San Pietro Yi Ho-yong
San Pietro Yi Ho-yong Laico · Martire | |
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Santo | |
Martire | |
Nascita | Incheon 1803 |
Morte | Seul 25 novembre 1838 |
Iter verso la canonizzazione | |
Beatificazione | 5 luglio 1925, da Pio XI |
Canonizzazione | 6 maggio 1984, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 25 novembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
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Nel Martirologio Romano, 25 novembre:
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San Pietro Yi Ho-yong (Incheon, 1803; † Seul, 25 novembre 1838) è stato un martire coreano.
Biografia
Nato a Incheon, oggi al confine tra le due Coree, dopo la morte del padre si trasferì con la famiglia a Seul, dove viveva in condizioni di estrema povertà. Qui iniziò a frequentare Paolo Yi Kyong-on; questi, che lo istruì nella fede cristiana, era il quindicesimo discendente di T'ae-jong, re di Corea (1400-1418), nonché fratello minore di Carlo Yi Kyong-do e Lutgarda Yi, martirizzati nel 1801. Lo stesso Paolo Yi Kyong-on, imprigionato nel 1827, morì in seguito alle terribili torture inflittegli.
Nel gennaio 1834 poté entrare in Corea dalla Cina padre Pacifico Yu Pang-che. I cattolici coreani, che erano rimasti senza presbiteri sin dalla persecuzione del 1801, poterono finalmente confessarsi e comunicarsi. Padre Yu, apprezzando la devozione, la gentilezza e la semplicità di Pietro Yi Ho-yong, fece di lui un catechista.
Pietro, che già in sogno aveva ricevuto un annuncio del prossimo martirio, un giorno del febbraio 1835, tornando a casa dal lavoro, fu sorpreso e arrestato da un gruppo di guardie. Trascorse in carcere quattro anni, durante i quali soffrì ogni genere di torture e privazioni: tuttavia, resisté eroicamente alle guardie che, pestandolo e slogandogli le ossa, tentavano di fargli compiere sacrifici pagani e rinnegare la fede cristiana.
Durante i lunghi anni di prigionia perseverò nelle preghiere e nei digiuni, continuando a mostrare bontà e semplicità d'animo nei confronti dei compagni di prigionia e verso gli stessi aguzzini. Un vecchio prigioniero, suo compagno di cella, rimase così impressionato da lui che si pentì del suo passato e gli chiese l'istruzione religiosa per poter ottenere il Battesimo.
Anche Agata, sorella di Pietro, era stata imprigionata perché cristiana. Nonostante i due fratelli fossero detenuti in celle diverse, alcune guardie ben disposte permisero loro di incontrarsi e promisero che sarebbero stati martirizzati lo stesso giorno. Pietro, tuttavia, era sfinito per le disumane condizioni di prigionia: i cattolici erano ammassati in celle troppo piccole, tanto da non potersi neppure sdraiare; senza contare le torture, ci si ammalava a causa della puzza, del sangue, del pus e del marciume; il cibo era così scarso che i prigionieri si spinsero a masticare le luride stuoie di paglia o a mangiare le pulci che strisciavano nella cella.
Nonostante desiderasse morire di spada, Pietro finì estenuato per gli stenti, il 2 novembre 1838, ad appena trentasei anni di età.
Culto
Per approfondire, vedi la voce Santi martiri coreani |
Primo di una serie di settantanove martiri, uccisi fino al 1846, Pietro Yi Ho-yong è stato beatificato da papa Pio XI il 2 novembre 1838, insieme agli altri compagni di martirio. Questi beati sono stati canonizzati il 6 maggio 1984 a Yoido, presso Seul, da papa Giovanni Paolo II, all'interno di gruppo comprendente in tutto centotré martiri coreani.
Note | |
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Voci correlate | |
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