Francesco del Giudice

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Francesco del Giudice
Cardinale
Stemma Card. Del Giudice Francesco (1647-1725).jpg
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 77 anni
Nascita Napoli
7 dicembre 1647
Morte Roma
10 ottobre 1725
Sepoltura Napoli, nel pantheon di famiglia nella chiesa del Carmine
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 19 dicembre 1691
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Cardinale
13 febbraio 1690 da Alessandro VIII (vedi)
Deposto dal cardinalato [[{{{aPd}}}]] da [[{{{pPd}}}]]


Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 35 anni, 7 mesi e 25 giorni
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Extra Anni di pontificato

Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Nomi postumi
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Consorte

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Invito all'ascolto
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Francesco del Giudice Il suo cognome è anche indicato come Giudice di Cellamare; e Giudice y Palagana (Napoli, 7 dicembre 1647; † Roma, 10 ottobre 1725) è stato un arcivescovo, cardinale e inquisitore generale, italiano.

Cenni biografici

Nacque il 7 dicembre 1647 a Napoli, quinto dei quindici figli di Nicolò del Giudice, principe di Cellamare, duca di Giovinazzo, e di Ippolita Palagana. Zio dei cardinale Niccolò Caracciolo (1715) e Niccolò del Giudice (1725).

La famiglia Del Giudice era originaria di Genova. Stabilitasi a Napoli durante il XVI secolo, aveva accresciuto le proprie sostanze e si era inserita nell'aristocrazia del Regno.

Francesco come cadetto fu avviato alla carriera ecclesiastica. Grazie all'appoggio politico della Spagna e ai cospicui mezzi finanziari della sua famiglia, compì in curia una rapida ascesa. Sotto Clemente IX ottenne un protonotariato apostolico. Fu quindi vice-legato a Bologna, prima col cardinale Carlo Carafa della Spina, e poi con Lazzaro Pallavicino. Da Clemente X fu nominato chierico di Camera e ottenne il governatorato di Fano. Con Innocenzo XI divenne prefetto dell'annona e, forse, governatore della città di Roma, cosa non ritenuta come certa dai suoi biografi.

Cardinalato

Strinse grande amicizia col duca di Medinaceli, Luis Francisco de la Cerda y Aragón, allora marchese di Cogolludo e ambasciatore spagnolo a Roma, e grazie alle sue pressioni politiche e, secondo una fonte contemporanea, col rilasso di 44 mila scudi [1] ottenne infine la nomina cardinalizia. Papa Alessandro VIII lo creò cardinale, nel concistoro del 13 febbraio 1690, e il 10 aprile reguente ricevette la berretta rossa con il titolo cardinalizio di di Santa Maria del Popolo, titolo che mutò con quello di Santa Sabina il 30 marzo 1700. Ricevette gli ordini sacri solo nel 19 dicembre 1691. Partecipò al conclave del 1691, che elesse papa Innocenzo XII.

Durante questo pontificato, come cardinale protettore della corona spagnola, si occupò per alcuni anni degli affari spagnoli davanti al Tribunale di Roma. Ma l'anti-nepotismo di questo papa non gli prometteva grandi promozioni a Roma, così andò in Spagna, all'ombra di Carlo II. Partecipò al conclave del 1700, che vide l'elezione di Clemente XI.

Episcopato

Alla morte del re, alla fine del 1701 fu nominato viceré e capitano generale di Sicilia, con dispensa pontificia del 15 dicembre dello stesso anno. Il 14 gennaio 1704 fu nominato arcivescovo di Monreale, con dispensa per ricevere la consacrazione episcopale da qualsiasi vescovo assistito da altri due o tre vescovi. Fu consacrato, il 10 febbraio 1704, nella Casa Professa dei Gesuiti a Palermo, da mons. José Gasch(ch), arcivescovo di Palermo, assistito da mons. Asdrubale Termini[2], vescovo di Siracusa, e da mons. Bartolomeo Castelli[3], C.R., vescovo di Mazara del Vallo. Mantenne comunque il suo ufficio di viceré con dispensa dalla residenza nella diocesi.

Inquisitore generale di Spagna

Il 2 giugno 1711 fu nominato inquisitore generale di Spagna e consigliere di Stato. Nel 1713 fu pensato per la sede di Toledo, ma non ottenne il sostegno di Melchor de Macanaz, che riuscì a impedire la nomina. Da ciò nacque una profonda inimicizia nei confronti del politico. Insieme con altre opere fu condannato dall'inquisitore generale nel luglio 1714, pur senza nominarlo direttamente, il famoso Pedimento de los 55 puntos, un memoriale di Melchor de Macana, avvocato della Corona, che aveva redatto nel dicembre precedente, memoriale in cui attaccava a fondo vari privilegi e prerogative della giurisdizione ecclesiastica. Il Consiglio di Castiglia protestò immediatamente contro l'atto censorio. È probabile che in tutta la vicenda abbiano avuto un loro ruolo anche le varie lotte fra i personaggi della corte. Il del Giudice, protagonista di una rapida ascesa, doveva aver accumulato più di una inimicizia.

Missione diplomatica in Francia

Filippo V di Spagna lo inviò in missione diplomatica in Francia. Si pensa che l'incarico fosse progettato dal re e dalla Orsini per poter colpire l'Inquisizione. L'occasione fu data dall'inasprirsi dei contrasti fra la corte e il rappresentante francese Louis de Brancas, il quale, in modo sempre più aperto, si era messo in urto con J. Orry e con la potentissima Anna de La Tremoille, principessa Orsini. Inoltre a Madrid continuava a serpeggiare il malumore per i trattati firmati a Utrecht (1713) dalla Francia, con Olanda, Inghilterra, Savoia e Portogallo, e si indugiava a concedergli la propria adesione. Del Giudice partì il 30 marzo in tutta fretta, con l'obiettivo di giungere a Parigi prima del Brancas.

Giunse a Parigi il 16 aprile, e due giorni dopo ebbe un primo incontro informale con Jean-Baptiste Colbert, marchese di Torcy. Con Luigi XIV si incontrò ufficialmente il 20 aprile, a Marly; gli presentò le sue credenziali e parlarono essenzialmente della questione del diplomatico francese Louis de Brancas. Il 28 aprile si incontrò di nuovo col re e col Torcy, ma ormai era chiaro che a Parigi non avevano alcuna intenzione di ascoltare le lamentele spagnole. Dopo una intensa attività diplomatica che non portò a nessun risultato il 20 agosto, fu bruscamente richiamato a Madrid. La permanenza del cardinale a Parigi comunque, era divenuta sgradita allo stesso Luigi XIV. Il re invero aveva stima e simpatia per il del Giudice, e lo aveva autorizzato a presentarsi a corte tutte le volte che avesse voluto. Tuttavia il soggiorno dell'inviato spagnolo e i suoi ripetuti incontri col Torcy avevano suscitato le preoccupazioni dell'Inghilterra.

Partito da Parigi il 9 settembre, giunto a Bayonne fu raggiunto dall'ordine di non entrare in Spagna, portatogli dal principe Pio. Il principe, che si incontrò col cardinale il 18 seguente, gli fece sapere che la condizione per poter ritornare a corte era il ritiro o la sostanziale ritrattazione del decreto inquisitoriale. Il cardinale si oppose, e inviò a sua volta a Madrid il nipote, principe di Cellamare, per esporre le sue ragioni e presentare le proprie dimissioni dalla carica di grande inquisitore. Filippo V, nonostante gli interventi di Luigi XIV a favore del prelato, non volle cedere e nel mese di novembre arrivò a proibirgli di rendere omaggio alla nuova regina, Elisabetta Farnese, di passaggio a Bayonne. Il del Giudice non cedette, e nel dicembre il re decise di accettare le sue dimissioni.

Dimissioni e rientro a Roma

Con l'arrivo della nuova regina, Elisabetta Farnese, potè comunqe tornò a Madrid. Tuttavia, finì per inimicarsi la regina e il suo protetto, che in seguito sarebbe diventato cardinale Giulio Alberoni, così nel 1716 fu deposto dalla sua posizione inquisitoria e tornò in Italia.

Tornato a Roma, il 12 luglio 1717 optò per l'ordine dei vescovi e la sede suburbicaria di Palestrina, mantenendo l'amministrazione di Monreale. Ottenne la fiducia dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, che lo nominò suo ambasciatore e incaricato d'affari presso la Santa Sede, mandato che tenne dall'11 agosto 1719 al 1720. Fu anche segretario dell'Inquisizione romana dal 1719 fino alla sua morte.

Optò per la sede suburbicaria di Frascati nel 1721. Partecipò al conclave del 1721, che elesse papa Innocenzo XIII e al successivo conclave del 1724 con l'elezione di Benedetto XIII. Dal 1724 fu prefetto della S.C. di Immunità ecclesiastica fino alla sua morte. In quell'anno divenne decano del Sacro Collegio assumendo la Sede suburbicaria di Ostia propria di quel titolo.

Il 15 febbraio 1725 fu accettata la sua rinuncia alla sede di Monreale, rimase a Roma fino alla morte. Dapprima sepolto nella Città Eterna, le sue spoglie furono trasferite a Napoli, nel pantheon di famiglia nella chiesa del Carmine.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Savio Millini 10 aprile 1690 - 30 marzo 1700 Andrea Santacroce I
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Savio Millini {{{data}}} Andrea Santacroce
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Sabina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Luis Manuel Fernández de Portocarrero 30 marzo 1700 - 12 luglio 1717 Michele Federico Althann I
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Luis Manuel Fernández de Portocarrero {{{data}}} Michele Federico Althann
Predecessore: Viceré di Sicilia Successore: Bandera de Nápoles - Trastámara.svg
Juan Manuel Fernández Pacheco 15 dicembre 1701 - 14 gennaio 1704 Isidoro de La Cueva y Bonavides I
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Juan Manuel Fernández Pacheco {{{data}}} Isidoro de La Cueva y Bonavides
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Monreale Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giovanni Roano e Corrionero 14 gennaio 1704 - 15 febbraio 1725 Juan Álvaro Cienfuegos Villazón, S.J. I
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Giovanni Roano e Corrionero {{{data}}} Juan Álvaro Cienfuegos Villazón, S.J.
Predecessore: Inquisitore generale di Spagna Successore: Inquisición española.svg
Antonio Ibáñez de la Riva Herrera 2 giugno 1711 - 1º gennaio 1716 José de Molines I
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Antonio Ibáñez de la Riva Herrera {{{data}}} José de Molines
Predecessore: Ambasciatore imperiale presso la Santa Sede Successore: Flag of the Habsburg Monarchy.svg
Wolfgang Hannibal von Schrattenbach 11 agosto 1719 - 1720 Michael Friedrich von Althann I
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con
Wolfgang Hannibal von Schrattenbach {{{data}}} Michael Friedrich von Althann
Predecessore: Cardinale vescovo di Palestrina Successore: Quadrato trasparente.png
Fabrizio Spada 12 luglio 1717 - 3 marzo 1721 Francesco Barberini I
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con
Fabrizio Spada {{{data}}} Francesco Barberini
Predecessore: Segretario della Congregazione della Romana e Universale Inquisizione Successore: Emblem Holy See.svg
Niccolò Acciaiuoli 25 febbraio 1719 - 10 ottobre 1725 Fabrizio Paolucci I
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con
Niccolò Acciaiuoli {{{data}}} Fabrizio Paolucci
Predecessore: Cardinale vescovo di Frascati Successore: Quadrato trasparente.png
Sebastiano Antonio Tanara 3 marzo 1721 - 12 giugno 1724 Francesco Pignatelli, C.R. I
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con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Francesco Pignatelli, C.R.
Predecessore: Prefetto della Congregazione dell'Immunità Ecclesiastica Successore: Emblem Holy See.svg
Sebastiano Antonio Tanara 5 maggio 1724 - 10 ottobre 1725 Fabrizio Paolucci I
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con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Fabrizio Paolucci
Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia e Velletri Successore: CardinalCoA PioM.svg
Sebastiano Antonio Tanara 12 giugno 1724 - 10 ottobre 1725 Fabrizio Paolucci I
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con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Fabrizio Paolucci
Predecessore: Decano del Collegio Cardinalizio Successore: Pavillon pontifical.png
Sebastiano Antonio Tanara 12 giugno 1724 - 10 ottobre 1725 Fabrizio Paolucci I
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IX
X
con
con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Fabrizio Paolucci
Predecessore: Governatore di Velletri Successore: Velletri-Stemma it.png
Sebastiano Antonio Tanara 12 giugno 1724 - 10 ottobre 1725 Fabrizio Paolucci I
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con
Sebastiano Antonio Tanara {{{data}}} Fabrizio Paolucci
Note
  1. O. D'Elci, Vite..., f. 183v
  2. (EN) Bishop Asdrubale Termini † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 30-03-2023
  3. (EN) Bishop Bartolomeo Castelli, C.R. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 30-03-2023
Bibliografia