Paolo Emilio Cesi
Paolo Emilio Cesi Cardinale | |
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Età alla morte | 56 anni |
Nascita | Roma 1481 |
Morte | Roma 5 agosto 1537 |
Sepoltura | Basilica di Santa Maria Maggiore (Roma) |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
1º luglio 1517 da Leone X (vedi) |
Cardinale per | 20 anni, 1 mese e 4 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Paolo Emilio Cesi (Roma, 1481; † Roma, 5 agosto 1537) è stato un cardinale e vescovo italiano.
Cenni biografici
Paolo Emilio nacque a Roma nel 1481, primogenito dei dodici figli di Angelo, di famiglia originaria dell'Umbria e avvocato concistoriale e della moglie Franceschina Cardoli di Narni. La famiglia diede alla Chiesa molti prelati: il fratello Federico Cesi fu pure porporato come il cugino di secondo grado Pierdonato Cesi.
Primi anni
Seguì la carriera ecclesiastica e compì studi giuridici, conseguendo la laurea in utroque iure.
Entrato presso la Curia romana nel 1502 divenne segretario pontificio con un canonicato nella basilica patriarcale liberiana di santa Maria Maggiore. Nel 1512 partecipò al Concilio Lateranense V come notaio. Divenne quindi canonico di san Pietro prima e protonotario apostolico poi, arrivando infine a dirigere la Cancelleria Apostolica. Nel [[concistoro dell'1ºluglio 1517 papa Leone X lo creò cardinale del titolo di san Nicola inter Imagines.
Cardinalato
Il Cesi sembra avesse pochi tratti in comune con il pontefice, che lo aveva innalzato al rango di principe della Chiesa in particolare per alla sua ricchezza, con cui non mancò di sovvenire il papa e probabilmente anche all'influenza del padre. Infatti non risulta aver svolto, durante il pontificato del Medici, particolari incarichi e l'unico beneficio ecclesiastico che ottenne in quel periodo fu di amministrare la sede vacante di Lund in Svezia che, per forti contrasti, fu costretto a rinunciarvi dopo poco tempo.
Alla morte di Leone X il 1º dicembre 1521 i cardinali affidarono il governo dello Stato a una commissione di cinque membri, uno dei quali era il Cesi.
Il nuovo pontefice Adriano VI gli affidò l'amministrazione della sede vacante di Sion nel 1522, incarico che tenne sino alla nomina del nuovo vescovo nel 1529. Nel 1523, per un breve periodo fu amministratore della Diocesi di Todi, per dimettersi a favore del fratello Federico Cesi. Papa Adriano VI lo nominò uno dei giudici della causa contro il cardinale Francesco Soderini. Partecipò al conclave del 1523 che elesse papa Clemente VII. Nel gennaio 1524 divenne abate commendatario del monastero cistercense di Chiaravalle. Fu nominato amministratore della sede di Narni nel maggio di quell'anno; rinunciò all'incarico a favore del nipote Bartolomeo Cesi il 1º giugno seguente. Amministratore della sede vacante di Orte e Civita Castellana l'anno seguente, occupò l'incarico fino alla morte. In quell'anno gli fu affidata anche la sede vacante di Cervia. Si dimise dall'incarico, riservandosi il diritto di successione, a favore di Ottavio Cesi nel 1528. Alla morte di Ottavio nel 1534 la sede passò a un altro membro della sua famiglia, Giovanni Andrea Cesi.
Nel gennaio 1527 fece parte di una commissione incaricata di esaminare i problemi sorti con l'apostasia di Alberto di Brandeburgo, che lasciò i membri dell'Ordine Teutonico senza gran maestro. Perse tutti i suoi averi nel sacco di Roma per mano delle truppe imperiali nel maggio 1527 e si rifugiò a Castel Sant'Angelo. Nel dicembre 1527, mentre si diffondeva l'infondata voce della sua morte, fu consegnato, insieme al cardinale Franciotto Orsini, come ostaggio di Colonna, a garanzia della somma che il Papa aveva accettato di pagare, per poter fuggire indenne da Castel Sant'Angelo. Fu liberato nel febbraio 1528. In quell'anno divenne protettore del monastero di santa Restituta a Narni dove la sorella Firmina O.S.C. era badessa. Fu inviato a Roma nell'aprile 1528 dove il cardinale legato Lorenzo Campeggio temeva il ripetersi di scorrerie in città. Fu governatore di Roma in assenza del Papa nel 1529.
In quell'anno fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Massa Marittima a cui rinunciò l'anno seguente.
Nel 1534 optò per la diaconia di Sant'Eustachio. Sempre sotto il pontificato di Clemente VII fu prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
Morto Clemente VII, il Cesi partecipò al conclave del 1534 che elesse Paolo III. Pochi giorni dopo la sua elezione il nuovo pontefice istituì una commissione formata da tre cardinali: il Cesi, Giovanni Piccolomini e Antonio Sanseverino, che aveva il generico compito di studiare una riforma dei costumi. Il 23 agosto 1535 fu costituita un'altra commissione, di cui faceva parte il Cesi, la quale doveva occuparsi dei problemi da risolvere e dei provvedimenti da adottare, relativamente a una riforma della città e della Curia di Roma.
Sotto le sollecitazioni di Carlo V d'Asburgo, giunto a Roma reduce dalla vittoriosa impresa di Tunisi, il Papa convocò una congregazione straordinaria comprendente il Cesi, la quale aveva il compito di preparare la bolla di convocazione del concilio, che il pontefice inizialmente pensò di tenere a Mantova.
L'ultimo suo incarico, divenuto nel frattempo arciprete di santa Maria Maggiore, prefetto della Segnatura di grazia e giustizia, cardinale protettore del ducato di Savoia e del regno d'Inghilterra, fu quello di far parte nel giugno 1537 di una commissione incaricata di imporre una tassa per finanziare la ristrutturazione dell'esercito pontificio e garantire una difesa autonoma del proprio territorio.
Morì a Roma 5 agosto 1537 e fu sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di San Nicola fra le Immagini (diaconia pro hac vice) |
Successore: | |
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Carlo Domenico Del Carretto | 6 luglio 1517-5 settembre 1534 | Alfonso Carafa |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Lund | Successore: | |
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Jørgen Skodborg[1] (arcivescovo metropolita) |
6 febbraio 1520-12 luglio 1521 | Didrik Slagheck (arcivescovo metropolita) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Sion | Successore: | |
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Matteo Schiner (vescovo) |
12 novembre 1522-8 settembre 1529 | Adrian von Riedmatten I (vescovo) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Todi | Successore: | |
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Alderico Billioti[2] (vescovo) |
1º giugno - 12 giugno 1523 | Federico Cesi (vescovo) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Narni | Successore: | |
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Carlo Soderini[3] (vescovo) |
20 maggio - 1º luglio 1524 | Bartolomeo Cesi[4] (vescovo) |
Predecessore: | Abate commendatario di Saint-Pons de Nice | Successore: | |
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Innocenzo Cybo | 1º settembre 1524-1º agosto 1528 | Honoré I Martelli |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Cervia | Successore: | |
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Pietro de Flisco[5] (vescovo) |
1º gennaio 1525-23 marzo 1528 | Ottavio Cesi[6] (vescovo) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Civita Castellana | Successore: | |
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Francesco Franceschini[7] (vescovo), O.F.M. |
7 aprile 1525-5 agosto 1537 | Pomponio Ceci (vescovo) |
Predecessore: | Amministatore apostolico di Massa Marittima | Successore: | |
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Camillo Peruschini[8] (vescovo) |
6 ottobre 1529-21 ottobre 1530 | Girolamo Ghianderoni[9] (vescovo) |
Predecessore: | Arciprete della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore | Successore: | |
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Andrea della Valle | 3 agosto 1534-5 agosto 1537 | Alessandro Farnese il Giovane |
Predecessore: | Cardinale diacono di Sant'Eustachio | Successore: | |
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Alessandro Farnese il Giovane | 5 settembre 1534-5 agosto 1537 | Agostino Trivulzio |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Cardinali diaconi di San Nicola in Carcere
- Amministratori apostolici di Lund
- Amministratori apostolici di Sion
- Amministratori apostolici di Todi
- Amministratori apostolici di Narni
- Abati commendatari di Saint-Pons de Nice
- Amministratori apostolici di Cervia
- Amministratori apostolici di Civita Castellana
- Amministratori apostolici di Massa Marittima
- Cardinali Camerlenghi
- Arcipreti di Santa Maria Maggiore
- Concistoro 1º luglio 1517
- Cardinali italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
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