei papi alla diocesi: Paolo VI nel 1967, Giovanni Paolo II nel 1982, nel 1991 e nel 2000; Benedetto XVI nel 2010 e infine Francesco nel 2017.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2019 su una popolazione di 302.120 persone contava 270.334 battezzati, corrispondenti all'89,5% del totale.

Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni