Reginald Pole
Reginald Pole Cardinale | |
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Anonimo pittore, Ritratto del cardinale Reginald Pole (post 1556), olio su tavola; Londra, National Gallery | |
Età alla morte | 58 anni |
Nascita | Stourton Castle 3 marzo 1500 |
Morte | Lambeth 17 novembre 1558 |
Ordinazione presbiterale | 20 marzo 1556 |
Nominato vescovo | data incerta |
Consacrazione vescovile | 22 marzo 1556 dall'arc. Nicholas Heath |
Creato Cardinale |
22 dicembre 1536 da Paolo III (vedi) |
Cardinale per | 21 anni, 10 mesi e 26 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Reginald Pole (Stourton Castle, 3 marzo 1500; † Lambeth, 17 novembre 1558) è stato un cardinale, arcivescovo e teologo inglese.
Biografia
Famiglia e formazione
Nacque il 3 marzo 1500 a Stourton Castle (Staffordshire, Inghilterra), secondogenito dei cinque figli di sir Richard, duca di Suffolk, e di Margherita,[1] figlia di Giorgio Plantageneto duca di Clarence, fratello di Riccardo III. Quando la madre rimase vedova fu nominata contessa di Salisbury e divenne tutrice della principessa Mary.
Pole ricevette un'ottima educazione dapprima presso la Charterhouse di Sheen, dove studiò per cinque anni, e in seguito presso l'Università di Oxford, dove in giovanissima età si laureò. Fu poi avviato alla carriera ecclesiastica e nel 1518 ottenne il beneficio della collegiata di Winborne nel Dorset.
Agli inizi del 1521 Reginald si recò a Padova per completare gli studi umanistici studiando presso Christoph de Longueil[2] e Nicolò Leonico Tomeo[3]. Qui ebbe modo di conoscere gli umanisti Pietro Bembo, Gasparo Contarini e il suo connazionale Thomas Lupset[4]. Dopo una breve visita a Firenze e Roma rientrò in patria nel 1527 dove proseguì gli studi presso la certosa di Sheen.
Nel 1529 si trasferì per studi a Parigi e qui, per la prima volta, dovette intervenire nella vita politica: nel maggio 1530, benché personalmente contrario al divorzio del re, otteneva dalla Sorbona una dichiarazione di nullità del matrimonio di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona. In seguito pressato dal cugino Enrico VIII a pronunziarsi sulla questione del divorzio con Caterina d'Aragona, il Pole difese la sua opinione, contraria al divorzio, in un'opera ora perduta. Due anni più tardi tornò in Italia a Padova e a Venezia, dove riprese contatti con gli amici d'un tempo e se ne creò dei nuovi: Jacopo Sadoleto, futuro cardinale e Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV.
Nel 1535 sollecitato di nuovo dal monarca inglese a pronunciarsi sul suo divorzio e sulla supremazia papale, il Pole scrisse il trattato Pro ecclesiasticae Unitatis defensione, dove ancora una volta con coraggio espresse la sua opposizione alle scelte di Enrico VIII.
Carriera ecclesiastica
L'anno seguente il Pole fu convocato dal re in patria per spiegazioni sul testo del trattato, ma Pole non obbedì al monarca, accettò invece l'invito del papa Paolo III di recarsi a Roma per entrare a far parte di una commissione, presieduta del cardinale Contarini, per la riforma interna della Chiesa, la quale poi redasse il famoso documento Consilium de emendanda Ecclesia[5]. Questo fu considerato da Enrico VIII come un vero e proprio tradimento e per vendetta fece arrestare la madre e i fratelli, mandati a morte nel 1541, ufficialmente perché cattolici. Enrico VIII inoltre attentò ripetutamente alla vita di Pole con l'invio di sicari a Roma. Ordinato diacono, Pole venne innalzato alla dignità cardinalizia da papa Paolo III nel concistoro del 22 dicembre 1536, ottenendo la diaconia dei Santi Nereo e Achilleo.
Tra il 1538 e il 1539 tentò di creare un'alleanza dei re cattolici contro l'Inghilterra, ma la rivalità tra l'imperatore Carlo V e il re di Francia Francesco I non permise alla Santa Sede di ottenere risultati in tal senso.
Nel 1541 fu nominato da Paolo III legato del Patrimonio di San Pietro e il Pole si stabilì a Viterbo. Qui raccolse attorno a sé gli Spirituali reduci del circolo napoletano di Juan de Valdés. Del circolo facevano parte, oltre allo stesso mistico spagnolo Valdés, vicino alle dottrine luterane, anche il cardinale Giovanni Morone, il protonotario apostolico Pietro Carnesecchi[6], le gentildonne Vittoria Colonna e Giulia Gonzaga e il grande artista Michelangelo Buonarroti.
Nel 1545 fu legato pontificio al Concilio di Trento. La sua azione conciliatrice fu senza frutto e quando si venne a discutere sul problema centrale della giustificazione, la tesi del Pole, proclive ad ammettere il valore essenziale della fede pur senza escludere totalmente il valore delle opere, non fu quella dell'assemblea, che concluse statuendo invece la necessità delle opere. Pole abbandonò il concilio prima del voto su questo tema, ufficialmente per motivi di salute.
Nel Conclave del 29 novembre 1549 fino a quello del 7 febbraio 1550 tenuto dopo la morte di Paolo III, il 10 novembre 1549, il cardinale inglese fu a lungo uno del papabili e mancò per un voto l'elezione. Avrebbe potuto semplicemente accettare l'elezione per adorationem ma tacque, permettendo l'elezione a papa negli scrutini seguenti di Giulio III. Al nuovo pontefice, Pole dedicò il suo saggio De Summo Pontifice. Dopo la mancata elezione a papa, Pole si ritirò presso il monastero benedettino di Maguzzano sul lago di Garda, dove fece la conoscenza dello storico Giovanni Michele Bruto e del prelato e diplomatico italo-ungherese Andrea Dudith.
Fu quindi inviato nel 1554 da papa Giulio III quale suo legato in Inghilterra per aiutare Maria la Cattolica nel suo tentativo di riportare il regno all'obbedienza romana. Deposto l'arcivescovo scismatico Thomas Cranmer, Pole l'11 dicembre 1555 venne eletto da prima amministratore apostolico di Canterbury e il 20 marzo 1556 ricevette l'ordinazione presbiterale e il 22 quella episcopale.
Ultimi anni e morte
Proprio nel momento in cui l'arcivescovo Pole s'era votato anima e corpo alla lotta contro la Riforma in Inghilterra, lo colpiva l'ira di papa Paolo IV. Il motivo era di carattere politico, cioè il conflitto creatosi tra Filippo II di Spagna, sposo di Maria d'Inghilterra e l'Inghilterra stessa contro la Francia e Paolo IV. Il Pole fu privato della sua carica di legato in Inghilterra, poi contro di lui fu iniziato dinnanzi al tribunale dell'Inquisizione il processo per eresia, contemporaneamente intrapreso anche contro il cardinale Morone. Il Pole si giustificò protestando la sua ortodossia, ma non fu ascoltato. Le nuove difficoltà del prelato inglese terminarono con la sua morte avvenuta il 17 novembre 1558 (secondo altre fonti il 18), nel suo palazzo arcivescovile di Lamberth a Londra.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Vescovo Stephen Gardiner
- Arcivescovo Nicholas Heath
- Cardinale Reginald Pole
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono dei Santi Nereo e Achilleo | Successore: | |
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Bonifacio Ferreri | 15 gennaio 1537-3 maggio 1540 | Enrique de Borja y Aragón |
Predecessore: | Cardinale diacono dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia | Successore: | |
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Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora | 3 maggio 1540-19 dicembre 1540 | Niccolò Gaddi (dal 1545) |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin | Successore: | |
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Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora | 10 dicembre 1540-1º dicembre 1555 |
(diventato cardinale-presbitero) |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Cosmedin | Successore: | |
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in precedenza cardinale diacono | 1º dicembre 1555-17 novembre 1558 pro illa vice |
Giacomo Savelli |
Predecessore: | Arcivescovo di Canterbury | Successore: | |
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Thomas Cranmer | 22 marzo 1556-17 novembre 1558 | Matthew Parker anglicano |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Cardinali diaconi dei Santi Nereo e Achilleo
- Cardinali diaconi dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia
- Cardinali diaconi di Santa Maria in Cosmedin
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Cosmedin
- Vescovi di Canterbury
- Presbiteri ordinati nel 1556
- Presbiteri britannici
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1556
- Vescovi britannici
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Concistoro 22 dicembre 1536
- Cardinali britannici
- Cardinali del XVI secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Paolo III
- Biografie
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- Morti il 17 novembre