San Virgilio di Arles Vescovo
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Arles 1º ottobre 610
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San Virgilio di Arles (?, VI secolo; † Arles, 1º ottobre 610) è stato un arcivescovo e abate francese.
Biografia
Origini e primi anni
Secondo san Gregorio di Tours, Virgilio, di origine borgognona[1] fu abate del monastero di san Sinforiano ad Autun e poi, grazie all'appoggio di San Siagrio, vescovo di Autun, divenne arcivescovo di Arles[2] nel 588.
Egli sarebbe succeduto a Licerio, morto nel 588 nel corso della pandemia di peste nota come peste di Giustiniano[3] quantunque i dittici indichino, subito dopo quest'ultimo Pascasio di Arles[4] il quale occupò la sede vescovile per pochissimo tempo.[5] Alcuni, al contrario, lo fanno succedere direttamente a Licerio, il predecessore di Pascasio, secondo gli altri.
Arcivescovo di Arles
Papa Gregorio Magno, che lo stimava molto, gli accordò gli stessi onori concessi ai suoi predecessori, con il potere di convocare concilii e di giudicare in prima istanza insieme a dodici dei suoi colleghi, le dispute fra vescovi e le questioni sui dogmi[6].
Così il 1º agosto 595, papa Gregorio offrì a Virgilio il titolo di vicario pontificio, già accordato nel secolo precedente ai vescovi di Arles da Papa Zosimo. Questa dignità fece di lui l'intermediario obbligato fra i vescovi della Gallia e la Santa Sede e nello stesso tempo quello cui rivolgersi per risolvere numerosi problemi.
Il 12 agosto 595, gli indirizzò la sua lettera O quam bona sulla simonia[7] per metterlo in guardia contro i misfatti provocati da quest'eresia, Il papa sollecita anche re Childeberto ad aiutare Virgilio in quest'impresa.
A più riprese (596, 601), Virgilio fu sollecitato dal Papa a offrire aiuto ad sant'Agostino di Canterbury, che lui stesso aveva tolto dal suo monastero in Roma con i suoi monaci, inviandoli missionari in inglesi. Si sa che nel 596 la città di Arles fece i preparativi per questa missione e in quella occasione alcuni schiavi anglosassoni furono riscattati. Il 17 novembre 597, Agostino di Canterbury, di ritorno ad Arles dopo aver convertito il re, la regina e i principali funzionari, fu consacrato da Virgilio, su richiesta di Papa Gregorio, arcivescovo della Chiesa d'Inghilterra nella Cattedrale di Saint-Trophime, ad Arles. Alla cerimonia parteciparono numerosi vescovi. In un'altra occasione, nel 596, il pontefice gli chiese di prendere sotto la sua protezione un monastero, di cui il suo predecessore Licerio ne aveva incamerato i benefici.[8][9]
I primi allarmi
Tuttavia, nonostante questa benevolenza, Virgilio si era già attirato i rimproveri della Santa Sede nel 591, allorché numerosi ebrei, cacciati da Orléans e venutisi a rifugiare in Provenza, erano stati convertiti a forza nella sua giurisdizione e in quella del vescovo Teodosio di Marsiglia.
Papa Gregorio scrisse loro una lettera lodandone le buone intenzioni ma insistendo che limitassero il loro zelo alla predicazione e alle preghiere.[10]
Qualche anno dopo, nel 596, probabilmente in seguito all'affaire Dynamius, Virgilio, che gestiva fino ad allora, come i suoi predecessori, le rendite in Gallia, si vide sottoposto, per disposizione papale, al controllo del vescovo di Aix.[11]
La caduta in disgrazia
L'amicizia del Papa si raffreddò ulteriormente quando Virgilio non si oppose al matrimonio contratto da Siagria, una donna che, dopo aver abbracciato la vita religiosa, era stata costretta con la violenza a contrarre matrimonio[12]. Il Papa lo fece riprendere nel luglio 599 : forse fu a causa di questa negligenza che Gregorio concesse, dietro istanza della regina Brunechilde, il Pallium a san Siagrio, vescovo di Autun, con il potere di convocare concilii.
Questo "raffreddamento" della benevolenza di Gregorio verso Virgilio ne diminuì notevolmente l'autorità come metropolita di Arles.[13]
Nel 601 Gregorio chiese a Virgilio di organizzare un concilio contro la simonia e anche per obbligare l'arcivescovo di Marsiglia a riformare la propria diocesi.[14]
Successioni
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Note |
- ↑ (FR) Paul-Albert Février (sous la direction de) - La Provence des origines à l'an mil, p. 456.
- ↑ Catholic Encyclopedia.
- ↑ Tal pandemia fu così chiamata poiché si sviluppo inizialmente a Bisanzio sotto l'imperatore Giustiniano I
- ↑ (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques - 1827 - page 69 qui
- ↑ (FR) Gregory, Odo, Henri Léonard Bordier, Histoire ecclésiastique des Francs, Firmin Didot, 1861, p. 205 qui
- ↑ (FR) Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, p. 303 qui
- ↑ Così si esprime la lettera O quam bona di Papa Gregorio I:
«
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Io vengo a sapere che nella regione della Gallia e della Germania nessuno giunge all'ordine sacro senza l'apporto di doni appropriati. Se così è, lo dico piangendo e lo proclamo gemendo: se l'Ordine sacerdotale si sfascia dall'interno, non potrà reggere a lungo all'esterno. »
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- ↑ Catholic Encyclopedia.
- ↑ Paul-Albert Février (a cura di), La Provence des origines à l'an mil, p. 457
- ↑ Catholic Encyclopedia.
- ↑ Édouard Baratier, (sous la direction de), Histoire de la Provence, p. 96.
- ↑ (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69 ici.
- ↑ (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69 ici.
- ↑ Catholic Encyclopedia.
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Bibliografia |
- (EN) William E. Klingshirn - Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul - Cambridge University Press, 1994. ISBN 0521528526, p. 86 ici.
- (FR) Paul-Albert Février (sous la direction de) - La Provence des origines à l'an mil - Editions Ouest-France, 1989. ISBN 2737304563
- (FR) Gregory, Odo, Henri Léonard Bordier, Histoire ecclésiastique des Francs - Firmin Didot, 1861, p. 205 ici
- (FR) Alban Butler, Vies des pères des martyrs et des autres principaux saints - Louvain, 1828; Tome 3, p. 361 qui
- (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69.
- (FR) Joseph Hyacinthe Albanés, Gallia christiana novissima; ouvrage accessible sur Gallica qui
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Collegamenti esterni |
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