Giovanni Francesco Bonomi
Giovanni Francesco Bonomi Vescovo | |
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Età alla morte | 50 anni |
Nascita | Cremona 6 dicembre 1536 |
Morte | Liegi 27 febbraio 1587 |
Ordinazione presbiterale | 1560 |
Nominato vescovo | 17 ottobre 1572 da Gregorio XIII |
Consacrazione vescovile | Milano, 1º febbraio 1573 dal card. Carlo Borromeo |
Incarichi ricoperti |
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Giovanni Francesco Bonomi detto anche Bonhomini, Bonomigni o Bonomo (Cremona, 6 dicembre 1536; † Liegi, 27 febbraio 1587) è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Nacque a Cremona il 6 dicembre 1536 da Nicolò e da Chiara nata Calini. Apparteneva a una famiglia milanese residente a Cremona, imparentata con i Borromeo.
Studiò a Bologna e poi a Pavia, dove frequentò i corsi del famoso giurista e poi cardinale Francesco Alciati, addottorandosi in diritto canonico e civile.
Dopo l'Ordinazione sacerdotale, Carlo Borromeo lo volle in curia come uditore. Nel 1565 successe a Ugo Boncompagni nella carica di referendario apostolico e poco dopo fu nominato referendario della Penitenzieria e vicario del cardinale arciprete Carlo Borromeo della basilica di santa Maria Maggiore.
Dopo la metà del 1565, e poi con più frequenza dall'anno successivo, il Bonomi svolse a Roma funzioni di rappresentante occasionale del Borromeo, con il quale intratteneva una fitta corrispondenza. Assai bene informato della situazione religiosa della Svizzera, di cui i territori dei Confederati a sud delle Alpi erano sotto la giurisdizione delle chiese di Milano e di Como, oggi diocesi di Lugano, entrò in contatto a Roma con Melchior Lussy[1], il più importante collaboratore svizzero nell'azione di riforma disciplinare intrapresa dal Borromeo in quei territori.
Nel 1566 successe a Borromeo come abate commendatario dell'abbazia di Nonantola. Nell'ottobre 1567 accompagnò il Borromeo nella visita pastorale compiuta in Ticino. Nel 1569 ebbe parte importante nei lavori preparatori del concilio provinciale di Milano inaugurato il 24 aprile. Alla fine dell'anno portò gli atti del concilio a Roma per sottoporli all'esame del cardinale Alciati e a dicembre era di nuovo a Nonantola.
Il 15 ottobre 1572 il cardinale Guido Luca Ferrero, suo parente, dimissionò a favore del Bonomi da vescovo di Vercelli, prendendo il suo posto nella conduzione dell'abbazia di Nonantola. Questo scambio fu approvato da papa Gregorio XIII. Il Bonomi restò a Nonantola fino al Natale del 1572; il 1º febbraio dell'anno seguente fu consacrato vescovo dal Borromeo.
Nel luglio successivo iniziò la visita pastorale della sua diocesi. Tra il 1573 e il 1584, con l'eccezione dell'anno 1577 funestato dalla peste, tenne ogni anno un sinodo diocesano, che diresse personalmente fino al 1581. In essi si preoccupò di attuare i decreti del concilio di Trento e le costituzioni del Borromeo. Il suo predecessore aveva avviato la sostituzione del rito eusebiano, l'antico rito della diocesi che prende il nome dal vescovo Eusebio morto nel 371, seguito nella città vescovile e che contrastava in parte con le prescrizioni del concilio di Trento, con il rito romano. Mons. Bonomi, con il consenso del capitolo del duomo del 3 aprile 1575, lo introdusse definitivamente, conservando però alcuni particolari dell'antico rito locale.
Nel luglio-agosto 1578 visitò la Valtellina e il Ticino ed entrò in contatto con influenti esponenti del cattolicesimo svizzero e in particolare coll'allora vicelandamano di Uri, Johannes Zumbrunnen,[2] giungendo alla conclusione che in Svizzera occorreva istituire urgentemente una nunziatura con piena facoltà di eseguire le visite. Mons. Bonomi inviò alla Santa Sede un memoriale per promuovere l'istituzione di questa nunziatura che, superate le iniziali forti opposizioni, fu accolta con l'appoggio del cardinal Borromeo.
Fu lo stesso Bonomi ad assumere questo incarico ottenendo che gli fosse riconosciuta la qualifica di nunzio, in considerazione della circostanza che, nel corso della sua ultima visita, e di un'altra svolta nello stesso anno nella diocesi di Como, aveva trovato scarso aiuto nel clero e aperta resistenza nelle autorità politiche. Il 2 maggio 1579 fu emesso il breve di nomina e il 27 maggio ottenne le lettere credenziali. La sua sfera di competenza abbracciava essenzialmente le diocesi di Costanza, Coira, Losanna, Sion e Basilea, le quali costituivano parte integrante del territorio della Confederazione elvetica.
Lasciò la sua diocesi alla fine di giugno e presentò le lettere credenziali alla dieta di Baden il 10 luglio. Cominciò subito la visita ma si trovò presto in difficoltà finanziarie, problema risolto grazie all'interessamento del Borromeo. Altre difficoltà sorsero anzitutto con Ordini che godevano di particolari privilegi, in particolare presso i cistercensi. Munito di poteri insufficienti, egli sollecitò la Curia varie volte per ottenerne l'ampliamento, che tuttavia riuscì ad avere solo in alcuni casi. Nella diocesi di Coira trovò nel novembre di quell'anno una pessima situazione religiosa, aggravata dalla circostanza che la sede vescovile era stata abbandonata dal suo titolare, Beatus di Porta,[3] fuggito in seguito alle minacce dei suoi nemici e rifugiatosi a Fürstenberg nel territorio dell'arciduca Ferdinando. Mons. Bonomi non solo minacciò la deposizione del fuggiasco se non rientrava nella sua sede, ma lo accusò anche di avere dissipato i beni della Chiesa e lo condannò a pagare una grossa somma di denaro ai suoi avversari. Nel febbraio 1580 lo incontrò personalmente a Fürstenberg, si recò poi a Monaco, dove ebbe un colloquio col duca Guglielmo di Baviera. Con la sua azione ottenne che il vescovo Beatus di Coira abbandonasse la carica. Successivamente mons. Bonomi promosse la fondazione del collegio dei gesuiti di Friburgo e contribuì all'arrivo in quella città di Pietro Canisio. Fu presente all'elezione del nuovo vescovo di Coira mons. Peter von Rascheril,[4] dopo un breve soggiorno a Milano e a Vercelli.
Nel caso della diocesi di Coira l'azione del nunzio straordinario ebbe un innegabile successo, che gli fu agevolato dall'indubbia gravità del caso. La sua posizione tuttavia si aggravò in seguito. I suoi tentativi di imporre le direttive del Concilio di Trento, in particolare su celibato e clausura, furono così energici che persino il Vaticano lo esortò talvolta a una maggiore moderazione. Parimenti, i suoi sforzi di escludere l'autorità temporale dall'attribuzione delle prebende e dalla giurisdizione ecclesiastica suscitarono l'opposizione dei governi cantonali. La Dieta e il vescovo di Sion Hildebrand von Riedmatten si opposero a una sua visita in Vallese. Questi contrasti costrinsero più volte il nunzio a difendersi presso la Santa Sede.
A causa di questi contrasti, papa Gregorio XIII lo sollevò dall'incarico nominandolo, il 16 settembre 1581, nunzio presso la corte imperiale. Dopo avere chiesto al Borromeo di occuparsi della sua diocesi e aver nominato i suoi procuratori a Vercelli, si mise in viaggio per Vienna, dove giunse a metà dicembre. Nel 1582 visitò l'Ungheria, dove predispose l'istituzione di un collegio gesuitico, poi visitò i dintorni di Vienna e l'arcidiocesi di Praga e in estate prese parte alla dieta di Augusta.
Mons. Bonomi presentò all'imperatore un memoriale, nel quale sollecitava immediati provvedimenti nei confronti dell'arcivescovo di Colonia Gebhard Truchseß von Waldburg,[5] apostata dalla Chiesa cattolica. Nel dicembre 1582 il papa gli ordinò di recarsi a Colonia per aprire, possibilmente alla presenza di commissari imperiali, il processo contro l'apostata. Il 25 febbraio dell'anno seguente fu ricevuto dal duca Guglielmo di Baviera, che gli presentò il fratello Ernesto di Baviera,[6] prescelto a succedere al Truchseß nell'arcivescovato di Colonia. L'elezione di Ernesto di Baviera, che ottenne l'approvazione pontificia, comportò l'eliminazione di altri candidati che gli erano stati contrapposti ed ebbe luogo il 2 giugno 1583. Il nunzio rimase a Colonia fino al mese di agosto per patrocinare l'introduzione della professio fidei con carattere vincolante e combattere il concubinato degli ecclesiastici e la simonia ed emanare disposizioni contro il cumulo dei benefici. Dopo il suo ritorno in sede sollecitò l'invio di visitatori apostolici nelle diocesi di Liegi e di Colonia.
Nel 1584 la Santa Sede lo nominò primo nunzio permanente a Colonia. Impegnato in quel momento nella visita della Boemia e della Moravia, il prelato oppose inizialmente un rifiuto adducendo che a Colonia si era già creato nel 1583 un numero troppo alto di nemici, ma il papa non ne volle sentire. La sfera d'azione della nunziatura, secondo la bolla del 19 gennaio 1585, comprendeva, oltre alla provincia ecclesiastica di Colonia, Magonza e Treviri, la diocesi di Basilea, Strasburgo, Osnabrück, Paderborn e Liegi, il Lussemburgo, altre province belghe e il territorio del duca di Jülich-Cleve.
Il 26 febbraio 1586 era a Treviri dove l'arcivescovo Giovanni di Schönenberg[7] gli prestò un prezioso aiuto. Il 9 aprile raggiunse Colonia. Qui si sforzò anzitutto di stabilire buoni rapporti con il capitolo del duomo e il consiglio cittadino e si preoccupò dell'insediamento di vescovi cattolici a Münster, Brema, dove tuttavia si dovette contentare dell'elezione di un protestante ben disposto verso la Chiesa di Roma, Paderborn e Osnabrück.
Mons. Bonomi prese possesso della nunziatura di Colonia già in pessime condizioni di salute: il suo zelo infaticabile lo ridusse alla fine allo stremo delle forze. Morì a Liegi il 27 febbraio 1587, senza poter realizzare il desiderio di rientrare nella sua diocesi.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Abate commendatario di Nonantola | Successore: | |
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Carlo Borromeo | 1566-1571 | Guido Luca Ferrero |
Predecessore: | Vescovo di Vercelli | Successore: | |
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Guido Luca Ferrero | 17 ottobre 1572-26 febbraio 1583 | Costanzo Torri, O.F.M. Conv. |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Giovanni Antonio Volpe | 27 maggio 1579-16 settembre 1581 | Giovanni Battista Santorio |
Predecessore: | Nunzio apostolico nel Sacro Romano Impero | Successore: | |
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Ottavio Santacroce | 16 settembre 1581-20 ottobre 1584 | Germanico Malaspina |
Predecessore: | Nunzio apostolico a Colonia | Successore: | |
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Feliciano Ninguarda, O.P. | 20 ottobre 1584-26 febbraio 1587 | Ottavio Mirto Frangipani |
Note | |
Bibliografia | |
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- Abati commendatari di Nonantola
- Vescovi di Vercelli
- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Nunzi apostolici per il Sacro Romano Impero
- Nunzi apostolici per Colonia
- Presbiteri ordinati nel 1560
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1573
- Vescovi italiani del XVI secolo
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Carlo Borromeo
- Biografie
- Vescovi italiani
- Nunzi apostolici italiani
- Nati nel 1536
- Nati il 6 dicembre
- Nati nel XVI secolo
- Morti nel 1587
- Morti il 27 febbraio