Sant'Alferio
Sant'Alferio Pappacarbone, O.S.B. Presbitero | |
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Santo | |
Immagine votiva del santo | |
Nascita | Salerno 930 |
Morte | Badia di Cava 12 aprile 1050 |
Professione religiosa | 991 |
Ordinazione presbiterale | 991 |
Incarichi ricoperti | Abate dell'Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1893, da Leone XIII |
Ricorrenza | 12 aprile |
Santuario principale | Abbazia SS. Trinità di Cava |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 12 aprile, n. 9:
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Sant'Alferio Pappacarbone (Salerno, 930; † Badia di Cava, 12 aprile 1050) è stato un sacerdote, abate e fondatore italiano. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica ed è ricordato come il fondatore della Abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni.
Biografia
Nato da una nobile famiglia longobarda dei Pappacarbone nel X secolo[1], sin dalla gioventù si era posto al servizio dei Principi longobardi che dominavano la regione fin dal VII secolo.
Alferio fu inviato quale ambasciatore del suo principe presso l'imperatore Enrico II per sollecitare aiuti militari contro i Bizantini che minacciavano i confini del principato. Giunto alle Alpi si ammalò gravemente e chiese ospitalità nel monastero di Chiusa di San Michele; fece voto che, se fosse guarito, avrebbe rinunciato alla carriera diplomatica e si sarebbe fatto religioso benedettino. Guarì e adempì al voto vestendo l'abito di San Benedetto da Norcia, nella grande Abbazia di Cluny in Francia, verso l'anno 991[2].
In quell'ambiente, nel 991 Alferio fu anche ordinato sacerdote.
Dopo alcuni anni però il principe Guaimario III di Salerno lo richiamò a Salerno per riformare i molti monasteri di quella città. Alferio si accinse all'opera, ma dopo un certo tempo, sentendosi attratto da una vita eremitica, abbandonò segretamente Salerno e si rifugiò nella grotta Arsicia, alle falde del monte Finestra oggi nel comune di Cava de' Tirreni. Qui, con due compagni, si diede totalmente alla preghiera, alla penitenza sostentandosi con il lavoro manuale.
Ben presto la fama della sua santità si diffuse nei paesi circostanti e cominciarono ad affluire discepoli desiderosi di seguire il suo esempio e gente di ogni ceto in cerca di consigli e di soccorso. Si impose allora la necessità di costruire un monastero sufficiente per una dozzina di religiosi. In seguito alla famosa visione dei tre raggi, tramandata dalla tradizione orale popolare, ma non confermata da documenti storici coevi, iniziò la costruzione del monastero e della chiesa nello spazio angusto tra il fiumicello Selano e la grotta Arsicia. Sorse, così, la Badia di Cava che Alferio dedicò alla Santissima Trinità. Era l'anno 1011 secondo alcune fonti o, forse, qualche anno più tardi. Comunque nell'Archivio Cavense si conserva il primo diploma di donazione del 1025, con il quale i prìncipi di Salerno Guaimario III e Guaimario IV concedono in proprietà al monastero la fascia di terra comprendente la Grotta Arsicia e l'ampia zona sovrastante su cui poi sorse l'attuale Corpo di Cava.
Fra i suoi discepoli si ricordano Leone, che gli succederà come abate del monastero, e Desiderio di Benevento che poi divenne abate del Monastero di Montecassino e quindi Papa col nome di Vittore III.
Morì il 12 aprile 1050 (Giovedì Santo) all'età di 120 anni dopo aver celebrato le funzioni liturgiche, confortato da una visione del Redentore che gli preannunciava la morte imminente.
Fu sepolto nella medesima grotta che da allora divenne il cuore della abbazia.
Predecessore: | Abate dell' Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni | Successore: | |
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primo abate | 1021 - 12 aprile 1050 | San Leone |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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- Abati dell'Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni
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