José de Molines
José de Molines Presbitero | |
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Età alla morte | 74 anni |
Nascita | L'Hospitalet de Llobregat 1645 |
Morte | Milano 11 gennaio 1719 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Incarichi ricoperti |
José de Molines , anche Molinés y Casadevall (L'Hospitalet de Llobregat, 1645; † Milano, 11 gennaio 1719) è stato un presbitero uditore di Rota e inquisitore generale, spagnolo.
Cenni biografici
Secondogenito di Francisco Molinés e Petronila Casadevall. Come secondogenito la famiglia lo avviò agli studi ecclesiastici, ma non ci sono molte informazioni sui suoi primi anni e studi. Fu rettore della parrocchia di Barcellona di El Pino e vicario diocesano.
Fu uditore della Sacra Rota a Roma, dove si stabilì nel 1684, e fino alla morte di Carlo II di Spagna, le sue attività si limitarono a quelle del suo ufficio, nello studio delle cause ecclesiastiche appellate alla corte. Dal 31 ottobre 1698 fu decano del tribunale della Sacra Rota.
La situazione della monarchia spagnola, in vista della morte del re senza eredi, lo coinvolsero in questioni al di fuori della sfera legale, e il decano spagnolo prese le difese della causa di Filippo V di Spagna, all'epoca in contrasto con papa Clemente XI.
Molines accettò rispettosamente la decisione testamentaria dell'ultimo Asburgo e si schierò con il nuovo governo borbonico. In questo modo, riuscì a convincere i francesi ad allearsi con gli spagnoli negli affari politici davanti alla Santa Sede, contro il Sacro Romano Impero, in un momento in cui le tensioni erano acuite da una serie di controversie nel Regno di Napoli, dovuti all'espulsione di alcuni vescovi del Regno.
Rifiutò persino di apparire tra i possibili candidati ai vescovati, perché credeva che la sua presenza a Roma fosse prioritaria. Questo fatto, e i tentativi di proclamare l'arciduca Carlo d'Austria come re di Spagna, furono il tono nelle relazioni con la Santa Sede durante la guerra di successione spagnola, durante la quale Molines, nella sua qualità di ambasciatore dal 1709, continuò a lavorare, ma, nonostante le sue azioni, le relazioni tra la monarchia borbonica e la Santa Sede si interruppero e, di conseguenza, Molines fu scomunicato il 30 settembre di quell'anno.
La pace in Europa fu ripristinata, la scomunica fu ritirata, ma la presenza del Molines a Roma non era più vista con favore dalla corte madrilena e Filippo V decise di sostituirlo con uomini meno compromessi per condurre i negoziati con la corte romana e, in cambio, nel 1717, gli offrì il posto di inquisitore generale in Spagna, incarico che ne richiedeva il rientro in patria.
A quel tempo, la tensione dopo il trattato di Utrecht era ancora palpabile, tensione che crebbe ulteriormente quando la Spagna, guidata da Isabella Farnese e Giulio Alberoni, intendeva intervenire militarmente in Italia, portando alla formazione della Triplice alleanza per far rispettare le condizioni del trattato, compresa la neutralità nei territori italiani.
Durante il viaggio di ritorno a Madrid, il 2 giugno 1717 fu arrestato e imprigionato a Milano, dove gli furono espropriati tutti i documenti che portava con sé, nonostante l'ambasciatore austriaco a Roma gli avesse procurato un salvacondotto, fatto considerato come una provocazione alla corte di Madrid, che presto avrebbe iniziato i movimenti per la guerra in Italia. Tuttavia, Molines morì poco dopo il suo rilascio, l'11 gennaio seguente.
Opere
Uomo molto colto e di vita esemplare, non aveva accettato i vescovati di Tortosa, Cagliari e Saragozza. Molte delle sue Sacrae Rotae Romanae Decisiones, videro la stampa a Roma nel 1728.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Inquisitore generale di Spagna | Successore: | |
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Francesco del Giudice | 11 febbraio 1717 - 11 gennaio 1719 | Juan de Arzamendi |
Bibliografia | |
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