Cattedrale di San Rufino (Assisi)
Cattedrale di San Rufino o Duomo di Assisi | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
Assisi, Cattedrale di San Rufino (1140) | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Assisi |
Diocesi | Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Religione | cattolica |
Indirizzo | Piazza San Rufino, 1 |
Telefono | +39 075 812283 |
Fax | +39 075 812283 |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Capitolo Chiesa Cattedrale di San Rufino |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Cattedrale |
Dedicazione | San Rufino |
Vescovo | mons. Domenico Sorrentino |
Architetti |
Giovanni da Gubbio Galeazzo Alessi (rifacimento interno del XVI secolo) |
Stile architettonico | Romanico, rinascimentale, barocco |
Inizio della costruzione | 1140 |
Completamento | XIX secolo |
Data di consacrazione | 1228 (altare), 1253 (chiesa) |
Strutture preesistenti | Foro romano, Basilica Ugoniana |
Pianta | basilicale |
Materiali | Travertino, pietra rosa di Assisi |
Coordinate geografiche | |
Umbria | |
Patrimonio dell'umanità | |
Denominazione principale UNESCO | |
Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani Assisi, the Basilica of San Francesco and Other Franciscan Sites | |
Tipologia | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) (vi) |
Pericolo | Bene non in pericolo |
Anno | 2000 |
Scheda UNESCO |
inglese francese |
La Cattedrale di San Rufino, detta anche Duomo di Assisi, è la chiesa episcopale, dove ha sede la cattedra del vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, situata nell'omonima piazza.
Storia
La Cattedrale è situata entro un terrazzamento romano delimitato, sul lato settentrionale, da un muro di contenimento, ancora oggi visibile all'interno della cattedrale e della cripta; gli archeologi identificano questo sito con il foro del municipio romano di Asisium.
Nel 412, secondo la tradizione, vi fu eretta una piccola chiesa (nelle fonti detta parva basilica) per custodire le spoglie di San Rufino, primo vescovo della città, martirizzato nel 238 nel fiume Chiascio.
Nel 1029, il vescovo Ugone fece costruire una seconda chiesa, nel luogo della precedente e nel 1036 le diede il titolo di cattedrale, fino ad allora legato a Santa Maria Maggiore. Di questa grande basilica, sviluppata sulla superficie attualmente occupata dal sagrato, si conservano solo la cripta (posta al di sotto della prima campata della chiesa attuale) e il campanile.
Nel 1134 il vescovo Chiarissimo e il Capitolo dei canonici deliberarono l'abbattimento dell'edificio ugoniano e la costruzione di una nuova chiesa, alle spalle della precedente. La Cattedrale venne eretta nel 1140 dall'architetto Giovanni da Gubbio, come ricorda un'iscrizione situata all'esterno dell'abside. I lavori non erano ancora ultimati nel 1210, quando un patto di pace tra i Maiores e Minores della città ne stabiliva la prosecuzione. Nel 1228 papa Gregorio IX ne consacra l'altare e nel 1253 Innocenzo IV la chiesa ormai ultimata.
Nella Cattedrale di San Rufino, il giovane Francesco ha iniziato a vivere la sua comunione ecclesiale col vescovo Guido II e con i cristiani del suo tempo; qui annunciò il Vangelo e tra i canonici suscitò alcuni dei suoi primi compagni.
Descrizione
Esterno
La facciata a capanna, capolavoro dell'architettura romanica umbra, si può paragonare con i contemporanei esempi del Duomo e della Chiesa di San Pietro a Spoleto, è suddivisa in tre zone (o registri).
Ordine inferiore
L'ordine inferiore è a riquadri con modanature di diversa larghezza, che incorniciano i tre portali. Il portale centrale è illustrato da una serie di figurazioni allegoriche allusive all'Apocalisse. L'ingresso è vigilato da due leoni accosciati, ad ammonimento dei fedeli; quello a sinistra divora un uomo, l'altro stringe negli artigli un montone. Gli stipi e l'architrave sono decorati da motivi geometrici e vegetali; l'arco presenta tralci di vite che nascondono piccole figure allegoriche, forse allusive alla Chiesa e al creato.
Nelle lunette dei portali sono raffigurati:
- al centro, Gesù Cristo cronocratore tra la Madonna con Gesù Bambino e san Rufino;
- a sinistra, Due leoni affrontati che si abbeverano a un vaso, interpretato come allegoria dell'Eucaristia;
- a destra, Due pavoni affrontati si abbeverano a un vaso, allegoria del Battesimo.
Ordine mediano e superiore
Nella zona mediana centrale della facciata, separata da una cornice marcapiano e decorata da figure mostruose, si aprono tre rosoni; quello centrale è sorretto da Tre telamoni e attorniato dai Simboli degli evangelisti.
Il registro superiore si presenta a timpano triangolare caratterizzato da un ampio arco ogivale.
Campanile e casa paterna di santa Chiara
A sinistra della facciata vi è il campanile a pianta quadrangolare e a doppie bifore, in gran parte della chiesa precedente.
Secondo la tradizione la casa adiacente si trova nel luogo, dove sorgeva la casa paterna di santa Chiara d'Assisi.
Interno
L'interno, a pianta basilicale a tre navate divise da pilastri, ha perduto l'originale aspetto romanico in seguito al radicale intervento di ristrutturazione, progettato nel 1571 dall'architetto Galeazzo Alessi. Il restauro, resosi necessario per problemi di staticità, gli ha dato un aspetto tardo-rinascimentale. Al di sopra delle volte rinascimentali si possono ancora vedere parte delle strutture della chiesa del XII secolo.
La rimozione delle mense degli altari laterali ha messo in luce tratti dell'imponente muro di sostruzione del foro romano su cui si fonda la parete settentrionale della Cattedrale.
Lungo le navate, i dieci altari sono alternati a statue di Profeti (1672), opera di Agostino Silva.
All'inizio della navata sinistra si accede alla cisterna romana, che fa da base al campanile, a pianta quadrangolare in opera quadrata con volta a botte (II secolo a.C.), probabilmente destinata a una funzione pubblica di attingimento dell'acqua.
Seguono:
- altare di santa Maria della Consolazione con la Madonna con Gesù Bambino e santi (1745 ca.), olio su tela;
- altare di sant'Emidio, disegnato da Giacomo Giorgetti, con una pala raffigurante la Trinità, la Madonna e santi che intercedono per Assisi (1752), olio su tela, di Francesco Appiani;
- altare del Crocifisso (scultura lignea, 1561), che la sera del Venerdì Santo è portato in processione per le vie cittadine;
- altare di San Gaetano di Thiene con con una pala raffigurante la Madonna con Gesù Bambino, santi e angeli, olio su tela, di Francesco Refini.
Presbiterio
Nel braccio sinistro della crociera:
- Crocifissione (1563), olio su tavola, di Dono Doni.
Segue la Cappella della Madonna del Pianto, all'interno della quale si conserva:
- Pietà (XV secolo), in terracotta policroma, di un anonimo scultore tedesco, che secondo la tradizione pianse miracolosamente nel 1494: l'opera, trafugata nel 1982, è stata sostituita con una copia lignea.
Nell'abside, è collocato:
- Coro ligneo intagliato (1518 - 1520) di Giovanni di Pieriacopo da san Severino, al centro del quale è l'organo ottocentesco.
Al centro del presbiterio, sotto la mensa dell'altare maggiore sono conservate le spoglie di san Rufino.
Nel braccio destro della crociera:
- Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1563), olio su tavola, di Dono Doni.
Proseguendo lungo la navata destra si trovano:
- altare di San Francesco d'Assisi con una pala raffigurante Gesù Cristo in gloria e santi (1550), olio su tavola, di Dono Doni;
- altare della Madonna addolorata (1672 ca.), in legno scolpito policromo, che la sera del Venerdì Santo viene portata in processione per le vie cittadine.
- Cappella del Sacramento progettata da Giacomo Giorgetti (1663), con un complesso decorativo di dipinti sul tema dell'Eucaristia, eseguiti da Giovanni Andrea Carlone, che ne fanno la più organica composizione barocca di Assisi.
Uscendo dalla cappella a sinistra si trovano:
- scala di accesso al Museo Diocesano e Cripta di San Rufino;
- fonte battesimale, dove furono battezzati san Francesco (1181 o 1182), santa Chiara (1193) e la sorella sant'Agnese, san Gabriele dell'Addolorata (1838) e, forse, anche l'imperatore Federico II di Svevia.
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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