Pallio
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Il Pallio (dal latino pallium, "mantello di lana") è un paramento liturgico usato dal Papa.
È simbolo del Vescovo come buon pastore e, insieme, dell'Agnello crocifisso per la salvezza degli uomini. Rappresenta l'agnello portato sulle spalle, come simbolo del ufficio del Vescovo, chiamato a essere buon pastore e forse per questo il materiale è la lana. Tale simbologia è correlata alla preparazione del pallio; il rito dell'imposizione suggerisce questo tipo di simbolismo.
È segno di comunione della Chiesa ambrosiana con la Sede di Pietro e dell'autorità dell'Arcivescovo in qualità di metropolita della provincia ecclesiastica lombarda.
Il Papa lo concede agli Arcivescovi Metropoliti, ai Primati e al Patriarca Latino di Gerusalemme. Esso è quindi il simbolo non solo della giurisdizione papale, ma anche il segno esplicito e fraterno della condivisione di questa giurisdizione con gli Arcivescovi Metropoliti, e mediante questi con i Vescovi loro suffraganei. Esso quindi è segno visibile della collegialità e della sussidiarietà nell'esercizio del governo della Chiesa.
Origine
Nell'antichità il pallio era parte del vestiario degli ufficiali statali romani.
Nei primi secoli i Papi usavano una vera pelle di agnello poggiata sulla spalla. Poi entrò nell'uso un nastro di lana bianca, intessuto con pura lana di agnelli allevati per tale scopo. Il nastro portava alcune croci, che nei primi secoli erano in nero, oppure talvolta in rosso.
Già nel IV secolo il pallio era una insegna liturgica propria e tipica del Papa. Il Liber pontificalis nota che Papa Marco (†336) conferì il pallio al Vescovo suburbicario di Ostia, che allora era uno dei consacratori del Romano Pontefice[1].
Nel 513 Papa Simmaco concesse il privilegio del pallio a San Cesario di Arles, e in seguito si moltiplicarono da parte del Papa le concessioni del pallio a Vescovi d'Italia e di fuori Italia. Nelle altre Chiese occidentali non esistono testimonianze dell'uso del pallio, a meno che esso fosse stato concesso ai vescovi dal Romano Pontefice.
Dal IX secolo è il segno distintivo dei metropoliti.
Forma e fattura
Il pallio usato dalla Chiesa Cattolica è una derivazione dell'omoforio (omophórion) delle Chiese Orientali, e ne è il suo corrispondente.
La differente forma del pallio papale rispetto a quello dei metropoliti mette in risalto la diversità di giurisdizione che dal pallio è significata.
Il Pallio papale
Nelle rappresentazioni più antiche il pallio liturgico appare in forma di sciarpa aperta e disposta sopra le spalle. In tal modo appare nella figura dell'arcivescovo Massimiano (498-556) nella Basilica di San Vitale di Ravenna (prima metà del VI secolo). Un lembo del pallio segnato da una croce pende anteriormente sul lato sinistro della figura, mentre l'altro lembo sale sulla spalla sinistra, gira attorno al collo e, passando sulla spalla destra, scende assai basso dinanzi al petto, per tornare infine sulla spalla sinistra e ricadere dietro la schiena.
Questa maniera di portare il pallio si mantenne fino all'alto Medioevo, quando, mediante gli spilloni, si cominciò a far in modo che i due capi pendessero esattamente nel mezzo del petto e del dorso. Sostituendo gli spilloni con una cucitura fissa, si arrivò alla forma circolare chiusa, che s'incontra comunemente dopo il IX secolo, come si vede nelle rappresentazioni in varie basiliche romane: Santa Maria Antiqua, Santa Maria in Trastevere, San Clemente. I due capi del pallio però mantennero sempre una considerevole lunghezza, finché, dopo il XV secolo, furono progressivamente accorciati.
L'ornamentazione del pallio, che si trova illustrata già sul mosaico di Ravenna, venne in seguito sempre più arricchita. Si ricamarono quattro, sei od otto croci rosse o nere; all'orlo furono talvolta attaccate delle frange.
Nella forma sviluppata del pallio gli estremi lembi delle appendici terminano con piccole lastrine di piombo coperte di seta nera. I tre spilloni gemmati, che in origine servivano a tenere il pallio fermo a suo posto, erano diventate già nel XIII secolo un elemento semplicemente decorativo.
Il pallio lungo e incrociato sulla spalla sinistra non è stato più indossato dal Papa e dai Vescovi in Occidente dopo l'epoca carolingia. Sembrerebbe che già nel medioevo si trovasse una consapevolezza di questo sviluppo storico: un'illustrazione di un manoscritto dell'XI secolo mostra san Gregorio Magno che indossa il pallio nella forma contemporanea con i capi pendenti in mezzo, e l'Apostolo Pietro che lo indossa nello stile antico sulla spalla sinistra[2]. Il noto dipinto presente nel Sacro Speco di Subiaco, risalente al 1219 ca. e raffigurante Papa Innocenzo III con il tipo antico di pallio sembra un arcaismo voluto.
L'uso da parte di Benedetto XVI
Nei primi tempi del suo pontificato papa Benedetto XVI usava per sé un pallio più lungo e incrociato sulla spalla sinistra. Nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo del 2008 riprese la forma del pallio usato fino a Giovanni Paolo II, sebbene con foggia più larga e più lunga, e con il colore rosso delle croci. L'uso di questa forma del pallio intende sottolineare maggiormente il continuo sviluppo che nell'arco di oltre dodici secoli questa veste liturgica ha conosciuto.
Benedetto XVI ha inserito un pallio nel suo stemma.
Pallio vescovile
Il pallio degli Arcivescovi Metropoliti, nella sua forma presente, è una stretta fascia di stoffa, di circa sei centimetri di larghezza, tessuta in lana bianca, e incurvata al centro così da poterla appoggiare alle spalle sopra la pianeta o casula, e con due lembi neri pendenti davanti e dietro.
Visto sia da davanti che da dietro, il paramento ricorda la lettera Y.
È decorato con sei croci nere di seta, una su ognuna delle due code e quattro sull'incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spilloni d'oro e gioielli (acicula). Queste ultime due caratteristiche sembrano essere una ricordo dei tempi in cui il pallio era una semplice sciarpa piegata a doppio e appuntata con una spilla sulla spalla sinistra.
Rito della consegna del Pallio |
Il cardinale protodiacono presenta al Santo Padre i metropoliti che ricevono il pallio:
I metropoliti giurano:
Il Santo Padre benedice i palli:
Poi si rivolge agli arcivescovi:
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Confezione
I due agnelli la cui lana è destinata, nell'anno successivo, alla fattura dei palli, vengono allevati dai Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane a Roma. Il 20 gennaio di ogni anno i Trappisti portano i due agnelli alle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth[3].
Il mattino successivo, memoria di sant'Agnese, vengono adornati con mantelli: un agnello riceve un mantello rosso, in ricordo del martirio della santa, l'altro bianco, in ricordo della sua verginità. I due mantelli recano ricamate due scritte: da una parte, S.A.V., "Sant'Agnese Vergine", e dall'altra S.A.M., "Sant'Agnese Martire". Sul capo degli agnelli sono poste corone di fiori, una di colore rosso e una bianca, e dei fiocchetti alle orecchie. Quindi gli agnelli vengono portati[4] a Sant'Agnese fuori Le Mura, sulla via Nomentana. Posti sull'altare della santa, vengono benedetti dal Papa; questo rito risale al 1644. Poi alcuni sediari pontifici li portano nel Palazzo Apostolico, dove vengono presentati al Papa.
Il pallio viene tessuto e confezionato dalle monache del Monastero benedettino di Santa Cecilia in Trastevere a Roma.
I palli così preparati vengono conservati nella Basilica di San Pietro, a Roma, in una teca posta ai piedi dell'altare della confessione, vicinissima al luogo della sepoltura dell'apostolo Pietro[5]
Consegna
La cerimonia di consegna del pallio si svolge il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. La consegna ufficiale è collegata al giuramento di fedeltà al Papa e ai suoi successori da parte dei metropoliti.
Nel corso della Messa, dopo l'omelia e prima della professione di fede, ha luogo il rito della consegna del pallio.
I metropoliti devono ricevere il pallio prima di poter esercitare il loro ufficio nella diocesi a cui sono inviati, anche se erano stati nominati in precedenza in una altra sede ecclesiastica. Secondo il Codice di Diritto Canonico[6] il Metropolita deve richiedere il pallio entro tre mesi dalla sua nomina.
Uso
I Metropoliti sono autorizzati ad indossare il pallio solo nel territorio della propria Arcidiocesi e nelle altre Diocesi della loro provincia ecclesiastica. Gli arcivescovi non metropoliti non lo indossano se non con un permesso particolare.
Solo il Papa indossa il pallio in qualsiasi occasione e luogo.
La cerimonia della consegna ai metropoliti è l'unica occasione in cui si possono vedere due o più arcivescovi indossare il pallio nello stesso luogo e nello stesso momento.
Il pallio non può essere trasferito ad altri e, quando un metropolita muore, deve essere sepolto con lui.
Note | |
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