San Lazzaro Pillai
San Lazzaro Pillai Martire · Martire | |
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al secolo Nilakandan | |
Santo | |
Età alla morte | 39 anni |
Nascita | Palliyadi 23 aprile 1712 |
Morte | Aralvaimozhi 14 gennaio 1752 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 2 dicembre 2012, da Benedetto XVI |
Canonizzazione | 15 maggio 2022, da Francesco |
Ricorrenza | 14 gennaio |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale o di riferimento Scheda su santiebeati.it |
San Lazzaro Pillai, al secolo Nilakandan, detto Devasahayam (Palliyadi, 23 aprile 1712; † Aralvaimozhi, 14 gennaio 1752), è stato un laico e martire indiano.
Cenni biografici
Nilakandan (o Nilam, Nilakanta, Neelakanta) Pillai nacque a Nattalam, nel distretto di Kanyakumari dello stato indiano del Tamil Nadu, il 23 aprile 1712. Era figlio di Vasudevan Namboodhiri, brahmino e di Devaki Amma, del gruppo guerriero multicasta dei Nair.
Fu educato come si conveniva a una persona del suo rango, raggiungendo un notevole livello culturale. Conosceva le lingue tamil e malayam ed era esperto nell'arte della guerra. Iniziò la propria carriera entrando al servizio di Marthanda Varma, maharaja di Travancore, come alto funzionario della sua corte. Sposò una giovane, Bhargaviamma, appartenente al suo stesso ceto sociale.
Nel 1742 Eustachius de Lannoy, ufficiale cattolico della marina olandese fu fatto prigioniero di guerra dal maharaja, che gli risparmiò la vita a patto che diventasse suo consigliere militare e addestratore delle guardie del palazzo. L'ufficiale di palazzo Nilakandan, ministro responsabile per le finanze del regno, divenne molto amico di De Lannoy.
Le continue disgrazie nella famiglia di Nilakandan divennero occasione di condivisione delle sofferenze con De Lannoy. Quest'ultimo tentava di consolarlo narrandogli le storie di sofferenza di Giobbe, uomo giusto, descritte nella Bibbia. Nilakandan si sentì attratto dal cristianesimo ed espresse il desiderio ardente di credere in Gesù e di ricevere il battesimo.
Il maharaja Marthandavarma nel suo regno perseguitava i cristiani. De Lannoy, conoscendo molto bene le nefaste conseguenze delle adesioni al vangelo per il suo amico, ebbe molte esitazioni nell'aiutare l'amico nel suo desiderio di conversione. Alla fine però, grazie alle continue insistenze, De Lannoy lo inviò presso don Giovanni Battista Buttari, missionario Gesuita, sacerdote a Vadakkankulam, al di fuori del territorio del regno di Travancore, allo scopo di evitare l'ostilità del maharaja.
Il padre gesuita lo battezzò il 14 maggio 1745 nel rito latino. Ricevette il nome biblico di Lazzaro, che significa Aiuto di Dio; in lingua tamil fu reso con Devasahayam.
Da quel momento incominciò una grande opera di evangelizzazione per promuovere la fede in Gesù Cristo e predicando l'uguaglianza tra le persone e i popoli, in contrasto con la religione indù retta sulla divisone in caste dalla società. Questo, però, gli attirò l'odio dei bramini e degli appartenenti alla casta della sua famiglia i Nair.[1] Intanto diverse persone, fra cui anche sua moglie, chiesero di essere battezzate.
La conversione di un ministro del maharaja fu ritenuta un tradimento e un pericolo per la solidità dello stato induista indiano. I brahmini cominciarono a muovere false accuse contro Devasahayam. Il suo rifiuto di adorare gli dei Hindu del palazzo e di prendere parte alle tradizionali feste religiose indù irritò molto gli ufficiali che non tolleravano la sua predicazione sull'uguaglianza di tutti i popoli, il superamento delle caste e l'amicizia con gli intoccabili delle classi più umili, cosa proibita per una persona di casta elevata.
Il 23 febbraio 1749 venne arrestato e per tre anni ricevette numerose torture e umiliazioni.
Fu incatenato a un albero ed esposto alle intemperie. Tuttavia la sua fede restò salda e trasformò quel luogo in un'oasi di preghiera, di comunione con Dio e di evangelizzazione. Alcune volte gli fu concesso di ricevere l'Eucaristia.
Infine fu esiliato ai confini del regno, nei pressi di Aralvaimoshy, ma anche qui la sua fama di santità si diffuse presto, generando numerose conversioni. Il 14 gennaio 1752 venne ucciso dalle guardie del maharaja con cinque colpi di fucile.
Culto
In virtù della fama di martirio del servo di Dio Devasahayam, largamente diffusa in India, fu iniziata la sua causa di beatificazione. L'inchiesta diocesana sul martirio, si tenne nella curia vescovile di Kottar, dal 2006 al 2008.
Il 15 novembre 2011 la causa fu sottoposta alla valutazione dei consultori storici, i quali riconobbero le prove raccolte sufficienti e affidabili per la dimostrazione del riferito martirio. Il 7 febbraio dell'anno seguente, il congresso peculiare dei consultori teologi prese atto dell'attendibilità storica dei documenti raccolti, dai quali risulta dimostrato sia l'odium fidei da parte dei persecutori sia l'accettazione da parte del servo di Dio. La sessione ordinaria dei cardinali e vescovi si svolse l'8 maggio con esito positivo.
Papa Benedetto XVI autorizzò la promulgazione del decreto super martyrio il 28 giugno 2012. Il 2 dicembre successivo, nella città di Nagercoil (diocesi di Kottar) si svolse la cerimonia di beatificazione, con grandissima partecipazione di popolo.
Nel 2015 si è svolta nella diocesi di Kottar l'inchiesta diocesana su un presunto miracolo ottenuto per intercessione del beato, cioè la rianimazione di un feto alla ventesima settimana. La consulta medica della congregazione delle Cause dei Santi, il 28 febbraio 2019, all'unanimità ha riconosciuto la guarigione non spiegabile in base alle attuali conoscenze mediche.
Il 5 dicembre seguente si è tenuto il congresso speciale dei consultori teologi che si espresse positivamente. Identico parere è stato manifestato dai padri cardinali e vescovi, nella sessione ordinaria del 18 febbraio 2020.
Il 25 novembre 2021,papa Francesco ha riconosciuto il miracolo avvenuto per sua intercessione, aprendo la strada alla sua canonizzazione, la quale è stata celebrata dallo stesso pontefice in Piazza San Pietro il 15 maggio 2022. Nella stessa celebrazione sono stati canonizzati altri nove santi: suor Maria Domenica Mantovani, co-fondatrice delle Piccole Suore della Sacra Famiglia; suor Maria di Gesù Santocanale, S.C.I.L.; suor Maria Francesca di Gesù Rubatto, S.C.M.R.; suor Marie Rivier, fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria; martire Tito Brandsma; fondatore Luigi Maria Palazzolo; fondatore César de Bus, D.C.; fondatore Giustino Russolillo; padre Charles de Foucauld, O.C.S.O..
Note | |
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