Kiko Argüello

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Kiko Argüello
Laico
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al secolo Francisco "Kiko" José Gómez Argüello Wirtz,
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Kiko Argüello
Titolo
Incarichi attuali
Età attuale 85 anni
Nascita León Spagna
9 gennaio 1939
Morte
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Appartenenza
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° vescovo di Roma
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
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' Kiko Argüello, al secolo 'Francisco "Kiko" José Gómez Argüello Wirtz, (León Spagna, 9 gennaio 1939) è un artista e fondatore spagnolo, assieme a Carmen Hernández e Mario Pezzi, fondò il Cammino Neocatecumenale, itinerario di formazione cattolica e di evangelizzazione.

Biografia

Crisi e conversione

Studia Belle Arti all'Accademia di San Ferdinando di Madrid, conseguendo il titolo di professore di pittura e disegno. Nel 1959 ottiene a Madrid un Premio Nazionale Straordinario di Pittura.

In seguito ad una profonda crisi esistenziale avviene in lui una seria conversione che lo porta a dedicare la sua vita a Gesù Cristo e alla Chiesa cattolica, specialmente nelle equipe di annuncio dei Cursillos de Cristianidad, dando "Corsi" a Madrid, Ceuta, Cáceres ed in altre regioni della Spagna.

Nel 1960, con lo scultore Coomontes ed il vetratista Muñoz de Pablos, forma un gruppo di ricerca e sviluppo dell'Arte sacra "Gremio 62". Una borsa di studio per cercare punti di contatto tra l'arte protestante e quella cattolica, in vista del Concilio Vaticano II, gli permette di visitare l'Europa, entrando in contatto con il rinnovamento liturgico. Convinto che Cristo è presente nella sofferenza degli ultimi della terra e seguendo le orme di Charles de Foucauld, di cui conobbe i piccoli fratelli, nel 1964 va a vivere tra i più poveri, in una baracca di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid. Più tardi, conosce Carmen Hernández, laureata in Chimica e licenziata in Teologia. Grazie al liturgista P. Pedro Farnés Scherer entra in contatto con il rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II e con la centralità del mistero pasquale.

Le origini del Cammino

Spinti dall'ambiente dei poveri, Kiko e Carmen furono incoraggiati a trovare una forma di predicazione, una sintesi kerigmatico-catechetica, che diede luogo alla formazione di una piccola comunità cristiana. Nasce così la prima comunità tra i poveri formata da gitani analfabeti, vagabondi, kinkis, ex-carcerati, prostitute, ecc. che dà corpo a quella ispirazione iniziale che Kiko ebbe nei primi anni Sessanta: una visione della Madonna che gli aveva detto di fare "comunità cristiane che vivano in umiltà, semplicità e lode come la Sacra Famiglia di Nazareth e dove l'altro è Cristo".[1] Questa comunità delle baracche, nella quale diviene visibile l'amore di Cristo crocifisso, si trasforma in un "seme" che, grazie all'allora arcivescovo di Madrid, mons. Casimiro Morcillo, si diffonde nelle parrocchie prima di Madrid e poi di Roma e di altre nazioni. In Italia l'invito proviene da don Dino Torreggiani, fondatore dei Servi della Chiesa e nel 1968 inizia nella parrocchia dei Martiri Canadesi a Roma.[2]

Kiko e il Cammino oggi

Poco a poco, in contatto con parrocchie di ambienti culturali diversi, si va profilando un cammino di iniziazione cristiana per adulti che riscopre e recupera le ricchezze del Battesimo, basato sul tripode "Parola di Dio-Liturgia-Comunità" e che solo negli anni Settanta, su proposta della Santa Sede prenderà il nome di Cammino neocatecumenale. Dopo trenta anni di evangelizzazione in più di cento nazioni, questo Cammino neocatecumenale è riconosciuto nel 1990 da papa Giovanni Paolo II come un "itinerario di formazione cattolica valida per la società e i tempi odierni". Attualmente il Cammino è presente in 101 nazioni dei 5 continenti, in 820 diocesi ed in più di 4.500 parrocchie con circa 19.000 comunità. Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sarebbero circa 900.000 in tutto il mondo, di cui circa 250.000 in Italia.

Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino neocatecumenale. Su espresso invito di papa Giovanni Paolo II, Kiko Argüello ha partecipato come uditore ai Sinodi sulla Penitenza, sui Laici, al Sinodo straordinario sull'Europa, al Sinodo sull'Eucarestia e, su invito di Benedetto XVI, ha partecipato all'ultimo sulla Parola. Nel 1992 il Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici, nomina riconfermata da Papa Benedetto XVI.

È stato invitato a fare interventi in vari centri universitari come a Barcellona (Universitat Abat Oliva - CEU), Madrid (San Pablo - CEU), Santiago del Chile (Universidad Santo Tómas), Roma (La Sapienza e Istituto Giovanni Paolo II - PUL). Si è fatto promotore, inoltre, del Family Day svoltosi in piazza San Giovanni in Laterano il 12 maggio 2007 e della festa della Santa Famiglia di Nazareth del 30 dicembre 2007 a Madrid che ha visto riunite circa 2 milione di persone. Il 13 maggio 2009 è stato insignito del Dottorato honoris causa in Sacra Teologia dalla Pontificia Università Lateranense, Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia per l'opera svolta, attraverso il Cammino neocatecumenale, a sostegno della famiglia cristiana nel mondo.

Architettura, dipinti e liturgie

Kiko Argüello ha ripreso l'attività pittorica, dopo averla abbandonata, per porla al servizio dell'evangelizzazione, ed essa ha avuto un profondo cambiamento di stile e di argomento. Attualmente la sua opera è essenzialmente di arte sacra e spesso si richiama a modelli protocristiani o bizantini sapientemente integrati con elementi dell'arte contemporanea occidentale. Alcune delle opere iconografiche di Kiko Argüello sono presso la parrocchia dei Ss. Martiri Canadesi a Roma, la cattedrale dell'Almudena a Madrid (Spagna), la parrocchia di San Bartolomeo in Tuto, presso Scandicci (FI), la parrocchia di Santa Francesca Cabrini a Roma, la parrocchia della Trinità a Piacenza, la parrocchia di S. Giovanni Battista a Perugia, la parrocchia della SS. Trinità a Piacenza, la parrocchia di S. Massimiliano Kolbe a Roma (settore est), consacrata il 26 aprile 2009. Un affresco rappresentante il giudizio universale è stato inoltre dipinto da Kiko Arguello nella Domus Galileae, centro internazionale progettato proprio da Kiko Arguello sul Monte delle Beatitudini, in Terra Santa.

La nuova estetica, in cui le sue opere si inseriscono, si realizza nell'attenzione per la bellezza estetica degli ambienti liturgici e comunitari (chiese, sale parrocchiali, seminari, ecc...), curati nei minimi dettagli, che sono, secondo la visione di Kiko, come un servizio d'amore per i lontani, gli ultimi, i più poveri. Si trova un riscontro nelle sue opere dove, secondo la tradizione iconografica, la prospettiva è capovolta affinché l'osservatore si trovi ad essere testimone e partecipe dei misteri cristiani ivi rappresentati che nel qui ed oggi della nostra vita intendono realizzarsi facendoci partecipi della beatitudine eterna.

Riconoscimenti

Ha ricevuto un dottorato honoris causa in Teologia del Matrimonio e della Famiglia dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, istituto fondato nel 1981 da Giovanni Paolo II, con sede presso la Pontificia Università Lateranense. Durante la cerimonia, nella laudatio, José Noriega, vicepresidente dell'istituto, ha riconosciuto tre principali meriti al fondatore del Cammino: aver aperto un cammino di fecondità per le coppie[3], aver aperto una via per reintrodurre nella famiglia una liturgia domestica[4], aver stimolato la missione della famiglia[5][6][7].

Voci correlate
Note
  1. Lo riporta Carmen Hernández nell'intervento del 28 giugno 2002 alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale: «allora, in quel bar di Palomeras Altas io guardavo Kiko così, perché venivo da grandi sofferenze e lui mi sembrava un giovanotto in pieno cursillismo (..) e mi dice che aveva avuto una visione della Madonna che gli aveva detto di fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth».
  2. Cfr. Kiko, Dossetti e "le ironie della sorte" (Catechumenium.it)), articolo sul ruolo che mons. Dino Torreggiani ebbe nell'ispirazione dei fondatori del Cammino.
  3. «... le coppie del Cammino hanno voluto vivere il loro amore con una particolare apertura alla vita, sapendosi collaboratrici di Dio nella creazione di persone ...»
  4. «uno dei frutti più significativi della missione di trasmettere la fede ai figli ha trovato un ambito proprio nella testimonianza dei genitori, che aiutano i figli a comprendere la rilevanza della Parola nella propria storia concreta [...] In ciò si riconosce una delle ragioni principali del gran frutto delle numerose vocazioni suscitate nelle famiglie del Cammino»
  5. Nel contesto della secolarizzazione di «grandi zone della terra in cui la fede è in pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più dove nutrirsi» il Cammino Neocatecumenale ha saputo «rendere presente Dio in un modo singolare», in particolare riguardo «alla testimonianza delle famiglie in missione». Una missione vissuta «da tutta la famiglia come tale, portando alla parrocchia e al mondo la testimonianza di ciò che è una famiglia con le sue difficoltà ma, soprattutto, con le sue grandi speranze».
  6. L'opera di Kiko Argüello per la famiglia riconosciuta come "honoris causa"
  7. «Laudatio» por el doctorado «Honoris Causa» del Instituto Pontificio Juan Pablo II a Kiko Argüello
Collegamenti esterni