Pulpito del Battistero di Pisa (Nicola Pisano)
Nicola Pisano, Pulpito (1260), marmo bianco e granito rosso; Pisa, Battistero | |
Pulpito del Battistero di Pisa | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Pisa |
Comune | |
Diocesi | Pisa |
Ubicazione specifica | Battistero |
Uso liturgico | sporadico |
Comune di provenienza | Pisa |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | pulpito |
Soggetto | Storie dell'infanzia e della passione di Gesù Cristo |
Datazione | 1260 |
Autore |
Nicola Pisano |
Materia e tecnica | marmo bianco e granito rosso scolpito |
Misure | h. 350 cm; l. 170 cm |
Iscrizioni | Nell'anno 1260, Nicola Pisano ha scolpito quest'opera meravigliosa che ne mostra il talento. |
Note opera firmata e datata | |
Il Pulpito venne realizzato, nel 1260, in marmo bianco e granito rosso scolpito, da Nicola Pisano (1215 ca. - 1284 ca.), ubicato nella Battistero di Pisa.
Descrizione
Oggetto
Pulpito di forma esagonale, sorretto da sei colonne di granito rosso, tre delle quali poggianti, con ritmo alterno, sul pavimento o su leoni stilofori di tradizione romanica. Una colonna centrale poggia su una base decorata da sculture con uomini e animali.
Sopra agli splendidi capitelli, tra una colonna e l'altra, sono gettati degli archi a tutto sesto trilobi, separati da statue che ricorrono anche nei pennacchi.
Alcuni pilastrini tristili (colonna formata da tre colonnine) di granito separano le cinque lastre marmoree con i rilievi costituenti, la decorazione plastica del parapetto del pulpito; la sesta faccia non esiste, poiché la sua larghezza è occupata dall'accesso allo stesso.
Il leggio è sostenuto dalle ali distese di un'aquila, simbolo sia di san Giovanni evangelista, sia della teologia.
Soggetto
Lastre
La decorazione plastica del pulpito è costituita da cinque lastre, dove sono raffigurate le seguenti scene:
- Natività di Gesù
- Adorazione dei Magi
- Presentazione di Gesù al Tempio
- Crocifissione
- Giudizio Universale
Natività di Gesù
In questa lastra sono rappresentate contemporaneamente più scene simultaneamente:
- Annunciazione (in alto, a sinistra);
- Annuncio ai pastori (in alto, a destra);
- Natività di Gesù (in basso, al centro), dove compaiono:
- Madonna semidistesa, la sua figura deriva direttamente dai sarcofagi romani in cui figurano le matrone sul triclinio;
- Due levatrici lavano il Bambino,
- San Giuseppe, in disparte, osserva la scena.
Nella composizione della scena, non vi è unità di tempo e luogo, non segue uno sviluppo lineare, ma si compone di gruppi diversi, corrispondenti a vari episodi, le cui dimensioni sono proporzionate all'importanza del fatto narrato: questo tipo d'impaginazione rimanda ad opere di concezione bizantina.
Adorazione dei Magi
Nella scena dell'Adorazione dei Magi, disposti su tre piani, compaiono:
- Due Magi inginocchiati;
- Madonna con Gesù Bambino in trono con il terzo Magio;
- Angelo e san Giuseppe (a destra).
Lo scultore, nella lastra pur non conoscendo la prospettiva lineare, cerca di creare la sensazione visiva della profondità, collocando le figure sui diversi piani di disposizione verticale.
Nell'Adorazione dei Magi vari elementi fanno riferimento al mondo classico, fra cui si evidenziano:
- il panneggio ampio che svela le forme sottostanti e le teste dai profili netti, realizzati con l'uso del trapano, per accentuare i forti effetti chiaroscurali dei capelli e delle barbe ricciute dei Magi;
- la Madonna velata e seduta in trono ha una sua precisa matrice nella figura femminile assisa del sarcofago romano (II secolo d.C.), attualmente collocato nel Camposanto Monumentale di Pisa, ma all'epoca dello scultore posto nella Piazza dei Miracoli.
Presentazione di Gesù al Tempio
La scena della Presentazione di Gesù al Tempio, ordinata e composta, presenta una notevole ambientazione con lo sfondo urbanistico e un effetto di profondità dovuto ai piani sovrapposti dello schieramento delle figure. Alle spalle dei personaggi si notano templi e palazzi in cui si rintracciano spunti classici e motivi orientaleggianti.
Una citazione della scultura classica si ritrova nella figura il sacerdote sorretto da un fanciullo, che deriva da un Bacco ebbro che si appoggia ad un piccolo satiro rappresentato in un cratere ellenistico (II - I secolo a.C.), in marmo, ora esposto al Camposanto Monumentale.
Crocifissione
Nella Crocifissione prevale l'indagine psicologica dei personaggi e la loro reazione di fronte al sacrificio di Gesù Cristo. Si notano qui alcuni elementi iconografici di notevole novità introdotti dallo scultore, quali:
- Gesù Cristo morto, con un vigore corporale che ne sottolinea sia la natura umana, sia divina;
- Maria che sviene, con il corpo schiacciato dal dolore;
- San Giovanni apostolo con un'espressione dolorosa, che propone una precoce indagine del pathos;
- Giudei, impauriti e sconfitti, quali: l'ebreo, sulla destra, con un'espressione dubbiosa che si tocca pensoso la barba, vicino ad un compagno che alza il pugno minaccioso. Tra loro sembrano risuonare le parole pronunciate dal centurione: "Veramente quest'uomo era giusto" (Lc 23,47 ), come dimostra l'ultimo personaggio, che si sbilancia verso l'esterno, mentre sta andando via, si volta e si batte il petto per esprimere il suo pentimento.
Giudizio Universale
La scena del Giudizio Universale è rappresentata in due lastre collegate fra loro dalla figura di Gesù Cristo giudice.
In questo pannello scolpito si nota l'apertura dell'artista al gotico francese, infatti, il numero dei personaggi che compongono le scene aumenta, le figure si fanno più leggere, più espressive e realistiche.
Pennacchi e spigoli
Nei pennacchi e sugli spigoli, sopra i capitelli, si trovano alcune figure a rilievo raffiguranti:
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- La struttura del pulpito è rivoluzionaria, in quanto quelli precedenti, sia toscani, sia dell'Italia meridionale, erano di solito di forma quadrata o rettangolare, mentre questo si presenta con una cassa esagonale, che ricorda le esperienze architettoniche maturate negli ambienti della corte dell'imperatore Federico II di Svevia (1194 - 1250), dove lo scultore si era formato.
- Le scene della decorazione plastica presentano vari elementi, sia iconografici sia tecnici, che rivelano lo studio e la visione della scultura classica: questi non sono una pura imitazione di dell'arte antica. L'artista, infatti, ha voluto un rendere omaggio ad essa, riconoscendone la perfezione e, cercando di emularla, ha inteso dare maggiore solennità ai soggetti da lui rappresentati.
- Il programma iconografico del pulpito va messo in relazione con i Sermones dell'arcivescovo pisano Federico Visconti (probabile committente dell'opera), dove egli descrive l'Universo come la Domus Dei, rappresentazione perfettamente compatibile con l'impianto e la decorazione del pergamo:
- I leoni e i telamoni corrispondono al mondo terreno, ossia il livello della Domus Dei Inferior.
- Le colonne, simbolo dei Sette sacramenti, rappresentano invece la Chiesa (Domus Dei Exterior).
- Le statue sui capitelli alludono all'intuizione sapienziale di Dio (Domus Dei Interior), attraverso la quale si accede alla visione salvifica, rappresentata dalle Storie di Gesù Cristo del parapetto (Domus Dei Superior).
- La scelta degli episodi cristologici, per le lastre del pulpito, corrisponde all'interesse particolare dei francescani per le Storie dell'infanzia e della passione di Gesù Cristo e va probabilmente messa in relazione con la presenza e la predicazione a Pisa nel 1257 di san Bonaventura da Bagnoregio (1217 ca. - 1274), filosofo e teologo proprio dell'Ordine dei Frati Minori Francescani.
Iscrizione
Nel pulpito si trova un'iscrizione in latino scolpita, sul bordo inferiore della cornice del pannello con il Giudizio Universale, dove si legge la firma e la datazione dell'opera:
« | Nell'anno 1260, Nicola Pisano ha scolpito quest'opera meravigliosa che ne mostra il talento. » |
Notizie storico-critiche
Il pulpito del battistero venne commissionato da Federico Visconti, arcivescovo di Pisa (1254 - 1277) a Nicola Pisano, probabilmente per celebrare nel 1257 la revoca della scomunica comminata dal papa Gregorio IX (1227 - 1241) alla città toscana nel 1241, perché colpevole di aver impedito ad una delegazione di cardinali e vescovi dell'Italia settentrionale e della Francia di raggiungere Roma per il concilio, che non ebbe luogo proprio per l'assenza di questi prelati.
Galleria fotografica
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