Gregorio Palamas
Gregorio Palamas Ortodosso | |
---|---|
La più antica immagine di Gregorio Palamas (Monastero di Batopaidi - Monte Athos) | |
Età alla morte | 63 anni |
Nascita | Costantinopoli 1296 |
Morte | Tessalonica 1359 |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale o di riferimento |
Gregorio Palamas, in greco Γρηγόριος Παλαμάς, Gregórios Palamás (Costantinopoli, 1296; † Tessalonica, 1359), è stato un monaco, mistico e teologo bizantino venerato come santo dalla Chiesa ortodossa, dalla Chiesa cattolica Melkita e dalle Chiese Cattoliche Orientali di rito bizantino.
Vita
Nacque da una nobile famiglia, originaria dell'Asia Minore, che era emigrata a Costantinopoli prima dell'invasione turca. Venne allevato alla corte dell'imperatore Andronico II Paleologo, dove si formò una cultura basata essenzialmente sulle arti del trivio e del quadrivio e sulla conoscenza di Aristotele.
Verso il 1316 abbracciò la vita monastica. Questa decisione era maturata in lui in seguito ai frequenti contatti avuti con eminenti monaci che lo avevano iniziato all'esicasmo. Questa forma di preghiera, considerata la più pura, lo affascinò a tal punto da spingerlo a ritirarsi sul Monte Athos insieme ai fratelli Macario e Teodoro. Entrò così nel Monastero di Vatopedi sotto la direzione spirituale dell'anacoreta Nicodemo.
Successivamente passò alla grande lavra di Sant'Atanasio dove, nel 1326 all'età di 30 anni ricevette l' ordinazione sacerdotale. Poi per 5 anni si trasferì a Berrea, un eremitaggio da lui stesso fondato. Nel 1331 a causa delle incursioni dei serbi che devastarono tutta la regione di Berrea, passò a San Sabas. In seguito divenne abate del grande monastero di Esfigmenou e fu coinvolto nelle questioni relative alla successione dinastica del trono imperiale.
Durante la lotta tra Anna di Savoia, imperatrice reggente dopo Andronico II Paleologo, ed il suo potente maggiordomo Giovanni Cantacuzeno venne accusato di essere ostile al legittimo successore al trono. Il monaco era infatti molto amico di Giovanni Cantacuzeno e per tale motivo venne imprigionato nel 1343. Rimase in carcere fino al 1347 anno in cui la lotta alla successione dinastica ebbe fine e salì al trono Giovanni Cantacuzeno. Preso possesso di Tessalonica fece nominare Gregorio Palamas Vescovo di quella città, titolo che mantenne fino alla morte, avvenuta nel 1359.
Nel 1368 venne canonizzato dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Filoteo. La sua teologia prese ad essere considerata dottrina ufficiale della Chiesa d'Oriente.
Opere
L'opera principale di Palamas è intitolata Triadi di difesa dei santi esicasti. Si tratta di una sintesi teologica della spiritualità dei monaci orientali.
Altro scritto importante è il Tomo agioristico, dove pone la mistica cristiana nel piano divino della salvezza.
Controversia con Barlaam di Seminara
Il pensiero teologico di Gregorio Palamas fu influenzato dall'ambiente cenobitico in cui trascorse gran parte della sua vita, ma anche dalle lunghe controversie avute con Barlaam di Seminara. Questi era un greco di Calabria che aveva lasciato l'Italia ed era andato a Costantinopoli nel 1330. Aveva condannato sia la filosofia scolastica, ed in particolare il pensiero di san Tommaso d'Aquino, sia la sua pretesa di "conoscere Dio". Il pensiero teologico d'Oriente, al contrario, lo attirava proprio per il suo apofatismo cioè per la costante affermazione che Dio è inconoscibile.
Quando Barlaam giunse a Costantinopoli acquistò rapidamente grande reputazione di erudito e di filosofo. Nel 1333- 1334 divenne così il portavoce ufficiale della Chiesa greca, nella disputa con due teologi domenicani che il Papa aveva inviato in Oriente per ricucire la frattura tra le Chiese. Ma alcuni aspetti del pensiero di Barlaam, in modo particolare il suo apofatismo radicale, suscitarono reazioni negative da parte dei monaci domenicani, come pure da parte di Gregorio Palamas.
Barlaam affermava infatti che tutto ciò che si riferisce a Dio ha solo un valore nominalistico e non realistico. Credeva inoltre che la conoscenza di Dio è valida soltanto nel campo dell'esperienza umana e che la visione di Dio si presenta come un habitus creato e non come un contatto effettivo con l'essere di Dio.
Tutte queste tesi di Barlaam risultavamo inaccettabili a Palamas e questi dal suo eremitaggio di san Sabas gli inviò varie lettere in cui mostrava l'infondatezza e l'insostenibilità delle sue posizioni.
Palamas sosteneva infatti che Dio si è rivelato in Cristo e che la sua incarnazione ha accordato agli uomini una conoscenza molto più reale di qualsiasi altra forma di conoscenza filosofica. Nel Tomo Agioristico affermava contro Barlaam che Dio si rende visibile "realmente" poiché nella Chiesa il Regno che deve venire è anticipato realmente, allo stesso modo con cui Cristo si era reso manifesto prima della sua nascita ai Giusti dell'antica alleanza.
Il Concilio di Costantinopoli (1341) riconobbe la validità dell'esicasmo di Palamas. Barlaam fu costretto ad abbandonare l'oriente e a trovare rifugio in Italia, dove fu nominato vescovo di Gerace e passò gli ultimi anni della sua vecchiaia a dare lezioni di greco a Francesco Petrarca.
Il pensiero
Il filo conduttore di tutta la teologia di Palamas è la distinzione tra
- l'essenza divina che è increata e inaccessibile
- l'energia della sostanza divina che può essere partecipata dal mistico
Questa distinzione risale a Filone Alessandrino e il monaco la fa sua ampliandola; egli infatti afferma che la sostanza divina è trascendente e non può essere concepita neanche dalle creature angeliche. Tuttavia l'esistenza trinitaria e personale di Dio può comunicare ai puri di cuore i suoi doni. L'esistenza di Dio comprende quindi una essenza incomunicabile e al tempo stesso un'energia operante nel creato: due modalità di esistenza del medesimo Dio che offre agli uomini (mediante le contemplazioni mistiche) una possibilità di conoscenza di sé non razionale ma esperienziale.
L'energia di Dio irradia amore, saggezza, vita e fa esistere le creature. Indica l'atto con il quale Dio si manifesta .
Il mistico contempla la luce increata ed è reso luminoso: si dispone così alla quiete e alla pace interiore mediante la preghiera ininterrotta. Trasfigurato nell'anima raggiunge così la deificazione (in greco : Theosis) ossia prende parte diretta alla vita di Dio, diventando per Grazia ciò che Dio è per natura.
Chiesa e sacramenti
La Chiesa è per Palamas la continuazione dell'incarnazione di Cristo. Essa ha per capo Cristo, è animata dallo Spirito Santo, ha per membra i fedeli ed è il luogo della Trinità.
Nei sacramenti della Chiesa si producono con abbondanza i doni di Dio perché essi propagano la grazia. La preghiera, la contemplazione mistica e i sacramenti conducono l'uomo alla conoscenza-unione con Dio.
Palamas accostando il monachesimo alla Chiesa ha integrato la pietà individuale nel corpo comunitario della Chiesa, realtà sacramentale-liturgica. Egli ha così allargato l'idea di Chiesa in una sintesi comprendente l'uomo e il cosmo, la terra ed il cielo. In un momento storico in cui l'avanzare dell'umanesimo faceva emergere tendenze antropocentriche, Palamas ha saputo coniugare i frutti spirituali della vita religiosa, con una visione dell'uomo creatura amata e custodita da Dio.
Culto
La seconda Domenica di Quaresima nella Chiesa Ortodossa è chiamata "Domenica di Gregorio Palamas". La sua memoria liturgica è il 14 novembre.
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |