Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo

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Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo
in latino Congregatio Oblatorum Sanctorum Ambrosii et Caroli
Chiesa di San Sepolcro Milano.jpg
La facciata della Chiesa di San Sepolcro di Milano.

Associazioni di livello diocesano

Altri nomi
Sigla O.SS.A.C.

Leader

Prima fondazione
Fondatore
Nome
Data
Luogo
Sigla
Fondazione
Fondatore San Carlo Borromeo
Cofondatore
Luogo Milano, Chiesa di San Sepolcro
Data 1578
Prima approvazione
Da
Luogo
Data
Documento
Approvazione
Da Gregorio XIII
Luogo Roma
Data 26 aprile 1578
Documento
Soppressione Napoleone Bonaparte tra il 1810 e il 1854
Famiglie
  • Oblati Missionari di Rho (1714)
  • Oblati Vicari (1875)
  • Oblati Diocesani
  • Oblati Laici (1932)
Finalità
Doveri pastorali a disposizione dell'Arcivescovo di Milano
Costituzione interna Redatta da Agostino Valier e Carlo Bascapè
Data costituzione interna
Motto
Abito Talare e borghese
Santo patrono
Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Gli oblati dei Santi Ambrogio e Carlo (in latino Congregatio Oblatorum Sanctorum Ambrosii et Caroli) sono un'associazione di sacerdoti secolari e laici dell'arcidiocesi di Milano: i membri di questa associazione pospongono al loro nome la sigla O.SS.C.A.

Fondati da san Carlo Borromeo nel 1578, gli Oblati si dividono attualmente in quattro famiglie:

Il termine oblato deriva dal latino oblatus: participio perfetto irregolare del verbo offerre, significa letteralmente offerto. Gli Oblati offrono la propria vita a Cristo e alla Chiesa; in particolare, gli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo la offrono alla chiesa locale dell'Arcidiocesi di Milano, rappresentata dall'arcivescovo.

Il legame con il vescovo, rappresentato dal voto di obbedienza, pone i padri Oblati a condividere l'ansia pastorale sull'intera diocesi e non solo su una porzione come tutti gli altri sacerdoti diocesani.

L'Oblazione diocesana ambrosiana

Gli Oblati Diocesani sono fedeli cristiani, Presbiteri o laici, che si offrono spontaneamente, liberamente, generosamente al proprio Vescovo e restano legati a lui per essere una sola cosa con la Chiesa e per la diocesi, in piena disponibilità e "usabilità" per il suo bene e servizio a seconda della propria condizione.

Partecipando all'amore oblativo di Cristo che ha dato tutto se stesso per la Chiesa (oblatus est quia ipse volui), gli Oblati intendono a loro modo prolungarlo qui e ora e applicarlo alla Chiesa diocesana nella quale vivono e operano, per la quale e con la quale sono pronti a lavorare e soffrire, non escludendo anche il soffrire dalla Chiesa, ma sempre facendo corpo e comunione con essa.

Gli Oblati esprimono questa disponibilità e dedizione totale, secondo la rispettiva situazione di presbiteri o di laici di ambo i sessi, celibi o sposati, con una formula detta "oblazione" ricevuta dallo stesso Vescovo diocesano o da un suo delegato.

L'istituzione dell'oblazione diocesana risale a San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano. A quel tempo, prima del Concilio di Trento, terminato nel 1563, non esistevano ancora i Seminari per la formazione comune dei futuri sacerdoti; questi venivano preparati abbastanza autonomamente e privatamente, quindi crescevano con una mentalità alquanto libera rispetto alla diocesi.

San Carlo Borromeo, strenuo propugnatore dell'istituzione dei Seminari, dovendo, nel frattempo, provvedere al bene di una diocesi molto estesa, avvertiva il bisogno di avere dei presbiteri a completa sua disposizione, per poterli mandare, in ogni momento, dovunque lo richiedeva il bene delle anime.

Questa sollecitudine pastorale del Vescovo fece presa in un gruppo di sacerdoti i quali dichiararono la loro totale disponibilità ad essere "adoperati" dal proprio Vescovo ogni qualvolta ne aveva bisogno. Essi restavano liberi da uffici fissi a beneficio della mobilità ministeriale e pastorale nelle situazioni di emergenza e temporanee.

Per San Carlo, questi presbiteri oblati erano dei "sì" scontati per cui il Vescovo era sicuro della loro adesione alle sue proposte di servizio in qualunque parte della vasta diocesi.

Gli Oblati Laici, fatte le debite proporzioni, si misurano in questa ottica di vita, di ministerialità, di corresponsabilità radicale ecclesiale, all'interno di un grande, accurato, convinto amore alla Chiesa.

L'oblazione dei presbiteri si radica nell'incardinazione canonica ed è di natura pastorale, ossia sostiene e sviluppa la carità del pastore; quella dei laici si radica nel Battesimo in forza del quale uno è incorporato in Cristo e diventa membro vivo e operativo della Chiesa.

Gli Oblati, sia presbiteri e sia laici, con l'oblazione non diventano, in senso giuridico, dei religiosi, ma restano sempre dei "secolari".

Se si volesse sintetizzare, si potrebbe dire che l'oblazione diocesana è una vocazione ulteriore nella vocazione cristiana, portata ed espressa nella radicalità della disponibilità senza riserve.

Fondazione e Storia

Agli inizi del suo episcopato, Carlo Borromeo, pensò di servirsi dei religiosi e in particolare dei chierici regolari, per la riforma del suo clero. Fece grande assegnamento sui Gesuiti, ma i contrasti sorti con essi per la gestione del Seminario Maggiore, non portò a buon fine questa ipotesi. Non ebbe grande successo anche la richiesta di religiosi del suo grande amico Filippo Neri per lo scarso numero di religiosi. Con i Somaschi l'approccio fu inefficace per il contrasto sorto per il governo del Seminario Minore di Somasca.

Tutto ciò fece maturare in lui la convinzione di istituire una congregazione di sacerdoti secolari che vivessero in maniera esemplare il loro ministero, sotto la piena obbedienza al vescovo e a sua totale disposizione per il servizio della diocesi. Nel 1577 l'idea sembrava concretizzarsi. Inizialmente pensò di istituire dei collegi per ecclesiastici che facessero vita comune. Si rivolse ai canonici del Duomo, ma il tentativo non sortì alcun risultato. Pensò allora di modificare il suo programma istituendo una congregazione di ecclesiastici che volessero mettersi a disposizione del vescovo.

Inizialmente pensò di legare i membri della congregazione con una semplice offerta senza voti ad imitazione degli usi monastici benedettini (da qui il nome oblati). Successivamente si convinse della necessità di introdurre il voto di obbedienza all'arcivescovo, di continuità e di povertà.

Il 1578 fu l'anno decisivo con l'istituzione della Congregazione degli Oblati di Sant'Ambrogio che riuniva sacerdoti secolari alle dirette dipendenze del vescovo ed a sua disposizione per il servizio della diocesi.

Il Borromeo ne diede solenne annuncio durante il V sinodo diocesano tenutosi alla fine del mese di aprile dello stesso anno dopo l'approvazione di Gregorio XIII avvenuta il 26 aprile 1578.

Il 25 luglio radunò a San Sepolcro gli aspiranti membri e con la presenza di Francesco Adorno, suo confessore, si discussero le linee principali della nuova congregazione, che vennero approfondite in adunanze successive.

Il 16 agosto, sempre a San Sepolcro, fu letto il decreto di costituzione e ordinati i primi ventuno oblati che fecero l'offerta (oblatio) nelle mani dell'arcivescovo.

Il 17 febbraio 1579 furono emanate le prime regole provvisorie (costitutiones) e ad aprile i Seminari di Porta Orientale e della Canonica, furono posti sotto la direzione degli Oblati.

Alla fine del 1579 assegnò alla Congregazione, quale sede principale, l'antica chiesa parrocchiale del Santo Sepolcro, che era stata fondata da Bendetto Rozone (o Ronzone) e dalla moglie Ferlenda nell'anno 1030. La casa che ospitò i sacerdoti fu poi soppressa nel 1810, gli Oblati lasciarono la cura della parrocchia nel 1928, e questa fu a sua volta soppressa nel 1929; la chiesa con i fabbricati annessi divenne allora proprietà della Biblioteca Ambrosiana che le sorge accanto. La casa madre venne trasferita nell'attuale sede di via Settala.

Il 13 settembre 1581 furono emanate le regole definitive (istitutiones). Furono concepite e studiate dal cardinale Agostino Valier e dal barnabita Carlo Bascapè (segretario del Borromeo poi vescovo di Novara) ed esaminate da Filippo Neri e dal cappuccino Felice da Cantalice. La Regola prevedeva i voti di obbedienza e permanenza o stabilità, ma non quello di povertà (con il quale venivano ceduti all'Istituto i proventi dell'ufficio svolto e delle elemosine delle S.te Messe, a eccezione di un contributo per vestiario e spese personali).

Dopo la canonizzazione di Carlo Borromeo, su proposta del cardinale Federico Borromeo e con il consenso di Paolo V, nel 1611 la congregazione assunse il nome di Oblati dei santi Ambrogio e Carlo.

Carlo Borromeo, quando pensò alla fondazione, si ispirò forse alla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri.

Furono soppressi da Napoleone Bonaparte nel 1810: in epoca di restaurazione, il cardinale Carlo Gaetano Gaisruck ne ostacolò la rinascita. Vennero restaurati dall'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli nel 1854.

Tra il XVIII e il XX secolo, da questa prima congregazione nacquero le quattro famiglie qui sotto trattate nei particolari.

Organizzazione

L'associazione è attualmente organizzata in quattro diverse famiglie:

  • gli Oblati missionari di Rho
  • gli oblati vicari
  • gli oblati diocesani
  • gli oblati laici (detti Oblatini).

Oblati missionari di Rho

Formatisi tra il 1714 e il 1715, riconoscono nel venerabile padre Giorgio Maria Martinelli (1656-1727) il loro fondatore (1714). I Missionari trovano il proprio modello ideale nelle figure degli Apostoli itineranti delle prime Comunità cristiane. Nella vita dei Padri Oblati Missionari, elementi centrali sono lo studio e la preghiera. Entrambi sono necessari per la ricerca di una forma di predicazione robusta, soda, con riferimenti alle scritture e al magistero della Chiesa. Il legame con il Santuario di Rho ha un significato profondo anche al di là del dato storico. Qui, i Padri Oblati non hanno parrocchia. Questo permette loro di dedicarsi completamente al ministero itinerante della predicazione e al ministero della Riconciliazione.

Oblati vicari

Nati nel 1875, caratteristica specifica della famiglia degli Oblati Vicari è la completa disponibilità dei membri all'Arcivesco per quanto riguarda in particolare:

  • le "vicarìe", cioè la responsabilità temporanea di un gruppo di parrocchie o di comunità di fedeli;
  • la conduzione pastorale di Santuari diocesani;
  • l'assunzione di qualsiasi altro incarico, che l'Arcivescovo ritenga opportuno affidare nell'ambito della pastorale diocesana.

Dal 1947 hanno la loro sede nel Santuario di Santa Maria dei Miracoli e San Celso a Milano dove il Cardinal Schuster volle mettere accanto alla Madonnina di Sant'Ambrogio e al Santuario mariano amato da San Carlo, sacerdoti che hanno in questi due Santi i loro particolari Patroni.

Oblati diocesani

Fanno parte del gruppo più numeroso degli Oblati. Nati nel 1931, sono tutti consacrati con uffici per lo più stabili nella diocesi: amministrazione di parrocchie e insegnamento. Nel 1931 il cardinal Alfredo Ildefonso Schuster affidò loro la direzione dei Seminari e dei collegi diocesani. Vennero poi riformati dall'arcivescovo Giovanni Battista Montini nel 1956.

Oblati laici

San Carlo Borromeo promosse anche la fondazione di Fratelli laici (avvocati, professori, medici, ecc...) al servizio dei poveri. Lungo i secoli la figura del Fratello laico scomparve. Fu il Beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, nel 1932, a riproporre questa figura per il servizio nei seminari milanesi. La casa di formazione venne posta a Seveso. I giovani aspiranti passavano le loro giornate tra preghiera, formazione e lavoro. Il primo Superiore fu padre Ranieri Boga. I primi Fratelli professi perpetui risalgono al 1942 ed erano nove. In seguito la famiglia aumentò fino ad arrivare a circa quaranta Fratelli distribuiti nei vari seminari con molteplici servizi: portineria, economato, biblioteca, infermeria, parrucchieri, sarti, addetti alle caldaie e altri impegni molto umili. Ancora oggi molti sacerdoti, ricordando il tempo trascorso in Seminario, non hanno dimenticato la semplice, ma concreta testimonianza di fede e di servizio dei Fratelli.

Negli anni '60 iniziò l'avventura missionaria in Zambia dove tre Fratelli hanno svolto il loro ministero: fratel Comotti mandato dal cardinale Giovanni Colombo, fratel Scaccabarozzi e fratel Zanchin inviati dal cardinale Carlo Maria Martini. Due di loro ricevettero l'ordinazione diaconale. Nel 1981 con l'arcivescovo Martini si avviò un processo di rinnovamento. Con l'aiuto di don Giovanni Moioli si stendono nuove costituzioni. Il 12 settembre 1982 il cardinal Martini inaugurò a Castiglione Olona la nuova casa di formazione. La Comunità, sotto la guida di don Tarcisio Livietti e poi di monsignor Marco Navoni, vide l'ingresso di alcuni giovani.

Nel settembre 1994 l'Arcivescovo accolse la professione perpetua di fratel Giorgio. Sono gli anni in cui i Fratelli Oblati «prendono il largo». Il loro ministero non è più circoscritto nei Seminari, ma si apre alla pastorale diocesana nelle sue varie e molteplici articolazioni.

Nel 2005 la Comunità cambia di nuovo casa, lascia Castiglione Olona per trasferirsi nella sede attuale a Milano presso la casa del clero Domus Mater Ecclesiae, nella parrocchia di San Gregorio Magno, già sede del Prevosto Generale della Congregazione. Nel 2013 in questa casa erano presenti tre Fratelli in comunità con il Vicario generale e altri ospiti residenti.

Nell'ottobre 2006 l'arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, accolse la professione religiosa di fratel Adriano Resconi, mentre nell'aprile 2013, in Duomo, il cardinale Angelo Scola presiedette la professione perpetua di fratel Massimiliano e a luglio nominò il nuovo Superiore nella persona di padre Giulio Binaghi, oblato vicario..

I nuovi fratelli sono giovani che consacrano la loro vita a Dio, vogliono seguire Gesù casto, povero e obbediente e si donano totalmente all'Arcivescovo per il servizio alla Chiesa ambrosiana condividendo con lui e con i sacerdoti il dono della carità pastorale.

Il campo di servizio in cui vivono la loro «oblazione» è la Diocesi di Milano: pastorale nelle parrocchie, nel mondo della sanità e nelle case di spiritualità, in Duomo e nella Curia arcivescovile e in altri ministeri secondo le loro capacità e le indicazioni dell'Arcivescovo. Nel 2013 si è celebrato l'80° anniversario della fondazione.


Bibliografia