Dionisio Laurerio




Dionisio Laurerio, O.S.M. Cardinale | |
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Età alla morte | 45 anni |
Nascita | Benevento 1497 |
Morte | Roma 17 settembre 1542 |
Sepoltura | Chiesa di San Marcello al Corso (Roma) |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Creato Cardinale |
19 dicembre 1539 da Paolo III (vedi) |
Cardinale per | 2 anni, 8 mesi e 29 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Dionisio Laurerio (Benevento, 1497; † Roma, 17 settembre 1542) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Nato nel 1497 a Benevento, da una famiglia poco conosciuta ma legata da legami familiari ed economici con i Pedicini, una famiglia patrizia locale di antiche glorie, a cui furono poi conferite alcune privilegi dall'imperatore Carlo V. Entrambi i genitori erano originari di Firenze. È anche elencato come Dionisio (Neagrus) de Laurerio; e i suoi cognomi come Lorerio, Lauderio e Laurelio. Era conosciuto anche come fra Dionisio di Benevento e cardinale di San Marcello.
Formazione e attività
Entrato nell'Ordine dei Servi di Maria (Serviti) in giovane età, studiò nelle case di formazione del suo ordine; ottenne il dottorato nel 1521.
Ordinato sacerdote (nessuna informazione trovata). Lettore di filosofia, metafisica, matematica e teologia presso le Università di Perugia e Bologna, 1526-1529 e infine a Roma. Si distinse per la sua vasta cultura e la sua parlata raffinata. Eletto procuratore del suo ordine il 18 maggio 1528, durante un capitolo del suo ordine tenutosi a Cesena. Nel 1534 divenne procuratore del re Enrico VIII d'Inghilterra presso papa Clemente VII, sostituendo Thomas Cranmer, che era stato nominato penitenziere del regno inglese; si recò a Londra per occuparsi di urgenti questioni religiose. In quel periodo strinse amicizia con il cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, che probabilmente conobbe da Benevento, e poi collaborò come teologo in sacris. Questo legame di rispetto reciproco e di fiducia ha segnato la sua vita. Fu anche un amico dell'umanista Jacopo Sannazzaro e dei cardinali Reginald Pole e Jacopo Sadoleto. Nominato dal papa vicario generale del suo ordine, il 22 gennaio 1535. Al termine del capitolo celebrato a Budrio, presso Bologna, il 27 aprile 1535, fu eletto priore generale dell'Ordine; aveva pregato il capitolo di non eleggerlo; si dimise dall'incarico nel maggio 1542.
Il 20 maggio 1535 il papa gli concesse la facoltà di fondare nuovi conventi e il successivo 17 agosto, quello di visitare e riformare i monasteri dell'Osservanza. Nominato da papa Paolo III nunzio presso il re Giacomo V di Scozia il 23 ottobre 1536; doveva informare il re sul consiglio generale; gli furono conferiti i poteri di cardinale Legato ''a latere'' con ampie facoltà di visitare, correggere e riformare monasteri, conventi di frati, scuole, capitoli, università e chiese del clero diocesano e religioso per evitare che seguissero lo scisma del re Enrico VIII; incontrò il re a Parigi il 27 gennaio 1537, intimandogli di sostenere il consiglio, e probabilmente non si recò mai in Scozia.
Cercò vigorosamente, ma con scarso successo, di portare i confratelli di clausura francesi a rispettare le regole e a raggiungere questo obiettivo. Nell'autunno del 1537 si trovava a Roma, dove partecipò alla discussione dei cardinali sulla riforma della Redazione Apostolica. Il 4 giugno 1538 ottenne una bolla dal papa. Il 16 luglio 1539 ottenne un'esenzione per il suo ordine dalla metà delle decime imposte, quando la Chiesa preparò una flotta contro i Turchi. In questo periodo, si pronunciò spesso contro la pratica dei benefici cumulativi e promosse la necessità di scegliere persone adatte per la nomina ai vescovati.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 19 dicembre 1539, ricevette la berretta rossa il 22 dicembre 1539 e il titolo di San Marcello, il 28 gennaio 1540.
Episcopato
Eletto vescovo di Urbino, il 13 febbraio 1540, Consacrato (nessuna informazione trovata). Prese possesso della sede il 3 marzo successivo. L'8 marzo 1540 gli fu concesso di conferire benefici ecclesiastici. Ai primi di agosto accompagnò il papa a Lucca per incontrare l'imperatore Carlo V, al fine di discutere la convocazione del concilio a Vicenza. A causa della salute cagionevole, andò a riposare nei conventi di Pistoia, Prato e poi Firenze, dove rimase per alcuni mesi e svolse anche l'incarico di nunzio presso Cosimo de' Medici. Prima di tornare a Roma, riuscì a restaurare le terme di Bagni San Filippo sul Monte Amiata. A Urbino avviò il processo di canonizzazione del servita Girolamo Ranuzzi, e portò le sue reliquie in quella città.
Il 27 agosto 1540 fu scelto dal papa per assistere i cardinali Gasparo Contarini e Gian Pietro Carafa nella riforma della Penitenzieria Apostolica, compito che si svolse di tanto in tanto ma con determinazione. Nella primavera del 1541 fu inviato a Modena come inquisitore pontificio delegato per il processo dello scrittore e accademico Giovanni Bertario, condannato in contumacia per eresia. Con l'intervento del cardinale, aiutato dal cardinale nipote, Alessandro Farnese, la scomunica di Bertario fu sospesa e fu imposta la ritrattazione. Nel concistoro del 27 maggio 1541, nonostante il tentativo di intercessione del cardinale Alvise Priuli, portavoce della volontà del cardinale Reginald Pole, il cardinale Laurerio si scagliò con veemenza contro il cardinale Contarini e la sua intenzione di giungere a un compromesso con la dottrina protestante, mostrando la sua intransigenza sull'ortodossia.
Dovendo concludere il suo generalato, convocò un capitolo generale nella primavera del 1542, durante il quale fu sostituito da Agostino Bonucci, O.S.M. Il 4 luglio 1542 fu nominato uno dei sei cardinali inquisitori, carica confermata diciassette giorni dopo, quando la bolla papale Licet ab initio, di papa Paolo III, riorganizzò e centralizzò l'Inquisizione romana. Legato a Benevento e provveditore della Campania e Marittima l'11 agosto 1542. Nel 1542 ottenne in commenda l'arcidiaconato di Benevento, che mantenne fino alla morte.
Morte
Morì il 17 settembre 1542, dopo una breve malattia, a Roma. L'orazione funebre durante la celebrazione della sua Messa da Requiem fu pronunciata da Padre Baccelliere Fra Domenico nella chiesa di San Marcello a Roma. Sepolto vicino all'ingresso principale di quella chiesa.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Priore generale dell'Ordine dei Servi di Maria | Successore: | ![]() |
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Geronimo da Lucca, O.S.M. | 27 aprile 1535 - 1º maggio 1542 | Agostino Bonucci, O.S.M. |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Marcello | Successore: | ![]() |
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Marino Grimani | 28 maggio 1540 - 17 settembre 1542 | Marcello Crescenzi |
Predecessore: | Vescovo di Urbino | Successore: | ![]() |
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Giacomo Narducci | 13 febbraio 1540 - 17 settembre 1542 | Gregorio Cortese, O.S.B. |
Collegamenti esterni | |
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Voci correlate | |
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