Ottavio Santacroce
Ottavio Santacroce Vescovo | |
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Età alla morte | 39 anni |
Nascita | Roma 11 giugno 1542 |
Morte | Praga 3 settembre 1581 |
Sepoltura | Cattedrale di Praga |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 17 luglio 1576 da Gregorio XIII |
Consacrazione vescovile | 9 settembre 1576 dal card. Fulvio Giulio della Corgna |
Incarichi ricoperti |
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Ottavio Santacroce, anche Santa Croce (Roma, 11 giugno 1542; † Praga, 3 settembre 1581), è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma l'11 giugno 1542 da Onofrio e dalla sua terza moglie, Vetruria de' Massimi.
Si presero cura della sua educazione e formazione i cardinali Federico e Paolo Emilio Cesi, fratelli di Nicolosa, la prima moglie del padre.
Ottavio nel 1556 ottenne da Paolo IV una pensione di 500 scudi dalle rendite del convento di santa Maria di Chiaravalle. Studiò giurisprudenza a Bologna, dove gli fu conferito il dottorato in utroque iure nel 1566.
Sotto papa Pio V ottenne l'importante ufficio curiale di referendario utriusque signaturae, confermato da Gregorio XIII. Nel 1573 fu nominato governatore di Fermo, dove intrattenne contatti amichevoli con il cardinale Felice Peretti Montalto, futuro papa Sisto V. Agli inizi del 1576 fu trasferito al governo di Perugia. Il 18 luglio di quell'anno Ottavio fu nominato vescovo di Cervia, come successore del fratellastro Scipione. La consacrazione gli fu impartita nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia dal cardinale Fulvio Giulio della Corgna, assistito da mons. Francesco Bosio[1], vescovo della città e mons. Angelo Cesi[2] vescovo di Todi. Nel 1577 convocò un sinodo diocesano a Cervia.
Nell'estate del 1577 succedette a Girolamo Federici come nunzio apostolico a Torino. Il nunzio fu incaricato di sensibilizzare la corte savoiarda riguardo alla situazione in Provenza, dove i possedimenti pontifici ad Avignone e nel contado Venassino erano sottoposti a una continua minaccia da ugonotti e da cattolici anticuriali.
L'agenda politica di Santacroce in Savoia fu anche contraddistinta dal conflitto tra il Piemonte e la Francia intorno al marchesato di Saluzzo e dal tentativo del Ducato di Savoia di recuperare Ginevra.
Per combattere gli abusi all'interno della Chiesa e per promuovere l'attuazione dei decreti del Concilio di Trento, ostacolata dai vescovi, agì in stretta collaborazione con i gesuiti.
Durante la sua nunziatura la Sacra Sindone fu trasferita da Chambéry a Torino. Santacroce descrisse l'arrivo della reliquia nella capitale piemontese il 9 settembre 1578 che vide un grande afflusso dei fedeli savoiardi e di pellegrini forestieri.
La sua nunziatura torinese terminò poco tempo dopo la morte, il 30 agosto 1580, del duca Emanuele Filiberto. Passato un breve periodo nell'abbazia dei Santi Nazario e Celso presso Vercelli, di cui era abate commendatario, ebbe da Roma la notizia che gli era stata affidata la nunziatura presso la corte imperiale, dopo che era corsa la voce di una sua prossima nomina come nunzio a Parigi.
Si recò quindi presso la Santa Sede per ritirare i documenti di inizio missione, ovvero l'istruzione, le facoltà e i brevi credenziali. Il 24 aprile 1581 partì da Roma, dopo una sosta a Fiano, nella residenza della famiglia e un incontro con il granduca Francesco I di Toscana a Pratolino, si fermò alcuni giorni a Bologna. Fu quindi a Mantova, dove lo ricevette l'arciduchessa Eleonora. Dal passo del Brennero giunse a Innsbruck dove trattò temi politici e confessionali con il reggente del Tirolo, l'arciduca Ferdinando e sollecitò suo figlio, il cardinale Andrea d'Austria, a terminare i suoi studi di teologia.
Con tappe intermedie a Donauwörth, Ratisbona e Passau arrivò a Vienna il 1º giugno. Approfittò del suo soggiorno di una settimana nella capitale della Bassa Austria e dintorni per incontrare le autorità secolari ed ecclesiastiche e visitare il collegio dei gesuiti con il seminario degli alunni e il convento di Klosterneuburg.
Al suo arrivo a Praga il nunzio uscente, Orazio Malaspina, lo informò dello stato dell'Impero, dei Paesi ereditari asburgici e della corte. Il 25 giugno l'imperatore Rodolfo II d'Asburgo lo ricevette in prima udienza, accompagnato da Malaspina, che si congedò dall'imperatore per tornare in Curia.
In carica presso la corte imperiale da appena due mesi, Santacroce si ammalò gravemente. Dopo essersi confessato diede le sue ultime disposizioni il 1º settembre. Morì a Praga il 3 settembre e fu solennemente sepolto nella cattedrale.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Fulvio Giulio della Corgna O.S.Io.Hieros.
- Vescovo Ottavio Santacroce
Successione degli incarichi
Predecessore: | Governatore di Fermo | Successore: | |
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Candido Zitelli da Norcia | 2 aprile 1573 - 1576 | Jacopo Boncompagni |
Predecessore: | Governatore di Perugia | Successore: | |
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Agostino Bernucci | 4 gennaio - 18 luglio 1576 | G. Pietro Ghislieri[3] |
Predecessore: | Vescovo della diocesi di Cervia | Successore: | |
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Scipione Santacroce[4] | 18 luglio 1576-3 settembre 1581 | Lorenzo Campeggi |
Predecessore: | Nunzio apostolico nel Ducato di Savoia | Successore: | |
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Girolamo Federici | 29 giugno 1577-15 settembre 1580 | Vincenzo Lauro |
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Sacro Romano Impero | Successore: | |
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Orazio Malaspina | 15 giugno 1581-3 settembre 1581 | Giovanni Francesco Bonomi |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Governatori di Fermo
- Governatori di Perugia
- Vescovi di Cervia
- Nunzi apostolici per il Ducato di Savoia
- Nunzi apostolici per il Sacro Romano Impero
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
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